Aria fredda che sferza i corpi intrecciati
dei due amanti
Non credevo che sarebbe stata così aspro questo viaggio. Io, che da sempre
ho amato e venerato
Gli artigli demoniaci macchiati del sangue innocente lacerano
la candida carne dell’angelo.
Fammi male! Distruggimi così come predice la tua natura. Nelle tue grinfie, così profondamente radicate nella mia carne, posso ritrovare la quiete beata del mio Mondo.
Le labbra caste della Divina Creatura vengono brutalmente violentate da crudeli labbra sacrileghe.
Non mi sono mai abbandonato a questi volgari segni d’amore. Ma non sento nulla, tranne l’urgenza di sentire le tue braccia strette attorno al mio corpo. Voglio amore fisico, voglio sentirti, nel profondo.
Le ali dell’angelo vanno perdendo il loro
divino splendore.
Le ali, le ali non sono importanti non ne avrò bisogno nel luogo in cui sto andando. L’importante è che tu non mi abbandoni, non ora che ho bisogno di te.
Il terreno si avvicina pericolosamente, e i
cancelli del Regno delle Tenebre si spalancano.
Mai come ora sono stato così spaventato. Ho rinunciato a tutto ciò per cui ero nato, per seguire il cuore corrotto dal figlio del Demonio. Ho perso le mie ali e la mia Luce, perché mi hanno insegnato che l’amore è l’unico sentiero da seguire, e questo mi sta conducendo all’Inferno.
Il tortuoso sentiero del Maligno si allunga
in un labirinto buio, fatto di lacrime e risentimento.
Il mio cuore si fa’ debole qui sotto. Come un canarino non può vivere rinchiuso in una cella, io non posso vivere imprigionato nel Buio che infetta questo Mondo.
L’angelo si abbandona sul terreno imbevuto
del sangue di mille anime empie.
Non posso proseguire questo cammino che mi trascina ad ogni passo lontano dalla Grazia. Non posso muovermi in nessuna direzione, posso solo giacere, marcire su questo terreno, che tanti morti ha visto prima di me.
Le mani calde del demone stringono quelle
dell’angelo moribondo.
Non vedo niente che i tuoi occhi, vuoti e tristi, sento ciò che provi. Rancore, per non essere riuscito a portarmi in salvo. Non importa, sarei morto comunque, lontano da dove appartengo.
Gli occhi dell’angelo si richiudono, mentre
una lacrima di sangue cola lungo le sue guance marmoree.
Era soltanto amore, il frutto del mio profondo peccato.
Le sensuali labbra demoniache si schiudono
in un estremo addio, che nessuno può udire, troppo personali sono le parole
dell’amante che ha appena perduto ciò che aveva di più caro.
Perdonami, Caliel.