Prologo
27 agosto 2012
È una giornata calda
oggi a Los Angeles, ma nella villa è
tutto attenuato grazie al condizionatore e alla brezza che spira dalla
colline.
Increspa leggermente la piscina e il mare da cui non
distiamo molto.
È uno di quei giorni normali in cui sei felice
semplicemente con quello che hai e non desideri di più.
Io sto cucinando per Alex, mi ha detto che oggi mi
avrebbe dovuto dire qualcosa di importante, i voli pindarici non sono
la mia
specialità – sono molto più congeniali
a Wendy – ma non posso fare a meno di
sognare che dopo quasi due anni di fidanzamento mi chieda di sposarlo.
Sarebbe meraviglioso, Holly Gaskarth suona benissimo.
Sospirando decido di uscire un attimo a fumarmi una
sigaretta, l’arrosto può stare un attimo senza di
me e le patate con il
formaggio gratinato si stanno tranquillamente scaldando in forno.
Fuori, mi siedo su una sdraio, mi accendo una sigaretta e
noto che c’è un tramonto meraviglioso, ma anche
rosso sangue. Non mi sono mai
piaciuti tantissimo i tramonti rosso sangue, per me hanno sempre
significato
cose spiacevoli.
Il giorno in cui ho scoperto che mio padre era un bigamo
il tramonto era rosso sangue, così come il giorno in cui Wen
è stata quasi
uccisa da sua madre.
Scaccio questi brutti ricordi con un gesto della mano,
oggi non mi succederà nulla.
Mi fumo la mia sigaretta in santa pace, disturbata solo
da lontanissimi ululati dei coyote, eppure ho lo stesso la sensazione
che
qualcosa accadrà.
Spengo la sigaretta con un gesto di stizza e me ne torno
dentro, meglio badare all’arrosto che ai cattivi pensieri.
Alle otto in punto arriva Alex, non ha con sé mazzi di
fiori, solo una bruttissima espressione stressata che non mi piace per
niente.
“Tutto bene?”
Gli chiedo titubante.
“No, non va tutto bene.
Dammi il tempo di farmi una doccia e ti dirò
tutto.”
I miei campanelli di allarme si mettono a suonare tutti
insieme facendo saltare un battito al mio cuore, non ho mai sentito
Alex
parlare così.
Ho il sospetto che la mia paura di possibili cattive
notizie sia un sospetto fondato.
Per prima cosa spengo il forno e il gas e poi comincio
ansiosamente a camminare avanti e indietro per la stanza.
Se non è una cosa positiva, cosa deve dirmi Alex?
Forse vuole lasciarmi?
Il mio cuore sanguina alla sola idea, non ha senso che
voglia farlo, non ho fatto nulla di sbagliato.
Forse non mi ama più?
Ma allora perché coinvolgermi in una storia?
I minuti mi sembrano eterni, oggi non ci sarà nulla da
festeggiare.
Finalmente scende le scale, si è cambiato, ma non ha
perso la sua espressione tesa.
Si siede sul divano e si tormenta le dita per un po’
prima di parlare, io sto letteralmente impazzendo.
“Non so come dirtelo.”
“Parti dall’inizio.”
Sussurro io.
“Ecco, beh. Io non posso continuare a rimanere il tuo
ragazzo.”
Lo shock rischia di farmi svenire sul pavimento di quella che ormai
avevo
imparato a considerare casa mia.
“Perché?”
“Io ho bisogno di più tempo da dedicare alla
musica ora
che il nuovo album sta per uscire e poi ho bisogno di una ragazza
più normale.”
Il mio cuore si spezza in duecento pezzi.
“Cosa vuol dire una ragazza normale?”
“Beh, una che non abbia tutti questi problemi e paure e
che non sia così pessima quando devo andare a un
party.”
Per la prima volta in due anni guardo Alex come se non lo
conoscessi davvero, chi è lo stronzo che siede sul divano?
Alex o
Alex degli All Time Low?
“Io… Tu sei un bastardo, figlio di puttana!
Spero che la tua carriera finisca malissimo!”
Gli urlo in faccia prima di correre via da questa casa,
senza nemmeno curarmi di prendere un abito di ricambio, prendo solo la
mia
borsa.
Dove posso andare?
Nell’unico posto dove c’è qualcuno che
mi vuole bene: a
casa di Jack, da Wendy.
Mi attacco al loro campanello e devo avere un’aria
davvero sconvolta perché Jack quando risponde non mi
rimprovera.
Percorro il viale come una sonnambula sotto il suo
sguardo perplesso.
“Ehi, Holly!Cosa succede?”
“Alex mi ha lasciato!”
Poi crollo tra le sue braccia piangendo, lui con cautela
si sposta con me addosso e chiude la porta, dalla cucina arriva Wendy
trafelata.
“Jack, cosa è successo?”
“Alex ha lasciato Holly.”
“Quel bastardo! Jack vai a prendere la sua roba, di lei
mi occupo io.”
Wendy mi fa sedere sul divano e poi mi abbraccia.
“Come mai ti ha lasciato?”
“Dice che deve dedicare più tempo alla musica ora
che c’è
il nuovo album e poi che vuole una ragazza normale. Con meno problemi e
che ci
sappia fare con le relazioni sociali, soprattutto con la casa
discografica.”
“Che bastardo!”
Io scoppio di nuovo a piangere.
“Io lo amo, Wen! E
credevo che anche lui amasse me, perché sta succedendo tutto
questo?
“Non lo so, ma sappi che puoi contare su me e Jack.”
Io annuisco piano.
Jack torna dopo un po’ con le mie cose, insieme a mia
cugina salgono al piano di sopra e le sistemano in una camera, io
rimango
sdraiata sul divano, inebetita per il colpo ricevuto.
A cena non tocco cibo e mi addormento alle sei di
mattina, ragion per cui Wen decide che posso prendermi un giorno di
vacanza.
Io annuisco – tra il sonno e la veglia – e poi
riprendo a
dormire,. mentre si dorme non si pensa almeno.
Mi sveglio del tutto alle dieci, sono a casa da sola e
potrei fare qualsiasi cosa, persino suicidarmi, invece scendo in cucina
e tiro
fuori una forbice da uno dei cassetti.
La guardo a lungo e poi annuisco.
Salgo in bagno e ciocca dopo ciocca mi taglio i miei
lunghi capelli neri, non soddisfatta prendo il rasoio di Jack e me li
rapo
quasi zero.
È inutile piangere per uno stronzo simile, è
meglio
ricominciare una nuova vita.
Una nuova vita in cui non ho bisogno di nessuno per
essere felice e in cui il mio cuore sarà davvero di pietra.
Una vita da soldato.
Nuova vita, nuovo taglio di capelli.