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Autore: Maudwin    09/02/2014    4 recensioni
Emozioni e sensazioni del mio incontro con Mika alla fnac.
Dal testo: 'Quel giorno avrei dovuto correre in fretta verso Milano, verso la FNAC, verso ciò che inseguivo dal 2007...'
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mercoledì 13 Novembre 2013, ore 06.30.
Mi sveglio come al solito. Mi lavo e mi vesto in fretta. Mi assicuro che il telefono sia carico, mando un SMS alla mia migliore amica: 'Provaci almeno, promettimelo ok? Non rispondere spengo il telefono.'
Quello era un giorno speciale, avevo bisogno di una batteria che durasse tutto il giorno.
Quel giorno avrei dovuto correre in fretta verso Milano, verso la FNAC, verso ciò che inseguivo dal 2007... Mika.
Sapevo che molte fan portavano dei doni per lui. Io non avevo avuto l'occasione di preparargli nulla, avevo convinto solamente la sera prima i miei genitori a mandarmi. E la mia migliore amica, che abita a Milano, mi aveva promesso che avrebbe provato a farmi realizzare il sogno.
Corsi fuori dalla camera e afferrai al volo la cartella, fortuna che era un mercoledì ed era leggera.
Uscii di casa e incontrai Cristin, la mia amica dall'asilo. Corremmo verso la fermata del pullman. Come al solito eravamo in ritardo.
Durante il tragitto le raccontai di quanto fossi entusiasta della giornata. Lei incredula disse 'E se poi non ci riesci? Non ci rimarrai male?' Io con il sorriso stampato sulle labbra le risposi: 'Si ci rimarrei male, ma comunque vada avrò sempre la certezza di averci provato.'
Scendemmo dall'autobus e ci incamminammo entrambe in direzione delle nostre scuole.
Cinque ore in attesa trepidante e... eccolo il suono più amato da ogni studente, ma quel giorno, per me più dolce anche della voce di Mika: l'ultima campanella, la fine delle lezioni. Uscii di corsa dalla classe lasciando perplessa la mia prof di Cinese, solitamente ero l'ultima ad uscire dall'aula. Mi fiondai sull'armadietto. Tentai di aprirlo, proprio quel giorno il lucchetto aveva intenzione di tradirmi? Oh ecco, finalmente. Buttai dentro i libri e chiusi con un colpo secco il lucchetto. Avevo chiesto alla mia compagna di banco di ricontrollarlo per sicurezza.
Corsi verso la stazione centrale. Il pullman diretto per Milano partiva all'1.40, la scuola finiva all'1 e per arrivare ci avrei impiegato 10 minuti, ma avevo ugualmente paura di arrivare in ritardo.
Mentre correvo accesi il telefonino, promettendo a me stessa di usarlo solo per chiamare i miei genitori. Ricevetti subito una chiamata da mia mamma. Il messaggio fu breve e lapidario 'Laura ha il pass'
LAURA HA IL PASS, scandii bene il suono delle parole nella mia mente, ripetendole a me stessa più volte, in modo da non scordarle. Realizzai infine: ci era riuscita, ci era riuscita veramente.
Mi vennero le lacrime agli occhi per la gioia. Attraversai la strada con il semaforo rosso, il disappunto degli automobilisti si manifestò con un suono unanime di clacson, mentre il mio con un gesto non proprio fine e signorile.
Arrivai in stazione con più di mezz'ora d'anticipo. Mi sedetti con alcuni miei amici. Parlammo fino a che tutti non dovettero salire sui propri mezzi per tornare a casa.
Rimasta sola accesi l'MP4, non usavo mai il telefonino per ascoltare la musica, ne avevo molta di più nel lettore multimediale.
Optai per una playlist senza Mika. Ero troppo emozionata per poterlo ascoltare senza dare di matto. Scelsi qualcosa di forte, di potente, che rispecchiasse il mio stato d'animo: Metal. La musica Metal era per me qualcosa di meraviglioso. Mi rilassava, anche se non era uno dei ritmi più tranquilli esistenti.
Il pullman finalmente. Mi sedetti circa a metà del mezzo e guardai fuori dal finestrino.
Giunti alla seconda fermata vidi tre dei miei più cari amici salire sul mezzo: Marco, Davide e Mario. Mi fissarono, stupiti quanto me di vedermi lì sopra.
Spensi la musica. Non avrei fatto la strada da sola.
I primi due occuparono i posti davanti al mio e il terzo si sedette nel posto avanti al loro. 'Che ci fai qui?' Chiese Davide.
'Devo andare a Milano, voi?'
'Andiamo a casa, questo pullman ferma fuori dal nostro paese e arriviamo comunque prima che con il locale.'
'Ah bene.'                                                             
'Cosa devi fare a Milano?' Chiese, subito dopo, Marco.
'Il mio cantante preferito firma le copie della raccolta dei suoi brani più famosi.'
'Ah si Mika, potresti farmi vedere una foto?'
Presi il telefono, cercai tra le immagini. Cercavo la mia foto preferita. 'Ooh non la trovo.' Mormorai.
'Dai su una qualsiasi' Disse lui.
'No, no voglio... eccola!' Girai il telefono verso i miei amici. Esaminarono la foto di quello che, secondo me, era l'uomo più perfetto del mondo. Annuirono in silenzio restituendomi il telefono.
Passammo il resto del viaggio scherzando insieme. Scesero all'altezza del loro paese, riempiendo il pullman di solitudine. Riaccesi il mio lettore MP4.
Passai il resto del viaggio guardando la strada fuori dal finestrino. Finalmente ero arrivata a San Donato Milanese. Scesi in fretta le scale della metropolitana e mi ritrovai immersa nel caos dell'ora di punta. Corsi all'edicola e presi un biglietto, avrei potuto usare le macchinette ma non avevo tempo da perdere a litigare.
Corsi verso l'entrata e incrociai Giacomo, un mio amico che va a scuola a Milano. Urlai un CIAOOOOOOO mentre correvo. Lui non si accorse che era rivolto a lui. Non si aspettava di certo di trovarmi lì.
Scesi in fretta. Il treno non era ancora arrivato. Presi una merendina al distributore automatico e la mangiai durante l'attesa.
Il viaggio durò meno del previsto, Scesi alla fermata di Piazzale Lodi. Salita entrai nel bar in cui dovevo incontrarmi con Laura.
La vidi subito, i suoi capelli blu brillavano anche nelle luci artificiali. La abbracciai e lei mi consegnò il CD con il PASS. Buttai tutto nello zaino, come'è mia abitudine fare. Non mi smentisco mai io.
Scendemmo nuovamente in metropolitana, uscimmo definitivamente in piazza Duomo. Corremmo verso via Torino.
Mi bloccai davanti alla fila, era interminabile.
Chiesi ad un ragazzo che era appena dopo alla transenna, erano in fila dalla mattina alle 9.00.
Seguimmo il percorso e ci mettemmo in fila, ultime. Mi consolai con il pensiero che molta gente doveva ancora arrivare.
Posai lo zaino tra le mie gambe, mi tolsi il giubbino e buttai pure quello nella cartella. Faceva caldo per essere novembre, o forse era solo l'emozione?
Parlavo con la mia migliore amica, era rimasta in fila con me per tenermi compagnia. Lei non sarebbe entrata, le piace molto Mika ma non è una fan. Era lì solo per me. Ero emozionatissima, ogni due parole dovevo fermarmi e stringerle la mano, per capire se fosse tutto vero. Mi girai di scatto verso l'inizio della via e li vidi. Due volti conosciuti: Martina e Asia. La prima frequentava il corso di fotografia della mia scuola, la seconda veniva ogni anno in vacanza studio con me.
Andarono in fondo alla fila e mentre si allontanavano squillò il telefono. Era mia madre. Aveva una notizia da darmi: mio nonno era caduto in camera, si era rotto un braccio. Nulla di grave ma ero preoccupatissima. Mia madre aveva detto che mio zio era già da lui e che non dovevo assolutamente rinunciare al mio sogno per tornare. Mi sentivo terribilmente egoista a rimanere lì mentre mio nonno era in ospedale.
Ero combattuta tra il realizzare il mio sogno oppure correre a casa.
Mio padre arrivò poco dopo ripetendomi che non c'era bisogno di tornare a casa.
Passavano le ore, tra gli urli isterici delle persone in prima fila, che ogni volta mi facevano credere che fosse giunto il momento, ma era ancora troppo presto.
Arrivarono lei 18 e lui non c'era ancora. 'Ritardo' Ci sentimmo dire da una guardia. Era in ritardo. Perché mi stupivo? Lui non era sempre in ritardo? 'Le prove per x-factor sono durate più del previsto' disse un'altra
Più passavano i minuti meno tempo c'era per le firme. Più passavano i minuti meno probabilità avevo di vederlo. Non ci credevo, il pass lo avevo per cosa? Dovevano garantirmeli quei tre secondi. Ero agitatissima. La vicinanza con gente agitata quanto me non aiutava. La mia amica cercava di mantenermi calma.
Eccole le urla tanto attese, la fila avanza, la conferma che è arrivato.
Ragazze felici e lacrimanti uscivano stringendo la loro copia del disco. La fila avanzava.
Eccolo il bodyguard, mi fissa e conta il nostro gruppo e finalmente attraversai quelle porte, verso la mia meta agognata.
Fummo accompagnati nella saletta, prima di entrare la sentii 'Love Today' la canzone che me lo ha fatto conoscere. Guardai in alto, verso gli schermi, lo vidi: Michael Holbrook Penniman Jr.
Bellissimo. I capelli ricci gli ricadevano sulla fronte. Sorrideva ad ogni fan.
Entrai nella saletta. Scattai delle foto con il telefonino mentre mi facevo largo verso di lui a spintoni e gomitate. Le persone intorno a me erano tutte maleducate, mi stringevano in una morsa. Non respiravo. Paura. Un attacco d'asma. Non ora, non mentre ero così vicina.
Mi spostai verso la fila per le firme con il disco in mano, dovevo riuscire ad ottenerla prima dell'attacco d'asma. Avevo circa cinque minuti poi avrei dovuto allontanarmi dalla calco e uscire all'aria aperta, senza la possibilità di tornare indietro.
Mentre mi avvicinavo piano lo osservavo firmare copie e battere il cinque ad ogni ragazza.
Ora ero seconda in fila l'inizio di'Grace Kelly' rimbombava nella sala. La prima della fila. La musica sparisce. La guardia della FNAC mi fa segno di procedere. Mi avvicino al tavolino.
Gli occhi che brillavano dalla gioia e dalle lacrime.
'Ciaooo bella' gli sento dire. Lo guardo: sorride. I miei occhi puntati nei suoi. Il mio cuore salta un battito.
'C-C-C-ciao' Riesco solo a mormorarlo, o forse l'ho solo pensato non lo so, l'unica cosa che Mika fa è ridere e scuotere la testa ricciuta.
Mi restituisce il CD, le nostre dita si sfiorano.
'Addio Mika. Ti voglio bene.' Riesco a dirlo chiaramente tanto che lui mima un bacio con le labbra. Rimango paralizzata, non riesco né ad abbracciarlo né a dargli il cinque. Mi allontano sotto invito di uno dei bodyguard e quel ragazzo libano-americano mi saluta, sorridente come sempre, con la mano.
La musica riparte mentre raggiungo il fondo della sala. Mi volto verso il mio sogno realizzato e scoppio in lacrime apro il CD e vedo la sua firma.
Avrei voluto proprio sapere se lo avrei mai rivisto, lui lo cantava nella sua 'Stardust' e io glielo avrei voluto domandare.
Corro saltellando verso l'uscita, esco all'aria aperta. Mi fiondo sulla mia migliore amica abbandonandomi al suo abbraccio. Poi abbraccio mia mamma e mio papà, perché è solo grazie a loro che ho potuto vivere quella giornata. Poi lo sento arrivare, il mio nemico temuto: l'asma.
Cado addosso a mio papà che mi fa sedere e mi porge un sorso d'acqua. Tutti aspettarono che la crisi fosse passata per salire in macchina. In un ora siamo a casa. Non voglio mangiare, vado in camera e preparo la cartella.
Mi butto sul letto con il disco stretto tra le braccia. Le lacrime agli occhi, mi addormento dopo tre ore di pianto con il sorriso sulle labbra e 'Stardust' in testa.
"I could be staring at somebody new 
But stuck in my head is a picture of you 
You are the thunder. I was the rain 
I wanna know if I'll see you again 
I said I love you. You said goodbye 
Everything changes in the blink of an eye 
It's been a while. I still carry the flame 
I wanna know will I see you again? 
See you again? 
See you again?"



Eccomi, finalmente oserei dire, ci ho messo tre mesi a scrivere questa cosa, che alla fine non è che un resoconto della giornata.
Dicevo ci ho messo tre mesi e questo è il meglio che è uscito. Bene che dire? Se vi è piaciuta recensite, se non vi è piaciuta recensite ugualmente.
Bye :)


 
  
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