2. Watching

Haruka Nanase era un ragazzo di poche parole che ai più poteva risultare disinteressato a qualunque cosa che non fosse l’acqua o il nuoto, cosa effettivamente non troppo distante dalla realtà.
Andava però messo in evidenza il fatto che, sebbene potesse risultare assai strano, esisteva un terzo oggetto che il moro poneva spesso al centro della propria attenzione, un terzo elemento che aveva un’importanza decisamente maggiore degli altri due, anche se il ragazzo faceva ben attenzione a non darlo a vedere.
Di questo se n’era accorto recentemente Rei che, da quando era entrato nel club di nuoto, non faceva altro che osservare attentamente i suoi senpai e Nagisa per tentare di carpire dai loro movimenti perfetti, specialmente quelli di Haruka, la tecnica di nuoto migliore, quella che permetteva di diminuire il più possibile l’attrito, che prevedesse il minor spreco di energie.
E durante queste sue osservazioni si era accorto di come lo sguardo del loro taciturno compagno puntasse spesso verso il loro capitano. Alle volte casualmente, alle volte in maniera ben più decisa, ma dopo ogni vasca, dopo ogni tuffo, tutte le volte, quegli zaffiri che riflettevano più spesso l’acqua che il cielo finivano per riflettere la figura alta e muscolosa di Makoto.
E lì Rei aveva capito che forse lui e Haruka non erano troppo diversi. Aveva riconosciuto il modo in cui guardava Makoto, aveva rivisto se stesso, con lo stesso sguardo, che fissava Nagisa.
Rei aveva quindi compreso che la terza cosa che faceva girare il mondo di Haruka Nanase era Makoto Tachibana.





N.d.PoveraIdiota.A.
Salve, questa è la prima fic che posto qui nel Free!Dom.
Accetterò, per questo, ogni tipo di ortaggio che intendiate tirarmi dietro.
Sono secoli che non scrivo qualcosa che non riguardi la scuola quindi chiedo umilmente perdono se il risultato non soddisfa-

Chiedo anche perdono in anticipo (agli eventuali lettori) se posterò con tempi pressoché assurdi. Non sono molto produttiva in questo periodo causa scuola ma farò del mio meglio!

Dedicato a una particolare Makoto che mi ha fatto venire voglia di scrivere