Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Dark prince    11/02/2014    1 recensioni
Dedicata ad Hanta96.
Jean/Marco.
"Si, ieri sera ti sei lasciato andare e hai fatto una gara di bevute con Eren...
Il biondo lo guarda, sbattendo più volte le palpebre, stranito e imbarazzato per la pessima figura fatta.. ma.. in parte era curioso di sapere chi mai avesse vinto.
" ..Chi ha vinto?"
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Jean Kirshtein, Marco Bodt
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Questa Fanfitciton è dedicata ad Hanta96. Una ragazza speciale che mi ha sostenuto. Questa storia si collega ad un'altra che ho scritto, ma potete benissimamente leggere questa, ignorando l'altra.



La luce del tramonto entrava dalla finestra, aperta per metà, che lasciava passare anche un venticello fresco e primaverile, portando con sè molti odori tra cui quelli di fiori appena sbocciati.
normale visto che la stanza era affacciata al giardino interno, dove si notavano molte piante curate con amore e dedizione.
Ma due figure, quasi celate nella poca zona buia della stanza, stavano ancora bellamente dormicchiando, muovendosi a tratti, interrompendo per alcuni secondi il silenzio della camera, incorniciata dai loro regolari sospiri.

Avevano passato l'intera notte svegli, stando fuori casa tutto il tempo, la loro casa che si trovava a Parigi, vicino al confine con la Germania, che erano riusciti a prendere con sacrifici e litigi con genitori che non aveva preso benissimo la loro relazione; la relazione tra due uomini.

Ma per loro quello era stato solo un piccolo ed innocuo ostacolo da superare, le loro anime aveva passato torture peggiori e i loro corpi difficilmente avrebbero ceduto.
Niente e nessuno li avrebbe più separati, niente e nessuno.
E non era solo un modo sciocco e bislacco da dire, o parole sussurrate come due stupidi ragazzini fin troppo giovani e quindi incapaci di sapere cosa davvero significasse amare.
Oh no no no no, assolutamente quello non era il loro caso.


Entrambi aveva aspettato fin troppo a lungo.

Quando i suoi occhi di color castano si aprono, si guarda intorno, frastornato, non riuscendo neanche a comprendere subito che era il sole che stava tramontando a far entrare quella luce color arancio in camera.
Infatti scruta fuori dalla finestra, come per avere un'illuminazione dell'orario, ma a meno che il sole nona avesse imparato a parlare questa cosa non l'avrebbe scoperta.
Dalle labbra gli sfugge uno sbadiglio, e le mani vanno sul volto, strofinandosi gli occhi, ma questi subito dopo erano puntati sulla figura di Marco ancora addormentato.
Jean sorride nel vedere il suo viso così rilassato ma il motivo era anche che di solito era il proprio ragazzo a svegliarsi prima e a preparare la colazione, anche perchè era mattiniero il corvino e di solito non restavano mai a dormire fino a tardi a causa del lavoro, solo questa volta si sono concessi questo privilegio.
Il tedesco avanza una mano a sfiorare la guancia del compagno, in modo furtivo, come un ladro che non voleva farsi beccare e in parte era anche così.
Jean non... compiva mai eclatanti dimostrazioni di affetto, le trovava Troppo femminili e sdolcinate.
E loro non erano delle donne, erano degli uomini, duri, fermi e tutto di un pezzo.
Peccato che questo pensiero lo condivideva solo lui visto che Marco non esitava ad abbracciarlo, baciarlo oppure coccolarlo come si dovrebbe fare con un fidanzato, non aveva questo impedimento mentale come invece il biondo che non riusciva proprio a lasciarsi andare del tutto.
O almeno era quello che voleva dimostrare, perchè quando il proprio ragazzo dorme lui lo carezza e resta a guardarlo, a godersi quel viso rilassato, ma appena nota segnali del suo imminente risveglio, ecco che la mano si allontana da quel volto, ma il suo sguardo resta fisso sul ragazzo che si stava rigirando tra le chiare coperte ora, e lì si accorge di un dettaglio che gli era sfuggito; Marco era senza maglia.
Nulla di strano in sè per sè, ma il corvino aveva l'abitudine di dormire sempre con qualcosa addosso, come dei pigiami che coprivano bene il collo, per celare le lentiggini che lui mal sopportava,e questo se lo ricorda bene Jean che accigliato non esita ad indagare;Con un gesto attento e alquanto delicato, afferra il bordo delle coperte, tenendolo saldamente tra le dita in modo da non farsele scappare e poi le alza dando una sbirciatina sotto di esse.
Ciò che vede lo fa arrossire di schianto.
Marco era completamente nudo e se avesse fatto solo un pò di attenzione si sarebbe accorto che anche lui era nella sua stessa situazione.
Si agita un pò il giovane tedesco, che decide di tornare disteso, dando le spalle al proprio ragazzo, cercando di ricordare cosa era successo la sera prima e lì, nella stanza ormai buia, frammenti della serata passata riemergono nella sua mente, facendogli mordicchiare le labbra.
La sera prima, oltre che fare tardi insieme agli altri ragazzi che erano stati ospiti a casa loro, avevano bevuto anche un pò, e una volta soli.. lui e Marco si erano lasciati andare a ... momenti decisamente scottanti.
Una sua mano va sul proprio collo, massaggiandoselo e rendendosi conto solo allora che anche lui non aveva nulla che lo copriva e dopo questo accorgimento ecco che i suoi occhi vanno alla ricerca dei suoi box, controllando prima a terra, poi sul letto, ma probabilmente erano in tutt'altra stanza.
Si ritrova costretto ad alzarsi, cercando di fare piano, brancolando nel buio ed era anche comica come scena nel vedere un ragazzo completamente nudo, nel buio di una stanza, che agitava le mani in avanti per non urtare in qualche mobile o ostacolo.
Peccato che l'armadio bianco e lucido, lo prende in pieno e con la faccia e il rumore che provoca fa irrimediabilmente destare Marco che alza il capo, guardandosi intorno e soprattutto, guardare se alla sua destra c'era ancora Jean, ma non trovandolo allunga la mano per raggiungere abat-jour posta sul comodino di legno scuro di fianco a lui, ma ci vogliono alcuni e abbondanti secondi per potersi abituare alla luce, e in quel frangente, un'acrobatico Jean si era infilato i box, cadendo anche a terra.
... e lui che voleva prendere soltanto un paio di box e infilarseli!


- Fottuto armadio..
Gli scappa dalle labbra quelle parole e quando si alza, si ritrova lo sguardo di uno scioccato e incredulo Marco, oltre al fatto che era mezzo addormentato.
Il corvino sbatte le palpebre più volte, guardando prima Jean e poi il punto di prima dov'era caduto come un sacco di patate e.. dopo alcuni secondi incomincia a ridacchiare, tornando disteso sul letto, portandosi le mani sul viso per strofinarsi gli occhi.
Quella risata risuona nella camera da letto e Jean con quel broncio in viso si avvicina al letto, per potersi sedere sul bordo, dando la schiena ad un Marco che stava ancora ridacchiando.

- Hai finito..?
Voleva sembrare offeso il biondo, o almeno far smettere al proprio ragazzo di soffocare per le risate e anche se quelle le aveva provocate lui con il suo modo a volte goffo di muoversi, sorride perchè sentirlo ridere era qualcosa di unico e fantastico.
Ma improvvisamente Marco smette, smette appena si accorge dov'era seduto il suo biondo... e si avvicina silenziosamente, premurandosi di coprirsi con il lenzuolo la parte bassa del suo corpo.. e appena è abbastanza vicino, lo abbraccia da dietro, baciandogli la base del collo.

- Avevi così fretta di rivestirti..?
Sussurra quelle parole il corvino e si poteva notare sulle sue guance un lieve rossore, rossore che aveva anche Jean.
Questo distoglie lo sguardo, borbottando cose a casa e poco comprensibili visto la velocità e il tono basso, facendo sorridere Marco nel modo più zuccheroso possibile.

- Ieri hai bevuto un pò troppo, lasciandoti coinvolgere in una gara da Eren... è la prima volta che ti ho visto così ubriaco...
Ed ecco la beffa, ecco la beffa da parte del proprio ragazzo e punto sul vivo si volta verso di lui, assottigliando lo sguardo che diventa ancora più sottile.
Ma tutte le parole come "smettila, non è divertente", vengono sostituite solo da una piccola frase.

- Ho vinto...? Marco stringe la presa, lasciando altri baci sulla spalla, annuendo per poi ridere contro la sua pelle, ripensando alla scena di uno Jeager completamente collassato sul tavolino basso del loro soggiorno e un'esaltato Jean che lo incitava da alzarsi ora, e buttare giù un'altro sorso senza vomitare.

- Direi di si..
Mormora con la voce incrinata da quella leggera risata, risata che si ferma quando nota Jean voltato verso di lui e che ora gli stava sfiorando la guancia, gesto strano da parte sua... ma poi il suo sguardo si sposta in viso, notando quello che era un sorriso tra il malizioso e il vittorioso.

- E tu.. eri il mio premio?
Subdola creatura.A volte Jean era davvero una subdola creatura che si stava vendicando per la figuraccia e l'imbarazzo procurato dal suo stesso ragazzo in questo modo, ripagandolo con la sua stessa moneta.
Marco boccheggia, non sapendo cosa dire perchè alla fine era era la verità, lui aveva più colpe visto che la notte prima non aveva toccato Alcol, ma la sua risoluta risposta viene bloccata dalle calda labbra di Jean, che lo baciava, avvolgendo le braccia intorno al suo corpo, finendo con il farlo sdraiare di nuovo a letto e lui, subito dopo adagiato sul corpo del proprio ragazzo, continuando a sorridergli in quel modo.

- In quanto laureando in medicina sai che non dovresti bere...
Ma non erano molto convinto il tono del corvino, che incrocia le braccia al petto, fissando negli occhi Jean che lo ignora, lo ignora perchè si era spostato a baciare il collo, quella parte tanto delicata e sensibile del suo ragazzo, mentre una mano era scivolata verso il basso, sfiorandogli il ventre con gentilezza, godendosi il sapore dolce della sua pelle del corvino, inspirando poi il suo odore.

- J..Jean.. Marco si mordicchia il labbro mentre si lasciava torturare dall'altro, lasciandosi scappare un sospiro piuttosto piacevole, guardandolo negli occhi.

- Sei tremendo..

Non parla il biondo, non risponde, sa bene che una parola di troppo poteva rompere l'aria appena creata in quella camera, oltre a farlo bloccare, facendolo ripiombare nell'imbarazzo, ed ora come ora voleva soltanto.... lasciarsi andare.
Avevano imparato tanto l'uno dall'altro in quel tempo insieme, e lui soprattutto a mostrare tutte le sue debolezze a Marco, crescendo insieme a lui, sostenendosi a vicenda senza esitare neanche un secondo.



"Non sono il tipo da dolci parole, quelle se le sussurrano solo gli adolescenti e i sognatori e noi.... noi siamo qualcosa di più concreto, qualcosa di molto più forte.
Forse non mi presenterò mai con un mazzo di fiori da te, ma giuro che il mio cuore ti appartiene, ti è sempre appartenuto.
Nel passato.
Nel presente.
E in tutti i giorni che verranno.."
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