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Autore: F r o z e n    11/02/2014    5 recensioni
-Minato…- la voce rotta dal pianto, le lacrime che rigavano quel volto giovane, le mani strette in pugno del giovane che le stava di fronte in ginocchio, con la testa piegata in avanti e i denti digrignati.
-Non puoi andrtene Ai, abbiamo bisogno tutti di te! -
Ai sorrise dolcemente passandosi a fatica una mano sulla bocca sporca di sangue raffermo nel vano tentativo di pulirsi:-Non ti preoccupare Minato-kun-, andrà tutto bene…-
-T porterò al Villaggio- gridò lui sollevando il corpo freddo della ragazzina :-Vedrai che i medici riusciranno a salvarti!-
-Minato dove vai!?- gridò Kushina trattenendo il ragazzo per un lembo della maglia:-Dobbiamo completare la missione!- la ragazza dai lunghi capelli rossi abbassò lo sguardo, dire quelle cose non le era mai piaciuto, soprattutto se la diretta interessata era appena stata gravemente ferita.
-Non mi importa!- gridò:-Non mi importa! Dobbiamo salvarla Kushina lei è un membro della nostra squadra!- detto questo, con le gambe ancora tremanti prese lo slancio pronto a dirigersi verso il Villaggio della Foglia.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kakashi Hatake, Minato Namikaze, Nuovo Personaggio | Coppie: Minato/Kushina
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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-Minato…- la voce rotta dal pianto, le lacrime che rigavano quel volto giovane, le mani strette in pugno del giovane che le stava di fronte in ginocchio, con la testa piegata in avanti e i denti digrignati.  
-Non puoi andrtene Ai, abbiamo  bisogno tutti  di te! -
Ai sorrise dolcemente passandosi a fatica una mano sulla bocca sporca di sangue raffermo nel vano tentativo di pulirsi:-Non ti preoccupare Minato-kun-, andrà tutto bene…-

-T porterò al Villaggio- gridò lui sollevando il corpo freddo della ragazzina :-Vedrai che i medici riusciranno a salvarti!-
-Minato dove vai!?- gridò Kushina trattenendo il ragazzo per un  lembo della maglia:-Dobbiamo completare la missione!- la ragazza dai lunghi capelli rossi abbassò lo sguardo, dire quelle cose non le era mai piaciuto, soprattutto se la diretta interessata era appena stata  gravemente ferita.
-Non mi importa!- gridò:-Non mi importa! Dobbiamo  salvarla Kushina  lei è un membro della nostra squadra!- detto questo, con le gambe ancora tremanti prese lo slancio  pronto a dirigersi verso il Villaggio della Foglia.

Correva veloce Minato , schivava tutti i rami che gli impedivano di saltare agilmente, si muoveva talmente veloce da sentire le gambe andare per conto loro oramai e ogni tanto lanciava  uno sguardo al corpicino di Ai che teneva tra le braccia, quasi avesse paura di perderla.
L’avrebbe salvata, a qualsiasi costo. Ma quando si rese conto che il nemico l’aveva   colpito e che Ai stava precipitando nel  vuoto era troppo tardi.

 

-MINATO-

 

Una frase mimata che non capì.

 

L’uomo spalancò gli occhi in preda agli ansiti. L’aveva sognata ancora, com’era possibile!?
-Kushina…- mormorò scostando dalla fronte della moglie un ciuffo di capelli:-Noi l’abbiamo salvata, eppure io continuo a…- sospese la frase guardando fuori dalla finestra, il cielo era una trapunta di stelle luminose, nessuna nuvola copriva la volta celeste. Era tutto così tranquillo.
-A differenza di me…- disse sotto voce, si passò una mano dietro al collo asciugandosi il sudore e sospirando si mise in piedi.
-Forse è meglio se vado a farmi quattro passi- ragionò tra se e se sgattaiolando furtivo fuori dalla porta dell’appartamento in cui lui e Kushina vivevano.
Minato camminava lentamente per le strade del suo villaggio, si domandava il perché Ai venisse a tormentarlo ogni notte da un pò di tempo a quella parte. Insomma, lui l’aveva salvata, le aveva fatto visita tutti i giorni in ospedale portandole una mela e un libro, che si premurava di leggerle tutti i giorni, nel tentativo di ricavarne un sorriso. Ma Ai non rideva, Ai aveva smesso di ridere da quando era entrata in ospedale e lui proprio non aveva trovato il modo di tirarle su il morale.
Ai era sempre stata radiosa, per questo aveva tanti amici intorno su cui contare, eppure  era come se si fosse spento qualcosa, ricordava bene il mondo in cui lo guardava, lo sguardo di chi ha perso tutto. Un occhio fasciato e l’altro vitreo, le mani piccole posate sulle coperte e la schiena ricurva.
-Minato-kun?- una domanda semplice che risvegliò qualcosa in quel cuore tormentato dagli incubi, Minato alzò lentamente lo sguardo. Non poteva crederci. Ai era proprio di fronte a lui, fasciata nel kimono chiaro che metteva in risalto la scura matassa di capelli neri come la pece.

Per poco Minato non svenne, il suo “incubo” era lì davanti a lui con gl’occhio sano spalancato per lo stupore:-Minato-kun sei proprio tu?-
-Ai…- mormorò:-Ai-chan!- gridò entusiasta, la  strinse in un abbraccio che aveva del tentacolare tanta era la felicità che provava in quel momento.
-Ai-chan…- mormorò la ragazza sotto voce nascondendo il viso tra la stoffa morbida della giacchetta da jonin che aveva indosso Minato:-Minato-kun è un piacere rivederti!-
-Ai non sei cambiata di una virgola- strillò lui gesticolando animatamente:-E sei riuscita a farmi sudare come non avevo mai sudato in vita mia!- lo disse con un tono tanto entusiasta da sembrare un complimento.
Ai sorrise e si allontanò di un passo dalla figura di Minato:-Anche tu sei sempre uguale, solo che sei diventato troppo alto!- gonfiò le guance indispettita:-Ti arrivo a malapena alla spalla!-
Minato rise sonoramente dandole un colpetto affettuoso sulla spalla.
-Ho sentito che sei diventato il Quarto Hokage! Complimeti!- esclamò Ai raccogliendo le cose che si erano rovesciate a terra nell’impeto di quell’abbraccio.
-Grazie- Minato non poteva essere più felice, vedere Ai dopo tanto tempo fu quasi rinvigorente, ma la cosa che più lo entusiasmava era sapere che l’amica d’infanzia stava bene e che a giudicare dal carico che portava nella borsa di plastica si era fatta una famiglia.
-Ah scusa!- sbiascicò aiutandola a rimettere nella borsa quel carico di bende, siringhe e cerotti:-Ti aiuto a portarla se vuoi!-
-Certo, non sia mai che faccio fatica- rispose lei gioviale:-Così ti preparo un bel thé-

Nessun “sono tornata”. Nessun “eccomi”.
La casa di Ai era completamente vuota, solo una figura accartocciata sotto le coperte.
-E’ tuo figlio?-
-No!- disse lei agitando imbarazzata la mano davanti al viso:-E’ solo il ragazzino per cui lavoro-
Minato in quel momento si sentì triste per lei, Ai era ancora da sola.
E molto probabilmente era anche colpa sua.

ANGOLO DELL’AUTRICE:

Buona sera a tutti :’D
Ammetto che è la prima volta che scrivo in questo fandom e ho preso la decisione di scrivere la mia prima fan-fiction di scriverla proprio su Minato, spero sinceramente che vi piaccia *^*
La fiction non sarà lunghissima, due o tre capitoli al massimo.
  
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