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Autore: Smaugslayer    09/02/2014    3 recensioni
"Le lacrime andavano formandosi negli occhi verdi del bimbo dai capelli ricci e scuri. Era attorniato da un gruppo di ragazzini della sua età che lo schernivano e offendevano e non sapeva da che parte voltarsi, dove trovare una mano amica, un salvatore.
Lui aveva paura di loro."
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: John Watson, Mycroft Holmes, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sherlock è un babbeo, Sherlock è un babbeo, Sherlock è un babbeo…
“Smettetela! Io so…”
Babbeo, babbeo, babbeo!
“…tutti i primi trecento…”
Babbeo!
“…decimali di pi greco…”
Guardate i suoi capelli! Sembra un pagliaccio!
“Non sembro un pagliaccio!”
Sì, sono ricci come quelli di mia nonna!
“Non è vero! Siete voi che…”
E guardate come muove le dita! Cosa fai, suoni il tuo pianoforte invisibile?
“Sono iperattivo!”
Si prende pure in giro da solo!
Babbeo iperattivo, babbeo iperattivo, babbeo iperattivo…
Come si chiama, questo bel bambinetto?
Si chiama William Sherlock Scott Holmes!
Ha un nome così lungo che prima di pronunciarlo diventa vecchio!”
Babbeo iperattivo, babbeo iperattivo, babbeo iperattivo…
Le lacrime andavano formandosi negli occhi verdi del bimbo dai capelli ricci e scuri. Era attorniato da un gruppo di ragazzini della sua età che lo schernivano e offendevano e non sapeva da che parte voltarsi, dove trovare una mano amica, un salvatore. Teneva in mano un libro per bambini che gli aveva affibbiato la maestra durante quel suo primo giorno di scuola, e pareva volerlo usare come scudo contro quelle belve prepotenti.
Avrebbe potuto farli indietreggiare, quei mostri, come un cavaliere dall’elmo scintillante abbatte un drago. Avrebbe potuto urlare: “Dirò a tua mamma che le hai rubato le caramelle all’anice! E tuo padre ti ammazzerà di botte! E il tuo se ne andrà e non lo vedrai più per mesi!” e metterli in riga, quei piccoli draghi, con la sua lama fatta di parole.
Ma aveva paura.
Lui aveva paura di loro.
Il suo nonno Christian Scott Holmes, aveva insistito affinché lui andasse a scuola come tutti gli altri, perché era un bambino isolato, strano a suo parere, poco socievole o empatico. L’altro nonno, il caro nonno Arthur, si era schierato dalla parte opposta, e la contesa era sfociata in una vera e propria guerra familiare. Ma il nonno Arthur era una persona remissiva. Si faceva da parte senza lottare troppo, di fronte alla potenza schiacciante del nemico. Era uno scrittore, e una volta –in gioventù- aveva dovuto resuscitare un personaggio ormai morto di fronte all’insistenza dei lettori.
Solo che i nonni non erano lì, ora. Era solo.
Sherlock è un babbeo, Sherlock è un babbeo, Sherlock è un babbeo…
“Smettetela! Andate via!”
Il cavaliere soccombeva di fronte alla potenza del drago.
Sta piangendo!
Oh, povero piccolo!” lo schernivano.
Vuoi la tua mamma?
E tuo fratello dov’è? L’hai lasciato al manicomio?
Persino suo fratello Mycroft l’aveva abbandonato, dopo che i loro genitori l’avevano dato per causa persa. Se solo lui, Sherlock, fosse stato intelligente quanto Mycroft, tutto ciò non sarebbe accaduto.
Babbeo iperattivo, babbeo iperattivo, babbeo iperattivo…
Del resto, perché li temeva quando lui aveva una spada e loro fuochi fatui? Aveva forse paura dei loro pugni, degli spintoni? Sì, aveva paura. Irrazionalmente, l’aveva.
“Dai, piccoletti, smettetela di tormentarlo!”
La voce veniva da dietro di lui. Quando si voltò, notò un ragazzino di qualche anno più grande, con i capelli castani, gli occhi tondi e un’aria smarrita che non si addiceva con ciò che aveva appena detto.
Ah sì, altrimenti che succede?
“Altrimenti vi sbatto tutti a terra finché non tornerete doloranti a casa vostra e piangerete voi, dalla mamma!”
I bulli si lanciarono qualche occhiata spaventata prima di scappare via, prima esitanti, poi rapidamente.
“Va tutto bene?” chiese il ragazzo.
“Sì… sì. Grazie. Mi insegni a sbatterli a terra?” domandò Sherlock, impaziente di sapersi difendere da solo.
“Oh, ma io non so farlo. L’ho detto solo per mandarli via.”
Non sapeva farlo. Sherlock si rese conto che, come avrebbe dovuto fare lui, il suo salvatore aveva usato le parole, non le azioni. Che le parole avevano rimpiazzato le azioni e le avevano surclassate, senza compiere alcun reale danno.
Capì come sconfiggere i draghi.
 
 
 
 
 
 
SPAZIO AUTRICE
Salve a tutti, Sherlockians e Sherlockians! Un paio di delucidazioni: mentre il nonno Holmes è puramente frutto della mia immaginazione, il nonno Arthur è Arthur Conan Doyle, vero “padre” di Sherlock Holmes, e il suo personaggio morto e risorto è proprio il nostro Sherlock (il poveretto si era stufato di scrivere gialli, ma i fan non gliel’hanno mai permesso), come similmente muore e resuscita nella serie tv. Il ragazzo che accorre in aiuto di Sherlock, infine, è –ovviamente- il nostro John (omaggio alla Johnlock!)
L’idea per una FF su lui da piccolo mi è venuta guardando His Last Wow, in cui appunto si vede lui tornato bambino. Tra parentesi, quell’episodio mi ha scioccata. Praticamente John è diventato uno sfornatore (?) di frasi epiche (tipo “Il tuo passato è affar tuo. Il tuo futuro, invece, è un mio privilegio.”), Sherlock è stato incredibilmente sherlockoso e calcolatore come suo solito, ma ha avuto anche i suoi momenti di comicità (non so voi, ma io sono morta dal ridere quando ha cercato di appioppare il proprio nome alla pargola dei Watson)… dunque, mi fermo o il mio stesso commento diventerà più lungo della Fanfiction…
Le recensioni sono bene accette ;)
 
 
  
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