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Autore: Ila_JL    11/02/2014    3 recensioni
Gli erano sempre stati a cuore i dettagli, sin da bambino.
Tutto era importante, dalla più piccola goccia di glassatura di una torta, alla parola giusta detta al momento giusto.
Ma da dopo il depistaggio, però, aveva cose ben più importanti dei dettagli a cui pensare.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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DETTAGLI

Peeta.
 
Era sempre stato difficile per lui stabilire cos’era vero e cosa era falso riguardo a Katniss.
Non solo dopo il depistaggio.
Lei gli aveva salvato la vita. Vero.
Lei lo aveva amato da subito. Falso.
Gale, nella loro missione impossibile fra le vie terrificanti di Capitol City, gli aveva detto che alcuni baci dati da Katniss erano veri. Vero. Ma nel dettaglio?
Gli erano sempre stati a cuore i dettagli, sin da bambino.
Tutto era importante, dalla più piccola goccia di glassatura di una torta, alla parola giusta detta al momento giusto.
Ma da dopo il depistaggio, però, aveva cose ben più importanti dei dettagli a cui pensare.
Non aveva più certezze, di alcun genere. Doveva curarsi di fare luce su chi era veramente, su cosa stava succedendo, sulla parte da prendere in quella guerra.
Per questo non aveva dato molto peso all’affermazione di Gale.
Ma in quel momento era tutto diverso.
Ora che teneva Katniss stretta tra le braccia, vegliando sul suo sonno inquieto, ma finalmente senza il pericolo della guerra incombente, i dettagli tornavano ad avere importanza.
Aveva risolto tutti i grandi interrogativi che lo attanagliavano. Aveva riscoperto chi era, cosa era giusto che facesse, cosa voleva fare. E con sua sorpresa aveva scoperto anche che non sarebbe stato solo.
La ragazza che si agitava al suo fianco non lo aveva abbandonato, stavano cercando di aggiustarsi a vicenda.
Le cose erano tutt’altro che facili, il pericolo di scivolare nuovamente nell’apatia era sempre dietro l’angolo. Lo scorgeva negli occhi di Katniss quando qualcosa le tornava improvvisamente alla memoria.
Lo provava concretamente quando riemergeva da uno dei suoi episodi con la paura schiacciante di aver compiuto qualche gesto estremo.
Ma bastava una sua parola e un abbraccio per riportare Katniss alla realtà, e bastava vedere e sentire una delle poche parole della ragazza per tranquillizzarlo. Per fargli capire che era ancora possibile rimettere insieme i pezzi di quella vita che era stata loro strappata via brutalmente.
E le giornate erano proseguite così. Con la certezza che si sarebbero sempre trovati la notte, nel momento della loro massima vulnerabilità, per affrontare ancora una volta insieme le proprie paure e quelle dell’altro.
Come in quel momento.
Il corpo di Katniss si era improvvisamente irrigidito, lo aveva percepito, stringendola tra le braccia.
Sapeva quello che stava per accadere.
Un attimo di silenzio teso e immobile. E poi l’urlo.
L’aveva scossa per farla svegliare e lei con il respiro affannoso aveva aperto gli occhi.
I loro sguardi si erano incrociati e lei aveva nascosto il viso nel suo petto.
Un respiro dopo l’altro e si era calmata. Stava diventando sempre un po’ più facile.
Peeta l’aveva stretta un po’ più forte, e, come succedeva da un po’ di tempo, le loro labbra si erano incontrate.
Fu a quel punto che Peeta non riuscì più a trattenersi. Ormai doveva sapere.
-Tu mi ami. Vero o falso?- L’aveva guardata fissa negli occhi, e lei aveva sopportato quello sguardo, prendendosi il suo tempo per rispondere.
-Vero.- aveva risposto, sempre con lo sguardo nel suo.
E il viso di Peeta si era aperto in un sorriso di pace.
-Allora adesso viene la domanda difficile.-
E come si era aspettato, Katniss aveva spalancato gli occhi preoccupata, incitandolo in silenzio a proseguire.
-Devi dirmi cosa c’è stato di vero sin dall’inizio della nostra storia. Ho bisogno dei dettagli.-
Katniss aveva preso un bel respiro, gli aveva lanciato un’occhiataccia, ma con sorpresa di entrambi, aveva iniziato a parlare.
 

Katniss
 
Era un vero disastro con le parole, lo sapeva bene. E anche Peeta ne era perfettamente consapevole.
Per questo non era riuscita a trattenere uno dei suoi sguardi infastiditi, perché sapeva che era una domanda a cui non si sarebbe potuta sottrarre, e, forse, a questo punto delle cose, non voleva nemmeno farlo.
Gli aveva appena detto che lo amava. Certo, nel loro modo di comunicare schematico, e, a dirla tutta, poco spontaneo. Ma era così. Il sentimento era cresciuto dentro di lei. Ne era consapevole, e non sarebbe stato giusto nasconderlo ancora, nei confronti del ragazzo che si stava prendendo cura di lei in modo perfetto.
Così aveva iniziato a raccontare.
-Come sai è iniziato tutto come espediente per salvarci la vita. Ma già da allora avrei dovuto capire qualcosa. Perché non potevo non venire a cercarti, quel giorno nell’Arena. Ho aspettato impaziente che sorgesse il sole per iniziare le ricerche. E poi ti ho trovato. Non importava che fossi ferito, che con te di cui prendermi cura sarei stata più vulnerabile. Dovevo salvarci. Dovevamo salvarci, e uscire insieme da lì.
La tua presenza, però, mi innervosiva. Non sapevo come comportarmi con te, ma allo stesso tempo ero impegnata a cercare di tenerti in vita. Ma, lo sapevi bene anche tu: stavi morendo.-
Aveva fatto una pausa per sistemare le idee. Perché raccontare queste cose le stava servendo anche per schiarire meglio i suoi sentimenti. Per comprenderli a pieno, nei minimi dettagli.
Peeta la aspettava paziente, imprimendo nella memoria ogni singola parola.
-Sono andata al banchetto. Puoi contarlo come primo grande inganno, bisogna ammetterlo. Ma non potevo stare lì a guardarti morire sapendo che la medicina era a portata di mano. Comunque è finita bene, a parte per la mia fronte.-
Aveva accennato un sorriso e Peeta l’aveva stretta un po’ di più, senza interromperla nonostante il suo disappunto. Katniss, però, si era irrigidita. Le dita andarono ad accarezzarsi nervosamente i capelli. Stava per esporsi sul serio.
Era andata avanti.
-Quando mi sono svegliata c’è stato il primo nostro vero bacio. Avrei voluto che le telecamere sparissero, non capivo nemmeno io cosa mi stava succedendo, non volevo che altri assistessero a quel momento.
Ma poi siamo ricaduti nel terrore e nella consapevolezza della nostra situazione disperata. E non avevo più tempo di meditare sul perché in quel preciso momento avevo desiderato che il nostro bacio continuasse.
Non ho più provato quella sensazione per un bel po’ di tempo.
Fino all’altra Arena, sulla spiaggia.
Avevo deciso di morire per salvarti.
E anche lì avrei dovuto capire quello che provavo.
Avevo Prim, avevo mia madre, avrei potuto avere Gale. Ma non importava nulla. Tu dovevi vivere.
Avevo bisogno di te, vivo. Anche se ciò avrebbe implicato la mia morte.
Non volevo sentirti accampare scuse e motivazioni per cui dovessi desistere dal mio piano, così ti ho bloccato con un bacio, come avevo già fatto prima. E di nuovo ho sentito il bisogno di altro.
Non fingevo, devi credermi.-
Lo aveva guardato con gli occhi impauriti come poche volte nella sua vita. Era essenziale che lui capisse che non era sempre stata una persona egoista che pensava solo a se stessa. Per la maggior parte del tempo era stato così in effetti, e se ne rammaricava. Ma in quei momenti non c’era stato nulla di costruito e di finto.
-Ti credo.- aveva affermato Peeta con decisione, cercando di trasmettere sicurezza in quella ragazza che in quel momento appariva così fragile.- E poi?-
Un altro bel respiro di Katniss.
-E poi c’è stato il piano di Haymitch e Plutarch, la tua cattura, il distretto 13, la ghiandaia imitatrice.
Ho tenuto insieme i pezzi finché non ho capito cosa ti stava succedendo, come mi fossi realmente innamorata di te e come Snow stesse sfruttando questo mio sentimento già da prima che io me ne rendessi conto. Non sono riuscita a continuare il programma di Plutarch. Come avrei potuto?
Così sono venuti a salvarti. E tu sei tornato. Ma non eri tu.-
Il turbamento di Katniss era aumentato, era giunto il momento di fare quello che avrebbe dovuto fare molto tempo prima. Non era brava a parlare, figuriamoci a chiedere scusa, ma anche questa era una cosa necessaria per andare avanti, e, soprattutto per evitare che si ripetessero gli errori del passato.
-Sono scappata, Peeta. Questo è stato il mio inganno più grande, il più grande torto che io ti abbia fatto. Sarei dovuta rimanere nel 13 per aiutarti, ma sono andata via. Non ho scusanti, e non ho intenzione di giustificarmi. Posso solo chiedere il tuo perdono.-
Peeta aveva aperto la bocca per parlare, ma Katniss non aveva ancora finito.
-Ho cominciato a pentirmi di quello che avevo fatto nella cantina di Tigris, a Capitol City. Il nostro ultimo abbraccio ha risvegliato in me tutte quelle emozioni che non avevo più provato dalla nostra separazione nell’Arena. Ma c’era la guerra, c’era la gente che continuava a morire, e c’era Snow.-
Il suo tono si era indurito, ma doveva completare il suo discorso, anche se sarebbe stata la parte più difficile. I ricordi bruciavano ancora. Il vuoto minacciava sempre di sopraffarla ogni volta che si fermava ad osservare quanto fosse vuota quella grande casa senza sua sorella e sua madre.
Ma c’era Peeta con lei, e doveva concentrarsi su questo, così aveva ripreso, ripartendo dal giorno dell’esecuzione di Snow.
-Nonostante tutto mi hai salvato ancora una volta. Per quanto poco meritassi di vivere. Hai impedito che prendessi la pillola. Ho cercato di morire in altri modi, lo ammetto. Ma alla fine siamo tornati qui.
E tu hai piantato le primule, mi sei stato accanto, non mi hai allontanata, ti sei preso cura di me.
E da quel momento ogni cosa che ho fatto è stata la realtà. Niente più inganni e stratagemmi, niente più finzione. Solo la verità.-
La voce le si era spezzata sul finale, non sarebbe più potuta andare avanti.
 
Peeta l’aveva osservata a lungo, prima di parlare. Mancavano ancora dei pezzi, certo. Ma ciò che aveva sentito era più di quanto si immaginasse. Aveva finalmente delle conferme.
-Va tutto bene Katniss- l’aveva abbracciata stretta- va tutto bene. Grazie.-
E non aveva aggiunto altro.
C’erano ancora tante cose di cui parlare, tanti punti da chiarire.
Ma la cosa più importante era che finalmente avrebbero avuto anche il tempo di fare tutto con calma.
Peeta aveva sempre amato i dettagli, ma aveva anche sempre saputo che andavano realizzati e messi in atto uno alla volta.
Ora aveva Katniss, e avrebbero sistemato tutte il resto insieme.
 


NOTES:
E' un esperimento, non odiatemi. E' venuta così e ho lasciato che si esprimesse.
E' superficiale e non completa, ma ho voluto condividerla.
Ah, è anche la mia prima storia sulla trilogia, se può contare come scusante!
Beh, grazie se siete arrivati fino a qui.. si accettano critiche di ogni genere, anzi!
A presto
Ila

                                                                                             
  
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