Io vorrei amarti.
Vorrei amarti più di qualsiasi altra cosa al mondo.
Ma è sbagliato, e non si può.
 
Susan accartocciò malamente il foglio di carta scritto e rigato dalle lacrime, per poi buttarlo vicino alla scrivania.
La fioca luce della candela illuminava a tratti il suo viso, mettendo in risalto gli zigomi ben definiti e le labbra tenere e morbide, di quella dolcezza tanto materna che ricordava a tutti sua madre.
Poco dopo sentì la porta dell’enorme camera socchiudersi.
-Non ora, per favore. Non me la sento di cenare.-
Sussurrò, con un filo di voce.
Non ebbe neanche il tempo di girarsi che già riconobbe la calda e rassicurante voce del Principe Caspian, ora fermo dietro alle sue spalle.
-Avevo bisogno di parlarti.-
-Avevi?-
-Sì. Avevo. Ma ora non ricordo più che cosa avrei dovuto dirti.-
Caspian azzardò due passi verso Susan, senza distogliere lo sguardo dalle sue labbra, seminascoste dall’oscurità della camera, ma lei lo allontanò ancora prima che riuscisse ad avvicinarsi ulteriormente.
-Caspian, non è il caso che tu rimanga nella mia stanza. Non scenderò per la cena. O per qualsiasi altra cosa. Questa sera ho intenzione di restare sola.-
Sottolineò l’ultima frase, come per spazzare via ogni minuscola speranza formatasi nella mente del Principe.
-Susan, io…-
-No, Caspian. Per favore.-
Il ragazzo non potè fare nulla di più, se non chinarsi leggermente per baciarle il capo, per poi allontanarsi prima che Susan potesse reagire in una qualsiasi maniera.
La ragazza riprese a scrivere, con un maggior nodo in gola, presa da una furia terribile.
 
 
Non so come iniziare questa lettera, ma mi auguro che la riceverai non appena sarò partita.
Non ti ho mai veramente odiato. Be’, in parte sì.
Ho odiato in particolar modo la tua risata. Così dolce e suadente. E lo strano vizio che hai di scompigliarti i capelli.
Ho detestato la tua voce, musica nelle mie notti insonni, e ho cercato di allontanare dalla mia mente il tuo volto, così stranamente perfetto e pieno di vita.
Ma devo dire che esiste una cosa che ho odiato più di tutte quelle precedentemente elencate.
Ma perché mai continuo ad esprimermi al passato? E’ una cosa che detesto tutt’ora, mentre scrivo questa lettera cercando di non lasciarmi andar.
Esiste una cosa che è letteralmente capace di distruggermi al sol pensiero.
Ed è la consapevolezza di non poter passare neanche più un solo minuto con te, Caspian.
E’ la mia rassegnazione al fatto che mai potrò vederti invecchiare, assaporare il dolce sapore delle tue labbra, che fin’ora ho soltanto immaginato nelle notti più belle.
Mi mancherai, certo. Ma mai quanto mi mancherà sentirti vicino, seppur limitatamente.
Tua, S.
 
 
In seguito a questo scritto Susan uscì dalle proprie stanze, con la lettera stretta in mano e le lacrime che le rigavano il volto.
Qualche anno dopo ci pensò molto.
Pensò a quella nottata trascorsa con lui dopo che l’aveva trovata seduta sulla torre più alta del castello con la lettera fra le mani e un fiume di lacrime.
Ripensò al “dolce sapore” delle sue labbra, e alle carezze infinite.
Ma tutto questo –decise in seguito lei- sarebbe rimasto solo un tenero e confortante sogno.