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Autore: Vahly    09/02/2014    0 recensioni
Disinfettante. Era l'odore che più sentiva in quella stanza di ospedale. Solitamente, quando lui entrava, non c'erano infermiere. Solo Foggy, spesso addormentato e sempre più magro, sempre più lontano.
Foggy è in ospedale, Matt sempre più disperato. [Daredevil, leggero slash Matt/Foggy]
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
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Slow dancing in a burning room.




Disinfettante. Era l'odore che più sentiva in quella stanza di ospedale. Disinfettante e varecchina, con cui venivano lavati i pavimenti. Solitamente, quando lui entrava, non c'erano infermiere. Solo Foggy, spesso addormentato e sempre più magro, sempre più lontano.

Non aveva mai immaginato come potesse essere la sua vita senza Foggy. Anche durante i litigi più aspri, in qualche modo si erano sempre ritrovati a metà strada, come se non potessero esistere l'uno senza l'altro. Dopotutto, qualunque aspetto della sua vita era legato a quella dell'amico: dallo studio legale alle uscite serali, le loro esistenze erano sempre state intrecciate indissolubilmente.
E ora era lì, di fronte al partner di una vita, a domandarsi quanto tempo gli restasse, prima di ritrovarsi solo. Il che, si ritrovò a pensare, era anche abbastanza egoista da parte sua: la realtà era infatti che, senza Foggy, la sua vita era completamente vuota. Non riusciva ad accettare quello che stava accadendo perché non riusciva ad accettare di non sentire più il suono della sua voce, o il battito del suo cuore accanto a lui.

- Mi dispiace, - mormorò tra sé e sé, il volto chino sulle proprie mani. - Vorrei solo poter fare qualcosa... Qualsiasi cosa.
Ed era vero. In qualche modo aveva sempre dato per scontata la presenza dell'amico, e ora che lo stava perdendo era spaventato da morire. Il che era abbastanza ironico, per l'uomo senza paura.
Sempre più spesso, si era domandato se quel sentimento così totalizzante e opprimente potesse significare più di una semplice amicizia. Si era risposto di sì, ma ormai era troppo tardi in ogni caso.

Si erano girati attorno per tanto tempo, danzando assieme e separandosi, in una stanza da ballo che ora stava andando a fuoco. E gli estintori erano troppo lontani, perché lui potesse raggiungerli.

- Ehi, Matty.
Foggy aveva aperto gli occhi, e, ancora intontito dal sonno, aveva allungato la mano per raggiungerlo.
Matt la afferrò. Era sempre più magro, sempre più fragile.
- Sono qui, amico.
L'altro sorrise.
- Sai, - cominciò, - ho sognato che tutto questo era finito. Che eravamo di nuovo allo studio legale, insieme, e ci ridevamo su. - Fece una pausa, e abbassò lo sguardo. - Tu credi che sia possibile? Credi che riusciremo a lavorare ancora assieme?
Matt dovette sforzarsi per trattenere le lacrime. No, oramai non ci credeva più.
- Ma certo, - mentì, - litigheremo ancora per stupidaggini e vinceremo ancora nuovi casi. Appena ti sarai ripreso.
Foggy sorrise.
- Grazie, - mormorò, e Matt seppe che neppure l'altro ci credeva più. Ma continuavano a ingannarsi l'un l'altro, per riuscire ad andare avanti.

Quando Matt uscì dall’ospedale, l’aria gli sferzava fredda sul viso. Una lacrima, solitaria, ne percorse i lineamenti: quando era con Foggy si sforzava di essere forte per lui, ma quando era solo, era sempre più difficile impedirsi di crollare.
Impugnò il bastone con tanta forza che avrebbe potuto spezzarsi, e si fece strada verso casa.
In qualche modo, sarebbe riuscito a salvarlo. Doveva farlo, per entrambi. O sarebbe precipitato in un abisso dal quale non avrebbe saputo come uscire, ne era certo.


   
 
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