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Autore: naley3gwain46    10/02/2014    4 recensioni
la storia vede protagonisti i detective di new york Castiel Novak e Dean Winchester di Angels Killer mia precedente Fanfic ... ora i due devono vedersela con le spie.. e le spie si sa cosa fanno ... spiano ;) ... crossover con un'altra mia serie preferita Revolution i nostri dovranno vedersela con il terrorismo e sarà una situazione piuttosto esplosiva... Indeed ... tutto condito con un po si sano slash ... enjoy XD
Genere: Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
- Questa storia fa parte della serie 'ANGELS KILLER '
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*** che vi devo dire ...non c'è un motivo per tutto questo.. il ritono dei detective spero vi faccia piacere .. per gli altri due spero imparerete ad amarli come li amo io .avevo troppa voglia di farli interagire sopratutto Bass e Dean .. e mi ci sono divertita .. enjoy ci si becca sotto***




Era seduto nella sala degli interrogatori da ormai più di un ora.
Lo avevano lasciato solo a cuocere nel suo brodo, speravano in quel modo di facilitare la sua confessione,    
-Principianti- pensò tra sé e sé.
Fissava torvo lo specchio di fronte, sicuramente dall’altra parte lo stavano osservando.
Quegli stupidi poliziotti gli stavano facendo perdere un sacco di tempo prezioso.
Non aveva tempo, per quelle stronzate adesso.
Non aveva notizie di Miles da più di 24 ore e doveva liberarsi di quegli idioti per andare a cercarlo.
Stavano svolgendo una missione sotto copertura.
Quell’idiota aveva insistito per  andare all’appuntamento con il loro informatore da solo,  Bass lo aveva messo in guardia, dicendogli  che era sicuramente una pessima idea, eppure Miles lo stava a sentire ?
No mai.
Dopo non aver ricevuto sue notizie si era recato sul luogo del appuntamento e aveva trovato il loro informatore con la gola tagliata e nessuna traccia di Miles.
Bass era stato visto da un testimone sulla scena del crimine e tramite un identikit la polizia lo aveva identificato risalendo a lui.
Era stato attento ad evitare le telecamere di sorveglianza della zona, del resto era un professionista, eppure non era bastato.
A New York tutti si facevano i fatti propri di solito, camminavano a testa bassa e non si guardavano in faccia gli uni con gli altri, eppure lui era stato talmente sfortunato da incappare forse nell’unico cittadino coscienzioso della città, gran bella seccatura.
L’avevano prelevato dal suo appartamento quella mattina stessa e lo aveva portato in centrale.
Come aveva potuto essere così  stupido da farsi beccare, non riusciva a spiegarselo.
Probabilmente la sua preoccupazione per Miles lo aveva reso incauto,doveva rimanere calmo, pensare lucidamente, ma non era facile.
Era preoccupato di cosa stessero facendo al suo partner in quel momento.
Non osava lontanamente  pensare all’alternativa ben peggiore, ovvero quella di non avercelo più, un partner.
Doveva uscire da lì.
Avrebbe dovuto continuare a fingere e rimanere sotto copertura, per non far saltare l’operazione, oppure avrebbe dovuto vuotare il sacco e  farsi aiutare.
Stava valutando quale fosse l’opzione migliore quella che avrebbe portato via meno tempo.
 C’erano molte vite in gioco per questo avevano chiesto di loro due, insieme, due agenti al di sopra della legge, spietati e senza scrupoli, non c’era traccia di loro da nessuna parte, in nessun archivio erano dei fantasmi.
La loro vita era cosi da sempre fin da quando erano entrati giovanissimi nei servizi segreti.
Migliori del loro corso, più forti, più intelligenti, più bravi nelle tecniche del combattimento frontale e con arma da fuoco, dei killer nati.
Ma soprattutto erano i più bravi a sopravvivere in situazioni estreme.
Da come si erano messe le cose non si direbbe pensava Bass, sorrise ironicamente.
Aveva lasciato che la sua vita privata interferisse col lavoro e guarda in che cazzo di casino si era cacciato.
Era la prima cosa che ti insegnavano all’accademia, a lasciare fuori i sentimenti, le emozioni, bisogna rimanere concentrati sempre.
E invece loro avevano avuto quell’assurdo litigio e Miles aveva deciso di fare di testa sua e adesso era tutto un gran casino.
In quel momento la porta si aprì,i due detective che lo aveva arrestato entrarono nella stanza.
Li osservò meglio, il primo era alto castano chiaro, occhi verdi, aveva l’aria da duro, probabilmente lo era sul serio, Bass sapeva riconoscere un vero poliziotto quando ne vedeva uno, il secondo aveva occhi blu e capelli scuri, indossava un trench beige e lo stava guardando in modo strano, come se riuscisse a leggere la sua anima attraverso i suoi occhi, doveva essere un bravo profiler, era nei guai si disse, guai grossi, quei due non erano affatto dei sempliciotti come aveva pensato.
Il ragazzo biondo si sedette di fronte a lui offrendogli una birra.
L’altro poliziotto rimase indietro, si appoggiò alla finestra continuava a osservarlo in silenzio.
-Io sono il detective Dean Winchester– disse il ragazzo più giovane -e questo qui è il mio partner il detective Castiel Novak- continuò indicando l’altro -Allora Jimmy illuminaci.. cosa stavi facendo sulla nostra scena del crimine?-
-Il tenente colombo non parla? Devi parlare tu al suo posto?- cercava di testare ,provocandolo, la sua soglia di pazienza, qualcosa gli diceva che era il suo punto debole, doveva capire al più presto con chi aveva a che fare.
-Lui è più un tipo che osserva- rispose calmo il detective Winchester.
L’altro non aprì bocca si limitava a fissarlo, con il suo sguardo cosi azzurro da risultare quasi finto.
-Cosa ti preoccupa Jimmy?-  gli chiese all’improvviso.
-Niente- mentii Bass cercando di recuperare la lucidità, la calma e il distacco necessario.
Sorprendentemente intuitivo pensava, potrebbero essere utili per ritrovare Miles, conoscevano la città e del resto lui non aveva molto tempo.
Decise di vuotare il sacco.
Avrebbero comunque preso le impronte e perso tempo a controllare e non poteva sparire non senza sapere che Miles stava bene.
Dovevano muoversi.
-Se vi dicessi che Jimmy King non è il mio vero nome mi credereste?-li guardò entrambi.
Quello che si chiamava Dean esclamò : -Cazzo Cas hai vinto!- mentre tirava fuori dal portafoglio 20 dollari.
Bass rimase incredulo a guardarli entrambi.
Che cavolo stava succedendo? Era forse uno scherzo?
-Aveva scommesso che non eri chi dicevi di essere.. però credeva ci sarebbe voluto di più per farti cedere, in effetti un pò lo hai deluso..- spiegò Dean innocentemente a Bass come se fosse la cosa più normale del mondo.
Il  tizio moro che si chiamava  Castiel sorrise appena e si prese i soldi.
-Lui sostiene che sei della Cia.. ti prego non dirmelo.. altrimenti devo dargli altri venti dollari-disse Dean.
Bass aveva visto di tutto nella vita e poche cose riuscivano ancora a stupirlo come quello che stava succedendo in quella stanza.
Bass mosse la testa in cenno di assenso.
-Si lavoro per il governo-disse quasi a scusarsi.
-Porca puttana!- esclamò Dean mentre si giro verso Castiel che rideva sotto i baffi.
Bass sperò di non aver fatto una colossale stronzata a fidarsi di quei due tipi strani perchè erano la sua unica speranza di salvare Miles.
 
                                                                                      ****
Bass stava cercando di fare in modo che i poliziotti credessero alla sua storia, ma la collaborazione e la disponibilità non erano esattamente le prime qualità che spiccavano sul suo curriculum, stava infatti avendo serie difficoltà, soprattutto con il detective più giovane.
 Intanto il tempo passava e la sua frustrazione cresceva, rendendo la collaborazione sempre più difficile.
 -Sentite so che non avete alcun interesse a credermi ma dovete darmi retta non abbiamo tempo per queste stronzate dovremmo essere la fuori a cercare questi scarafaggi che si fanno passare per patrioti e …- cercava di rivolgersi all’agente in trench il più delle volte gli sembrava il più ragionevole dei due.
Lo fissava dritto negli occhi, cercava di trasmettergli attraverso lo sguardo l’urgenza della situazione e quanto fosse importante che lo stessero a sentire.
Dean lo interruppe bruscamente.
 -Abbiamo immesso le tue impronte nel database, ovviamente corrispondo a quelle di Jimmy King, criminale incallito arrestato in passato per traffico d’armi, con una forte predisposizione alla costruzione di armi esplosive… non c’è alcuna traccia di un qualche legame con la CIA..-Dean lo studiava guardingo, non gli piaceva il modo con cui fissava Cas, ma non era certo il momento di fare il ragazzo geloso.
Non gli erano mai piaciute le spie, le spie spiano la gente per vivere*,erano persone ambigue.
 Il doppiogioco,la  doppia vita, le identità segrete, erano cose divertenti nei film, ma nella vita reale erano pericolosi.
Lui era un semplice poliziotto e non aveva voglia di ficcarci il naso in quelle faccende, non era paura la sua, semplicemente autoconservazione.
Il potere corrompeva e queste persone non erano solitamente agli ordini di gente limpida, si muovevano nel buio, al di sopra della legge, quella legge che Dean rappresentava.
Non c’erano sfumature per Dean, c’era giusto o sbagliato, non era mai stato un tipo da “il fine giustifica i mezzi”, perciò non si fidava del tipo che aveva davanti , quella gente uccideva per mestiere e ogni volta che c’erano loro di mezzo non finiva mai bene.
-Ma sei stupido o cosa?-sbottò Bass rivolto a Dean.
Dean dovette raccogliere tutta la sua pazienza per non stampargli un pugno sul naso.
Cas se ne accorse, lo conosceva bene, gli mise una mano sulla spalla come a rassicurarlo.
Bass continuò:
-Ovvio che non ci siano legami, io sono al di sopra della legge, sono un infiltrato, sono quello che chiamano quando la situazione si fa grave e credetemi signori qui la situazione è davvero grave -si voltò verso il vetro e urlò
-Questo è il meglio della polizia di New York? Questi due idioti sono il meglio che mi è concesso? Non mi meraviglia che la situazione sia degenerata tanto da dover coinvolgere noi- concluse sarcastico.
Il pugnò volo dritto sulla faccia di Bass, Cas non lo vide neanche arrivare, il labbro spaccato si gonfio e iniziò a sanguinare.
Dean lo aveva colpito e ora lo guardava furioso, Bass si toccò il labbro sorpreso e esclamo con un sorrisino ironico sul volto:
-Bene te lo riconosco me lo sono meritato, allora il fegato ce l’hai,  ora che hai dato prova del tuo coraggio perché non lasci che gli adulti –indicò con un gesto della mano lui e Castiel - sbrighino le faccende dei grandi e tu torni a giocare al parco?-
Cas prese Dean per le spalle appena in tempo, mentre si avventava su Bass.
 Lo trascinò fuori mentre lui cercava di liberarsi dalla sua presa, era certo che se lo avesse lasciato fare sarebbe rimasto ben poco da interrogare.
                                                                                          
                                                                                       ****
Entrarono in una stanza vuota, Cas si chiuse la porta alle spalle.
Fissava Dean senza parlare con aria di rimprovero sul volto.
Dean sbottò:
-Cosa? Ha iniziato lui.. – alzò il braccio e con il dito indice fece segno alla sala interrogatori.
-Sul serio??- esclamò Castiel –è questa la tua scusa?-
Dean si sentiva come se fosse all’asilo e la maestra lo stesse rimproverando per aver fatto un torto a un altro bambino, questo lo fece incazzare ancora di più, che Cas la pensasse come quel Jimmy o come diavolo si chiamava?
-Quel coglione non si rende conto di quello che c’è in gioco se davvero succederà quello che ha detto..-
-Neanche tu mi sembra..li dentro sembrava facesse a gara a chi ce l’ha più lungo- scoppiò Castiel incazzato.
Dean sgranò gli occhi, doveva essere parecchio incazzato Castiel non era mai volgare.
In quel preciso momento si spalancò la porta.
-Che cazzo fai eh?- era Bobby.
-Picchiare un sospettato ti sei bevuto il cervello? Tanto più che potrebbe essere uno dei nostri Cristo!-
-Non mi piace Capo.. non mi piace affatto.. lascialo li dentro con me per qualche ora e poi vedrai come sputerà fuori tutto quello che sa- rispose Dean cocciuto.
-Forse è meglio che lo interroghi da solo- disse Cas guardando Dean con lo sguardo accigliato.
-Si come no, scordatelo- esclamò categorico Dean.
-Ok Castiel.. e vedi di cavarne qualcosa di utile, finchè non abbiamo notizie dalla Cia, brancoliamo nel buio e ogni minuto può essere fatale.. se la metà di quello che ha detto è vero, c’è un carico di esplosivi da qualche parte sotto New York  ..E un gruppo di terroristi pronti a far saltare in aria degli innocenti newyorkesi  perciò vedi di farlo collaborare-  e concluse con un tono che non ammetteva repliche- non permetterò che succeda qualcosa alla mia città, non mentre io sono di guardia!-
-Ma come capo? – protestò Dean inutilmente Bobby aveva già lasciato la stanza sbattendo la porta dietro di se.
-Cosa pensi mi farà Dean è ammanettato, è innocuo- disse Cas.
-Quella gente li non è mai innocua- ribatté Dean risentito.
-Puoi seguire l’interrogatorio dal vetro- stava per uscire dalla stanza seguito da Dean.
Quando all’improvviso Dean gli si avvicinò e passandogli accanto lo sorpasso dicendo con una certa sfrontatezza :
-e comunque non vincerebbe..quella gara …non la vincerebbe-
Castiel rise divertito e poi disse:
-Non saprei dovrei avere entrambi i metri di paragone per valutare-
Lo guardò malizioso.
-Sei un coglione- gli rispose Dean risentito
-Lo so ..ti amo anche io- disse Cas mentre chiudeva la porta dietro di sé.
-Odio le spie- borbottò Dean mentre si posizionava dietro gli specchi.
 
                                                                                          ****
 
Cas entrò di nuovo nella stanza.
E si posizionò di fronte a Bass
Vicino, troppo vicino, era davvero così necessario?
 Penso una voce nella testa di Dean, che stava osservando la scena da dietro allo specchio.
 
 
-Dov'è l'altro tipo-domandò Bass con un sorriso innocente.
-Ascoltami come hai detto prima non abbiamo tempo per queste stronzate  Qual era il tuo legame con “Jason Neville” ?- Cas inizio a parlare con fare deciso fissandolo negli occhi.
Manteneva  il contatto, distogliere lo sguardo sarebbe stato un segno di debolezza, stava usando le stesse tattiche che si usano con gli animali selvaggi, e quel tipo ora gli sembrava proprio un leone in gabbia.
Bass scrutò  quei occhi blu, nessun segno di incertezza, decise che era arrivato il momento di vuotare il sacco.
-Non avevo alcun legame con Jason  Neville era il mio informatore tutto qui- disse si rilasso appoggiando la schiena contro la sedia.
-Suo padre.. Tom Neville.. è un criminale  famoso per il commercio con i terroristi, quando il ragazzo  scoprì che il suo vecchio non era il tranquillo commerciante che diceva di essere, ma che trafficava illegalmente con i terroristi, decise di fare il doppiogioco con il governo, ci passava informazioni da un pezzo ormai.. ma negli ultimi giorni aveva detto di avere delle informazioni su una bomba costruita per essere posizionata da qualche parte di New York …non sappiamo dove …i terroristi vogliono che il governo rilasci alcuni dei loro compagni arrestati altrimenti faranno esplodere la bomba …dovevamo incontrarci con Jason perché aveva scoperto dove l’avrebbero posizionata..il nostro compito era quello di trovarla..-
-Il vostro compito tuo e di chi?- domandò Castiel che si era accorto che Bass stava parlando al plurale da un po’.
-Il mio compito  quello del mio partner – ammise quello con riluttanza.
L’ansia per quello che poteva essergli accaduto ripiombo su di lui come un macigno.
-Ma qualcosa è andato storto ?- gli disse Castiel notando il suo volto mentre si dipingeva di preoccupazione.
-Jason con ogni probabilità è stato compromesso e eliminato-  ammise Bass.
-Neville avrebbe fatto fuori il figlio?- domando Castiel sconcertato.
-Tu non lo conosci quell’uomo è senza scrupoli ..ma comunque  no è di lui che mi preoccupo-gli rispose.
-E di chi ?- domandò Cas
-Questi terroristi sono pericolosi..- Bass guardò le manette il suo sguardò si incupì era frustrante rimanere immobile senza poter fare niente, quando a Miles stavano facendo chissà cosa.
Perché non poteva essere morto,semplicemente non poteva.
Castiel si accorse del cambiamento nell’atteggiamento di Bass e gli posò una mano sulla spalla.


Che diavolo sta facendo ora lo conforta anche?
Dean aveva continuato a osservare tutta la scena dal vetro,che poteva farci gli dava fastidio vedere Cas in confidenza con un altro uomo.
Non che Cas avesse mai mostrato interesse per qualcun altro, certo, ma quel tizio era parecchio affascinante, alto muscoli e tonici definiti, occhi azzurri penetranti e sorriso smagliante, insomma un piatto invitante. Lui certo non era da buttare via, ma negli ultimi anni aveva messo su un po’ di ciccetta, che era sempre stato troppo pigro per eliminare.
Scacciò quei pensieri dalla testa e tornò a concentrarsi sull’interrogatorio.
 
 
Castiel aveva letto negli occhi di quell’uomo una preoccupazione sincera per il suo partner e non potè fare a meno di pensare di trovarsi al suo posto, di non sapere dove fosse Dean, se stesse bene, se fosse vivo.
-Dov è il tuo partner adesso?- chiese alla fine con sincera solidarietà negli occhi.
-Non lo so non ho più avuto contatti con lui- Bass abbassò la sguardo il rapporto che aveva con Miles, l’affetto che nutriva per lui, cosi come la preoccupazione che provava in quel momento erano sentimenti privati, che non si sentiva certo di condividere con un poliziotto appena conosciuto.
-Pensi che sia morto?- chiese Castiel cautamente.
-È l’ipotesi più logica giusto?- disse e stranamente Bass sorrise.
Cas si meravigliò di quel sorriso ma poi capì, all’inizio credeva che si stesse solamente aggrappando alla speranza, ma c’era qualcosa di più.
-Eppure tu non ci credi … -gli disse sorpreso.
-Se lo conoscessi  come lo conosco io.. non ci crederesti neanche tu…-
 


***allora che mi dite??? Che succederà lo scopriremo solo vivendo non prevedo tanti capitoli all'inizio doveva essere una one shot ma poi mi ha preso la mano spero vi sia piaciuto ... fatemi sapere .. ringrarzio sempre chi recensisce grazie grazie e chi legge alla pro xoxoSpieGirl***
  
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