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Autore: xingchan    09/02/2014    2 recensioni
“Da questo momento in avanti, sei mia sorella, May Chang. Abbiamo gli stessi desideri, che il nostro clan non sprofondi nella rovina, e questo ci rende molto più fratelli di quanto il sangue potesse mai fare. Non pretendo che tu faccia lo stesso, perché so che è abbastanza difficile considerare un parente che hai sempre detestato, ma proviamo a ricominciare daccapo come amici. Dopotutto, non è un’ambizione personale, la mia. È quello che vogliamo tutti.”
Genere: Fluff, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Lan Fan, Ling Yao, Maria Ross, May Chang
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
- Questa storia fa parte della serie 'Only Humans'
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Under the same sky
 
 
 
Era tutto finito.
L’aria impregnata di fumo e sangue di Central City si stava dissolvendo piano, lasciando però le prove inconfutabili della lotta senza quartiere avvenuta poco prima contro il Padre.
Non c’era uomo che non fosse ferito o palazzo che non fosse danneggiato dalle esplosioni combinate, lì intorno. Era come essere in un deserto fatto di macerie e calcinacci, ma che al tempo stesso non recava un grande sconforto nell’osservarlo, anzi. Perché nel suo insieme, quel disastro scaturì da una battaglia senza esclusione di colpi che infine trovò il suo giusto epilogo, sebbene molti ci rimisero la vita.
Ling Yao era uno dei pochi che ne era uscito più illeso, grazie soprattutto al potere rigenerativo di Greed che lo aveva protetto innumerevoli volte, finché questi non si distaccò dal corpo del principe per salvarlo. Ed ora che aveva la Pietra Filosofale, era in grado di presentarsi all’Imperatore e a pretendere il trono.
Si sentiva molto, molto diverso dal ragazzino che era partito qualche mese prima da Xing. Non ne poteva dare una definizione precisa, ma percepiva di essere cambiato. Di essere diventato grande. Di essere cresciuto.
Avanzando a passo deciso, con una May ormai inerme stretta nel braccio, il principe di Xing scrutava l’orizzonte devastato con aria pensosa, mentre la giovane guerriera alle sue spalle lo seguiva senza esitazione alcuna.
“Dove credi di andare?”
Il giovane dovette arrestare la sua andatura spedita non appena davanti a lui si piazzò Maria Ross. La donna lo guardò con una strana luce di rimprovero materno, quello a cui Ling non poté dar credito a causa della prematura scomparsa della madre, per poi assumere un’espressione più dolce, sorridente.
“Dei ragazzini della vostra età non dovrebbero attraversare il deserto da soli, lo sapete?”
Una domanda a cui Ling rispose con occhi perplessi, mentre per May assunsero un significato diverso da quello captato dal fratellastro. Erano le stesse parole della gente di Youswell non appena seppe del viaggio che aspettava la piccola Chang per tornare al proprio paese d’origine. Gli occhietti della bambina si inumidirono di fronte a tutte quelle premurosità che gli Amestresiani ostentavano.
Il principe del clan degli Yao però stava per controbattere, ed era sul punto di rifiutare, quando si rese conto di aver bisogno di una mano. Tutta quella guerriglia lo aveva spossato, sia fisicamente che psicologicamente, e a stento aveva la forza di portare in braccio la principessa. Come poteva portare Fu a Xing contando soltanto sulle sue esigue forze? Inoltre, c’era Lan Fan, anch’ella ferita e con un braccio fuori uso. Non ce l’avrebbe mai fatta da solo.
 

 
***
 
Il motore del furgone rombava stancamente mentre il veicolo percorreva le lande desolate del deserto che separava Amestris da Xing. Alla guida, Maria Ross si lasciò scappare una leggera imprecazione per il troppo caldo quando, in un gesto quasi meccanico, si accinse a prendere una bottiglia d’acqua posta accanto al sedile del conducente, quello su cui era seduta.
Ella, insieme ad alcuni soldati di Briggs capeggiati dall’oramai tenente Falman, aveva ricevuto l’ordine di scortare i due principi e la loro compagna guerriera verso il loro paese, Xing, trasportando insieme le spoglie del vecchio Fu dentro una modesta teca di legno.
Maria non ancora poteva credere che quel vecchietto tanto buono quanto severo ora era morto. Anche se era stato comandato dal principe Ling di accompagnarla a Xing dopo lo stratagemma del colonnello Mustang per salvarla dalla condanna a morte, aveva fatto tutto il possibile per alleggerirle la fatica del viaggio, offrendole spesso dei consigli per dispensare i suoi liquidi e rassicurazioni su ciò che avrebbe trovato al di là del deserto dell’Est. Aveva cominciato ad associarlo ai vecchietti burberi e buoni delle favole come una bambina, a dispetto della sua formazione militare.
Le si stringeva il cuore ogni volta che il pensiero della sua morte le attraversava la mente, ed ancora più le faceva male sapere che dietro di sé aveva proprio il suo cadavere. Accompagnare lui e il suo protetto nella loro terra natia lo aveva preso come un dovere in cambio di un favore che andava restituito. Forse era poco in confronto ad un’anima seria e veneranda come la sua, ma di una cosa era certa: che avrebbe fatto sempre e qualunque cosa alla persona che ha contribuito a salvarle la vita.
All’interno del furgone, altri pensieri turbavano le menti dei ragazzi e di coloro che erano con loro.
“Signorina, dovrebbe mangiare qualcosa…”
Uno dei due soldati di Briggs che erano con loro tentò più volte di incitare Lan Fan a bere o a mangiare qualcosa, azioni che la giovane rifiutava categoricamente soltanto scuotendo piano la testa e continuando a fissare la cassa che fungeva da bara provvisoria. Lan Fan era debolmente aggrappata a questa con la parte superiore del corpo, mentre le gambe lasciate abbandonate sulla piattaforma del veicolo davano evidenti indizi su quanto la ragazzina fosse esausta.
Esausta per la battaglia, ma anche esausta del susseguirsi di eventi nefasti che man mano le si presentavano. Aveva trascorso le ultime ore lottando contro il Padre ininterrottamente, con uno straziante dolore per la morte del nonno Fu nel cuore e con l’automail che era lì lì per rompersi. Continuò a ripetersi mentalmente che ora che suo nonno era morto, il suo dovere le imponeva di continuare il suo operato, vegliando sul principe finché avesse avuto vita. Ma era ben poca cosa se una delle persone essenziali per la sua esistenza era svanita.
Il soldato che le aveva proposto di mandare giù qualcosa incrociò lo sguardo arrendevole con l’altro, che gli stava chiaramente trasmettendo ch’era meglio lasciarla da sola con i suoi pensieri.
“Forza, Lan Fan. Fa’ come dice.”
La voce preoccupata del principe le arrivò alle orecchie come una magra consolazione a dispetto di quell’immenso amore che covava nei suoi confronti e che forse non avrebbe mai avuto l’occasione di esternare. Ling le si avvicinò con cautela, avvolto da un ampio cappotto bianco per contrastare la calura asciutta desertica, accucciandosi alla sua destra in modo tale da forzarla ad ascoltarlo.
Questo la fece indietreggiare, raggomitolandosi ancora di più accanto al vecchio Fu. Una reazione che a Ling non piacque per nulla.
“Ti prego, fallo per me.” insisté posandole delicatamente le mani sulle braccia, sperando che quel senso di calore che voleva trasmettergli le arrivasse dritto al cuore.
La ragazza si morse le labbra prima di gettare lo sguardo ancora verso la bara di legno e il principe la imitò quasi contemporaneamente. Ma sempre nello stesso momento, il giovane la tirò a sé cosicché non osservasse ancora la cassa del nonno giacente, come se con quel gesto riuscisse a preservarla dalla morte e dall’autodistruzione.
La spinse verso la parete opposta del furgone, offrendole una spalla su cui poggiare la testa, la quale ora si sentiva ancora più pesante di prima. Non aveva il coraggio di biasimarla per questa repentina perdita di volontà. Il dolore che provava era anche il suo; un perfetto connubio di sentimenti identici fra loro. Quante volte Ling lo aveva istintivamente chiamato “nonno”, meritandosi, se gli andava bene, occhiatacce ed imprecazioni sussurrate? Quante volte non ci avrebbe fatto neanche caso se Fu respingesse da lui un simile appellativo? La verità era che il principe lo considerava un parente stretto come effettivamente lo era per la piccola Lan Fan, e molte poche volte lo aveva reputato soltanto una guardia del corpo.
All’improvviso la guerriera gemette piano, come se stesse piangendo, e Ling la prese come una risposta affermativa alla sua preghiera. Le mise in spalla la sua lunga giaccia bianca e piano piano riuscì a farle accettare anche una piccola merenda.
 

 
***
 
Nonostante viaggiassero spediti grazie al veicolo, il gruppo dovette obbligatoriamente fermarsi a quella che un tempo fu la città di Xerxes.
La sabbia rovente che invadeva la città ormai in rovina si rifletteva grazie al sole senza pietà sulla loro pelle, surriscaldandola ai limiti del sopportabile. La secchezza dell’aria faceva sì che anche la più piccola goccia di sudore evaporasse subito dopo essere uscita dall’epidermide, e soltanto la fontana colma di acqua era un valido motivo di ristoro e refrigerio.
May sentiva che la sua testa diventava sempre più pesante con il passare del tempo, e la sua piccola panda se ne rese conto soltanto quando il respiro della principessa Chang divenne sempre più ansante. Xiao Mei cominciò a lamentarsi piano al fine di ottenere delle rassicurazioni sul conto della sua padroncina, che non tardarono ad arrivare.
“Non preoccuparti, Xiao Mei” mormorò appena la bambina per non farsi udire da nessun altro. “Ho solo un po’ caldo.”
Maria e i due militari erano scesi per prendere dell’acqua alla vasca della città, ma non ci volle molto tempo che la sensazione di svenimento la cogliesse poco dopo essersi fermati.
Lo sguardo di Ling, rimasto anch’egli con Lan Fan all’interno della vettura, guizzò per un attimo nella loro direzione, conservando un’espressione impassibile. May Chang appariva davvero spossata, e parte della sua stanchezza era sicuramente da attribuire alla battaglia di qualche ora prima. Inoltre, non aveva concesso a nessuno di curarle le ferite grondanti sangue ormai rappreso che le deturpavano il viso ed il resto del corpicino.
Non aveva mai considerato i suoi consanguinei come veri fratelli, men che mai uno che aveva visto solo di sfuggita, senza nemmeno sfidarsi a duello. Non rientrava nel suo stile affrontare una sua pari di sesso femminile, a meno che loro stesse non si facevano avanti per prime, e perciò ogni qualsivoglia contatto con le sue sorellastre era praticamente inesistente.
Ma dannazione, quella ragazzina era sua sorella.
In quanto suo fratello maggiore, Ling si sentiva investito dal diritto di considerarla una sorella in tutto e per tutto, mettendo da parte tutte le rivalità, ma una parte di lui ancora stentava a credere che May Chang volesse un appoggio da una persona che aveva sempre considerato come sua nemica. L’orgoglio dei principi di Xing era difficile da sormontare, ancora di più se vi era una competizione ambiziosa come quella del potere. E Ling aveva sempre creduto che quello delle donne della famiglia imperiale fosse smisurato al punto da essere additati a vita come il peggiore dei criminali. Questo se andava nel migliore dei modi.
May però aveva smesso di ribellarsi alla sua stretta nel giro di pochissimi minuti. Avrebbe avuto altrettanta fortuna ora che la ragazzina necessitava di cure. Cercava ancora di convincersi, quando la sua voce meccanicamente uscì dalla sua bocca come un fiume in piena.
“Ehi, piccola Chang!”
La principessa sussultò sentendosi chiamare, e volse di scatto i suoi occhioni neri verso Ling. La stava osservando con insistenza, ed anche con un malcelato affetto.
“Le tue ferite hanno bisogno di essere medicate; faresti meglio a provvedere subito, altrimenti s’infetteranno. Vuoi una mano?”
Non sapeva cosa rispondergli, se protestare apertamente come aveva fatto in precedenza oppure arrendersi alle sue buone intenzioni. Perché di certo non si trattava del contrario. May aveva percepito una strana quanto sconosciuta comunanza con Ling Yao fin da quando lo intravide un paio di anni prima a Xing, a palazzo.
A prima vista appariva totalmente privo di un qualsivoglia senso di cameratismo con i suoi cani da guardia. Anzi, sembrava ostentare quello che sfiorava un autentico abuso di potere esercitato su coloro che più di ogni altro avrebbero sacrificato la propria vita per lui.
Fu in quel momento che May Chang lo etichettò come uno dei suoi fratellastri più crudeli.
Ma poi, avvenne una cosa che la principessa non si sarebbe mai aspettata da un suo fratellastro.
Ling Yao scambiò, anche solo per un attimo, un cenno di indiscussa intesa con il suo sottoposto più anziano ed un luminosissimo sorriso indirizzato alla sua serva più giovane. Dettagli che non aveva riscontrato in nessuno degli altri nobili, che trattavano sempre i propri sottoposti come animali.
Ed in quelli che dovettero essere che pochi, miseri secondi, la cattiva idea che May aveva costruito sul suo conto si cancellò come se non fosse mai esistita, e ne sorse una nuova e del tutto inaspettata.
Il dodicesimo figlio dell’imperatore di Xing differiva da molti altri principi; la sua stessa figura ora gli appariva sotto una luce molto più luminosa di quella che lei gli aveva affibbiato.
“No, faccio da sola.”
Sebbene la piccola May fosse restia a farsi aiutare da Ling, non poteva dirsi di non essere lusingata da quell’interesse proveniente dal suo fratello maggiore.
Ne fu lievemente turbata. Certo, appena prima di lasciare Amestris Ling Yao l’aveva afferrata e portata via con lui, avendo così già dimostrato di non essere una cattiva persona, ma era difficile abituarsi a considerare amico e soprattutto fratello un uomo che aveva sempre indicato come un potenziale avversario.
Il giovane Yao non le diede ascolto. Con la stessa bonaria prepotenza con cui l’aveva caricata per portarla via con sé, accorciò la distanza fra loro prestando cautela a Lan Fan, che osservava con un sorriso abbozzato la scena.
“Fa’ vedere.” Le tastò delicatamente i lividi per verificarne la gravità, inducendo May ad emettere uno strillo soffocato di dolore. Parve riflettere per qualche istante, prima di chiedere a Lan Fan un unguento racchiuso in una boccetta nascosta nella sua divisa logora.
E mentre le prestava soccorso munendosi di tutta la delicatezza possibile, Ling disse alcune parole che May Chang non dimenticò mai.
“Da questo momento in avanti, sei mia sorella, May Chang. Abbiamo gli stessi desideri, che il nostro clan non sprofondi nella rovina, e questo ci rende molto più fratelli di quanto il sangue potesse mai fare. Non pretendo che tu faccia lo stesso, perché so che è abbastanza difficile considerare un parente che hai sempre detestato, ma proviamo a ricominciare daccapo come amici. Dopotutto, non è un’ambizione personale, la mia. È quello che vogliamo tutti.”
Tacque, mentre May chinò la testa.
Avevano un fine comune. May aveva pensato in primis al suo clan, ma Ling ha dato una speranza ancora più grande, che la ragazzina non ha mai nemmeno osato immaginare.
In disparte, Lan Fan allargò le sue labbra, rinnovando così la sua felicità.
 
 
 
 
 
 
 
NDA
Scrivere un confronto fra Ling e May era un piccolo sfizio che volevo togliermi, un piccolo desiderio che si avvera. Questa ff è stata ideata mesi or sono (se, è antica quanto i dinosauri xD) ed è quella di cui parlavo nel mio ex-blog, ora cancellato. Dovevo soltanto darle una ritoccatina. :)
   
 
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