MillyMalfoy e WishfulThinking presentano…
Con la A maiuscola
…Ovvero un
lavoro a quattro mani e due teste
(insomma,
un mostro! XD)
Buona
lettura!
Capitolo primo: Memorie dal passato prossimo
Nella vita quasi nulla appare per quello che realmente
è. Io lo so bene…
…io, la ragazzina fragile e timida all'aspetto che infine nascondeva una
grande forza d'animo, un grande coraggio, e che in-fine
è riuscita a dimostrare la verità sul suo essere, a tutti.
Ci ho messo così tanta fatica, così tanto dolore,
così tanta vita.
Ma sopra ogni cosa mi sei dovuta capitare tu. La prima
volta che ti ho incontrata, ti ho subito trovata bellissima
e forte, piena di un’energia e di una vitalità che io mai ho posseduto, piena
di quel brio e di quell'intelligenza che rendevano i
ragazzi così assorti dalla visione di te e le ragazze così adirate dall’invidia
per la tua figura perfetta.
Ma tu eri sempre gentile: mi salutavi tutte le mattine e
tutti i giorni mi offrivi il tuo pranzo, e poi mi chiedevi come andasse, come stessi;
mi raccontavi dei tuoi numerosi impegni e dei tuoi simpatici amici.
Non ho mai capito che cosa vedessi in me... davvero non ho mai capito cosa
la gente veda in me…sempre, ma questo è un altro
discorso.
Sentivo i tuoi occhi scrutarmi durante le lezioni di educazione
fisica a scuola, mentre io mi rendevo ridicola davanti all'intera classe, ma tu
negli spogliatoi mi offrivi sempre un sorriso e una caramella, e mi distraevi
parlandomi e raccontandomi cose che non avrei nemmeno sognato. E ridevamo. Mi ricordo così bene il suono delle nostre
risate.
Poi ci fu il diploma e dopo ancora l'università: tu scegliesti una lunga
carriera accademica e io chiesi solo di poter essere utile facendo
l'infermiera.
Eri così vicina a me quando credevo di non poter
riuscire, quando pensavo che avrei fallito, che sarei stata ancora una volta la
delusione di tutti. Tu eri lì e mi stringevi forte mentre
piangevo come una donna incinta. Ironico, no?
Ma ho vinto, mi sono laureata e tu eri lì a
sorridermi a dirmi che ero stata davvero brava, che era finalmente finita.
La vita intanto continuava, perché si può solo andare avanti, e Tu, sempre bravissima, andavi avanti
senza lamentarti mai, mostrando ostinata al mondo il tuo sorriso più
smagliante.
Ma io
lo sapevo che dentro, come tutti noi, ti stavi sciogliendo.
Perché per tutti quanti tu eri la
brillante e infallibile ragazza dai biondi capelli: sempre allegra, sempre
disponibile, incapace al no.
Il sogno di ogni madre per il proprio figlio, la principessa di casa, la
ragazza più carina della scuola: sapevo
che sentivi tutti gli occhi su di te, e che ogni tanto, la pressione era
semplicemente troppo.
Ma io ero l'invisibile ragazza dai capelli
rovinati, quella dolce e timida, la ragazzina con le guance sempre tinte di
rosso; io ero una delle poche persone per le quali tu eri fallibile, e pensavo
che questo fosse il motivo per cui la nostra amicizia
era così importante, per cui deluderti era per me il peggiore dei peccati.
E’ per questo che so di averti davvero ferita quando scappai a Londra con Gaara.
Hinata non
avrebbe mai fatto una cosa simile…ma tutti si perdono,
Ino, anche Hinata. Credevo che il ragazzo dai capelli
rossi rappresentasse l'amore più puro che avrei mai potuto provare, ma in
realtà era semplicemente dolore, dolore sordo per il
fidanzamento di Sakura e Naruto. Sono tornata dopo poco più di un anno a casa fra le
lacrime e il rifiuto dei miei genitori, con in grembo
un figlio che ho amato più della mia vita stessa.
Ma tu fosti la più dura con me, la più difficile da convincere al perdono,
ma quella da cui l’anelavo più che da ogni altra. La
tua amicizia era l'unica cosa che mi permetteva di andare avanti nelle tristi
notti londinesi quando Gaara
rientrava ubriaco e cercava qualcosa o qualcuno su cui sfogare il mostro che
nascondeva dentro di sé.
Il tuo perdono poi arrivò, immancabilmente con i tuoi tempi, ma quando
arrivò fu come se una luce avesse ripreso a illuminare
ogni mia via, ogni mia possibilità.
Mi offristi un posto dove vivere: il tuo bellissimo e nuovo appartamento,
troppo grande per una sola persona, ma troppo stretto per due adulti e un
bambino in crescita. Ma tu dicevi sempre: “È mio
nipote e fino a quando non si sposerà non vivrà da nessun’altra
parte” poi te ne uscivi furiosa delle mie continue proteste. Non hai mai amato
chi si piange addosso, e mi hai quindi insegnato a reagire a
ogni sfortuna, come a ogni fortuna…