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Autore: angelo_nero    10/02/2014    2 recensioni
Estratto:
"Una, due, tre.
Lo scricchiolio delle ossa che si rompevano era l'unico suono che riempiva le orecchie del ragazzino.
Quattro, cinque, sei.
Ormai non riusciva neanche più a difendersi dalla furia del bambino.
Sette, otto, nove.
-Non.. Devi.. Mai.. Insultare.. Mio.. Padre!- disse a ritmo dei colpì con cui colpì il torace dell'uomo. L'altro ghignò con la poca forza rimastagli -Un errore avrebbe più valore di lui.- un pugno più forte lo colpì allo stomaco togliendogli il fiato.
Dieci, undici, dodici.
Non si era ancora fermato. Non aveva intenzione di fermarsi, fin quando non fosse stato soddisfatto. Lo stava torturando ormai da diversi secondi ed era sicuro che gli aveva rotto gran parte della gabbia toracica che, sottoposta ancora ai suoi pesanti colpi, allungava l'agonia del malcapitato. "
Genere: Dark, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Trunks, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: What if? | Avvertimenti: Violenza
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Do not you dare ever again, idiot!

 

“Una risposta morbida allontana la furia ; ma parole ingiuste scatenano la rabbia”

cit. Anonimo

 

 

 

 

 

Una limousine si fermò davanti al rinomato locale. Un'orda di giornalisti e cameraman si fiondò verso la macchina lasciando il campione del mondo, per i terrestri, alquanto interdetto e deluso, constatando che c'era qualcuno più importante di lui.

L'autista uscì dal posto di guida andando ad aprire la portiera in fondo alla lunga auto lasciando uscire uno dei componenti dell'importante famiglia.

Vegeta scesa dalla limousine con grande eleganza, senza sbagliare un passo o un movimento, seguito subito dopo dalla compagna che ,con altrettanta eleganza, uscì e posò i piedi adornati da dei sandali argento, sul terreno.

L'ultimo ad uscire fu' il figlio primogenito dei due consorti. Il ragazzino con i capelli glicine raggiunse con pochi passi i genitori che si erano già incamminati, ignorando i giornalisti. -Mrs. Brief come prosegue l'azienda? Mrs. Prince ci hanno detto che avete un progetto da mettere sul mercato è vero? Mr. Prince come procedono i lavori di ristrutturazione? Si dice che avete accolto un nuovo componente in azienda, è la verità?- più assetati di notizie che mai, i mas media continuarono imperterriti a fare domande fin quando, l'intera famiglia, sparì all'interno del locale.

Un cameriere guidò la famiglia al tavolo prenotato precedentemente, dove li aspettava una schiera d'amici e conoscenti.

-Finalmente!- disse il piccoletto del gruppo -E' un quarto d'ora che vi aspettiamo!- continuò.

Il capofamiglia si era già accomodato su una sedia libera, versandosi il vino presente a tavola nel proprio bicchiere. Lesse l'etichetta e storse leggermente il naso, non era di certo una marca pregiata né un vino invecchiato.

La donna lo guardò attentamente constatando quanto, negli anni,fosse cambiato. Sorrise e si accomodò accanto al consorte mentre il figlioletto si mise seduto vicino al compagno di giochi.

Goku si affacciò alla finestra notando lo scompiglio creatosi dopo l'arrivo dell'amica e famiglia. -Certo che hai creato scompiglio! Come mai tutto questo sfarzo?- fu' l'uomo seduto seduto al suo fianco a rispondergli -I mezzi c'erano, il denaro anche, perché non approfittarne?- disse posando il bicchiere sul tavolo.

Il Saiyan minore lo guardò un po' perplesso, non capendo il motivo di tanto sfarzo. L'arrivo dei camerieri lo distrasse dai propri pensieri.

 

Guardò il contenuto del suo bicchiere per poi passare in rassegna quello di tutti i commensali: i bambini avevano bevuto tutte le bibite gassate presenti nel locale, sarebbe stato un miracolo se quell'eccesso di zuccheri non li facesse correre per i corridoi come pazzi! C-18,Crilin e Yamcha avevano scelto il vino bianco presente a tavola, a Muten invece era stata strappata la bottiglia dalle mani per impedirgli di bere, infatti nel suo bicchiere c'era solo acqua, dato che anche le bibite gassate gli avrebbero dato alla testa. Anche sua moglie aveva preferito bere acqua in quanto non amava l'alcol, Vegeta, invece, contrariamente a ciò che si aspettava, aveva richiesto il miglior vino rosso presente nel locale e, lui e compagna, non avevano bevuto altro.

Tornò a guardare il proprio bicchiere contenente Coca-Cola e sospirò pensando che il vino lo avrebbe mai retto.

Bulma si alzò senza una parola e si diresse in bagno seguita dalle altre due donne presenti al tavolo.

Si fermò davanti allo specchio a risistemarsi il trucco mentre C-18 si limitò a lavarsi le mani come Chichi -Come hai fatto?- l'azzurra si girò verso la moglie dell'eroe con aria interrogativa, invitandola a continuare con lo sguardo -Vegeta.- spiegò indicando con la testa la sala dietro la porta -Come hai fatto? Insomma fino a qualche anno fa non si sarebbe neanche presentato e invece adesso ordina persino del vino pregiato!- l'altra sorrise tornando a guardarsi allo specchio. Beh in fondo non aveva tutti i torti. -Hai trasformato un rozzo mercenario in un principe.- aggiunse la biondina -Ti sbagli. Io non ho fatto proprio nulla- disse causando lo stupore in entrambe le donne. Si passò il pennello sulle labbra dandogli un effetto lucido e rendendole più carnose di quanto già non fossero naturalmente. -Lui è sempre stato un principe. Io l'ho solo tirato fuori da quella corazza di assassino spietato che si era creato negli anni. Quando girava per i corridoi aveva lo stesso portamento fiero che ha adesso: testa alta, mani in tasca, sguardo fiero. Io non ho fatto altro che farlo riemergere.- si girò verso le sue interlocutrici e uscì dal bagno.

Goku vide il suo amico/nemico dirigersi verso la consorte. Lo vide chiederle qualcosa che non comprese bene data la lontananza e il poco interesse. L'uomo si allontanò dall'azzurra dirigendosi verso l'uscita.

Il glicine alzò lo sguardo appena in tempo per vedere il suo eroe allontanarsi. -Sakuman! Despert sakuman!*- urlò in una lingua sconosciuta. Il principe si fermò aspettando che il ragazzino lo raggiungesse. Insieme ripresero il loro cammino lasciando gli altri confusi dalle parole sconosciute pronunciate dal bambino.

 

Accese la sigaretta e fece un lungo tiro per poi buttare il fumo fuori -Non lo sai che il fumo fa male ai polmoni? Tu che vivi per combattere dovresti saperlo meglio di me. Accorcia il fiato.-

Vegeta voltò la testa verso il suo interlocutore notando che l'ex della compagna avvicinarsi. Aspirò nuovamente facendo cadere la cenere nell'apposito contenitore di ceramica posato sul tavolino posto li di fianco, sorrise. -E tu non sai che l'organismo Saiyan è diverso dal vostro? I polmoni non assimilano in fumo e non vanno in cancrena. Quindi, mi dispiace per te, ma non morirò di cancro ai polmoni.- l'altro accigliò lo sguardo per nulla divertito dalla battuta del Saiyan. Stava per rispondergli per le rime quando Trunks si mise a parlare col padre in una lingua incomprensibile alle orecchie del terrestre. Chissà cosa si stavano dicendo.

-Trunks!! Hai voglia di fare un combattimento con me?- urlò il piccolo Goten in direzione dell'amico. Trunks si voltò verso il compagno di giochi con un'espressione tipica paterna -Va bene. Ma ad una condizione: non intendo usare le braccia, sono capace di batterti ugualmente- rispose. Il più piccolo si imbronciò offeso -Stai forse dicendo che sono debole?- -Sto dicendo che sono più forte di te.-

Il glicine si posizionò davanti all'amichetto con le mani in tasca e lo sguardo concentrato -Vedi di non colpirmi con ki-blast, non ho voglia di strappare i vestiti nuovi che indosso- disse. Il moro si mise in posizione pronto al combattimento -Non preoccuparti. Non intendo usarli.- rispose serio.

Caricò un pugno che scagliò contro Trunks il quale lo schivò con facilità. Goten provò a tirargli un calcio ma questo fu prontamente bloccato dalla gamba dell'altro. Si girò e cominciò a tirargli una scarica di pugni tutti prontamente evitati dal più grande. Fece un saltò all'indietro schivando il calcio che puntava alla sua faccia. Fece spostare un grossa massa d'aria diretta al ragazzino di fronte.

Trunks socchiuse gli occhi a causa dell'aria tagliente che lo fece arretrare strusciando la suola delle scarpe a terra. Quando si fermò riaprì gli occhi -Adesso tocca a me- disse con un ghigno. Scattò verso l'altro tirandogli un calcio che lo colpì in pieno torace facendolo arretrare di qualche passo. Non gli diede neanche il tempo di alzare gli occhi che fu già sopra di lui caricando un calcio.

Vegeta buttò fuori il fumo spegnendo il mozzicone di sigaretta. Non aveva distolto un solo istante lo sguardo dal combattimento del figlio, nemmeno quando il padre dell'altro bambino lo aveva affiancato seguito, poi, dal resto della combriccola, incuriositi dallo scontro dei due bambini più potenti dell'universo. -E' migliorato parecchio.-disse Goku senza distogliere lo sguardo dal combattimento. Vegeta lo guardò con la coda dell'occhio aspettando che continuasse. -Ti somiglia un sacco. Molto più di quanto credessi- continuò.

Lasciò cadere la conversazione riportando la sua completa attenzione sulle mosse del figlio.

Goten bloccò il calcio dell'amico appena prima che lo colpisse, lasciandolo leggermente sorpreso. Peccato che quello stupore, come la posizione di supremazia di Goten, durò poco; Trunks ghignò cattivo, somigliando impressionalmente al padre, e dandosi lo slanciò lo colpì al mento, con tanta forza che se fosse stato un essere umano la testa di si sarebbe staccata, facendo nel contempo una capriola all'indietro liberando anche l'altra gamba. Atterrò ancora con le mani in tasca guardando l'amico che si ripuliva dal sangue che gli solcava il labbro. -Te lo avevo detto che ti avrei battuto.- disse l'altro sorridendo e tornando il bambino felice e spensierato di sempre.

-Voglio combattere io con te. Troppo facile battere chi è grande quanto te.- disse l'uomo con la cicatrice sul volto suscitando lo stupore generale. Era diventato pazzo?

Il ragazzino lo guardò -Sei sicuro? Non vorrei farti male- gli chiese perplesso. Yamcha gli si avvicinò per poi scompigliargli i capelli con un sorriso. -Non ti preoccupare. Non voglio che tu ti trattenga. Combatti al pieno della tua forza.-. Il bambino sgranò gli occhi per un attimo per poi tornare all'espressione seria che aveva poco prima. Incrociò le braccia al petto in una posizione tipica paterna indeciso sul da farsi. Spostò lo sguardo sul padre che annuì impercettibilmente.

-Ma siamo impazziti? Lo ammazzerà! Vegeta digli qualcosa!- gridò Crilin preoccupato per l'amico. Il Saiyan si limitò a guardare il figlio rispondendo che non vi era ragione per la quale non dovesse accettare la sfida -Perchè impedirgli di fare ciò per cui è nato?- l'ex pelato rivolse lo sguardo alla madre del bambino, pensando che lei fosse più ragionevole del marito. La donna invece alzò le spalle -Yamcha è adulto, può fare ciò che vuole. Per ciò che riguarda Trunks non mi ascolterebbe neanche a pagarlo.- il terrestre si voltò verso la sua unica speranza -Goku! Digli qualcosa! Si ammazzerà!- L'eroe perennemente bambino guardò l'amico d'infanzia -Io non sono il padre. Trunks può fare quel che vuole per ciò che mi riguarda. E poi concordo con Vegeta: perché impedirgli di risvegliare le sue origini?- il terrestre era sconcertato. Si scompigliò i capelli in un gesto esasperato per poi sedersi atterra borbottando qualcosa sul fatto che i Saiyan fossero tutti pazzi.

Trunks tornò a rivolgere lo sguardo al suo avversario che ancora era convinto di ciò che stava per fare -A quanto pare nessuno ha nulla in contrario. Io direi di cominciare tu che dici?- chiese il terrestre al piccolo mezzosangue.

Il ragazzino si mise in posizione e assunse lo sguardo di chi stava per intraprendere qualcosa di divertente. -Fatti sotto-

Si susseguirono una raffica di colpi, tra calci, pugni, ginocchiate e ki-blast provenienti da entrambi i combattenti.

 

Lo scontro si era spostato in aria da qualche istante in quanto a terra avrebbero provato troppi danni, più il Saiyan che l'altro. E proprio il piccolo Trunks stava avendo la meglio sull'uomo che, per anni, era stato il fidanzato della madre. Nessun dubbio sul fatto che il piccolo Saiyan fosse nettamente superiore, piuttosto i dubbi erano sul terrestre che non intendeva arrendersi nonostante fosse ormai sfinito e con numerosi tagli ed ematomi.

Il ragazzino si fermò un attimo per dare tempo all'avversario di riprendere fiato. Purtroppo per lui, Yamcha era un codardo,e come tale si approfittò della distrazione per sparire alla vista del bambino e ricomparire alle sue spalle bloccandolo.

Il glicine, trovandosi bloccato braccia e gambe, si ridusse a usare un'arma che avrebbe voluto volentieri evitare. Con una veloce mossa frustò li volto dell'uomo dietro di lui costringendolo a lasciarlo andare.

Una volta libero si girò verso il suo avversario lasciando che la coda ondeggiare alle sue spalle. -Codardo. Non si attacca alle spalle dovresti saperlo.- lo rimproverò il bambino con un mezzo broncio. Odiava chi lo attaccava alle spalle, era stato il primo insegnamento del padre: attaccare qualcuno alle spalle significa essere codardi.

Yamcha, una volta ripresosi dalla frustata ricevuta, guardò il bambino attentamente fin quando quest'ultirmo non si allontanò con l'intento di chiudere lì il combattimento -Ehi dove vai? Cosa fai scappi?- il bambino si fermò di colpo voltandosi -Non combatto contro i codardi.-

L'altro allora decise di provocarlo affinché continuasse il loro combattimento: -Sei solo un fifone, proprio come tuo padre.- gli occhi del ragazzo si infiammarono di colpo. -Stupido mezzosangue, non sei altro che feccia. E tuo padre non è da meno- continuò Yamcha. -Smettila.- disse autoritario il ragazzino.

Vegeta continuava ad osservare lo scontro preoccupato, sapeva benissimo ciò che faceva scoppiare il figlio. Quel terrestre voleva morire o che altro!? Posò lo sguardo sulla compagna che, pur non avendo sentito gli insulti di Yamcha, aveva capito che qualcosa non andava nel figlio. Gli si avvicinò cercando di mettere a fuoco il combattimento, senza successo. Sbuffò, rimpiangendo di non essere nata su qualche altro pianeta sperduto per la galassia.

Si squadrarono per un lungo istante prima che Yamcha ricominciò ad aprire bocca -Come immaginavo, non sei in grado di sostenere un combattimento serio. Siete una razza di guerrieri? A me sembrate una massa di ciarlatani.- il ragazzino gli si parò davanti alla velocità della luce puntandogli un dito sulla fronte a mò di minaccia. -Di un altra parola e non penso tornerai vivo a casa.- gli sibilò il bambino furioso.

-Truuuuuuunks! Non ascoltarlo! Torna giù e lascialo stare- gli gridò Goten dal basso. Il glicine si voltò e prese a scendere a grande velocità. Una volta posati i piedi al suolo riavvolse la coda attorno alla vita. -Andiamo Goten, non mi abbasso a scontrarmi con un tipo del genere- disse prendendo a camminare seguito dal moro.

-Beh? Scappi? Sei identico a colui che si spaccia per il principe di una razza ormai estinta. Un codardo e nient'altro- Trunks si bloccò sentendo la rabbia montare. Non doveva ascoltarlo. Non doveva ascoltarlo.

Vegeta osservò il figlio cercando di capire se intervenire o meno. Il Saiyan al suo fianco lo precedette -Adesso basta, Yamcha. Lo scherzo è bello quando dura poco-. L'altro per tutta risposta assunse uno sguardo da pazzo, di chi ormai non aveva più nulla da perdere, se non la vita. -No, Goku. Voglio che capisca che quello che si spaccia per un padre non è altro che un assassino bugiardo. Persino un cane sarebbe migliore di lui!- -Adesso basta!!- urlò un furioso Trunks gettandosi addosso all'avversario. Gli tirò un pugno sulla spalla, sbriciolandola. Con un calcio gli spezzò il braccio in due, Yamcha trattenne un urlo di dolore, poi con il piede lo spinse via con tanta forza da spezzargli una costola.

Il terrestre atterrò malamente a terra strisciando per vari metri. Tempo due secondi e il bambino gli era sopra tempestandolo di pugni al torace.

Una, due, tre.

Lo scricchiolio delle ossa che si rompevano era l'unico suono che riempiva le orecchie del ragazzino.

Quattro, cinque, sei.

Ormai non riusciva neanche più a difendersi dalla furia del bambino.

Sette, otto, nove.

-Non.. Devi.. Mai.. Insultare.. Mio.. Padre!- disse a ritmo dei colpì con cui colpì il torace dell'uomo. L'altro ghignò con la poca forza rimastagli -Un errore avrebbe più valore di lui.- un pugno più forte lo colpì allo stomaco togliendogli il fiato.

Dieci, undici, dodici.

Non si era ancora fermato. Non aveva intenzione di fermarsi, fin quando non fosse stato soddisfatto. Lo stava torturando ormai da diversi secondi ed era sicuro che gli aveva rotto gran parte della gabbia toracica che, sottoposta ancora ai suoi pesanti colpi, allungava l'agonia del malcapitato.

Vide il corpo martoriato di Yamcha farsi, d'un tratto, lontano quando due braccia forti lo sollevarono da terra. -Papà! Mollami! Merita di soffrire!- gridò il ragazzino in preda alla furia ceca che mai, prima d'ora, lo aveva colto in quel modo così brutale.

-Adesso basta, Trunks. Lo stai uccidendo.- disse autoritario il padre. Il ragazzino continuava a divincolarsi cercando di fuggire alla presa ferrea del genitore. -Non mi importa! Nessuno deve osare insultare il mio eroe.- sibilò con lo sguardo rivolto a terra. Smise di divincolarsi dando modo a Vegeta di metterlo giù senza però distogliere lo sguardo, era ancora preso dalla furia, non si sarebbe stupito se fosse scattato e avrebbe continuato la sua opera. Per quanto fosse, per lui, giustificato quel comportamento non poteva perseverare.

Trunks si avvicinò al suo sfidante -Non ti azzardare mai più, idiota.- sibilò a denti stretti.

 

-Sei masochista.- gli disse Goku avvicinandosi per constatare il suo stato di salute. Il terrestre sorrise affaticato, persino quel piccolo movimento gli provocò un dolore lancinante, riusciva a malapena a respirare tanto era il dolore provocato dalle ossa rotte.

-Sei fortunato che Vegeta sia intervenuto, altrimenti saresti morto.- continuò per poi allontanarsi. Al suo posto gli si avvicinò Crilin, alquanto preoccupato per il suo stato, forse l'unico realmente preoccupato. Dopotutto se l'era cercata! Purtroppo non aveva senzu con sè quindi fu costretto a chiamare un'ambulanza per far trasportare l'amico malconcio in ospedale.

 

Il viaggio di ritorno fu in silenzio, al contrario dell'andata. Trunks, seduto vicino al finestrino guardava fuori pensieroso, Vegeta guardava un po' il figlio un po' la donna che sedeva al suo fianco, Bulma dal canto suo, guardava il vuoto fuori dal finestrino.

Arrivati davanti la grande casa dalle mura gialle, Trunks uscì di corsa dalla lussuosa macchina ed entrò in casa.

I due genitori si guardarono per un attimo indecisi su cosa fare, Bulma sospirò rassegnata, dopotutto aveva sposato un alieno ex assassino, come poteva pretendere che il figlio fosse la persona più calma di questo mondo?

-Gli parlo io.- la voce del marito la riportò con i piedi per terra. Non era la prima volta che dopo un situazione del genere Vegeta si proponesse di parlare al figlio.

Da quando gli aveva insegnato il linguaggio alieno che usava sul pianeta natale, il loro legame era più forte di quanto non fosse mai stato. Non sapeva cosa gli dicesse ma subito dopo Trunks tornava il bambino sorridente e spensierato. E quella volta non fece eccezione.

 

I due si erano seduti sulla ringhiera del balcone più alto della casa, il loro posto preferito. Parlarono per ore stando semplicemente lì seduti, con i piedi penzolanti nel vuoto e la coda del ragazzino che faceva ogni tanto mostra di sé, come a far capire lo stato d'animo: se si muoveva avanti e indietro velocemente era nervoso, se si muoveva con lentezza era turbato se invece era ferma ed avvolta intorno alla vita era sereno. Parlarono in quella lingua che conoscevano solo loro due.

Guardava sotto di sé il via vai di chi rientrava a casa per riabbracciare la propria famiglia e chi si accingeva ad andare a lavorare. Sembravano normali. Quella normalità che loro non avrebbero mai avuto.

-Non è sbagliato- la voce paterna lo distolse dai suoi pensieri. Il ragazzino gli rivolse uno sguardo interrogativo. -Ciò che hai fatto prima, l'aver picchiato il terrestre, sfogato la tua rabbia sulla causa. Non è sbagliato.- l'uomo aveva lo sguardo rivolto verso il cielo che si andava via via ad imbrunirsi.

Trunks ci riflettè un attimo per poi sospirare e tornare a rivolgere lo sguardo ai passanti. -La mamma non credo la pensi così... lei non comprende i motivi che ci spingono a, usando una sua espressione, “picchiare a sangue il primo malcapitato”- -E invece tua madre è l'unica che possa comprendere ciò. Lei la pensa esattamente come me. “Ad un'azione corrisponde una reazione uguale e contraria”- un bambino qualunque non avrebbe capito il legame tra quella legge fisica con ciò che era successo. Ma lui non era un bambino normale, lui aveva un'intelligenza superiore alla norma, lui comprese ciò che si nascondeva dietro a quelle parole.

 

Erano ormai le dieci passate quando padre e figlio entrarono in cucina, più rilassati e sereni rispetto a poco prima. Il bambino aveva un sorriso felice sulle labbra mentre si dirigeva sul per le scale diretto in camera propria. Vegeta non aveva un sorriso a trentadue denti ma era visibilmente rilassato.

Sentì il divano abbassarsi leggermente quando il marito vi si buttò di peso ma sempre con una certa eleganza. -Avete chiarito?- chiese Bulma. L'altro annuì e poi si distese appoggiando la testa sul grembo della donna, come da un po' di tempo aveva imparato a fare. Lei si limitò a passargli le dite fra i capelli scuri con l'intento di rilassarlo. Era stata una giornata piena di sorprese ed alquanto pesante. Ridacchiò improvvisamente suscitando l'interesse del marito -Perchè ridi?- -Perchè non penso avremmo mai una giornata normale. E io che volevo una famiglia normale con una vita normale. Quanto ero sciocca da ragazzina- disse lei continuando a passare le dita tra i capelli del marito.

Vegeta borbottò qualcosa sul fatto che nessuno di loro, a partire da lei stessa, era normale in quella famiglia. -Già e con questo secondo bambino in arrivo avremmo il doppio del lavoro.- disse candidamente. L'altro annuì un po' assente. Aspetta un attimo: secondo bambino? Si alzò di scatto guardando negli occhi la moglie. -Tu sei...- lei sorrise. -Sono incinta. Di otto settimane.- non potè dire altro che il compagno aveva posato le proprie labbra sulle sue in un muto ringraziamento. Festeggiarono il nuovo arrivo a modo loro, felici di quella nuova notizia.

La famiglia si ingrandiva e lui era sempre più convinto che andare a vivere sotto lo stesso tetto con quella donna, ormai quindici anni fa, fu' la decisione più giusta che avesse mai preso.


*Ho immaginato che Vegeta parlasse una lingua diversa sulla base di Freezer e su Vegeta-sei, quindi perchè non insegnarla anche a Trunks? Le pole sono prettamente invetate di sana pianta xD

Angolo Autrice:

Lo so, lo so è una mezza stronzata. Non so da dove la mia mente l'abbia partorita xD
Trunks e Yamcha forse sono un po' OOC (specialmente il mollusco) ma non potevo fare altrimenti: io li immagino così. Dopotutto Trunks è un Saiyan e il combattimento lo esalta, per di più figlio di Vegeta quindi nel suo sangue scorre, insieme a globbuli rossi ed ossigeno, la voglia di massacrare qualcuno.
Per ciò che riguarda l'alcol e la sigaretta di Vegeta, è pur sempre un uomo cresciuto e pasciuto! Chi ci assicura che nello spazio non aveva potuto accedere ad ogni vizio che voleva? Diciamo che mi esalta la vista del Principe dei Saiyan con una sigaretta in bocca, lo fa macho *-*
Si ho fatto massacrare Yamcha lo so ma lo detesto da profondo dell'anima (personaggio inutile, di passaggio, appare si e no in 10 puntate, è arrivato a Bulma prima di Veggy, codardo, stolto, idiota e un'altra marea di insulti) e quindi almeno una volta dovevo fargli fare una brutta fine (almeno ha chiuso quella boccaccia che sparava solo stronzate..).
Che altro dire? Recensiete e fatemi sapere se fa prettamente cagare o se è almeno accettabile :D

  
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