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Autore: AThousandSuns    11/02/2014    2 recensioni
Julie Kyle, (OC),figlia adottiva di Selina Kyle, ha cercato di voltare pagina dopo la morte di Jason Todd, Robin II, nonchè suo migliore amico e ragazzo. Ora che è un poliziotto, si trova a dover assistere, impotente, all'opera di un nuovo vigilante, Red Hood... Ambientata nell'universo del film animato DCU Batman:Under The Red Hood. Prima fanfic per me, siate buoni! recensite, consigliate, criticate ecc. Il titolo è tratto da Walk Away dei The Script. I titoli dei capitoli saranno titoli di canzoni, perchè mi andava :)
Genere: Angst, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jason Todd, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: tutti i personaggi tranne Julie appartengono alla DC. Note: Il cognome di Mark è un omaggio a Jensen Ackles che ha dato la voce a Red Hood nel film animato della DC a lui dedicato. Il titolo del capitolo è Breath Of Life, di Folrence + The Machine. Ho usato Black Cat invece di Catgirl perchè mi piaceva di più (Black Cat è anche il nome di una famosa ladra dell'universo Marvel per quel che mi risulta, non sono molto informata).
 * Red Hood *
Non pensavo che tornare a casa mi avrebbe fatto questo effetto. Gotham era cambiata, ma in fondo era la stessa. Quanto tempo era passato? Anni... Ma non aveva importanza: importava che fossi tornato, e che fossi tornato con uno scopo, con un piano. Ed ero pronto.
* Julie *
La centrale era un totale casino quando arrivai per iniziare il mio turno. Tre cadaveri erano stati scoperti all'alba in un magazzino dimesso di Crime Alley, spacciatori, se avevo capito bene.
-'Giorno, Mark. Il mio collega alzò lo sguardo implorante e mi sorrise quando si accorse che gli porgevo del caffè fumante.
-Sei la mia eroina- disse, sorridendo ancora di più. Ricambiai con meno enfasi, ringraziando il fatto che credeva non fossi etero.
-Allora, che abbiamo stamattina?- chiesi.
-Noi tutti i crimini minori che tu possa immaginare.
Sbuffai: lavoravo lì da quasi due anni, e ancora ero bloccata a furtarelli e atti di vandalismo. Non che a Gotham non ce ne fossero, ma non mancavano nemmeno esplosioni, omicidi e complotti vari. Quando ci avrebbero fatto lavorare su casi più seri?
-Ackles, Kyle, siete di pattuglia!
Mark sorrise di nuovo, e mi raccontò quello che davvero volevo sapere, mentre eravamo fuori.
-Non erano semplici spacciatori, ma grossisti potenti, al servizio di un uomo potente. Un colpo di pistola in testa a ciascuno, un atto freddo, ma calcolato, per mandare un messaggio ai piani alti: a Black Mask. Devono ancora arrivare i risultati della balistica, ma scommetto che è stato ancora Red Hood!
Mi piaceva Mark. Era un tipo in gamba, che amava la sua città e voleva cambiare le cose. Come me, aveva una storia triste alle spalle, anche se non aveva vissuto in un quartiere malfamato come il mio.
-Forse il borsone con le teste mozzate non ha sortito l'effetto desiderato- rabbrividii mentre lo dicevo, era passata solo una settimana da quella strage. Quanto sangue freddo ci voleva per fare qualcosa del genere? Qualunque cosa questo Red Hood volesse, era chiaro che voleva ottenerlo, a qualsiasi costo.
                                                                                                              ***

Sognavo. Sognavo Robin, no, Jason, venirmi incontro, saltando di tetto in tetto, nella tuta assurda per la quale non perdevo occasione di prenderlo in giro.
-Perchè il pipistrello, che ama così tanto il nero, fa vestire le sue spalle da semafori ambulanti? Vi usa forse come diversivi per distrarre i criminali così da... Non riuscii a finire la frase, ero occupata a baciarlo. In fondo era ironico che Black Cat, protetta di Catwoman, e Robin, si fossero innamorati. Non che l'avrei mai ammesso a voce alta, comunque. Era a questo punto che il sogno si trasformava in incubo, ogni volta.
-Sto per partire con il pipistrello, dovremmo essere a casa in un paio di giorni- mi guardava, sorrideva sbieco,- ce la farai senza di me?
Volevo fermarlo, perchè Dio, se sapevo quello che gli sarebbe successo, ma continuavo a sorridergli e gli rispondevo reggendogli il gioco:-Non ne sono sicura...
E poi il fuoco, un'esplosione, una che non avevo mai visto, solo sentito raccontare, ma non per questo meno reale nella mia testa. La pioggia, quella di Gotham, che cadeva sulla sua bara mentre la calavano nella fossa. Avrei voluto gridare, dir loro di non seppellirlo, di aspettare... Ma al funerale ero rimasta zitta, immobile, non ero nemmeno riuscita a piangere, e mi sentivo in colpa per ogni lacrima che non scendeva, in colpa perchè non ero lì quando ne aveva avuto bisogno, in colpa perchè non ero riuscita a salvarlo. Volevo gridare...
E lo facevo, ogni volta che mi svegliavo. Tranne stanotte, qualcuno mi aveva scrollato prima che iniziassi: Selina.
Accese la luce, mi guardò di sbieco per un attimo, poi preoccupata.
-Sai, preferisco quando mi guardi male- sostenni il suo sguardo.
Per un po' non disse nulla, ma non ce la faceva a stare in silenzio:-Di nuovo l'incubo su di lui?
Sospirai: lo diceva come se lo stessi facendo apposta, come se lo sognassi di proposito.
-Guarda che non mi metterò ad urlare se dici il suo nome.
Si mise a sedere, mi prese le mani tra le sue, e tirò fuori quel tono, il tono da madre. Quanto lo odiavo.
-Vorrei aiutarti, davvero, ma non so più che fare, capisci? Julie, sono passati cinque anni.
Volevo bene a Selina, davvero, se non fosse stato per lei chissà cosa mi sarebbe successo... La consideravo una sorella maggiore, più che una madre, nonostante mi avesse preso con sè quando ero solo una bambina, e poi adottato. Cercai di tranquillizzarla, mentii, dissi che stavo meglio, che il lavoro, e gli amici, mi tenevano occupata, le stesse cose che ripetevo a me stessa ogni giorno. Mi guardò: ovviamente non credeva a una parola.
-Sai, dovresti distrarti...- oh, sapevo già dove stava andando a parare, e col cavolo che sarei stata lì ad ascoltarla. Mi alzai di scatto, provai a parlare ma mi afferrò dolcemente il polso:-Sai, il tuo collega è davvero carino...
Sgranai gli occhi:-Scusa ma tu come... lascia stare, domanda stupida. Beh comunque non è una cosa saggia mischiare il lavoro con la vita privata- le scroccai un'occhiata, sorridendo appena.
-Beh, a me è andata bene... -Mmm già, come mai così agghindata?- indossava il suo costume da Catwoman, quello buono, quello che la fasciava meglio- non capisco perchè vi ostinate ad incontrarvi così, ormai ognuno sa l'identità dell'altro- speravo di essere riuscita a sviare e cambiare discorso.
Lei rise, facendomi l'occhiolino:-E dove sarebbe il divertimento? Provai a rispondere, ma riuscii soltanto ad alzare gli occhi al cielo, sorridendo.
Lei tornò seria:-Sei un'adulta Julie, hai in mano la tua vita, e credo che a vent'anni tu abbia il diritto di... essere felice- eh sì, lo odiavo proprio quel tono- ma devi dare a te stessa questa possibilità, provarci. -Lo so- mormorai- è che... mi manca.- prima di essere il mio ragazzo, era il mio migliore amico, l'unica persona che era riuscita ad abbattere i muri costruiti durante un'infanzia davvero dura, oltre a Selina. E io ero riuscita a fare lo stesso con lui... Mi tenne stretta per un tempo infinito, poi disse:-Sai, manca anche a Bruce. Non ero l'unica ad aver bisogno di lei.
   
 
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