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Autore: delilahs    11/02/2014    4 recensioni
E niente, headcanon Percabeth ambientata dopo la guerra contro Gea. Percy e Annabeth hanno diciotto anni, a New York e sono pur sempre una giovane coppia.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Annabeth Chase, Nuovo personaggio, Percy Jackson
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Not at all.

 








È proibito non cercare la tua felicita',
non vivere la tua vita pensando positivo,
non pensare che possiamo solo migliorare,
non sentire che, senza di te,
questo mondo non sarebbe lo stesso.
non sentire che, senza di te, questo mondo non sarebbe lo stesso.


-Pablo Neruda











Percy sbuffò, osservando il traffico che si estendeva davanti a lui, scocciato. Suonò il clacson, assordando un paio di ragazzini che scivolavano sullo skateboard lì vicino.
Uno di loro si avvicinò, un ragazzino smilzo e con un cappellino.
"Ehi amico. Bella macchina!" esclamò, facendogli l'occhiolino e ammirando il cofano in carbonio.
Percy alzò le spalle, confuso. "È una macchina.
E lo pensava davvero. La Porsche Turbo 991 che stava guidando, per gentile concessione del Dio Ermes, era una bella macchina. Ma niente di speciale in confronto ad un pegaso. Almeno tra le nuvole non rischiavi di restare imbottigliato in una massa di newyorkesi imbufaliti.
"Comunque." continuó il ragazzino noncurante, mentre accarezzava la macchina e si rimetteva in piedi, appoggiandosi sullo skate. "Sembra che ci sia un casino più avanti. Due tizi stanno litigando, ci sarà parecchio da aspettare.."
Poco mancò che Percy imprecasse. Poi sospirò, sicuro, e annuì.
"Ok. Voi ragazzi conoscete qualche altra strada?
"Dipende da dove vuoi arrivare." sogghignò un altro ragazzo, adocchiando anche lui i rifinimenti gialli della macchina. 
Percy gli passò un foglio di carta, sperando che almeno sapesse leggere.
"Tishers High School? Che roba é?"
"È quella scuola all'angolo tra White's e il negozio di vestiti per checche, scemo." rispose il primo ragazzo, dando una spallata al secondo che rise, fingendo di colpirlo con lo skateboard.
"Sapete dove sta?" domandó il figlio di Poseidone.
"Ovvio, bello. Andiamo a scuola lì. O almeno, io ci vado. Il campione qui vicino é troppo figo per venire a scuola, eh Mick?" affermó il primo, lanciando un'occhiata a quello chiamato Mick, che giochicchiava con un pezzo di plastica dalla ruota del suo mezzo.
"Nah." continuò strafottente Mick "Ci sono solo troppe belle ragazze qui fuori per passare le giornate chiuso in una scuola."
"Certo, come se tu-" iniziò il primo, ma Percy lo interruppe.
"Ragazzi? Vi dispiace?" chiese, indicando con un gesto sarcastico il traffico davanti a lui.
"Ok, seguici e basta, se il bestione che guidi ci riesce." annuì il primo ragazzo.
I due saltarono sugli skateboard e sfrecciarono verso un vicolo largo abbastanza da far passare un piccolo camion. Percy fece una retromarcia, con alcuni guidatori che cacciavano fuoco e fiamme dalle orecchie, e li seguì. 
A causa della stettezza del vicolo era costretto a procedere piano, con i due ragazzini che procedevano uno davanto a lui e uno accanto. Mick stava ancora fissando la macchina.
"Perchè vai a quello scuola comunque? Non sei un po' grande?" gli chiese, distratto dal muro coperto di graffiti. Il vicolo svoltò. 
"Non è per me." replicò Percy, cercando di non rigare la divina Porsche.
"Tanto meglio. Ci vanno solo i secchioni tipo.. Peter." sussurrò, sorridendo sornione.
"Guarda che ti sento." replicò Peter, senza girarsi, svoltando verso destra. Alla fine del vicolo si intravedeva una piazzetta.
"Per questo parlo ad alta voce.
"Molto divertente. Comunque, Mick, ce l'hai presente quella strana appena arrivata?" chiese Peter, ondeggiando sullo skate mentre sorrideva malizioso.
"Chi, Janet?
"Ma pensi sempre a lei! Sei un pervertito.
"Jenny" mimò Mick accanto al figlio di Poseidon "È la mia ragazza!" continuò, alzando la voce.
"Ti piacerebbe! Non è lei, e poi quella tonta é mora.."
"Ma ha le sue qualità." constatò ancora Mick.
"Si, come essere una puttana. Bello, siamo arrivati." finalmente disse Peter, indicando una piazzetta incastrata tra due strade affollate. Percy parcheggiò proprio davanti alla porta, ringraziando i due.
"Tutto, per una bella macchina come questa. Ehi amico, dopo ce lo fai fare un giro?" chiese Mick, interessato ad infilarsi nell'abitacolo di pelle.
"Ehm, non credo. Comunque mi chiamo Percy." disse il ragazzo, stringendo la mano di Peter. Mick era scappato verso un gruppo di ragazze che lo salutavano.
Il figlio di Poseidone osservò meglio il ragazzo di fronte a lui. Peter faceva rimbalzare lo skate, in attesa, mentre un sorriso furbo gli si allargava sul viso.
"Com'é la scuola?" chiese Percy, sospettoso.
"Una palla, ma penso che sarebbe divertente se solo ci capissi qualcosa. Sono dislessico, bello. Per questo mi trovo meglio tra i ragazzi che tra i banchi." Peter sorrise "E poi, mica sono l'unico. C'è anche un'altra, quella nuova, che frequenta con me quei corsi differenziati. Però lei non ne ha bisogno! È una specie di supergenio." concluse, tremando un poco. "È spaventosa, sembra sempre capace di farti male.
"Mh. Comunque, se vuoi farti un giro su questo gioiello." e indicò la macchina. "Vieni nella baia di Long Island, sarò lì." annuì convinto, dando una pacca sulla spalla al ragazzino davanti a lui. Quando questo acconsentì e si allontanò, sfrecciando sulle skate verso il suo amico, Percy si accorse dove lo aveva già visto. Era la fotocopia esatta di Travis Stoll, giù al campo.
Proprio mentre osservava la fontana che zampillava di fronte alla scuola, pensando di inviare un messaggio-iride, la campanella suonò, rindondante.
Una folla di matricole si riversò fuori dalla scuola, urlando e ridendo; dietro di loro, più calmi e rilassati, uscirono quelli dell'ultimo anno, ragazzoni enormi e accompagnati dalle ragazze. Poi ne uscirono altri, riversandosi nella luce accecante del sole, e piano piano il cortile si svuotò, i più piccoli che correvano verso i pullman e i più grandi alle prese con le loro macchine.
Quasi per ultima uscì una ragazza di diciotto anni, esile e con una brutta cicatrice su un braccio. I capelli biondi erano legati in una coda, gli occhi grigi un po' stanchi. Indossava un maglioncino rosso con le maniche tirate su e dei jeans attillati, e si diresse verso la stazione del pulman cercando di non far cadere i diecimila libri che teneva tra le braccia.
Non fece in tempo ad alzare lo sguardo e posare i libri che quelli si trovavano già a terra; Percy l'aveva presa in braccio e la stava facendo girare, baciandola come un bambino su tutto il viso, gli sguardi curiosi dei ragazzi attorno a loro.
Quella strana ragazza nerd, dislessica e studiosa aveva un ragazzo? E per di più un BEL ragazzo.
"Percy!" strilló Annabeth, stritolandolo in un abbraccio che profumava di limone. "Mi sei mancato, Testa d'Alghe!"
"Anche tu, amore." rispose lui, stringendola contro il suo petto mentre continuava a baciarla sulla testa. Lei rise, e si alzò sulle punte per guardarlo negli occhi.
Tutti erano concentrati su di loro e nessuno notò che la fontana quasi uscì dai suoi argini quando le labbra di Percy si posarono, leggere e dal sapore di sale, su quelle di Annabeth.





 
   
 
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