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Autore: GinaAndViky    11/02/2014    2 recensioni
Anny e Amy sono due ragazze diverse, ma allo stesso tempo uguali. Si conosceranno in un viaggio che nessuna delle due avrebbe mai immaginato di farne parte. Questa é l'avventura di due ragazze all'oscuro di tutto. Ma questa esperienza servirá a chiarire alcune cose o a confonderle di piú?
Storia scritta a quattro mani.
Genere: Avventura, Comico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Gli Dèi, Leo Valdez, Nico di Angelo, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments, OOC, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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Annastassia Johnson si trovava nei boschi dell' Inghilterra lavorando per il suo progetto. Le sue mani correvano da una parte all'altra velocemente lavorando senza riposo. Ormai le dita le facevano male e aveva la faccia unta d'olio. Ma era impossibile fermarsi. Si spostò una ciocca dei suoi capelli rosso fuoco dalla faccia e sorrise osservando il suo lavoro ormai quasi finito. Si pulì le mani con un tovagliolo e guardò il cielo provando a riprendere il fiato. Era tutta sudata per il lavoro fatto ma era soddisfatta. Il cielo era grigio, di sicuro stava per piovere. Guardò attraverso la finestra del suo “rifugio” e osservò gli alberi che non finivano mai. Il suo rifugio consisteva in una piccola capanna ormai abbandonata, dove poteva avere i suoi attrezzi e lavorare senza essere disturbata. C'era una piccola scrivania con dei piani e attrezzi sopra, poi una piccola sedia e un caminetto. Ma questo era abbastanza per anny. Respirò profondamente e si preparò per il tocco finale. Mentre aggiustava le piccole viti, sentì un rumore in lontananza. Anny non ci fece caso all'inizio, ma quando lo sentì per la seconda volta si decise di andare a vedere. Aprì la porta con cautela, se avessero scoperto che si trovava li sarebbero stati guai grossi. Quel posto era abbandonato, ma aveva un proprietario e poche volte veniva a controllare la sua proprietà. Neanche i suoi nonni sapevano che lei aveva quel rifugio. Non vide nessuno all'esterno, ma si sentì rumore di passi dietro la capanna. Magari non era il proprietario, magari erano dei semplici turisti persi. Si decise ad uscire, tanto ormai era evidente che ci fosse qualcuno li. Fece un respiro e iniziò a contare i secondi che mancavano finche lei riuscisse a vedere il volto dell'intruso. La sua sorpresa fu grande al sentire una voce alle sue spalle. Si spaventò cosi tanto da cadere da dietro le sbarre della capanna, che arrivavano fino alla cintura. Anny si fece male alla testa e vide tutto annebiato per qualche secondo. Quando riuscì a mettere a fuoco vide un ragazzo, piu o meno della sua età, vestito di nero e con una pelle così chiara da sembrare un morto. I suoi occhi e capelli erano sempre neri e aveva un'area misteriosa.
-Tu chi sei?- chiese lui per primo, visto che lei era troppo nervosa per parlare.
-Potrei chiedere lo stesso a te- disse lei con un filo di voce. Di certo dei ragazzi carini non passavano mai da quelle parti. Lui non rispose ma si limitò a studiarla. La guardò dalla testa ai piedi per quasi 20 minuti. Lei era ancora troppo sconvolta per parlare e quindi lo osservò anche lei. Aveva un giubotto nero di cuoio e delle scarpe dello stesso materiale, quelle di montagna. Non c'era molto da osservare, ma in lui c'era una forza misteriosa. Anny deglutì con difficoltà e si alzò pian piano. Lui continuava ad osservarla.
-Sei una sacerdotessa di Iside ?- chiese lui dopo un po' di sienzio scomodo da parte di anny. Lei ne rimase sorpresa davanti a tale domanda che prese un po' di tempo prima di rispondere.
-Come?- chiese sorpresa. - senti, io non so chi sei tu e di certo non dovresti essere qui.perche non te ne torni in citta?- ma lui la ignorò completamente con la sua seguente domanda.
-Allora sarai sua figlia?- disse osservandola come se fosse un oggetto. Anny senti le sue guance bollire e divvenne rossa come i suoi capelli.
-Non so di che cavolo stai parlando- disse lei quasi gridando- e non ho intenzione di saperlo. - detto questo provò ad andare verso la porta della capanna ma lui era in mezzo. Stranamente continuò a parlare.
-Hai un messaggio da lei per me?- chiese quelo strano ragazzo carino-misterioso davanti a lei. Anny si tolse una ciocca dei capelli dalla faccia con orgoglio e lo guardo seriamente negli occhi.
-Non so di chi parli, non so di cosa parli e non capisco perche dovrei avere qualche messaggio per qualcuno che non conosco neanche. - disse più tranquilla che mai. Lui rimase in silenzio pensando. Ci mise tanto tempo che la ragazza stava diventando nervosa a morte, aveva bisogno di qualcosa da prendere in mano, mantenere ocupate le dita. Ma non aveva niente.
-Allora sei tu- disse lui con lo sguardo perso- devi venire con me. - anny per poco non scoppiava a ridere.
-Andare con te?- chiese ironicamente -Si certo. Andare con un completo estraneo é la prima cosa che mi era venuta in testa questa mattina. Tu sei matto- poi lo spinse ed entro nella capanna chiudendo la porta dietro di se e bloccandola con una sedia. Quel tizio stava iniziando a spaventarla, doveva andarsene. Ma appena si fece indietro senti la sua voce che la fece spaventare di nuovo.
-Insomma- disse lui con fastidio -Devi venire con me per forza.- Anny lo guardò male mentre prendeva uno dei suoi atrezzi di nascosto.
-Sei un psicopatico!- gridò -Vattene dalla mia capanna! Allontanati da me!- e cosi via.
Anny cominciò a lanciargli delle cose, quello che c'era sul suo tavolo di lavoro -Vattene!- ma lui riusciva a schivare tutti gli ostacoli, solo un pezzo di metallo lo colpì sulla gamba facendolo lamentare, ma niente di che. Lei fuggiva quando lui si avicinava, in poche parole tutti e due si trovarono a correre per la capanna. Ma anny era lenta e lui la prese in pochi minuti. Lei gridò per liberarsi dal suo braccio ma non le fu possibile dato che tutto accanto a lei divenne una massa nera. Sentì il suo stomaco fare un salto mortale e la sua testa girare. Dopo, all'improviso, vide una luce e quando riuscì a guardare oltre, vide il ragazzo appoggiato a un albero stanco. Lei sentì la furia invaderla e cominciò a gidarli contro. Ma quando guardò attorno a se e si rese conto di essere nella città di Londra, divenne pallida.
-Ma come...?- non poteva credere di essere nella città lontana più di 400 metri da dove si trovava. -É uno scherzo televisivo?- chiese subito -Perche se é cosi non fa ridere.- ma lui la ignorò completamente. Si trovavano nel tower bridge, molte macchine passavano accanto a loro. -Insomma, ma ti decidi a spiegarmi cosa sta succedendo?- chiese ma quando si giro verso di lui, lo vide con gli occhi chiusi apoggiato all' albero -Hei! Ma mi senti?- non rispose -Geniale! Adesso mi trovo su un ponte con un tizio che dorme! E non so neanche il suo nome!- Anny era stanca e aveva freddo. Pioveva a Londra e anche se era coperta, si era bagnata un po. Si sedette sul marciapiedi e rimase lì a soffiarsi le mani per riscaldarle. Guardò un po' tutti quelli che passavano che li guardavano male. Fantastico, adesso doveva pure essere considerata una senzatetto. Ma cosa ci faceva lì? Poteva benissimo andarsene, tanto conosceva Londra a memoria, ci abitava li. Ma no, adesso che era stata coinvolta doveva pur sapere perché e come l'aveva portata lì. Passarono circa dieci minuti fino a quando lui si decise ad aprire gli occhi, scoprendo cosi Anny che lo guardava. Lei si senti arrossire ma non lo fece vedere
.-Allora, dormito bene? Lo spero perche hai delle belle domande a cui rispondermi.- Ma lui si limitò soltando a guardarla per poi fare una smorfia e tornare a chiudere gli occhi. Anny senti la rabbia dentro se e, facendo rumore, si alzò e li diede una bella spinta da fargli perdere l'equilibrio. Poi se ne andò mischiandosi fra la gente.
-Hei ma dove vai?- lo sentì gridare, ma lei non si girò e continuò a camminare il più veloce possibile fra la gente, allontanandosi dal ponte. Quando le fu permesso, iniziò a correre per poi scontrarsi con un'altro ragazzo. Questo sembrava un elfo di Babbo Natale con la pelle scura, non tanto. Indossava una maglietta arancione con qualcosa scritto a proposito di un campo, dei jeans blu e una cintura di lavoro. La sua faccia era sporca e aveva il fiato corto. Nello scontrarsi caddero tutti e due a terra. Anny si fece male alla gamba mentre lui si graffio il gomito.
-Insomma guarda dove vai!- disse lui e Anny, che era gia abbastanza arabbiata, non poté fare altro che gridarli contro.
-Io? Guarda chi va correndo come un pazzo!- senza volerlo, delle lacrime di rabbia le uscirono. Questo sembro tranquillizare un po' quello strano ragazzo che si sentì un po' nervoso.
-Beh, si- disse lui -É stata colpa mia. Stai tranquilla.- la ragazza si asciugò le guance con la manica ormai bagnata del suo maglione. Poi lo guardò con rabbia mentre il ragazzo-emo appariva dietro a tutta quella folla.
-Ma tu non te ne eri andato!?- chiese il nuovo ragazzo latino al “rapitore” di Anny.
-Infatti sono tornato- disse lui mentre guardava lei arrabbiato -La prossima volta é meglio che non corri.- le disse -Già sono abastanza stanco per quel viaggio e adesso devo correre dietro a una ragazzina viziata.- Anny divvene rossa di nuovo.
-Io posso correre dove voglio!- gridò -E di certo non mi faccio chiamare “ragazzina viziata” da uno come te!- il ragazzo della maglietta di quel campo si misse in mezzo alzando le mani in segno di pace.
-Pace e amore!- disse -Adesso potete per favore spiegarmi come mai vi conoscete? E perché siete cosi... insomma, perché c'é cosi tanta tempesta fra voi? Su Nico, sei il primo.- Guardò il ragazzo vestito di nero aspettando una risposta ma lui non toglieva lo sguardo da Anny. Sembrava che dei fulmini uscissero dai loro occhi.
-É lei la persona di qui Iside ci parlò- disse alla fine.-Sembrerebbe una nuova recluta.- il latino americano guardò Anny dalla testa ai piedi sorpreso, ma poi sorise e si pulì le mani con un pezzo di tessuto preso dalla sua cintura.
-Ma é fantastico!- disse lui tutto allegro -Benvenuta allora! Di chi é figlia? -Non sono ancora riuscito a scoprirlo- rispose Nico.
-Sentite!- disse lei ormai stanca -Io non so chi siete e cosa volete da me. Ma so che non voglio avere niente a che fare con voi! Quindi lasciatemi in pace!- quello che aveva un nome sconosciuto per anny fischiò. Anny inarcò un sopracciglio confusa.
-Ne ha di carattere- si limitò a commentare.
Anny alzò le mani come se si arrendesse e alzò gli occhi al cielo. Poi fece mezzo giro e si allontanò. Ma per sfortuna, sentì i loro passi dietro di lei. -Eh, non prenderlo male- iniziò -Ma non puoi andartene... hai bisogno di noi- lei si fermo e si giro verso di lui. -Bisogno di voi?- chiese -Io non ho bisogno di nessuno! Sto bene cosi!- -Non capisci!- disse lui- come posso spiegartelo... tu... tu sei una di noi! Figlia di non sappiamo ancora che dio!- anny rise e scosse la testa.
-Si, certo. Io non ci casco.-
-Ma é vero! Sei un semidio! Come noi due! Dobbiamo solo capire di che dio sei figlia tu.- continuo l'elfo di Babbo Natale.
-Dal carattere sicuramente una figlia di Ares- commentò Nico -Mi sono sempre stati antipatici.- Anny continuò ad andare avanti, cominciava ad oddiare quel ragazzo. Le persone guardavano Anny di modo strano e lei non esitò a guardarsi per capire cosa non andava. Si vide avvolta dalle fiamme, fiamme vere. Anny urlò provando a toglierle di dosso. Ma era impossibile. Lei non bruciava, non lo aveva mai fatto. Non sapeva cosa significasse bruciare. Sopra di lei si trovava una fucina. Anny era sorpresa, anzi spaventata. Leo provo a tranquillizarla. Ma anny non voleva sapere niente, proprio niente.
-Hei tranquillizzati!- diceva lui -É normale, stai ferma. Scomparirà- infatti, il fuoco scomparve, anche il martello sopra la sua testa, ma attorno a lei c'era una luminosità diversa. -Adesso- disse Leo un po' distratto da qualcosa o qualcuno dietro di lei -Adesso dovrò adormentarti.
-Cosa?- chiese Anny ancora sconvolta per quello che era successo prima. -Dovrò addormentarti, tranquilla, non sentirai niente- disse lui ancora distratto, ma quando anny volle girarsi per capire cosa stesse guardando, sentì un colpo al collo. Sentì il calore percorrere per la sua schiena e gli occhi le si chiusero. Li aprì debolmente ormai a terra, ma soltanto per sentire Leo dirli al suo amico: -Avevo detto piano!-
  
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