1. Guardami

Eccola lì, Mikasa Ackerman. 
La ragazza che gli ha rubato il cuore.
Colei che è entrata nei suoi pensieri senza uscirne più.
Jean la guarda da lontano e sospira, sentendo il proprio cuore farsi pesante.
Se non fossero in guerra, forse si farebbe avanti e le chiederebbe di uscire con lui, una volta.
Se non avesse paura di perderla, probabilmente si inginocchierebbe davanti a lei e confesserebbe i suoi sentimenti.
Ma no, Jean rimane lì dov’è, fermo ad osservarla.
Scruta attentamente la sua chioma scura e sorride notando i raggi del sole che tramonta oltre le mura trapelare tra i suoi capelli.
Inspira profondamente ed immagina di sentire il loro profumo portato dal vento: quanto vorrebbe poterle stare tanto vicino da riuscire a percepire quel leggiadro odore di fiori.
Invece non si azzarda a fare nulla di tutto ciò. Preferisce rimanere distante e bearsi di quella visione eterea.
“Voltati”, pensa improvvisamente. Mikasa gli dà le spalle e Jean desidera vedere il suo viso, arrossato e stanco a causa dell'allenamento quotidiano a cui la giovane si sottopone. 
“Girati verso di me solo per un secondo. Guardami, ti prego”.
La ragazza continua a mostrargli la schiena, intenta com’è a sistemare l'equipaggiamento per la prossima missione. E Jean sospira di nuovo, arrendendosi al fatto che non accadrà ciò che lui desidera.
“Guardami”, ripete una seconda volta, stringendo così tanto i pugni da conficcarsi le sue stesse unghie nei palmi delle mani.
Un alito di vento si alza, facendolo rabbrividire. Si stringe nella giacca e sposta gli occhi verso il cielo, dove grosse nuvole rosate si rincorrono senza sosta.
E in quel momento, come se la brezza avesse trascinato con sé il sussurro del ragazzo, Mikasa si volta, ravvivando i capelli ed asciugandosi il sudore dalla fronte.
Eccolo lì, Jean Kirschtein. Appoggiato al muro della casupola che ora la squadra usa come base, tiene le braccia incrociate sul petto e lo sguardo fisso verso l’alto; ha un’aria stranamente pensierosa e la ragazza si chiede se non stia dissimulando il suo interesse per lei.
“Chissà da quanto tempo è lì”, si domanda. “Se Levi lo sorprende con le mani in mano, se la vedrà brutta”.
Lo guarda per qualche secondo ancora, decidendo subito dopo di tornare alle proprie incombenze, mentre Jean, distratto dalla bellezza di quel cielo infuocato, si accorge di essere stato visto. Per una frazione di secondo prova un’insolita sensazione di disagio e si maledice per non aver colto l’attimo, ma poi la sua espressione corrucciata si risolve in un sorriso tenue, imbarazzato, ma entusiasta allo stesso tempo.
Il ragazzo cerca di nascondere la propria esultanza, si stacca dalla parete e si allontana; non può sapere che Mikasa, voltandosi leggermente, ha seguito con la coda dell’occhio ogni suo singolo movimento, guardandolo andare via.