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Autore: Raginae    09/02/2014    0 recensioni
Piccole precisazioni:
- Il titolo è, in realtà, ispirato alla canzone di Celine Dion (anche se devo dire che è proprio una bella canzone)
- Si suppone che questa dovrebbe essere una fanfiction triste, ditemi se sono riuscita nel mio intento
- I dialoghi tra " sono i pensieri del personaggio, se non hanno le " vuol dire che quel personaggio sta parlando
- Niente insulti, s'il vous plaît.
Genere: Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una lieve brezza fa risuonare i nudi rami degli alberi come un carillon di legno.
Questo è un posto popolare per le coppie durante l’estate. Gli alberi decidui forniscono una splendida cupola di verde, lontano dalla vista della gente.
Ma adesso, a inverno inoltrato, mi sento come se stessi sotto una pila di legname.
Alito nelle mie mani raccolte a coppa e le strofino vigorosamente per evitare che si intirizziscano in questo freddo
Mia: “Quanto dovrò aspettare qua fuori, poi? Sono sicura che il biglietto dicesse quattro del pomeriggio.”
Ah, già... il biglietto... fatto scivolare di soppiatto da qualcuno tra le pagine del mio libro di matematica senza che me ne accorgessi.
Mia: “Quanto a cliché, sono più una fan della “lettera-nell’-armadietto”, ma almeno questo modo dimostra una certa iniziativa.”
Mentre pondero il significato del biglietto, la nevicata si infittisce gradualmente. I fiocchi di neve che cadono silenziosamente dal cielo candido sono l’unico segno del tempo che passa in questo mondo stagnante.
La loro lenta discesa sulla foresta ghiacciata fa sembrare che il mondo stia rallentando solo per questo momento... calmo.
Il fruscio di neve fresca sotto i piedi mi sorprende, interrompendo l’atmosfera tranquilla. Qualcuno mi si sta avvicinando da dietro.
??: Hi... Mia? Sei venuta?
Una domanda esitante, a malapena udibile. Però riconosco istantaneamente il proprietario di questa voce allegra. 

Sento il mio cuore mancare un battito.

E’ una voce che ho ascoltato centinaia di volte, ma mai come più che una ficcanaso in una conversazione.
Mi giro, e il mio cuore inizia a correre...
Mia: Alex? Ho ricevuto un biglietto che mi diceva di aspettare qui... era il tuo?
...Patetica...
Alex: Hem... si. Sono così felice che tu l’abbia ricevuto.
Un piccolo, gioioso sorriso che mi rende tanto tesa da non poter muovere un muscolo neanche se ci provassi.

Tu-TUM Tu-TUM

Il mio cuore sta martellando adesso, come se stesse cercando di uscirmi dal petto...
Mia: Così... ah... eccoci qui. Fuori al freddo...
Di nuovo, il vento scuote i rami. Questo rumore cacofonico è ora dolce musica per le mie orecchie. Per tutto il tempo, l’incessante battito del mio cuore diventa più rumoroso. La gola è secca, dubito che riuscirei a spiccicare parola anche se ci provassi.
Alex: Vedi...

Tu-TUM

Alex: ... volevo sapere...

Tu-TUM Tu-...TUM!

Alex: ...se ti andrebbe... di uscire con me...
Resto lì in piedi, immobile, tranne per il mio cuore martellante.
Vorrei dire qualcosa in risposta, ma le mie corde vocali sembrano essere state stirate oltre il punto di rottura...
Alex: ...Mia?
Cerco di massaggiare la mia gola, ma questo manda soltanto fitte di dolore accecante lungo le mie braccia.
Alex: Mia?!
Tu-TUM
Il mio corpo si paralizza, eccetto i miei occhi, che si spalancano terrorizzati.

Tu-TUM Tu-TUM Tu-...TUM Tu-... 
Tu-TUM!!

Alex: Mia?!!
Il battito nel mio petto improvvisamente cessa, e mi cedono le gambe.
Il mondo intorno a me; la cupola di rami spogli, il cielo grigio invernale, Alex che corre verso di me; tutto svanisce nel buio.
Le ultime cose che ricordo prima di perdere conoscenza sono le grida di aiuto di Alex e l’incessante fracasso dei rami...
  
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