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Autore: alex99x    10/02/2014    0 recensioni
Ciao, questa è una storia alla quale sto dedicando buona parte del mio tempo, e spero che vi possa piacere: in questo racconto mi immagino una sorte diversa della razza saiyan, e uso gli stessi personaggi del manga/anime che ha contagiato la mia vita (che sono proprietà di Akira Toriyama). Aspetto molte recensioni; buona lettura!
N.B. In ogni capitolo la voce narrante si soffermerà su un personaggio in particolare, citato all'inizio del capitolo
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bardack, Goku, Turles, Un po' tutti, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta, Chichi/Goku
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 4 – Gocce di sudore color vermiglio – Vegeta

I saiyan, nonostante il gran numero di vittime che era stato necessario per conquistare definitivamente Meat, festeggiavano, brindando al loro re, che li aveva condotti alla vittoria; ironia della sorte, Re Vegeta era uno dei pochi che non si sentiva in vena di festeggiamenti, così come il resto della famiglia reale. Si trovavano in una normale stanza di ospedale che però, agli occhi di tutti loro, sembrava una sala di tortura, la cui vittima era Tarble. «È grave? Quanto ci metterà a guarire? È mai successa una cosa simile?» continuava a chiedere ai medici il monarca. «Da quanto abbiamo capito con questi primi esami – esordì uno dei dottori – non è una malattia, ma un eccessivo sforzo fisico». «Questo l’avevo capito anche senza questi inutili esami! » ribattè la regina, adirata. «Tuttavia, questo svenimento poteva anche essere causato da una malattia che ha indebolito il principino…» rispose. «Quindi ci siamo tolti un dubbio. Con gli esami abbiamo inoltre constatato che il paziente è in uno stato di equilibrio solo grazie alla vasca, e che non migliorerà usando soltanto la nostra tecnologia e medicina…» disse un secondo dottore. «I nostri consigli – disse l’ultimo – sono di cercare un nuovo tipo di cura e di capire ciò che è successo: si è rilevato un aumento esponenziale della massa muscolare che però il corpo di Vostro figlio non poteva sopportare… Pertanto, lo sforzo fisico gli è costato molto». Vegeta ascoltava in silenzio, e si sentiva in colpa: era il suo fratello minore, e non aveva saputo proteggerlo. Stava abbracciando Reyna, che piangeva, in quanto era successo tutto quel casino solo perché non era stata in grado di difendersi. «Se ho capito bene – intervenne Re Vegeta – Tarble si è sforzato troppo senza saperlo, ed è caduto in uno stato di catalessi, non è così? ». «Precisamente». Vegeta, con una voce strozzata dal pianto, disse: «Se può essere utile, i suoi capelli e la sua aura hanno cambiato colore, diventando dorate».
 
A casa di Bardak erano stati accolti inizialmente due saiyan: il primo era Turles, che era stato accolto per capire perché lui, Kakarot e Bardak si assomigliassero così tanto, e la seconda era Pepper, che non aveva una casa, e che Taanipu già immaginava come compagna di Radish, anche se lui lo negava, arrossendo. Per complicare le cose, anche Paragas e Broly si stabilirono in soggiorno. Bardak stava con suo fratello, discutendo soprattutto di come fosse andata ad entrambi durante quei lunghi anni. «Quindi sei diventato Gran Generale! Certo che ne hai fatta di strada, da quel giorno!» esclamò Paragas. Bardak ripensò a come, poco tempo prima, nel giorno in cui lo avevano nominato GGES, avesse ripensato al loro primo giorno da soldati, così come il suo fratellone lo ricordava in quel momento. «Ho pensato anche a te nel giorno in cui mi hanno nominato Gran Generale! Ora riesco a capire perché non sei venuto…». «Bando ai ricordi, hai avuto due figli e una moglie gentilissima… Ti sei dato da fare! ». «Già, però vedo che anche tu hai un figlio! » disse ingenuamente Bardak, sorridendo. Il volto solare di Paragas si rabbuiò, facendo risaltare una cicatrice sull’occhio sinistro, che Bardak non aveva neanche notato. «Mia moglie…». «Spiegati meglio! ». «L’avevo trovata nella parte sud del pianeta, ed era bellissima. Abbiamo avuto un figlio, Broly, e avevamo deciso di fare un altro figlio. Pensammo di trasferirci su Meat, colonizzato da poco, e così abbiamo fatto… Fu un terribile errore. Trascorso poco tempo dal nostro trasferimento, arrivarono i soldati di Freezer a conquistare il pianeta; io e la mia famiglia ci nascondemmo, e addestrai Broly a combattere. Un giorno, però, ci catturarono, e presero mia moglie, conducendola via, sebbene fosse incinta. Un giorno mi giunse notizia che l’avevano stuprata, uccidendo lei e mio figlio». Fece una pausa per asciugarsi le lacrime, poi riprese: «Riuscii ad organizzare una fuga collettiva, siccome per la rabbia uccisi le sentinelle; ci eravamo nascosti in una nave, su cui c’erano altri saiyan, compresi Saegi, l’ex-GGES, e Kollifum, il suo compagno di lotta; non feci che peggiorare la situazione, siccome i soldati presero la nave e conquistarono le città che non avevano ancora conquistato. Mi sentii in colpa per ciò che era successo, e avendo perso tutto tranne mio figlio, persino la speranza di ritrovarti, persi anche la voglia di vivere, almeno fino a quando non mi hai liberato, insieme ai pochi superstiti che non erano ancora stati presi e usati come cavie per i loro folli esperimenti». Bardak fissò il fratello, poi lo abbracciò, sussurrando: «Promettimi che non mi abbandonerai più. Promettilo… ».
 
Kakarot e Radish stavano conducendo Broly, Pepper e Turles al luogo in cui, in genere, si allenavano insieme a Vegeta e Tarble. Radish avanzava mano nella mano con Pepper, mentre Kakarot parlava con tono curioso con i due amici, che erano molto contenti della sua presenza. «Quindi – chiese Kakarot a Turles – il mio nonno paterno e il tuo sono la stessa persona? Urca, ci assomigliamo davvero tanto, vero Broly? ». «Sì… Ammesso che non siate la stessa persona! » rispose, sorridendo. «Sei forte, Broly? » lo sfidò Turles. Broly aveva il petto nudo, pantaloni bianchi e della seta rossa legata intorno alla vita; sul corpo erano presenti dei bracciali color oro con delle gemme blu incastonate, esattamente come le scarpe. Aveva una lunga chioma nera, e spesso un’espressione apatica. «Secondo te? » chiese il saiyan, con tono pacato. «A giudicare dal fatto che tu non indossi un’armatura da combattimento mi fa pensare che tu non combatta». «È qui che ti sbagli… Non ne ho bisogno! » sogghignò. Turles, sentendosi molto offeso, scattò verso il nemico, che schivò il colpo senza problemi. «Hanno entrambi un livello molto alto… Intorno ai 4000…» affermò Pepper. «Eppure Broly sembra in vantaggio…» disse Radish. Turles continuava a bersagliare Broly di pugni, che mancavano il bersaglio oppure venivano tranquillamente intercettati. «Ora capisci perché non ho bisogno di armature? » rise. Sferrò un pugno in faccia al povero Turles, che tentennò. «Non posso più aspettare! Voglio combattere contro di te, cugino! La tua forza mi fa venire voglia di lottare! » esclamò Kakarot, levandosi lo Scouter. «Come preferisci…» rispose Broly. Kakarot si avvicinò e iniziò a fissare l’avversario. «Trovato! » esclamò. Sferrò un calcio verso il ginocchio sinistro, che Broly riuscì a bloccare facilmente, e una gomitata sul fianco destro, che andò a segno, facendo gemere l’avversario. «In allenamento con mio padre davo il massimo. Sei pronto? ». Detto ciò, la lunga chioma di Broly si sollevò, e l’aura verde del saiyan lo avvolse completamente. «Come può essere di 8000?!?! » esclamò il sosia di Kakarot, che aveva preso il suo Scouter per analizzare Broly. «Stai scherzando? » chiesero all’unisono i due spettatori, che arrossirono. L’attraente saiyan fece l’occhiolino a Radish, poi tornò a guardare lo scontro. «Allora anch’io mi impegnerò! Kaio-ken… ». L’aura bianca di Kakarot lasciò il posto ad una rossa, che lo avvolgeva. «Con questo arriva a 3500 – disse il fratello – non basterà…». «… LIVELLO 3! ». Radish trasalì: «Non può fare questo sbalzo senza i livelli intermedi! Si affaticherà troppo… Devi resistere, fratellino».
 
Nella biblioteca reale, dove in genere non viene nessuno, si sentiva un forte rumore, dovuto alla ricerca frenetica di un libro contenente la descrizione di ciò che era accaduto al malcapitato principe. Tutto era ordinato, prima di quel giorno: in quell’istante, però, Vegeta aveva rovesciato montagne di libri, non curandosi del loro valore, e persino uno scaffale. «Piantala!» sentenziò suo padre. «Di questo passo finirai per distruggere tutto! Ti rendi conto di ciò che stai facendo?». «Lasciami in pace, e se vuoi renderti utile e rendermi felice, perché non mi aiuti a cercare un manoscritto inerente a ciò che è accaduto?!». Il re gli rifilò uno schiaffo. «Piantala. Se non mi ascolti ti esilio per una settimana su Kanassa. Cerca con calma in questa sezione» suggerì Re Vegeta, indicando uno scaffale impolverato. «Si dice che siano le leggende più antiche del pianeta, risalenti alla conquista del nostro pianeta». Vegeta afferrò un libro che sembrava essere molto antico, e lo esaminò. Quando arrivò alle ultime pagine, lo scartò. Continuò per un po’ di tempo, poi, quando arrivò a un libriccino di poche pagine, trasalì. «Padre – disse, con un filo di voce – forse dovresti venire a vedere…». Il re si avvicinò, e dopo una rapida occhiata disse: «Avvisa il tuo amico Radish, raduniamo il Consiglio di Guerra!».
 
Bardak riprese il discorso, una volta asciugate le lacrime: «Ad ogni modo, sai niente su questo Freezer, a parte che è un essere molto forte?». «Innanzitutto, so che, a questo livello, i saiyan non ce la potranno mai fare a sconfiggerlo; oltre a questo, so che l’universo è molto esteso… E che ciò che non conquista o distrugge, lo assoggetta al suo potere» riferì Paragas. «Potresti essere più preciso?» chiese Bardak perplesso. Taanipu sentiva tutto dalla cucina, e intervenne: «Non c’è proprio modo di sconfiggerlo? Non credo che qualcuno possa essere tanto potente… ». «È qui che ti sbagli, cara: il suo potere è temuto in tutta la galassia… Ho però sentito dire che ci sono spesso delle rivolte, e che vengono represse nel sangue: se noi intervenissimo, potremmo renderle nostre alleate per sconfiggere il tiranno». Dopo aver detto ciò, Paragas estrasse da sotto il suo mantello bianco una mappa. «L’ho sottratta agli scagnozzi di quel bastardo. È un po’ sporca di sangue, ma si legge benissimo». Una voce familiare, proveniente dalla finestra, chiamò: «Bardak, sei ancora qui? Anche voi, dai, venite! È stato riunito il Consiglio con urgenza!». «Toma? Ma perché è stato riunito il Consiglio così all’improvviso?» rispose Bardak. «Ne sappiamo quanto te… Ci siamo tutti noi del gruppo ad aspettarti, non ti far pregare!». Senza indugiare, Bardak, Paragas e Taanipu uscirono e, riuniti con gli altri, si diressero verso il palazzo.
 
Kakarot respirava affannosamente, mentre tentava di affrontare suo cugino, che iniziava ad essere in difficoltà. «COLPO ENERGETICO AD ALTA VELOCITA’!». “Dai Kakarot, che lo mandi al tappeto!” pensava Radish, entusiasta della piega che lo scontro stava assumendo; il colpo centrò in pieno l’avversario, che non aveva avuto il tempo di spostarsi. Broly zoppicava, e il petto era tutto rosso e coperto di lividi. D’un tratto, la sua espressione cambiò, ed esclamò, con una voce diversa: «La mia forza aumenta… Il potere necessario… Fatevi avanti anche tutti insieme, non vi temo: semplicemente so che non ce la farete!». Pronunciata questa frase, rise in maniera sadica, quasi a voler imporre la sua supremazia su di loro. Si passò una mano sul petto, trascinando molta polvere con sé. Turles si scagliò verso di lui insieme a Kakarot, mentre Pepper e Radish assistevano alla scena, esterrefatti. Il loro attacco congiunto era mirato alle ginocchia sguarnite, ma Broly con un salto evitò i loro colpi e gli rifilò un calcio in faccia a testa. A quel punto Turles puntò il suo braccio verso il nemico, da cui fuoriuscirono diversi colpi di color bianco/viola, lo stesso del suo ki. Nello stesso tempo, mentre Broly si voltava verso le onde di energia, Kakarot si portò dietro di lui e lo colpì ai fianchi: Broly cadde a terra, ma si rialzò subito dopo, tornando ad avere la sua solita faccia, e ridendo esclamò: «Basta così, siete forti insieme! Hehehe! D’ora in poi alleniamoci così, anche con voi due, – e indicò i due spettatori, che si tenevano costantemente per mano – non vorrei che vi rammolliste!». Quelle risate sincere vennero presto interrotte da due individui che atterrarono in mezzo al campo: una era Reyna, l’altro un saiyan dalla capigliatura familiare per Kakarot e Radish, che però si stava cercando di strappare la pelle e la corazza, e il volto rossastro era ricoperto di lacrime. «Venite, c’è una sessione urgente del Consiglio di Guerra! Potete venire tutti, siccome è una riunione speciale… ». Radish stava fissando lo strano individuo, quando chiese, timoroso: «V-Vegeta? Sei tu?».
 
Vegeta piangeva. Era solo, secondo lui. Nella disperazione, voleva uccidersi e cercava di graffiarsi per far uscire quel liquido vermiglio, che lo teneva in vita. Ricordava quando Tarble emise i primi vagiti, una volta nato, e anche quanto gli desse fastidio; ricordava quando doveva badargli mentre i suoi genitori erano agli impegni legati al loro titolo; ricordava quanto non lo sopportasse; nonostante tutto, ora piangeva, ed era disperato. “Perché? Perché? Tarble… Freezer! Te la farò pagare! Fosse l’ultima cosa che faccio! Forse però è meglio aiutare prima mio fratello… No! Devi farla pagare al tiranno! Cibati del tuo e del suo odio, diventa più forte, principe saiyan! È sbagliato, e lo sai benissimo… Aspetta, il tempo curerà tuo fratello… No! Non ce la fa! È la vasca che lo tiene in vita!”. I pensieri di Vegeta si facevano strada nel suo subconscio, mandandolo in confusione, e facendolo cadere sempre di più nello sconforto. «Vegeta…». Radish, il suo migliore amico, era in ginocchio, che piangeva. Persino Broly e Turles, intenti a parlare, si zittirono. Reyna teneva il viso girato dalla parte opposta per evitare di piangere. «Principe… C’è il Consiglio, non possiamo tardare…». «ZITTAAAAAAA!» urlò Vegeta, che iniziò a battere la testa per terra. «Sono un fallito… Non l’ho protetto… Devo morire. È la mia punizione!!!». Il saiyan, in preda alla follia, nel tentativo si strapparsi ancora di più la pelle, cadde per terra, contorcendosi e piangendo; il terreno si cosparse di liquido rosso, il suo sangue, misto alle lacrime che si amalgamavano con questo, rendendolo più chiaro. Il simbolo della famiglia Vegeta, dipinto sull’armatura, era completamente ricoperto dal liquido plasmatico. «Reyna, dimmi dove condurlo» disse Radish. «Seguimi… Come ho già detto, venite tutti, siccome vi può interessare ciò di cui parleremo…» rispose. Reyna si librò in volo, seguita da Radish e Pepper, che sostenevano il corpo del giovane principe, a loro volta seguiti da Kakarot, Broly e Turles, che non esalavano neanche un respiro. «Punizione… Tarble… Morire…». Vegeta diceva, con quel filo di voce che gli restava, parole senza senso, e la sua mente era annebbiata non per il rimorso, ma per la paura di quello che sarebbe successo a suo fratello.
 
Dentro a una stanza del palazzo di Re Vegeta si stava tenendo la riunione. Seduto su un trono, c’era Re Vegeta, seguito dalla moglie Rosecheena, da Vegeta, che riusciva a malapena a tenere aperti gli occhi, da Radish e Pepper, la squadra di Bardak, gli anziani, Kollifum, Saegi, Bardak, e Reyna, che sedeva accanto al re, ma dalla parte opposta rispetto alla regina, che piangeva vedendo i suoi figli in quello stato. I ragazzi stavano in piedi ad ascoltare. «Innanzitutto – annunciò il re – dico subito che, facendo delle ricerche, abbiamo scoperto che Freezer non è solo nella conquista dell’universo, ma è accompagnato da suo fratello, Cooler, e da suo padre, Re Cold, che si sono divisi i territori conquistati». Subito ci fu un’interruzione, da parte di Bardak: «Sono forti quanto Freezer?». «Scusate, – rispose il re – ma prima ho detto una cosa errata: Freezer accompagna Cooler, che è suo fratello maggiore, non il contrario… Però, da quanto ho capito, Freezer si occupa delle conquiste, mentre Cooler tiene in riga i popoli conquistati, schiavizzandoli utilizzando dei mostri-pianta, tali Saibaimen. Il re ha una forza molto inferiore, ed è dovuto alla sua vecchiaia. Comunque, sembra che Freezer abbia un livello di combattimento pari a 100.000; degli altri non abbiamo notizie certe, ma presumiamo che Cooler sia anche lui attorno a quel livello combattivo, mentre il padre ne ha uno decisamente inferiore». «Tutto qui?» chiese Saegi. «No, stavo arrivando al dunque… Tarble non può essere curato, come sapete, e sul nostro pianeta non c’è cura al suo sforzo sovrumano. Questa mutazione muscolare, che lo ha portato ad avere un livello di combattimento vertiginosamente alto, cioè 16.000, è una trasformazione che, secondo una leggenda…». Vegeta iniziò a parlare, sovrastando il padre, che tacque all’istante. «Il punto è che una leggenda dice che i saiyan sono capaci di trasformarsi in un essere superiore, che ha consentito loro di conquistare il pianeta Vegeta». «Cioè?» chiese Kakarot, mentre si grattava la testa in atteggiamento dubbioso. «Con questa trasformazione si ottengono poteri inimmaginabili: Tarble prima aveva una potenza pari a 250, dopo di 16.000! Il suo nome… – disse, mentre la voce si affievoliva sempre di più – è Super Saiyan».

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Ciao a tutti, questo è il quarto capitolo della mia fanfiction sull'affascinante ed eventuale destino che avrebbe potuto avere la sfortunata razza saiyan. Aspetto le vostre recensioni, positive o negative che siano! ;)
 
  
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