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Autore: Akane    16/06/2008    3 recensioni
Side story precedente ad Absolution. Si può tranquillamente leggere questa anche se non si ha letto l'altra. Protagonisti Izzi e Mimi ed il loro inaspettato avvicinamento!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Koushirou Izumi/Izzy, Mimi Tachikawa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Insolitamente insieme'
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TITOLO: Non piangere
AUTORE: Akane
SERIE: Digimon
GENERE: sentimentale
TIPO: side story di Absolution ma la si può tranquillamente leggere anche senza aver letto l’altra.
RATING: giallo/PG13/13+
PARTI: pochissimi capitoli
PERSONAGGI: Izzi e Mimi
MODO: pov dei due alternati
AMBIENTAZIONE: precedente ad Absolution, la mia fanfic sui Digimon. Dopo le serie ufficiali che hanno fatto in tv. Avranno sui 18 anni…
DISCLAMAIRS: I personaggi non sono miei ma degli autori che ne detengono ogni diritto.
NOTE: Qualcuno forse se la ricorda Absolution, altri forse no, ad ogni modo i protagonisti di questa storia sono Izzi e Mimi, una coppia e dei personaggi che a sorpresa mi hanno colpito e coinvolto molto, più del previsto… in quella storia, per chi non lo sapesse, ho voluto seguire delle coppie probabilmente insolite rispetto a quelle ufficiali e queste sono state: TaixMatt, IzzixMimi, SoraxJoe, TKxKari. Questo per diversi motivi ma principalmente perché Tai e Matt per me sono e saranno insieme per sempre… e perché analizzandoli mi sono piaciute anche le altre coppie; a sorpresa, ripeto. Comunque ce ne sarebbero molti altri di motivi ma non li elenco. Fatto sta che le cose qua stanno così ed ho creato involontariamente una così tenera storia per Izzi e Mimi che mi ci sono affezionata e ho scritto questo. Come sono passati da amici a… innamorati? Approfondimenti di quella parte. Ricordo quindi a chi ama le versioni fedeli alla serie che questa non lo è, si tratta solo della fanfic di una fan!
Ora auguro a tutti buona lettura.
Baci Akane
DEDICHE: a tutti i fan dei Digimon della prima serie… e a quelli di Absolution, magari, dai…
RINGRAZIAMENTI: a chiunque leggerà a commenterà!



NON PIANGERE

CAPITOLO I:
INSOLITO INCONTRO

/Mimi/
È un senso terribile quello che mi opprime e mi attanaglia dentro.
Non solo non mi fa stare tranquilla ma mi fa proprio star male.
È qualcosa di insopportabile.
Mi sento instabile, stanca, ansiosa e… terribilmente depressa!
Da non poterne più!
Rigiro il bastoncino colorato dentro il bicchiere dell’acqua e menta e fisso il liquido verde insieme al ghiaccio con assenza e noncuranza, come se in effetti fosse la cosa più noiosa e priva di senso che esista, poi sbuffo. È l’ennesimo mentre questo mio bel visino triste sta appoggiato al palmo della mia mano ed il mio gomito al bancone di questo bar d’aeroporto.
Che stress… ora che sono qua che cosa dovrei fare?
Ho detto ai miei che me ne sarei tornata qua per un po’ da sola per decidere cosa fare della mia vita, ma ora che ci sono veramente l’unica cosa che vorrei fare è togliermi da dentro questi sentimenti che mi schiacciano togliendomi il respiro.
Vorrei piangere ma forse l’ho fatto così tanto prima di partire e decidermi ad andarmene definitivamente, che ormai non ho più lacrime. Chissà.
Però sono stanca di stare così, non mi piace… eppure non posso farci nulla.
Non riesco a smettere di pensare a Michael e di quanto sia stato idiota. Come ha potuto farmi quello? Se voleva lasciarmi avrebbe dovuto farlo e basta senza tradirmi apposta per spingermi a piantarlo io al suo posto. È stato solo un immaturo codardo ed egoista.
Ho fatto tutto il possibile per salvare il mio rapporto, ho provato a capire perché scappava così, di cosa aveva paura… e quando ce l’ho fatta e gli ho porto un'altra possibilità ed il mio aiuto, lui non l’ha voluto. Ha detto che non era pronto, che non poteva… che non sarebbe servito… e così ho passato una settimana chiusa in camera a piangere e dirmi che ormai era finita veramente e che era solo uno stronzo.
Me lo sono detta così tanto che alla domanda di Davis di cosa avrei voluto fare oltre a piangere, gli ho detto istintivamente andarmene via da là. Lontano. Ecco perché sono venuta qua. Perché dopo piangere è stata l’unica cosa che sono riuscita a pensare.
Il Giappone… sono stata così bene qua da bambina, prima di andare in America coi miei genitori. È qua che ho avuto i miei primi veri amici, che sono cresciuta buttando via quel mio lato capriccioso e frignone e che ho cominciato a scoprire il fiore che avevo dentro.
Ho voglia di vedere Palmon… magari mi farebbe bene fare un viaggetto a Digiworld. Sospiro prendendo il mio Digiwise in mano pensierosa e con aria comunque triste. Mi serve un computer, ma ora come ora non so nemmeno dove sbattere la testa per prima.
I miei mi hanno dato tutti i soldi che mi sarebbero serviti per farcela da sola qua finché non avrei voluto o deciso, fÁa dovrei fare qualcosa, trovare un posto dove andare momentaneamente… dovrei… oh, ma che cavolo vado dicendo?
Non ho mica voglia di fare tutte queste cose… non ho voglia di nulla!
- Mimi? – Una voce familiare ma un po’ più adulta mi chiama alle spalle facendomi sussultare e girare, quando vedo di chi si tratta rimango a dir poco stupita… ma guarda che caso, non avrei mai immaginato che sarei finita proprio per rivedere lui per primo. Avrei pensato a Sora…
- Izzi! – Mi alzo e per prima cosa lo saluto con una stretta di mano formale e un bacio guancia a guancia. Ci scambiamo anche un fugace sguardo a noi stessi, era veramente da molto che non ci vedevamo… è cresciuto molto e si è fatto un ragazzo degno di nota.
- Cosa ci fai qua? – Mi chiede senza mezzi termini appoggiando ai piedi di uno sgabello alto come il mio la sua borsa da viaggio.
- Sono tornata dall’America per stare un po’ qua… - Dico cercando di mascherare il mio reale umore e di sorridere. Non credo se la beva… credo piuttosto che capisca che ho qualcosa che non va, suo malgrado si siede e mi fa capire che non è molto cambiato… continua a farsi prevalentemente i fatti suoi!
- Saranno contenti anche gli altri… - O forse ha semplicemente molto tatto, chissà.
- E tu come mai sei in aeroporto? – Chiedo sforzandomi di fare un po’ di conversazione. Lo conoscevo meglio degli altri, Izzi, poiché eravamo in classe insieme e siamo coetanei, però siamo sempre stati di mondi molto diversi. Anche se a Digiworld ci siamo avvicinati incredibilmente grazie all’aver vissuto la stessa forte e fantastica esperienza.
- Sono appena tornato da un piccolo viaggio dall’altra parte del Giappone. – Ed ognuno si tiene i propri reali pensieri. Noto che mi scruta con attenzione ma forse questa è solo una sua mania. Si perde ad osservare le cose e le persone mentre nella sua testa chissà quale giro mentale si fa. Tutto sommato non è mai molto presente, proprio come me.
Sorrido un po’ a questo pensiero e mi rendo conto che per la prima volta ho deviato la mia attenzione da Michael…
- Cosa c’è? – Mi chiede vedendomi prima sorridere e poi sorprendermi.
- No, nulla… pensavo che dopo tutto siamo un po’ simili nel nostro perderci irrimediabilmente nelle nostre fantasie. Non abbiamo quasi mai la testa sulle spalle. – Ma sorvolo abilmente sul motivo della mia sorpresa. Michael non serve nominarlo.

/Izzi/
Ed ora vorrei anche capire perché arrossisco distogliendo lo sguardo da lei!
Ha solo detto che siamo un po’ simili, tutto sommato. Non è nulla di particolarmente imbarazzante.
Mi distraggo bevendo un sorso della mia bevanda fredda, oggi fa molto caldo, siamo agli inizi dell’estate.
Però che sorpresa, incontrare proprio Mimi… non me lo sarei mai aspettato. Devo dire che non sono mai stato un gran conversatore, al contrario suo. Un po’ mi sono sollevato vedendo che era proprio lei… se era un altro altrettanto poco loquace sarebbe stato faticoso. Però mi sto ricredendo. Non parla tanto e vivacemente come un tempo, ergo le è successo qualcosa.
È sotto tono e osservandola con attenzione lo si capisce, torno a ricambiare il suo sguardo quando mi chiede cosa faccio in questo periodo, così prendiamo a conversare anche se non al massimo livello per un dialogo tra amici di vecchia data. Nel mentre noto i particolari del suo aspetto: è cresciuta parecchio, non è più una bambina e devo dire che già da piccola era piuttosto bella ma ora… ora ammetto perfino io che è incantevole.
Ho sempre avuto un piccolo debole per lei anche se meno evidente rispetto a quello di Joe. Però l’avevo e me ne sono reso conto solo dopo, quando tutta la faccenda di Digiworld è finita e lei se ne è andata coi suoi in America.
Che tristezza che ho provato… ed ho capito che forse non era vero che mi lasciava indifferente… però ero piccolo e la mia testa troppo piena di nozioni matematiche e scientifiche, così ho lasciato stare.
Ora che la rivedo così ben cresciuta, faccio fatica a non arrossire ad ogni sillaba che le rivolgo… e ad ogni sguardo che le lascio addosso!
Però è triste e quando le chiedo cosa faccia lei, invece, si lascia sfuggire un sospiro ed un malinconico:
- Vorrei proprio saperlo… -
Mi fermo un attimo inebetito a guardare quella sua luce così spenta, era questo lo sguardo che aveva poco prima che arrivassi?
Così diversa dalla pura allegria che aveva prima… persino i capricci e le urla isteriche che faceva da piccola sono meglio di questo; però è solo un momento in cui non oso dire nulla, poi si riprende subito sorridendo, ma è un sorriso tirato, non sincero. È solo costretto.
Probabilmente è depressa per qualche motivo personale di cui non ha intenzione di parlare e probabilmente le sono solo di troppo. Anzi, sicuramente.
Se è giù l’unica cosa di cui non ha voglia è parlare forzatamente con qualcuno, ecco perché bevendo in fretta fino all’ultimo goccio il mio thè freddo, mi alzo dalla sedia, prendo il mio bagaglio e le tendo la mano. Sorrido gentile, spero non si accorga del mio imbarazzo e del mio dispiacere… certo, dispiacere per cosa, poi?
- Io vado, penso di averti disturbato abbastanza… - Inizio mentre lei mi fissa stranita non capendo perché me ne vada così in fretta.
- Ma Izzi… vai di già? – E questa sincerità mi ferma un istante. È lei ora la dispiaciuta e non è forzata. Allora non è colpa mia?
- Pensavo preferissi stare sola. Non mi sembri in forma e quindi forse… - Ma mi interrompe subito alzandosi anche lei e lasciando i soldi accanto ai miei per la sua acqua e menta, prende la sua valigia e con aria un po’ più serena dice:
- Non dire stupidaggini. Non è colpa tua, ho avuto qualche problema laggiù, problemi da cui sono scappata per trovare un po’ di aria fresca qua. Non mi pianterai mica da sola, no? Sono una signorina e tu un cavaliere, non puoi proprio venire a meno ai tuoi compiti! – E con questo mi affianca infilando la mano sotto al mio braccio allacciandosi a me.
Questa è la Mimi che mi sarei aspettato.
Trattenendo un attimo il respiro ed inebetito come sono rimango a guardarla per capire quanto seria è e se non si stia solo sforzando, mio malgrado non riesco a capirlo poiché il punto in cui mi tocca comincia a bruciarmi ed il mio cuore ad accelerare fastidiosamente. Che brutto così… non sopporto quando succede!
Brutto?
O forse è più appropriato dire bello?
- D-dove sei diretta? – Chiedo quindi balbettando di nuovo imbarazzato.
- Dove vai tu! Per il momento starò in una pensioncina, poi mi occuperò del resto! – Per un momento mi era venuto un colpo… pensavo intendesse stabilirsi a casa mia!
Non sarebbe stato problematico per mia madre ma solo per me, ovvio… penso proprio che questo batticuore non sia normale!
Oddio, mi sento così strano… non è praticamente spiegabile questo mio stato caotico; non lo è però ce l’ho ed è proprio colpa di Mimi!
Cavolo!
   
 
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