Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Hermione Weasley    30/11/2004    22 recensioni
I capelli sporchi di sangue, gli stavano appiccicati sulla fronte madida di sudore, quella bocca che tante volte l'aveva insultata durante la scuola, era semichiusa in un ghigno di dolore e sofferenza, quelle mani sempre ben curate, erano tagliate e livide. I gelidi occhi grigi, nascosti dietro le palpebre tremanti.
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


Ciao! Eccomi qui con il mio ennesimo delirio, ma non mi sono porprio potuta trattenere dal mettere nero su bianco le idee che mi gironzolavano in testa già da un po'.

E' sempre una Ron/Hermione, ma siccome ultimamente ho avuto una certa passione per il personaggio di Draco ho deciso di inserirlo in questa storia come terzo incomodo di tutta la faccenda.

Sarà quindi il tanto temuto triangolo e staremo a vedere come e se Ron riuscirà a strappare la sua amata dalle grinfie del sadico e super sexy biondino.

Hogwarts non c'è più, non c'è più come scuola. La guerra è sul punto di scoppiare ed è tema riccorrente in tutta la ff.

Insomma leggete e ditemi che ne pensate!!!


Recensite please!

Un baciotto

HERMIONE WEASLEY


_______________________________________________________________________






Let Love Be Your Energy

Lascia che l'amore sia la tua energia


1


And if you've got no love for me then I'll say goodbye

If you're willing to change the world

Let love be your energy

I've got more than I need

When your love shines down on me

If you're willing to change the world

Let love be your energy

I can't contain how I feel

When your love shines down on me


Let Love be Your Energy, Robbie Williams





Alzò vagamente lo sguardo dal libro di incantesimi che stava leggendo. Gli occhi stanchi, scavati da tutta la preoccupazione che aveva afflitto, non solo lei, ma tutti i membri dell'Ordine.

Quello che molti avevano temuto era successo.

Voldemort stava muovendo guerra contro l'Ordine, contro tutti coloro che gli si sarebbero opposti.


Per questo Hogwarts non era più una scuola di magia e stregoneria. Era diventata la base dell'Ordine della Fenice e degli Auror che avrebbero dovuto battersi in quella folle guerra.


Non si sentivano più le risate rieccheggiare nei corridoi, non c'erano più gruppetti di ragazzini del primo anno che si mettevano sempre nei guai, non c'erano più i banchetti in Sala Grande, niente più Quidditch e anche i fantasmi si facevano a malapena vedere.


Era tutto così squallido.


Hermione era sola in quello che sarebbe dovuto essere il dormitorio femminile del 7° anno di Grifondoro. Calì e Lavanda erano state mandate a casa così come tutti i loro compagni, di qualsiasi casa e di qualsiasi anno.

Le aveva odiate quelle due, ma adesso era tutto così vuoto senza di loro, senza i battibecchi della mattina, senza i loro vestiti ammucchiati per terra, nei quali Hermione non faceva altro che inciampare.


Era rimasta l'unica ragazza di tutta Hogwarts.

Lei, Harry e Ron erano rimasti lì per volere dell'Ordine, per vari motivi: Harry perchè era Harry Potter, lei perchè conosceva gli incantesimi meglio di qualsiasi mago maggiorenne e Ron...bè credete veramente che avrebbe lasciato soli i suoi due migliori amici? E comunque al di là di questo, sarebbero rimasti loro di spontanea volontà.


Ma adesso Hermione era stanca, era due notti che non dormiva, passava le giornate a imparare ogni sorta di incantesimo, aveva paura. Non lo voleva dare a vedere ma aveva paura di morire, di perdere Ron o Harry. Cercò di togliersi quel nefasto pensiero dalla testa, facendo un vago cenno con la mano.


Ma d'altronde che diavolo volevano da tre ragazzi di 17 anni come loro?


Hermione proprio non riusciva a comprendere, le sembrava una cattiveria bella e buona da parte di tutti tenerli lì a rischiare la vita, non credeva che Silente l'avrebbe fatto sul serio.

Ma ormai le cose erano andate come erano andate.


L'unica cosa da fare in quel momento era trovare un modo per andare avanti, per sopravvivere.

E lei voleva farlo. Doveva farlo. Per Harry, per Ron, per se stessa.


Si guardò intorno, i letti erano senza lenzuola, nè materassi, erano scheletri, in un completo stato di abbandono, chiare testimonianze del periodo che stavano vivendo un po' tutti.

Chiuse il libro decisa a farsi una doccia.


Quando lo sguardo le cadde su uno di quei letti distrutti. C'era qualcosa di scintillante là sotto. Si chinò quel tanto che bastava per afferrarlo.

E appena lo vide le ci volle solo un secondo per riconscerlo.


-Calì dove hai messo il mio anello?- chiedeva Lavanda.

-Io? Ma se ieri sera te l'ho reso- rispose Calì infastidita.

-Non dire sciocchezze! Tiralo fuori!-

-Ma ti dico che non ce l'ho!-

-Calì non farmi arrabbiare dov'è il mio anello!?-

-Ragazze smettetela!- urlò Hermione che tentava inutilmente di leggere il suo libro di Aritmanzia.


-Hermione non ti impicciare! Questa ladruncola mi ha rubato l'anello che le avevo prestato ieri sera!-

-Ma Lavanda ti dico di no!-


La ragazza bionda si voltò di scatto verso Hermione.

-Tiralo fuori- disse con gli occhi ridotti a fessure.

-Cosa?! non vorrai insinuare che sia stata io a prenderlo!-

-Chi altrimenti? Grattastinchi?-

-Lavanda per favore non dire cavolate, non sapevo neanche che esistesse quell'anello!-


-Hermione ho detto tiralo fuori!-

-Ma Lavanda non ce l'ho!!!-


Ma la discussione fu troncata da Calì che afferrato un grosso cuscino dal proprio letto l'aveva sbattuto in faccia a Lavanda.

Hermione era rimasta immobile, sbigottita. Quando all'improvviso scoppiò a ridere.


-Che hai da ridere?- chiese Lavanda trattenendo a stento le risate.

-Ah ah ah ah- Hermione continuava , le mani sulla pancia.

-Ah si eh!-

In quel preciso istante, cominciò una battaglia a cuscinate che si ricorderà per sempre nella storia di Hogwarts.


Hermione fece scorrere l'anello sul palmo della mano, era tutto polveroso. Alla fin fine aveva scoperto dove era finito. Sotto il letto di Calì. Nessuno l'aveva rubato.

Quel giorno fu probabilmente l'unica vera volta che si era divertita con le sue compagne di dormitorio. Posò l'anello sul comodino.


Ma nell'atto di alzarsi, una qualcosa di non meglio identificato attirò la sua attenzione dalla finestra.


Si avvicinò curiosa.

Premette il naso contro il vetro ghiaccio.

Una figura arrancava sul prato poco distante dall'ingresso.

Sembrava una bestia, un animale...ma no! Quella era una persona.


Hermione non capì chi fosse ma fece la prima cosa che le passò nella testa.

Cominciò a correre, fuori dal dormitorio, giù per le scale, attraverso la Sala Comune, uscendo dal buco del ritratto, quasi scivolando sulle lunghe scale di marmo bianco, fino alla Sala d'Ingresso.


Non si fermò, corse a più non posso. Con passi rapidi e svelti percorse i prati umidi.

Fino a quando, non la vide.


Ma si era una persona, accasciata li, avvolta in un mantello nero strappato e consunto.

Rallentò il passo, timorosa.

Dopotutto non sapeva chi fosse, magari era un nemico.


Chiunque fosse aveva l'aria di stare molto male.

Fece un bel respiro.

Si avvicinò, non si mosse, sembrava svenuto.


Non riusciva a vederne il volto, era sdraiato a pancia all'ingiù.

Raccolse tutto il suo coraggio, afferrò la strana figura per una spalla e la voltò in modo da poterne distinguere il viso.


Avrebbe potuto essere preparata proprio a tutto, ma non a quello.


I capelli sporchi di sangue, gli stavano appiccicati sulla fronte madida di sudore, quella bocca che tante volte l'aveva insultata durante la scuola, era semichiusa in un ghigno di dolore e sofferenza, quelle mani sempre ben curate, erano tagliate e livide. I gelidi occhi grigi, nascosti dietro le palpebre tremanti.


Quello non sembrava affatto Draco Malfoy.

Ma che diavolo ci faceva a Hogwarts? Sarebbe dovuto essere in qualche fottutissima base segreta di Voldemort a imparare l'arte del Mangiamorte. Ma a quanto pare non era così.


Non sapeva bene che fare, ma una cosa era certa, doveva chiamare aiuto, subito.

Si tastò la giacca per cercare la bacchetta, ma nella furia di scendere l'aveva lasciata nel dormitorio.


Si avviò veloce verso l'ingresso, svoltò l'angolo e...

Qualcosa la urtò all'improvviso, qualcosa di caldo, forte e molto alto.


-Ron!- esclamò.

-Che ci fai qui?- le chiese il ragazzo.

-Devi venire assolutamente!-

Lo prese per un braccio e cominciò a strattonarlo fino al punto in cui giaceva Draco, o meglio quello che restava di Draco.


-Per la barba di Merlino! Ma che ci fa qua Draco Malfoy!- chiese Ron stupefatto.

-Non lo so, ma dobbiamo portarlo subito in infermeria!-


Ron estrasse la bacchetta dai jeans, scoloriti.

-Mobilicorpus- Il corpo privo di sensi di Malfoy cominciò a levitare piano piano a qualche centimetro da terra.


-Andiamo- Ron le fece cenno di seguirlo.

Così si avviarono verso l'Infermeria preceduti da un Malfoy semi-morto che si muoveva a mezz'aria.


*


Fecero il più veloce possibile, ma fu davvero un' impresa.

Trasportare il corpo su per le scale era più difficile di quanto immaginassero e Ron fu sul punto di farlo cadere più di una volta.

Non c'era nessuno per i corridoi e quindi fu anche problematico cercare aiuto.


Fortunatamente raggiunsero l'Infermeria.

Appena lì vide Madama Chips fece un balzo.


-Oh Santo Ippocrate! Ma che è successo?- chiese sbiancando.

-Non lo so, l'abbiamo trovato nel parco, in queste condizioni- farfugliò Hermione.

-Dovevate portarlo subito da me!- li rimproverò la vecchia signora.

-E' quello che abbiamo fatto- le rispose Ron con una smorfia stampata sulla faccia.

-Adesso uscite, devo occuparmi di questo poveretto. Forza via!-


Senza troppi preamboli sbattè fuori dall'Infermeria sia Ron che Hermione.


-Non posso credere che quello sia Draco Malfoy- fece la ragazza scuotendo la testa.

-Già. Quasi quasi mi faceva pena. Quel piccolo sudicio bastardo.-

-Ron!-

-Che c'è? Non è forse vero?-


Hermione rimase in silenzio. Dopotutto Draco Malfoy era una delle cose peggiori che le fossero mai capitate negli anni che aveva trascorso a Hogwarts.

Ma in fondo il suo arrivo aveva portato una ventata di novità, buone o cattive che fossero.


-Bè io me ne vado- fece Ron dopo un momento di silenzio.

-Perchè? Pensavo che magari potevamo studiare un po' insieme, io te ed Harry- propose Hermione con un sorriso speranzoso stampato sulla faccia.

-No, mi dispiace ma non abbiamo tempo. Lupin ci aspetta per l'addestramento-


-Addestramenti! Sempre e solo addestramenti, di un po' ma ti ricordi che esisto?- chiese Hermione alzando un po' troppo la voce.



Ron la squadrò da capo a piedi con gli occhi spalancati, come se avesse davanti una povera pazza.

Hermione si aspettò una reazione da lui, l'inizio di un litigio, un qualcosa che comunque la risvegliasse da quello stato di trance che l'aveva avvolta fino a quel momento.


Ma Ron non ebbe nessuna reazione.


Si voltò e senza dire una parola la lasciò lì da sola, più confusa che altro.


E all'improvviso le lacrime cominciarono a rigarle il viso, lacrime di rabbia, di paura di esasperazione, di tutto.

Ma perchè Ron non la considerava?

Perchè la evitava ogni maledetta volta? Perchè? Era da due mesi che non litigavano e solo in quel periodo Hermione si era resa conto di quanto i loro litigi mantenessero viva la loro amicizia, di quanto li tenessero uniti l'uno all'altra.


E adesso, calma piatta, lui la evitava, e lo stesso faceva con Harry. Sembrava che ognuno vivesse sotto la propria campana di vetro, isolato dagli altri, tutti rinchiusi nei propri problemi, nelle proprie preoccupazioni.


Era il periodo più brutto della vita di tutti.

Hermione si chiese come sarebbe stato essere una ragazza babbana, che vive tranquilla nella sua città, si chiese che effetto le avrebbe fatto essere all'oscuro di tutto.

La prospettiva non le sembrò niente male.


Ma in fondo, almeno in questo modo avrebbe potuto combattere, avrebbe potuto dimostrare quanto valeva sia come strega che come persona.

Doveva combattere per difendere ciò che di più caro aveva.


In quel momento Madama Chips uscì dalla stanza.


Hermione si asciugò in fretta le lacrime.


-Allora Madama? Come sta?- le chiese curiosa.

-Tutto a posto, ma un bel po' di Dissennatori gli hanno fatto la festa. Non so come abbia fatto, ma se non fosse fuggito, a quest'ora avremmo un Draco Malfoy senza anima. Ah! Brutte bestie i Dissennatori. Senti, cara, io devo andare ad avvertire il professor Silente, tu rimani con lui, non mi fido a lasciarlo solo. E se vedi che si sveglia, dagli un po' di quel cioccolato che ho lasciato sul comodino. Va bene?-


Hermione annuì.

-Bene, allora tornò tra un po'. Mi raccomando Signorina Granger-


E dette questo Madama Chips girò sui tacchi. I passi che si allontanavano via via.


Poggiò una mano tremante sulla maniglia della porta dell'Infermeria. Quella si aprì cigolando. Hermione la richiuse dietro di se, cercando di fare il minor rumore possibile.


Si avvicinò al letto dove giaceva Draco.

Era pallido, come non lo era mai stato.

E tutto quel sangue che gli imbrattava i capelli.

Era un peccato vederlo in quel misero stato. Dopotutto Draco era sempre stato, ignorante, maligno, ma sicuramente un ragazzo di bell'aspetto. Chissà chi l'aveva ridotto in quel modo.


Insicura, gli scostò piano piano, i capelli dalla fronte umida. Era freddo. Le palpebre tremavano impercettibilmente. Le labbra spaccate e livide. Anche il sopracciglio sanguinava. Prese un panno umido, e glielo passò sulle ferite, per tentare di ripulirle.

Fece più piano possibile. E dove il panno passava, rivedeva il vero Draco Malfoy, sempre perfettamente pulito e ordinato.


Senza volerlo gli sorrise. Continuò ancora per qualche attimo finchè...


-Ah!- gridò.


La mano destra di Draco, le aveva bloccato all'improvviso il polso.


Adesso la guardava con quegli occhi grigi persi nel vuoto.

-Granger- disse con un filo di voce -Non mi toccare-


Ma Hermione, superato lo shock iniziale, continuò la sua opera di pulizia.

-Sta' zitto, Malfoy, non mi pare che tu sia nella giusta posizione per darmi ordini-


Gli rispose con un sorriso.


Draco tentò di alzarsi, ma ricadde subito sul letto, con una smorfia di dolore sul viso.


-Stai fermo, non peggiorare le cose- gli disse Hermione risoluta.

-Ma che ci faccio qui!?- chiese in un sussurro, ormai si era completamente arreso, si lasciò disinfettare le ferite.

-Speravo che me lo potessi dire te-

-Che mi avete fatto?-

-Noi?? Ma se ti ho trovato più morto che vivo sul prato davanti al castello!- ribattè lei.

-Io...Io non ricordo nulla- disse con un filo di voce.

-Vedrai che andrà tutto bene- lo rassicurò Hermione.

-Granger la smetti di toccarmi?-

-Guarda che lo faccio per te! Se vuoi rimanere tutto sporco di sangue, fa pure a me non interessa!-


Hermione lasciò il panno nella bacinella sul comodino e lo fisso con le braccia incrociate.


-Non sei cambiata affatto eh, Granger...- commentò Draco.

-Nemmeno tu, Malfoy- gli rispose sottolineando con particolare enfasi il cognome.


Sembrava che Draco fosse sul punto di ribattere, ma Madama Chips entrò sbattendo le porte.


-Oh il nostro paziente si è svegliato. Signorina Granger se ne vada il preside vuole parlare con lei-


E senza dare possibilità alla ragazza di ribattere Madama Chips la spinse fuori dall'Infermeria.


-Ma....- fece voltandosi.

-Niente ma!-


Draco rideva divertito. E Hermione non potè fare a meno di ricambiare, dopotutto la situazione era tutt'altro che seria.


Senza nemmeno accorgersene si ritrovò sbattuta fuori dalla stanza per la seconda volta, nel giro di 10 minuti, probabilmente un record.

Si guardò intorno con un sorriso ebete ancora stampato sulla faccia.



Raccolse i capelli in una coda di cavallo, Silente la stava aspettando.

  
Leggi le 22 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Hermione Weasley