Ringrazio anche solo chi legge.
Remake di Oddball love. Dedicata a Lady Lexy, Luna_07.airguitar, PaolaDeve, Reghina, Shira che l'avevano recensita.
L’ho
scritta
sulle note di Please, don't leave me di P!nk.
Non ti lascio, 18
“Non
avresti
dovuto uccidere tuo fratello! Non vedi quanto ti fa stare
male?!” gridò Crilin.
“Male?
E
perché dovrei stare male per questo? Ho ucciso persone a
centinaia prima che il
dottor Gero mi spegnesse” rispose gelidamente C18.
Afferrò un vaso da un
mobiletto di legno, si voltò e lo lasciò cadere a
terra, mandandolo in
frantumi.
“Non
fare
così, spaventerai Marron” balbettò il
marito. Scattò in avanti con la
supervelocità e afferrò una lampada che la moglie
aveva tirato contro il muro.
Ansimò facendo tremare i baffi ingrigiti, si
voltò e raggiunse il divano
appoggiandogliela di sopra.
“Smettila
di
proteggerla! Ormai lo ha capito che questo mondo è una
me**a” ringhiò la
cyborg. Le iridi azzurre divennero colore del ghiaccio e brillarono di
riflessi
metallici. Crilin sospirò, si appoggiò
all’angolo della stanza e si passò la
mano tra i corti capelli.
“L’abbiamo
protetta proprio perché non crescesse in un mondo di sangue
e guerra come noi …”
sussurrò. La moglie socchiuse le labbra e sbatté
ritmicamente le palpebre.
“Sei
uno
sciocco. Dimentichi che ha dovuto vedere suo padre ucciso da sua zio da
nemmeno
troppo tempo?” domandò sibilando. Crilin
sospirò e schivò un attacco energetico
dalla bionda. La donna sentì una fitta al petto, chiuse un
pugno e alzò il
capo.
“Pensi
che
si potesse evitare?! Pensavi davvero che potesse andare tutto bene in
questo
mondo?! Svegliati! Io ho cercato di ucciderti anni fa! E per poco non
lo
rifacevo! Ho rischiato di morire davanti a nostra figlia! Ti ho
lasciato
morire!” urlò sgolandosi. Ansimò,
strinse gli occhi e corrugò la fronte.
“Morirai
Crilin! E io resterò immortale! Sono inutile per me come tu
lo sei per me”
sussurrò con voce roca.
-Perché,
ora
che il mio passato è tornato, invece di dirti che ho il
cuore spezzato, riesco
solo a rivolgerti perfidi insulti?- pensò. Le iridi di
Crilin divennero
liquide, corse fino alle scale e le salì. Sentì
gli occhi pizzicare, il corpo
anziano fu scosso da una serie di tremiti e raggiunse la camera da
letto. La
aprì sbattendo la porta, la moglie sbatté gli
occhi e si voltò verso le scale.
Avanzò a passi cadenzati, il battito cardiaco accelerato, i
circuiti nella sua
mente le fecero apparire una schermata olografica davanti agli occhi.
“Valori
vitali irregolari, potenza di supporto, batteria atomica
attivata” sentì una
vocina risuonarle nella mente. Chiuse gli occhi e delle registrazioni
del dottor
Gero le passarono davanti agli occhi. Boccheggiò, si
leccò le labbra e riaprì
gli occhi vedendo nuovamente la scala della Kame-House.
Guardò il marito
scendere tenendo tra le braccia una valigia e sgranò gli
occhi. Indietreggiò,
fino a sbattere con la schiena contro il tavolo.
“Hai
ragione
18. Marron non deve pensare che suo padre non sa fare altro che morire.
E’
meglio se me ne vado. Io sono solo umano, morirò tra qualche
anno ed è meglio
che già da ora ti liberi della mia penosa
presenza” sussurrò con voce roca.
-Perché
ho
dovuto aspettare di vederti morto ai piedi di Super-C17 per dirti che
ti amo?
Perché a voce riesco solo a dirti che non ho bisogno di te?-
si domandò C18. Lo
guardò superarla e dirigersi verso la porta.
“Quindi
vuoi
darmi ragione rispetto al fatto che ti chiamavo piccolo sacco da box?
Hai finto
di perdonare le mie offese, ma hai incassato passivamente solo
perché sei un
codardo che non sa far altro che scappare” disse gelidamente,
seguendolo fino
all’uscio.
“Non volevo deluderti così tanto. Ti amo soltanto, anche se sembro solo un fifone” sussurrò Crilin. Appoggiò la valigia per terra e aprì la porta.
C18 gli s’inginocchiò alle spalle, inspirò l’odore dei suoi capelli e lo strinse a sé.
Il terrestre
sgranò gli occhi, avvampando.
“Scusa piccoletto … per me è più facile vomitarti odio, schiacciarti con il mio dolore. Non ascoltare gli altri cucciolotto. Preferisco passare pochi anni di vita con te e poi spegnermi che un’eternità da sola. Scusa se non riesco a dirtelo mai” disse con voce rauca la cyborg.
Crilin
sciolse l’abbracciò, si voltò e le
prese le mani tra le sue.
“Da … davvero?” domandò e la voce gli tremò.
C18 alzò il
capo, le lacrime le rigarono
le gote candide e le iridi azzurre erano liquide.
“Non … lasciarmi …” lo implorò.
Crilin le
afferrò le guance, pulendole con il pollice
e la baciò. La abbracciò, stringendola contro il
petto muscoloso.
“Scusami
18.
Non piangere, perdona questo povero sciocco. Scusa, scusami cara, non
ti
lascio, resterò con te, non ti lasciò”
la consolò, cullandola. Le baciò il capo
sui corti capelli biondi.