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Autore: albamajor    11/02/2014    0 recensioni
Dal testo:
[...] Un ragazzo si avvicinò a me, e appena i miei occhi si incrociarono con i suoi il mio cuore perse un battito, un azzurro bellissimo, da perdersi dentro, ancora una volta ...
Harry Styles, un comune diciannovenne dall'aspetto mozzafiato, vola in California per passare una vacanza solo con il suo migliore amico d'infanzia, Zayn Malik.
Durante la vacanza Harry incontrerà nuovi amici e l'amore sboccerà.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi, Slash | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Surprising Holidays
Brawl
 



 



LOUIS'S POV

La sveglia suonava da dieci minuti circa, mi stropicciai gli occhi e mi decisi di staccarla, erano passati un po' di giorni da quando avevo chiesto a Niall di invitare Harry ad uscire con noi, ma Harry in quei giorni aveva da fare con il suo amico e la sua ragazza, quindi non aveva accettato, aveva detto che avrebbe avvisato lui, organizzando una serata in camera sua. 
Mi alzai e mi decisi a lavarmi, dopo aver fatto una doccia mi misi la tuta e andai a fare una corsetta, la solita corsetta mattutina, mi faceva stare bene, mi svuotava la testa, e io mi sentivo più leggero. 
Stavo correndo da più di venti minuti ascoltando la musica dal mio i-pod quando vidi una coppia litigare, decisi di farmi i fatti miei e mi sedetti su un muretto così da riprendere fiato; quei due gridavano troppo forte, mi davano anche fastidio, ma poi qualcosa attirò la mia attenzione; quel deficiente le aveva appena schiaffeggiata, io non ci vidi più, lei piangeva e si teneva la guancia colpita, mi avvicinai a loro incazzato come non mai, quale ragazzo sano di mente potesse alzare le mani alla ragazza amata? Quale ragazzo alza le mani ad una ragazza? Un coglione!
Lui stava per dargliene un'altra quando lo bloccai da un polso 

«Sei un mostro. Chiedi scusa alla ragazza e va via»

Gli dissi quelle parole con rabbia, urlando. 
La ragazza era già nascosta dietro di me, tremava, aveva paura, ma onestamente anche io avevo un po' di paura, era un ragazzo grande e grosso, invece io, a differenza sua, ero un nano piccolissimo. Aveva iniziato a prendermi a parole, a dire che non erano cavoli miei, aveva ragione, ma non sopporto quando alzano le mani alle ragazze. Mi aveva spinto violentemente ma io avevo reagito, gli avevo dato un pugno in pieno stomaco, lui non la prese molto bene, infatti iniziammo a fare a pugni. 
Avevo dolori ovunque, mi aveva colpito in viso, in pancia, e io mi stavo difendendo quanto potevo, la ragazza era scappata via, volevo anche io fare come lei; dopo un paio di pugni e pedate caddi a terra, stavo per ricevere una pedata in piena pancia quando sentii una voce 

«Fermo animale, se non vuoi morire» 

Era una voce forte, roca. 
Non ricordo altro, ero svenuto dal dolore.

«che vergogna»

Pensai quando aprii gli occhi. Chi mi aveva salvato? Di chi era quella voce? E io ora dove mi trovavo? Era una stanza famigliare, molto simile alla mia.
Sentii dei passi venire verso di me e una voce

«ti sei svegliato? Come stai?» 

Una strana sensazione mi attraversò tutto il corpo, mi girai lentamente, molto lentamente verso di lui quando lo vidi, lì, davanti a me, era lui, quegli occhi verdi, quei capelli ricci, H...Harry, sì, davanti a me c'era Harry.

«S....si, grazie»

Riuscii a sussurrare solo quelle parole, che brutta figura, come dovevo guardarlo in faccia? Mi alzai velocemente dal letto e mi diressi verso la porta, lui mi bloccò da un polso e disse 

«dove vai? Non avrai mica intenzione di andare via in queste condizioni?»

 Era confuso, mi guardava stranito 

«lasciami, riesco a camminare, e alloggio anche io in questo hotel, non avevo bisogno del tuo aiuto. Ora lasciami, grazie»

Che mi stava succedendo? Perché gli avevo detto quelle parole? Sono uno stupido. Cercai di liberarmi dalla sua presa quando sentii un dolore lacerante allo stomaco, mi piegai appena tenendomi lo stomaco col braccio libero, e mi sentii quasi svenire, infatti iniziai a barcollare, lui preoccupato mi prese in braccio e mi portò nuovamente sul letto, mi fece sdraiare e si sedette vicino a me.

«non fare il bambino, stai qua e basta. Ho chiesto del ghiaccio, tra poco arriva»

Era la dolcezza quel ragazzo, aveva ragione Niall 

«grazie, scusa per prima, non volevo, se non fossi arrivato tu sarei morto di sicuro. Grazie»

Lui sorrise, un sorriso che mi fece perdere un battito di cuore

«tranquillo, non mi ringraziare. Era solo un cretino quel ragazzo. Comunque io sono Harry, tu?»
 
Ero ancora imbambolato a guardare i suoi occhi, il suo sorriso, le sue labbra, e che labbra, avevo una voglia matta di baciarlo, ma che dico? Scossi la testa e mi presentai

«io sono Louis, e ti devo la vita»
 
Gli sorrisi di rimando, il cuore mi andava a mille, per poi piegarmi nuovamente dal dolore, lui si avvicinò maggiormente a me per guardare il punto dolorante quando bussarono alla porta, cazzo pensai, volevo sentire il suo odore, sentirlo vicino, lui si alzò dal letto, troppo veloce secondo me, e andò alla porta, aprii e prese il ghiaccio che aveva portato il cameriere che gli sentii ringraziare.
Era di nuovo seduto accanto a me sul letto e mi chiese di togliere la maglia così da controllare i lividi e mettere il ghiaccio, io non ero così tanto sicuro di volerlo fare, mi vergognavo, ma poi lo ascoltai, mi tolsi la maglia e mi sdraiai nuovamente; lui mi toccava i punti doloranti, preoccupato, ma anche con rabbia

«stronzo, se lo vedo per strada lo uccido» 

 «ma no Harry, tranquillo, non fa tanto male»


Dissi una bugia, faceva male, tanto male, ma non volevo che andasse a cercare rissa per colpa mia, e poi perché era così arrabbiato? Non mi conosceva neanche, i miei pensieri furono interrotti dalle sue dita che sfioravano il mio labbro, cosa che mi fece rabbrividire

«hai un taglio qua, sul labbro, ti fa male?»

A quelle parole istintivamente mi venne di leccarmi le labbra, sentii un leggero bruciore, ma niente di che, ero davvero conciato male; chi doveva dirlo che dovevo conoscerlo così? Che avrebbe pensato di me? Che ero una femminuccia. 
Chiusi gli occhi e respirai affondo, avevo un nodo allo stomaco, stavo provando mille emozioni, le sue attenzioni mi facevano uno strano effetto, mi procuravano dei nodi allo stomaco, una sensazione piacevole

«come potrei ringraziarti?» 

Gli chiesi poi continuando a tenere gli occhi chiusi

«accettando un invito a cena» 

A quelle parole riaprii gli occhi e lo guardai confuso, stordito da quell'invito, deglutii e annuii

«va bene, dimmi tu quando» 

«stasera sono fuori con degli amici, Niall e Liam. Domani sera?»

Allora lo aveva chiamato Niall per uscire, e io ora non potevo uscire conciato così, che dovevo rispondere?

«anche io stasera dovevo uscire con Niall e Liam. Ma va bene per domani sera»

Gli risposi ridendo, e lui di rimando riempii le mie orecchie dal dolce suono della sua risata, risata che non dimenticherò molto facilmente, era meravigliosa, quasi quanto lui

«ma così non credo di uscire, si preoccuperebbero e succederebbe un casino»

Lui ritornò serio e mi guardò

«hai detto che alloggi qua?»

lo guardai preoccupato e annuii

«bene allora, ti accompagno in camera così ti fai una doccia e ti cambi, ti metti a letto e riposi»

Annuii semplicemente e dopo essermi alzato mi incamminai con lui verso la mia camera; non capivo la sua reazione, che avevo detto di male? Perché era diventato così serio?.  
Arrivati davanti la mia camera mi aiutò ad aprire la porta e io lo ringraziai entrando

«grazie Harry, ci vediamo domani»

«non credi mica che ti lascerò solo, vero? Oggi sarò il tuo infermiere»

Rise nuovamente, la sua risata non l'avrei mai dimenticata, ora ne ero sicuro, e quelle parole mi fecero sorridere, ma non volevo disturbarlo

«riesco anche da solo, tu avrai altro da fare, tranquillo»

Scosse la testa ed entrò in camera chiudendosi la porta alle spalle 

«datti una rinfrescata, io ordino qualcosa da mangiare e dopo riposi»

 Annuii senza ribattere, onestamente mi faceva piacere averlo con me, passare del tempo con lui, aveva una settimana che aspettavo di conoscerlo, certo, preferivo conoscerlo in un'altra situazione, ma meglio di niente
 
«va bene, faccio una doccia veloce allora.»

Presi i vestiti da dentro l'armadio e lentamente, tutto dolorante, andai in bagno 

«se hai bisogno di una mano, non esitare a chiamarmi»

«va bene, Harry» 


Dette quelle parole entrai in bagno e mi chiusi la porta alla spalle, ma, senza chiuderla a chiave, potevo davvero aver bisogno di una mano, a quel pensiero arrossii di botto, non gli avrei mai chiesto di entrare in bagno mentre ero nudo. 
Mi spogliai lentamente con il corpo ancora dolorante e dopo aprii l'acqua facendola stemperare nella giusta temperatura, stavo per entrare dentro la doccia quando sentii 

«Louis ti suona il telefono è una certa AMORE» 

Eleanor? Ma che voleva? Non ero stato abbastanza chiaro? E perché Harry ha sottolineato la parola amore con quel tono?

«Lascia stare Harry, chiudi il telefono, è una persona che non capisce quello che le viene detto»

Dette quelle parole mi infilai finalmente sotto la doccia e iniziai a lavarmi; anche l'acqua che mi cadeva addosso mi procurava un lieve dolore;mentre mi lavavo lo pensavo, Harry, anche il nome era bello, suonava perfettamente, quel ragazzo mi faceva battere il cuore sempre più, quello che stavo iniziando a provare era una sensazione nuova, strana; feci più veloce che potevo, volevo ritornare da lui.
Dopo essermi asciugato e vestito, cioè, aver indossato un paio di boxer e pantaloncini passai da lui, mi guardò e se non sbaglio era arrossito appena, era anche più dolce e carino con le guance rosse.  

«Louis, posso chiederti una cosa?» 

«certo che puoi»

«che significato hanno i tuoi tatuaggi?» 


A quelle parole mi passai una mano sul petto, in corrispondenza del tatuaggio, ci pensai un po' su, non ero sicuro di volergli dire il vero, ma le parole mi uscirono da sole

«Sai la mia famiglia è molto ricca e conosciuta a Donchaster, e molto tempo fa hanno deciso che dovevo sposarmi con la figlia di un loro socio.»

Mi morsi il labbro inferiore e presi un respiro profondo prima di continuare 

«io sono bisessuale, o meglio, mi attraggono di più i ragazzi dalle ragazze, e questi tatuaggi mi rappresentano. Ecco la mia vita»

Mentre parlavo mi ero seduto sul letto, accanto ad Harry, e mi torturavo il labbro inferiore, aspettavo che rispondesse, avevo paura del suo giudizio 

«che schifo.  Io odio queste persone»

Prese un respiro mentre il mio cuore si rompeva in mille pezzi, gli facevo schifo 

«odio quando i genitori devono decidere il destino dei propri figli. Devi uscire il tuo vero carattere, e non fatti mettere i piedi addosso» 

A quelle parole tirai un sospiro di sollievo e mi girai, finalmente, a guardarlo 

«sono qui per non pensarci, tranquillo» 

Lui annuii e mi guardò sorridendo 

«ora arriva il pranzo, e dopo che mangi riposi un po', ti farà bene»

Quelle sue parole, le sue premure mi facevano stare bene, non riuscivo a smettere di sorridere, ma onestamente, in quel momento non avevo fame, non sarei riuscito a mandar giù niente. 
Mi sdraiai sul letto e gli sorrisi

«onestamente parlando, preferisco dormire, non riuscirei a mandar giù niente. Tu sei vuoi pranzi e poi vai, non ti disturbare troppo per me» 

Lui in tutta risposta si sdraiò dal lato opposto del letto, accanto a me, e mi accarezzo una guancia 

«aspetto il tuo risveglio, starò qua a prendermi cura di te. Buonanotte Lou, riposa bene»

Lou? Mi aveva appena chiamato Lou? 

«gra...grazie Harry. Buonanotte» 

Chiusi gli occhi e cercando di non pensare al dolore, e al fatto che Harry fosse accanto a me mi addormentai sorridendo, felice. 
 

HARRY'S POV

Uno spiraglio di luce passava attraverso la finestra della camera portandomi ad aprire gli occhi per il fastidio che mi dava, mi girai sentendo un corpo accanto a me, era Zayn, sorrisi dolcemente mentre lo guardavo dormire, quella notte avevamo bevuto tanto, dopo tanto tempo avevamo passato del tempo insieme, mi ero davvero divertito con il mio migliore amico,mi era mancato da impazzire, con lui condividevo tutto, e finalmente mi aveva promesso che mi avrebbe dedicato un altro giorno, ed io ero felice.
Mi alzai lentamente facendo attenzione a non svegliarlo, mi avvicinai al telefono della camera e chiamai il servizio chiedendo se mi portassero la colazione in camera, pancake e cappuccino, la sua colazione preferita.
Mi avvicinai a lui e, piegandomi appena, gli lasciai un bacio sulla guancia, gli sorrisi e andai in bagno, mi lavai velocemente quando sentii il suo telefono squillare, sbuffai immaginando già chi fosse, e poi sentii la sua voce roca appena sveglio:

«Amore mio, no oggi non posso, ho promesso ad Harry che sarei stato con lui» 

A quelle parole sorrisi ampiamente, ma poi un senso di colpa mi salii quando gli sentii pronunciare 

«anche tu mi manchi, dai un giorno e poi domani ci vediamo»

Passai velocemente da lui e guardandolo sorridendo gli dissi:

«vai Zay, tranquillo, staremo insieme domani, io stasera sono fuori con quei ragazzi che ho conosciuto»

Lui mi sorrise contento e mi rispose alla ragazza che stava dall'altra parte del telefono

«Perrie ci vediamo tra un'ora» e dopo poco chiuse al telefono. 

«sicuro che non ti da fastidio?»

Io gli sorrisi e annuii 

«vai a divertirti, io esco a fare due passi. Però almeno facciamo colazione insieme»

Lui si alzò dal letto e dopo avermi abbracciato si sedette sulla sedia vicino al tavolo e iniziò a mangiare, dopo che anche io mi ero seduto.
La sera prima mi aveva chiamato Niall chiedendo di uscire tutti insieme, e di portare anche Zayn se volevo, e avevo accettato, ma visto che Zayn aveva da fare sarei uscito con loro, da solo.
Dopo neanche due ore ero pronto e uscii dall'hotel, mi incamminai sul lungomare pensando cosa  fare nella mezza giornata libera che avevo, tutto d'un tratto vidi due ragazzi prendersi a pugni, e incamminandomi più vicino notai che uno dei due era l'amico di Niall. 

«Fermo animale, se non vuoi morire»

Urlai con tutta la rabbia che avevo dentro, quello stronzo stava menando quella meraviglia. Appena li raggiunsi spinsi via quel ragazzo facendolo cadere a terra, e mi chinai prendendo tra le braccia il ragazzo con gli occhi blu.
Lui era svenuto quindi decisi di portarlo in hotel, in camera mia, il tragitto non fu molto lungo, e lui non pesava molto.
Una volta arrivato in camera lo stesi sul letto e lo guardai preoccupato, non dava segno di risveglio, non sapevo se portarlo in ospedale o meno, era conciato davvero male. Chiamai il servizio in camera chiedendo di portarmi su del ghiaccio. Dopo che poggiai il telefono andai in bagno a sciacquarmi il viso, avevo bisogno di rinfrescarmi, ero troppo arrabbiato. 
Quando passai di nuovo in camera lo vidi muoversi, sospirai di sollievo, ero davvero preoccupato. 
Si girò e i suoi grandi occhi blu investirono il verde dei miei, persi un battito di cuore, e lentamente mi avvicinai a lui.

«t...ti sei svegliato? Co...come stai?»

Dissi balbettando, il mio cuore batteva a mille, quel ragazzo mi stava facendo provare mille sensazioni anche senza parlare, solo guardandomi.
Mi disse che stava meglio e poi lo vidi alzarsi, dove stava andando? Perché aveva tutta quella fretta di andarsene? Cercai di fermarlo ma lui sembrò non volermi ascoltare, e le parole mi colpirono come delle lame taglienti, dritto allo stomaco, ma poi lo vidi barcollare, quasi svenire e preoccupato lo afferrai da un braccio e dolcemente lo strinsi a me, mentre lo portavo verso il letto, un tragitto molto piccolo, ma per me infinito, respiravo il suo odore, sentii il suo cuore battere contro il mio petto, e il suo respiro infrangersi contro il mio collo, rabbrividii. 
Lo poggiai sul letto facendolo stendere, mi sedetti al suo fianco e ripensai alle sue parole, alloggia in questo hotel, e io dove sono stato in questi giorni? Perché non lo avevo mai visto? 
Dopo le mille domande che mi giravano per la testa decisi che forse era arrivato il momento di conoscere il suo nome, mi presentai e aspettai che mi dicesse il suo di nome

«io sono Louis, e ti devo la vita»

Louis, era quello il nome della persona che mi faceva battere il cuore come non mai prima d'ora, Louis era quello il nome del ragazzo con gli occhi blu. Gli sorrisi facendo un sorriso sincero, mentre sentivo il mio cuore battere a mille. 
Notai che si contorse dal dolore e chinandomi verso lui poggiai una mano sul suo addome quando sentii bussare alla porta.

«cazzo» 

Pensai tra me e me

«proprio ora doveva arrivare?» continuai

Mi alzai dal letto sentendo un nodo allo stomaco, volevo stargli vicino, il suo odore, i suoi sorrisi, stavano diventando una droga per me. 
Aprii la porta e vidi che era il cameriere, presi il ghiaccio e lo ringraziai. 
Velocemente mi avvicinai di nuovo a lui e dopo essermi seduto sul letto gli dissi  di sfilarsi la maglia, appena lo fece notai i lividi che aveva sull'addome, un brivido non piacevole, glaciale, mi percorse tutto il corpo, era rabbia, se mi ritrovavo quel ragazzo davanti lo avrei ucciso.
Gli poggiai il ghiaccio sui lividi e alzai lo sguardo verso di lui, lo guardai negli occhi, e poi feci scorrere lo sguardo su tutto il suo viso; quando notai un taglio sul labbro inferiore, poggiai il dito sul punto in questione e glielo sfiorai appena, mille pensieri già mi passarono per la testa, chissà che sapore avevano quelle labbra, mi morsi il labbro inferiore per poi distogliere lo sguardo. 
Dopo poco mi passò per la testa di invitarlo a cena, e così dopo aver preso una botta di coraggio lo invitai, il cuore mi stava per uscire dal petto, e alla sua risposta positiva lo sentii fermarsi, dovevo decidere un giorno, oggi, perché non oggi? Ma poi ci pensai, avevo un impegno con Niall e Liam, e glielo dissi, proponendo di fare l'indomani, scherzammo e ridemmo e poi ritornai serio tutto d'un tratto, doveva sciacquarsi, mangiare e riposare e così ricordandomi le sue parole di prima gli dissi che lo avrei accompagnato in camera così da fare tutto questo, volevo che si riprendesse del tutto e che quella sera assieme a noi ci fosse anche lui. 
Lo aiutai a rimettersi la maglia e  aiutandolo poi a camminare lo accompagnai in camera. una volta arrivati lui mi salutò, ma io non volevo lasciarlo solo, ero preoccupato e poi volevo approfittarne per stare con lui, gli dissi che sarei restato con lui ed entrai in camera, chiusi la porta dietro le mie spalle e mi guardai in giro, un letto grande, che fosse in compagnia? Ma poi lui mi distrasse dai miei pensieri dicendo che andava a fare una doccia e appena si chiuse in bagno mi sedetti sul letto aspettandolo con ansia, mi mancava, può essere che una persona appena conosciuta mi mancasse? I miei pensieri furono di nuovo interrotti dal suono di un telefono, mi guardai in giro e vidi il suo telefono, mi avvicinai al tavolo dove era appoggiato e lo presi, «Amore» si illuminava sullo schermo, era fidanzato, lo sapevo, ma che volevo? Dovevo immaginarlo, mi decisi ad informarlo della chiamata e la sua risposta mi fece sorridere, da come avevo capito dal suo tono scocciato non andava molto bene tra di loro; appena chiuse sbloccai il telefono e andai sulla sua rubrica, inserii il mio numero e lo riposai al suo posto. 
Ero seduto sul letto a pensare a quanto fosse strano il destino, dovevo essere con Zayn in questo momento e grazie alla sua ragazza era saltato tutto, quando lo vidi uscire, era a petto nudo, con indosso solo un paio di pantaloncini, era bellissimo, mi morsi d'istinto il labbro inferiore e dopo gli chiesi dei suoi tatuaggi, molto simili ai miei, ero curioso di sapere il significato, non volevo essere invadente, infatti lui ci pensò su prima di rispondere, ma poi si sedette vicino a me e mi raccontò la sua storia, il significato dei suoi tatuaggi, i suoi genitori che avevano deciso tutto della sua vita, senza chiedere a lui, che schifo pensai, o forse non lo pensai solo, no, non lo avevo solo pensato, lo avevo detto ad alta voce, avevo una strana voglia di abbracciarlo, di dirgli che io ero come lui, con una piccola differenza, avevo sempre avuto il sostegno di mia madre e del mio migliore amico. Non glielo dissi, preferivo tacere, non volevo pensasse che lo dicessi per pietà o per rinfacciarglielo o qualcos'altro del genere. 
Gli dissi che avevo prenotato il pranzo e che al più presto sarebbe arrivato, ma lui preferì mettersi a letto e dormire, accanto a me, e senza che io me lo aspettassi mi accarezzò il viso, come negare che in quel momento il mio cuore stesse per esplodere? Speravo che lui non si accorgesse di nulla, che non sentisse il mio cuore battere in quel modo.
Dopo dieci minuti lui stava già dormendo, io sollevai la testa e appoggiando il gomito sul materasso appoggiai la testa sulla mano e lo guardai mentre era tranquillo, nel mondo dei sogni, lo vidi anche sorridere, cosa che mi portò a sorridere, a mia volta, come un ebete. 
Poggiai la testa sul cuscino e chiusi gli occhi, stavo per addormentarmi quando sentii nuovamente il telefono suonare, era il suo, questi telefoni mi perseguitavano, stavo seriamente odiando ogni tipo di telefono. 
Mi alzai non volendo che quell'angelo dagli occhi blu si svegliasse e presi il telefono, di nuovo quel «amore» che lampeggiava sullo schermo, non sapevo che fare, rispondo, o no? Mi chiesi all'inizio, ma poi premetti la cornetta verde

«Pronto?»

«Louis amore mio, sei tu?» 

A quelle parole rabbrividii, ero geloso, perché tra tante persone che esistono al mondo lui doveva essere impegnato? 

«non sono Louis, lui sta riposando, ti farò chiamare da lui» 

«va bene, grazie» e mise giù.

Misi il silenzioso e ritornai a letto, mi misi accanto a lui e gli lasciai un bacio sulla guancia, lui sorrise, e gli sentii dire:

«Harry»

 lo guardai confuso, con un po' di paura, era sveglio? Ma poi notai che dormiva ancora, mi stava sognando?  Dopo questo pensiero sorrisi come un idiota e mi addormentai anche io, sperando di sognarlo. 
Non so quando tempo era passato, ma aprii lentamente gli occhi, e la prima cosa che vidi era lui, una meraviglia, e i suoi occhi blu che mi fissavano, era sveglio, che vergogna, arrossii, ne ero sicuro per il calore che sentivo sulle guance

«buongiorno bello addormentato. Dormito bene?»

A quelle parole sentii il mio cuore perdere un battito, lo guardai ancora mentre cercavo di svegliarmi 

«ciao occhi blu, ho dormito bene, tu? Come stai?» 

Gli chiesi mentre con una mano mi stropicciavo gli occhi

«ho dormito perfettamente e sto meglio grazie» 

Guardai l'ora nell'orologio che indossavo al polso

«cazzo sono le sei, tra un'oretta passa Niall a prendermi»

Dissi ad alta voce, e lui si mise a sedere sul letto 

«oddio, è tardissimo ci dobbiamo ancora sistemare. Ho deciso che ci vengo anche io, però non dire quello che è successo oggi, non voglio che sappiano della rissa»

A quelle parole pensai a quanto fosse bello, non voleva che i suoi amici si preoccupassero, annui e mi alzai dal letto 

«tranquillo Louis, non dirò niente, riesci a sistemarti? Posso lasciarti solo così vado a sistemarmi? E poi vengo di nuovo da te»

Lui mi sorrise e si alzò dal letto fece il giro e si mise d'avanti a me, in quel momento il mio cuore batteva a mille e mille pensieri mi passarono per la testa

«si Harry, vai tranquillo, chi è pronto per primo va nella camera dell'altro, va bene?» 

«va bene, a dopo allora, ciao Louis»

Lo salutai prima di uscire dalla sua camera e dirigermi verso la mia, sorridevo come non mai, ero davvero felice, non vedevo l'ora di rivederlo, con lui al mio fianco stavo bene, mi sentivo nel posto giusto. 
Arrivato in camera mi spogliai del tutto lasciando cadere i vestiti sul pavimento, andai in bagno e feci una doccia, la doccia più veloce della mia vita, una volta asciugato mi vestii, mi sistemai i capelli, e misi un po' di profumo, Louis non era ancora venuto, quindi supposi che non era ancora pronto, quindi decisi di andarci io, presi il telefonino, le chiavi della camera e uscii, ritornai in quella camera, nella sua camera, e bussai, lui chiese chi fossi e io risposi, mi aprii e lo vidi in tutta la sua bellezza, a petto nudo

«bentornato Harry, come vedi io non sono ancora pronto»

Disse ridendo e io lo segui ridendo con lui 

«vedo, come vanno i dolori?»

Gli chiesi ripensando alla rissa e ai lividi che erano ben visibili sul suo addome, lui stava scegliendo che maglia mettere e chiese a me di scegliere, gli dissi di mettere una polo bianca, lui sorrise e la indossò, si guardò allo specchio sistemandosi i capelli, e si spruzzò del profumo. Si avvicinò a me e mi disse di scendere che sicuramente conoscendo i suoi amici sarebbero arrivati in anticipo. 
Dopo quasi un'ora, o poco più eravamo in macchina e Niall continuava a chiedere come ci eravamo conosciuti e Louis puntualmente sorvolava la domanda; eravamo appena arrivati su una spiaggia, privata, e ci chiesero se avevamo indossato il costume, Louis disse di si, e io di no, non immaginavo che fossimo andati in una festa sulla spiaggia. 
C'erano una marea di persone, erano tantissimi, ci eravamo già persi di vista, Liam era andato con una ragazza, Sophie, se non avevo capito male, Niall era andato a salutare degli amici e Louis era andato al piano bar a prendere qualcosa di forte da bere, io decisi di raggiungerlo e presi anche io qualcosa di forte, se non bevevo non mi divertivo. 
Ero sulla pista a ballare, la testa già girava, avevo buttato giù una decina di bicchierini, e non esagero se dico che Louis ne avesse bevuto di più, mi guardai in giro e lo vidi, Louis, che prendeva per mano un ragazzo, e lo trascinava verso il bagno, mi sentii morire dentro e senza pensarci due volte andai verso di loro, appoggiai l'orecchio sulla porta e lo sentii, stava gemendo, stava scopando con quel ragazzo, e io? Che sentivo? Gelosia, rabbia, non potevo credere che quel ragazzo così dolce e tenero che avevo conosciuto quella mattina fosse così, fare sesso col primo che incontra; andai al piano bar e mi misi a bere, ancora, ancora, e ancora, fin quando non sentii una voce chiamarmi, la sua voce

«Harry, Harry, perché bevi così?»

Rabbrividì, era tanto vicino, io mi girai e lo vidi, era preoccupato, ma che voleva? Neanche mi conosceva 

«non sono affari tuoi»

Gli risposi con tanta rabbia; mi alzai dallo sgabello e appena poggiai i piedi a terra la testa iniziò a girare e mi sentì mancare la terra sotto i piedi, stavo per cadere a terra quando lui mi afferrò facendomi sorreggere sulle sue spalle.
Mi trascinò vicino al mare dicendomi di spogliarmi, io lo feci senza obbiettare, aiutato ovviamente da lui, ogni volta che le sue mani toccavano il mio corpo un brivido mi percorreva per intero; ero ubriaco, tanto ubriaco. Lui si spogliò anche e mi prese per mano andando verso l'acqua, appena i miei piedi toccarono l'acqua rabbrividì, il mio corpo caldo a contatto con l'acqua fredda mi avrebbe fatto bene, lui mi guardò e sorrise
 
«vedrai che ti farà bene, passerà tutto»

Io mi limitai a tuffarmi così da ritrovarmi del tutto dentro l'acqua, mi sentivo meglio, aveva ragione. Lui anche si era tuffato e stava nuotando, andava verso una barca che si trovava un po' distante dalla riva e ci salì sopra, io lo guardai un po' confuso e mi avvicinai alla barca 

«sali Harry, da qui il cielo è stupendo»

Mi disse mentre si sdraiava su di essa e fissava il cielo; io cercai di far forza sulle braccia e dopo essermi dato una spinta salii e mi sedetti accanto lui, sollevai la testa e guardai il cielo, era vero, era pieno di stelle.

«stai meglio?» 

Chiese all'improvviso dopo minuti di silenzio senza mai distogliere lo sguardo dal cielo

«si, grazie, ora sto molto meglio. Scusa per prima»

Le mie scuse erano sincere, non avevo motivo di essere geloso, lo avevo appena conosciuto, non potevo fare così; Zayn lo dice sempre che mi faccio prendere troppo, che dovrei stare con i piedi a terra, senza far volare la mia fantasia, specialmente con persone appena conosciute; ma che colpa ne ho io se mi lascio trasportare? Sono un ragazzo che sogna sempre ad occhi aperti, che spera di trovare l'amore vero, l'amore che ti prende e ti trasporta in un mondo nuovo, che ti fa sentire le farfalle allo stomaco sempre, anche mentre si litiga. Stavo sognando di nuovo, e fu proprio lui a risvegliarmi dai miei sogni, chiedendomi 

«io ti ho raccontato la storia dei miei tatuaggi, se non chiedo troppo mi diresti il significato dei tuoi?»

Alle sue parole ci pensai un po' su, non avevo tanta voglia di raccontargli il significato, che poi era molto simile al suo; gli feci segno di farmi spazio e mi sdraiai accanto a lui, una volta sdraiato chiusi gli occhi e respirai a fondo 

«Come dire in poche parole? Hanno lo stesso significato dei tuoi, più semplice di cosi» 

Lo sentii muoversi, sentivo quei due fari blu puntati addosso, aprii gli occhi e fui quasi accecato da quel blu.

«eh, si, Louis, sono gay» 

Lui era stupito, non se lo aspettava 

«non..non lo sarei mai immaginato che...un ragazzo così bello fosse...»

Iniziai a ridere facendo barcollare tutta la barca, sollevai la testa per guardarlo negli occhi e gli sorrisi, quegli occhi, era davvero stupendo, sotto la luce della luna era ancora più bello, il mio cuore stava battendo velocemente, lui mi diede un pugno su un braccio, aveva messo il broncio, era così tenero, ma non ridevo per prenderlo in giro

«lo hai mai detto ai tuoi genitori?»

A quella domanda ritornai serio, sapevo che si provava quando si doveva nascondere qualcosa, quando non si poteva dire chi si è davvero, annui 

«si, la prima persona a saperlo è stato il mio migliore amico, e poi l'ho detto a mia madre, mi hanno sempre sostenuto»

Lui poggiò di nuovo la testa sulla barca e puntò gli occhi di nuovo sul cielo, che pensava? 

«ti invidio Harry, quanto vorrei anche io dirlo a tutti, liberarmi da questo segreto»

Come d'istinto mi venne di stringerlo a me, e senza neanche accorgermi lo stavo abbracciando, lo guardai negli occhi per poi spostarmi 

«scusa, non so che..» 

«tranquillo Harry, ne avevo bisogno, grazie di tutto, oggi sarà il mio giorno fortunato»


A quelle parole rabbrividii, sentendo una stretta piacevole allo stomaco, sollevai lo sguardo guardando le stelle, doveva essere davvero un giorno fortunato, poi lo sentii muoversi e girai lo sguardo, lui mi guardò sorridendo 

«andiamo prima che si accorgano della nostra mancanza e iniziano a cercarci» 

Annui senza rispondere e dopo essersi tuffato lo feci anche io ritornando sulla riva

«ma ora come ci asciughiamo? Io sono in boxer, non posso andare in giro così»

Lui iniziò a ridere e mi guardò, passava il suo sguardo su tutto il mio corpo, mi sembrò di vederlo mordersi il labbro, cosa che mi fece eccitare, sentivo un calore nel basso ventre

«non ti preoccupare, non si scandalizza nessuno, qua sono abituati a vedere ragazzi girare in boxer»

Lo vidi darmi le spalle e avvicinarsi ai vestiti, che raccolse abbassandosi dandomi libera vista al suo sedere, mi morsi il labbro e distolsi subito lo sguardo non volendo ritrovarmi con un erezione dolorante; Louis si avvicinò nuovamente a me

«andiamo vicino al falò così ci asciughiamo e dopo ti puoi rivestire» 

senza proferire parole lo segui vicino a falò e ci sedemmo così da asciugarci. 
Vidi quel ragazzo che se lo era portato in bagno avvicinarsi di nuovo a lui, un'altra sensazione di gelosia mi percorse tutto il corpo, lui ridacchiò con fare malizioso ma poi gli vidi scuotere la testa, si girò verso di me e mi sorrise, che significava tutto questo? 

«che voleva quel ragazzo?»

Mi morsi subito il labbro inferiore, che mi passava per la testa? Non dovevo fargli capire che ero geloso

«portarmi in bagno per scoparmi» 

Disse lui come se fosse ovvio, io distolsi lo sguardo 

«vai a letto con chi capita?» 

Chiesi sentendo una strana sensazione dentro

«non sono mai andato a letto con una ragazzo»

A quelle parole mi girai verso di lui, un sorriso nacque spontaneo 

«io credevo, cioè ti ho visto andare in bagno con quel ragazzo, e....» 

Lui rise divertito, e io non capivo

«Harry, a Doncaster ho una ragazza, e una famiglia che mi controlla, non sono libero di fare ciò che voglio. Prima in bagno mi son fatto fare un giochetto di bocca»

Le parole di prima mi avevano tranquillizzato, le sue ultime parole mi fecero ingelosire sempre più 

«fai queste cose col primo che capita?»

«no Harry, è la seconda volta che succede»

Quelle parole un po' mi tranquillizzarono, non mi ero sbagliato su di lui. Mi toccai i boxer e notai che il falò aveva fatto il suo lavoro, così mi alzai e mi vestii 

«Louis ti conviene indossare la maglia se non vuoi che gli altri vedano i tuoi lividi»

Lui si guardo il petto e annuendo si mise subito la maglia; passarono pochi minuti e vidi Niall e Liam avvicinarsi a noi 

«ragazzi che dite se ritorniamo a casa?» 

«si Niall, andiamo» 

Andammo in macchina e una volta saliti Niall chiese come fosse andata, se ci eravamo divertiti e fu Louis a rispondere 

«si Niall, è stata una bella festa, ci siamo divertiti, anche se ho trovato Harry ubriaco, e per fargli passare la sbronza l'ho invitato a fare un bagno gelido» 

Niall si mise a ridere 

«vi siete trovati allora, due ubriaconi»

«due anime gemelle, non credi Niall?»

A quelle parole mi girai verso Louis, tutti ridevano a quella «battuta» di Louis, ma io sentivo il mio cuore esplodere per come batteva, quando poi finalmente eravamo arrivati in hotel, salutai tutti e scesi dalla macchina
 
«Harry aspettami, ti ricordo che anche io alloggio qua»

Vero, anche lui stava qua, lo aspettai e appena mi raggiunse entrammo in hotel aspettammo l'ascensore senza proferire parola e quando arrivò entrammo 

«Grazie di tutto Harry»

Disse lui per poi lasciarmi un bacio sulla guancia; mi sentivo prendere a fuoco, le mani mi sudavano, presi un respiro e parlai 

«non mi devi ringraziare, grazie a te per la bella serata»

Dette quelle parole si aprii l'ascensore, era il mio piano 

«ti ho salvato il mio numero in rubrica, aspetto un tuo messaggio o chiamata, o vieni in camera mia direttamente»

Le porte dell'ascensore si chiusero non dandomi il tempo di sentire la sua risposta. 
Entrai in camera tutto felice chiudendomi la porta alle spalle, Zayn era già a letto che dormiva, mi spogliai e mi misi a letto; pensai a quel giorno passato con Louis, era stato davvero magico, ero stato bene con quel ragazzo, e mi addormentai col sorriso, pensandolo.
 
 

LOUIS'S POV

Harry era appena sceso dall'ascensore, le mie gambe tremavano, come mi era venuto in testa di lasciargli un bacio sulla guancia? E perché la mia testa pensava che il bacio glielo avrei dovuto lasciare sulle labbra?  Quelle labbra, quel corpo, era davvero stupendo, è stupendo, e poi, la sua confessione, anche lui gay, ma io non ero gay, avevo capito da un paio di anni che mi piacciono anche i maschi, e poi Eleanor, cazzo, devo richiamarla.
Si aprirono le porte dell'ascensore e uscii dirigendomi verso la camera, una volta dentro andai in bagno e dopo essermi spogliato entrai dentro la vasca appena riempita con l'acqua calda. 
Ripensai a quella giornata appena finita, la rissa con quel ragazzo, dei colpi presi, istintivamente mi passai la mano sull'addome, faceva ancora male, ma ne era valsa la pena, grazie a quel incidente avevo conosciuto Harry, quel ragazzo che mi faceva battere il cuore come non era mai successo prima d'ora, e le gambe che tremavano, le mani unte di sudore per l'agitazione, quel ragazzo mi piaceva, ne ero convinto, mi immersi completamente dentro la vasca cercando di scacciare tutti quei pensieri, di scacciare Harry dai miei pensieri; quando uscii mi asciugai e dopo aver indossato i boxer mi misi a letto e pensai che quel pomeriggio con me in quel letto c'era anche lui, le sue attenzioni, si era preso cura di me, come mai nessuno avesse fatto con me. 
E il sogno, credo si averlo sognato, sono sicuro di averlo sognato, ma una cosa ero sicuro di non averlo sognato il suo bacio mentre dormivo. E il risveglio con lui accanto, mentre dormiva, era dolcissimo, sembrava un bimbo, era troppo carino. Presi il telefono e andai nelle chiamate perse, notai la chiamata di El mentre quella mattina ero in doccia, e poi ne notai una, verso le tre, aveva risposto Harry, cosa le aveva detto? Che si erano detti? Poi guardai la rubrica e scesi fin quando non vidi il suo nome «HARRY» scritto in maiuscolo, mi portò a sorridere e subito dopo digitai un messaggio 

«Ciao Harry, sono Louis.
Grazie per avermi aiutato questa mattina. 
Grazie perché mi hai ascoltato, e ti sei aperto con me, come io mi sono aperto con te. 
Spero che la sbornia ti sia passata.
Buonanotte. Xx»


Dopo averlo letto tre o quattro volte premetti invia; posai il telefono e chiusi gli occhi sperando di sognarlo, e dopo poco Morfeo mi portò tra le sue braccia. 
 

FINE QUARTO CAPITOLO
 
  
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