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Autore: darkangel98    09/02/2014    3 recensioni
[Silver-Myrtle-Jan-Chad, Distretto 2 ][A Hope 13] [Cato VS Thresh] [Accenni di Clato] [1084 parole]
Cato e Thresh stanno combattendo, nell'arena della Settantaquattresima edizione.
Myrtle e Silver, due piccole guerriere, li stanno guardando.
Myrtle vuole la morte lenta e dolorosa del ragazzo che le ha portato via sua sorella.
Silver vorrebbe solo che il suo fratellone tornasse a casa.
"Ormai parecchi nello stanzino dell’accademia stavano ridendo, ed era qualcosa di insopportabile che stessero ridendo di suo fratello, sangue del suo sangue.
A essere sincera non le importava particolarmente che quell’idiota facesse la sua dose di figure del cavolo, purchè tornasse a casa: solo la irritava che l’anno successivo, quando sarebbe stato il suo turno, tutti l’avrebbero etichettata come la sorellina di Cato, era così da quando era venuta alla luce, e preferiva che la considerassero la sorellina di un grande vincitore che di uno scemo a caso. "
Genere: Slice of life, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cato, Nuovo personaggio, Thresh
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Sangue del mio sangue







-Eddai!- Silver alzò gli occhi al cielo, guardando suo fratello che si aggirava in assetto di guerra per i campi, lanciando qualche urlo di battaglia rivolto al ragazzo del Distretto 11. – Non ci vuole un genio a capire che se non la smetti di far casino non lo troverai mai.-                                                  
- Evidentemente l’intelligenza non è una cosa di famiglia. Non può sentirti, geniaccia.- la rimbeccò Jan, mentre la quindicenne la fulminava con lo sguardo.
Ormai parecchi nello stanzino dell’accademia stavano ridendo, ed era qualcosa di insopportabile che stessero ridendo di suo fratello, sangue del suo sangue.
A essere sincera non le importava particolarmente che quell’idiota facesse la sua dose di figure del cavolo, purchè tornasse a casa: solo la irritava che l’anno successivo, quando sarebbe stato il suo turno, tutti l’avrebbero etichettata come la sorellina di Cato, era così da quando era venuta alla luce, e preferiva che la considerassero la sorellina di un grande vincitore che di uno scemo a caso.     
 – Vi prego, non ditemi che mi sono persa il sangue.- la voce di un altra ragazzina si fece spazio nella sala TV dell’accademia,  acuta e sottile come sempre, ma Silver capì al volo che sebbene si sforzasse di non tradire emozioni c’era qualcosa di più cauto, incerto, come se la bambina avesse paura di piangere da un momento all’altro.                                                                      
La nuova arrivata passò seria e a testa alta in mezzo alla folla di ragazzini e ai bisbigli di compassione che le davano il tormento dal giorno prima.       
Si lasciò cadere in prima fila, rannicchiandosi su se stessa.                                                                                          
– Mirthie, stai bene?- le domandò un ragazzo dei dodicenni, sporgendosi per posarle una mano sulla spalla. Silver ricordava vagamente che si chiamasse Chad e che in qualunque altro contesto Myrtle avrebbe fatto salti di gioia all’idea che lui le parlasse, ma in quel momento le sembrava un insulto.   
– Come cazzo pensi che possa stare? - lo aggredì infatti, appoggiando il braccio sulle spalle della più piccola come per proteggerla dalle parole di tutta quella gente che non poteva capire. Intanto il video si spostò sui baci patetici e finti dei ragazzi del 12, la cui sola vista fece impazzire dentro di sé la quindicenne, perché sapeva che l’unico vero ragazzo innamorato di quell’edizione era suo fratello, e che il suo amore gli era stato strappato senza pietà, senza che a nessuno importasse di loro.                                                
– Tuo fratello ha trovato Distretto 11?- mormorò l’undicenne, pronunciando l’ultima parola come se fosse una parolaccia disgustosa. L’altra fece segno di no e la piccola si lasciò sfuggire un triste –Oh- di delusione.                                                                                            
Silver sospirò e abbracciò la bambina bruna, forse per la prima volta negli anni in cui avevano giocato e si erano allenate insieme. Cercò una traccia di lacrime sul suo viso, ma trovò solo pura rabbia e vendetta, con solo gli occhi gonfi a indicare che aveva pianto gran parte del giorno precedente. Perché, come dicono gli anziani, i bambini del Distretto 2 piangono più degli altri quando vengono alla luce proprio perché sanno che è l’ultima volta che possono farlo senza essere umiliati e condannati alla debolezza per il resto della loro vita. E Silver e Myrtle erano l’esempio più puro ed eclatante di due ragazzine del Distretto 2, nate scalciando come guerriere, cresciute combattendo e tifando per amici e conoscenti che poi morivano quasi sempre, che probabilmente sarebbero morte trafitte da qualcuno o, nel migliore dei casi, vecchie, nei loro letti, raccontando ai nipoti com’era stato bello vincere gli Hunger Games.       
– Tra poco lo troverà e lo farà a pezzi in modo così lento e doloroso che neanche avrai il coraggio di guardare.- assicurò la bionda accarezzando le ciocche lisce e nere dell’amichetta.                                                                                                                                                                            
– Certo che avrei il coraggio. Vorrei tanto essere lì per farlo io.- ribattè Myrtle punta nel vivo dell’orgoglio. Era solo una traccia spenta del suo sarcasmo abituale, ma Silver ci vide comunque la speranza che presto sarebbe tornata a sorridere come una volta. 
– Non ti sembrerebbe un po’ presto per andare agli Hunger Games? Ho il massimo rispetto per chi si offre da piccolo, ma almeno aspetterei di essere sorteggiabile.- scherzò, strappandole un mezzo sorriso.    
– Tu l’edizione della Memoria e io l’anno dopo. Come diciamo sempre.- stava continuando Myrtle, quando lo schermo cambiò di nuovo e la fanciulla si immobilizzò come se una scossa elettrica la stesse percorrendo. – Sil, Sil! Ci siamo! -                 
Il chiacchiericcio assunse una sfumatura più intensa ed eccitata, mentre le due ragazze  sembravano stare per schizzare al soffitto dalla tensione.
Silver inspirò ed espirò,  incapace di contenere l’eccitazione quando Cato si avventò sull’altro, quasi pianse di commozione, stritolando la mano di Myrtle quando iniziò il vero combattimento e il sangue iniziò a riempire le pozzanghere del campo.                                         
Era sangue del suo sangue quello, versato per la gloria di entrambi, era il sangue di una versione maschile di lei, un po’ più grande e molto più scema, e per la prima volta sentì quel ragazzo che aveva odiato per gran parte della sua infanzia come un orgoglio e non come ciò che la metteva in ombra.                             – E’ mio fratello, quello è mio fratello!- urlò elettrizzata, con altre urla che le facevano da eco: Myrtle che strillava “muori, muori bastardo” con voce così acuta da fare male alle orecchie e suo fratello, la voce disturbata dai tuoni, che urlava al cielo “Guardami Clove, lo sto facendo soffrire per te”                
- Guarda che lo sappiamo tutti.- la punzecchiò Jan, ma lei era così assorta che gli tirò una gomitata sul naso senza nemmeno accorgersene.  Non che le sarebbe dispiaciuto, dato che a suo parere l’autostima esagerata del suo migliore amico aveva sempre bisogno di essere diminuita a botte.              
Il cannone sparò, finalmente,  e i ragazzini iniziarono a esultare e abbracciarsi, come accadeva molto prima dei giorni bui per un gioco chiamato calcio, che sarebbe stato divertente tranne per il fatto che non si doveva uccidere nessuno.                                                                                              
– E’ mio fratello!- esclamò Silver mentre si alzava in piedi tra gli schiamazzi, sorridente e rosea come la bambola di porcellana a cui molti che non la conoscevano la paragonavano. – E’ mio fratello e ora tornerà a casa e sarà il miglior cazzo di vincitore che questo Distretto avrà mai!-  
Qualcuno ridacchiò e qualcun altro – forse un parente di un  vincitore che si sentiva ferito nell’orgoglio – bofonchiò “credici”, ma alla ragazza non importava.
Si sentiva quasi in colpa a pensarlo vicino alla povera Myrtle, ma era così: suo fratello avrebbe vinto, sarebbe stato il suo mentore e questo era tutto ciò che contava.                                                                                                              





















































Sclerotime:

Bao. Allora, non so che dire… intanto dico che il personaggio di Silver appartiene a Hope 13, mentre Myrtle è di mia proprietà. E niente, sono shippabili, sono dolci, Chad e Myrtle sono shippabili, Jan e Silver sono shippabili, Chad e Jan sono shippab- insomma, abbiamo capito. Ah, le ragazzine shippano Clato e sia chiaro <3  Il paragone con il calcio mi è venuto spontaneo guardando quei selvaggi di mio padre, mio fratello e i loro amici che guardano le partite xD  
Spero di aver ricreato un’atmosfera da Distretto favorito, è così’ che io lo immagino.              
Quack, fatemi felice e ditemi quanto fa schifo, darky <3

 
 
  
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