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Autore: kira_92    11/02/2014    1 recensioni
Daniele arrossí. Decise quindi di raccontare mezza verità. "No, veramente ho litigato per l'ennesima volta con i miei genitori e sono uscito a fare una passeggiata per calmarmi, finchè non mi sono imbattuto in loro due" disse indicando i cani con un gesto della mano. Era indeciso se raccontargli l'intera verità. Guardò il cane, ma rimase zitto.
Genere: Avventura, Commedia, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia risale a circa una decina di anni fa. Beh un sette sicuro. E' finita ed è un misto tra favola, fiaba e fantasy. Direi che si possa definire un racconto per ragazzini, od almeno, ai miei tempi i ragazzini non erano come quelli di adesso. Comunque, per me è molto importante, sono indecisa se contattare una casa editrice per pubblicarla, quindi gradirei sapere il vostro parere. Ogni critica è accettata.
Enjoy!



Era una una serata invernale di una fredda bellezza. Piccoli fiocchi di neve cadevano con lentezza, sistemandosi comodamente sui davanzali delle finestre chiuse, sugli alberi e sulle foglie per poi ricadere silenziosamente sull'asfalto. Su un muretto che chiudeva un piccoli giardino proprio davanti ad una casa di medie dimensioni, vi era seduto un giovane ragazzo di nome Daniele. Il suo volto dava la chiara impressione che qualcosa non andasse, che qualcosa fosse accaduto. Il ragazzo, infatti, poco prima aveva litigato con i propri genitori. Lui amava gli animali, ma suo padre e sua madre non volevano animali a casa. Aveva anche detto loro che un giorno avrebbe fatto un lavoro che coinvolgesse animali, ma i suoi genitori erano irremovibili. Non erano daccordo. Loro odiavano gli animali e ne avevano paura. Cosí Daniele si era ritrovato fuori, arrabbiato con il mondo.

Ad un tratto però sentí dei rumori. Si alzò ed andò ad indagare: un cane stava correndo nella sua direzione ed ansimando disse: "Per favore, aiutami!"

"Certo, subito! Dimmi cosa posso fare" Rispose Daniele, che pur meravigliato, non aveva paura del cane parlante.

L'animale iniziò a spiegare: "Mia sorella è incastrata sotto un tronco d'albero. Credo stia male. Si trova proprio dietro la curva."

Detto questo i due si misero a correre. Giunti sul posto la situazione non sembrava delle peggiori. Daniele riuscí a liberarla con non molte difficoltà. La cucciola non aveva ferite gravi, ma era piuttosto infreddolita. Il ragazzo non aveva alcuna idea su dove portarla, ma sapeva che doveva fare qualcosa. Ad un tratto gli venne in mente che sarebbe potuto andare da Francesca, una sua compagna di scuola, e del quale lui era invaghito di lei. Francesca era molto carina: aveva un corpo esile, pelle chiara, capelli lunghi e lusci color della pece, occhi a mandorla dello stesso colore. Labbra sottili, sorriso dolce e naso piccolo. Entrambi avevano tredici anni. Ma la cosa più importante era che a lei piacevano gli animali e suo padre era un veterinario.
Daniele sapeva dove abitava, ma non aveva mai avuto il coraggio di andarla a trovare.

Questa volta , però, non aveva scelta. Si rivolse al cane dicendogli: " seguimi, ti porterò in un posto sicuro."
Con la cucciola tra le braccia, Daniele si mise a correre. Francesca abitava in un piccolo quartiere tranquillo ed aveva la casa con un bel giardino curato dalla madre. La madre infatti aveva una forte passione per le piante.

Daniele suonò il campanello. " chi è? " rispose una voce femminile.

"Francesca, sono Daniele. Puoi aprire per favore? Ho bisogno di vedere tuo padre. Ho con me un cucciolo di cane ferito ed infreddolito."

" Oh, sei stato fortunato. Mio padre è in casa, entra!" Francesca aprí il cancello e si diresse alla porta per aprirla.

Daniele corse verso di lei con il cane dietro. La ragazza li fece entrare e chiamò subito suo padre, il quale venne subito. Si recarono nello studio medico del padre di Francesca.

Dopo un attenta analisi chiese al ragazzo: "Dove l'hai trovata?"

"Sotto un tronco. Dopo averla trovata l'ho portata subito da lei" rispose Daniele. "Ma sta bene?" Aggiunse.

"Si, non preoccuparti di questo" lo rassicurò il medico.

"Ma come hai fatto a trovarla?" Chiese Francesca.

"Ehm.. stavo facendo una passeggiata!" Mentí il ragazzo, sfuggendo al suo sguardo.

"Con questo freddo?" Domandò la compagna con occhi indagatori.

Daniele arrossí. Decise quindi di raccontare mezza verità. "No, veramente ho litigato per l'ennesima volta con i miei genitori e sono uscito a fare una passeggiata per calmarmi, finchè non mi sono imbattuto in loro due" disse indicando i cani con un gesto della mano. Era indeciso se raccontargli l'intera verità. Guardò il cane, ma rimase zitto.

"Beh, allora non puoi tornare a casa. È tardi e poi hai litigato con i tuoi. Francesca non vorrai lasciarlo per strada immagino!" Esclamò Giovanni, il padre della ragazza, al quale non era sfuggita la curiosa interazione tra i due adolescenti.

'Ovviamente no! Allora Daniele, vuoi restare?" Domandò. I

l ragazzo arrossí violentemente alla proposta della compagna. Pensò ad un possibile ritorno a casa, ma il pensiero dell'inferno che avrebbe trovato lo terrorizzò. Accettò quindi volentieri la proposta, nonostante sapeva che si sarebbe trovato terribilmente a disagio. 'Beh meglio il disagio che l'inferno a casa' si ritrovò a pensare.

"Ok! Dunque, puoi andarti a fare una doccia calda, cosí ti cambi e ti togli di dosso quei vestiti fradici. Ti presterò qualcosa di mio figlio Matteo, mentre si asciugheranno i tuoi. Il bagno è in fondo a sinistra. Porta con te il tuo cane e lava anche lui, sembra averne un gran bisogno" tutto questo Giovanni lo disse con entusiasmo, aveva preso il giovane ragazzo in grande simpatia.

Daniele ringraziò ed insieme al cane si diressero verso il bagno. Il bagno era di grandezza media, molto comodo, con delle mattonelle piccole giallastre. Daniele si spogliò ed iniziò ad interogare il cane.

"Allora, come ti chiami? Da dove vieni? E perchè riesco a capirti?"

" bene. Iniziamo con l'interrogatorio di terzo grado. Mi chiamo Rocky e mia sorella Sissy. Veniamo da un posto orribile, in cui un uomo spietato ha preso potere. Lui odia gli animali e prova piacere nell'ucciderli. Ha ucciso tutta la mia famiglia. Io e Sissy siamo riusciti a fuggire per miracolo, ma lei è piccola ed è finita sotto quel tronco. Ho iniziato a cercare aiuto e ho trovato te".

Calò un breve momento di silenzio in cui tutti e due erano persi nei loro pensieri.

" e meno male" aggiunse poi il cane e concluse "perché tu ed i tuoi amici siete delle brave persone. Ma non sono convinto delle cose che avete dato a Sissy... sono sicure?" Domandò preoccupato. Aveva le orecchie abbassate.

"Si, non preoccuparti. Il padre di Francesca cura gli animali tutto i giorni." Arrossî pensando di nuovo alla sua compagna, ma poi si ricordò di una domanda posta poco prima la cui risposta non era stata ancora data. "E la mia ultima domanda?" Chiese.

"Non saprei come risponderti. Dalle mie parti tutti gli animali parlano e gli uomini sono schiavi di quel Re spietato. Noi non parliamo con loro e di conseguenza non so se ci capiscono. Ma perchè ti fai questa domanda? Tanto a te non dispiace, no?"

"No, anzi, ne sono felice. La mia era semplice curiosità. Tutto qui."

Si infilò dentro la doccia con Rocky e mentre si lavava ripensò a tutto quello che gli era successo quella sera. Non riusciva a credere di essere a casa di Francesca, la ragazza di cui era invaghito da tempo, e di essere lí con due cani parlanti. In quel momento si rese anche conto di essere molto stanco e di avere molto sonno. Uscí dalla doccia e si vestí. Raggiunse il salone con Rocky, dove trovò il padre di Francesca sul divano.
"Ah! Finalmente! " esclamò Giovanni. "Francesca è già andata a dormire. Tu dormirai nella camera di Matteo che in questi giorni è in gita con la scuola. La tua cucciola sta molto meglio ,a proposito, come si chiamano?" Domandò curioso.

"Lui è Rocky e lei è Sissy. La ringrazio moltissimo per quello che sta facendo per me, davvero"

"Figurati, è stato un piacere. Spero che questa non sia l'ultima volta che passerai del tempo qui" disse, facendogli l'occhiolino.

Il ragazzo si sentí nudo per un momento. Che lui sapesse? Si chiese Daniele. Dentro di se condivideva le stesse speranze dell'uomo che aveva di fronte. 'Non ho molta voglia di tornare a casa' si ritrovò anche a pensare. Salutò Giovanni e lui e Rocky si diressero verso la stanza di Matteo. La camera era piccola è semplice: letto con armadio a ponte, scrivania davanti alla finestra, comodino con tv ed un computer.

Si mise sotto le coperte: " buonannotte Rocky" disse.

 "Buonanotte Daniele". Si addormentarono subito entrambi.
  
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