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Autore: Hysterisch    12/02/2014    1 recensioni
«Chi sei?» Chiese lei al misterioso ragazzo che le era accanto.
«Qualcuno che sarebbe meglio non incontrare. Specialmente se si ha la tendenza ad andare in giro da sole per stradine buie a mezzanotte passata» Ribadì freddamente lui.
Genere: Angst, Sovrannaturale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: Violenza
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Benvenuti a casa di Lucifero, l'inferno.
 
Tra tanti dei suoi schiavi, c'era anche Bill, un ragazzo ventenne che si suicidò dopo la perdita della sua ragazza.

«Non ne posso più di vedere queste torture, odio vedere la gente torturata» Mormorò Bill. Stava parlando con l'unico amico che aveva in quel posto. Anche lui odiava l'Inferno ma al contrario di Bill, lui non aveva il coraggio di scappare.
 
Bill progettò una fuga molti anni fa. Il giorno di mettere in atto il suo piano era finalmente arrivato.
 
«Io non sono pronto per scappare...» Rispose il suo compagno.

«Io si, devo farlo. Sto uscendo fuori di testa qui dentro!»
 
Erano costretti a parlare sottovoce in un piccolo angolo della stanza per via dei vari tirapiedi di Lucifero. Nessun'altra persona poteva sapere di questa fuga.
 
«Quando hai intenzione di scappare?» Domandò Hans.

«Stanotte, quando le guardie dormono»
 
Hans scosse la testa.
 
«Ti daranno la caccia per sempre!» Esclamò preoccupato.

«Io non merito di essere qui, e neanche tu!» Bill alzò leggermente il tono della voce. «Mi impiantai un proiettile nelle cervella perché ero stanco di soffrire. Mi sono ucciso per trovare la pace e la serenità che non avevo!»
 
Hans abbassò lo sguardo. Le parole di Bill erano giuste. Nessuno dei due meritava di essere lì.
 
«Lo so, Bill. Lo so.»
 
Tutto d'un tratto, mentre i due parlavano, una guardia si avvicinò a loro.
 
«Cosa state facendo qui'? Andate subito a lavorare!» Esclamò con tono severo.
 
I due ragazzi non fecero storie ed obbedirono all'ordine che gli era stato appena dato.
 
-DIECI ORE DOPO-
 
Le guardie erano finalmente andate a dormire. Bill si alzò dal letto e si avvicinò ad Hans per dargli l'ultimo saluto.

«Buona fortuna, Bill»

«Anche a te, Hans»

Si abbracciarono per l'ultima volta.
 
Bill si avviò verso l'unica via d'uscita che aveva trovato. Era una strettoia, ma lui era molto magro e poteva passarci. L'unico problema erano i cerberi che facevano da guardia. Doveva cercare di non svegliarli.
 
«Posso farcela» Mormorò.
 
Entrò in quella strettoia. Le mura erano ricoperte da uno strano liquido che rendeva difficile la fuga, ma il demone era molto tenace, e non si arrese.
Riuscii ad uscire sano e salvo dalla strettoia. D'innanzi a lui c'era l'uscita, infatti non riusciva a credere a i suoi occhi. Nel momento in cui scavalcò il cancello, il suo piede, in qualche modo, sbatté sulla gabbia di ferro del cerbero.
 
«MERDA!» Trillò il demone.
 
Il cerbero ovviamente si svegliò ed abbaiò immediatamente per svegliare tutti i guardiani. Bill non fermò la sua fuga, e scavalcò lo stesso il cancello.
Altri cerberi furono liberati, e in un batter d'occhio erano alle sue spalle. Se si fermava era morto.
 
«LASCIATEMI IN PACE!» Urlò ai cerberi mentre correva verso il nulla, alla ricerca di qualcosa.
Poteva strillare quanto voleva, quei cerberi non lo avrebbero mai lasciato scappare via.
 
Riuscì ad infilarsi in una specie di “Tombino”. Quei passaggi erano stati fatti apposta per collegare gli inferi al mondo, ma Bill non lo sapeva.  I cani non riuscirono a passare da li, e per il momento era salvo.
 
«Unf...ci sono quasi» Con tutta la forza che aveva in corpo, sposto il coperchio del tombino. Sbucò in una strada deserta ed isolata, non c'era nessuno.
 
«Oh cazzo» Mormorò appena si voltò all’indietro. I cerberi erano di nuovo dietro di lui, era costretto a combatterli. «D'accordo allora, combattiamo pure» Fece loro gesto di venire in avanti.

Uno dei tre cerberi tentò di saltargli addosso ma con una mossa Bill gli spezzò il collo. Cadde a terra, privo di vita. Stessa morte fu per il secondo cerbero. Il terzo era molto più grande ed aveva due teste.
 
«Non mi fai paura, sai?» Parlò al cerbero. La bestia rispose emettendo uno strano verso. «Sono pronto per te! »

Aveva ancora dei poteri da Demone in corpo, dopo tutto. Li usò subito contro il cerbero.

Dopo l'impatto con quella specie di fulmine, Bill si avvicinò al Cerbero per assicurarsi che fosse morto. La bestia del Demonio, prima di fare il suo ultimo respiro, riuscì a colpirlo, con i suoi artigli, in petto.
 
«AAHHHH-» Fece un urlo di dolore.

Cadde per terra. Il sangue fuoriusciva quanto non mai, era destinato a morire.

\\
 
«UGH!» Hayley ebbe un altro incubo, come sempre.

Si alzò dal suo letto mezza sudata, aveva fatto il suo solito incubo. Lei che cammina fuori di notte, vede un corpo di un ragazzo che si ricompone da solo, e la uccide. Da tre anni era la stessa storia.
 
«Che bella la luna stasera» Disse quando si affacciò alla finestra. Ammirò la luna che splendeva come non mai, quei riflessi che emanava rendevano i suoi incubi ancor più spettrali.

Improvvisamente, le venne voglia di fare una passeggiata.
 
«Ma poi se mi beccano mi fanno il culo» Mormorò tra se e se. Poi guardò i suoi vestiti posati malamente sulla sedia. «Ma si!» Rimosse il pigiama, mise i vestiti del giorno prima, afferrò il suo iPod, e come una Ninja, saltò dalla finestra.
 
«Aria fresca!» Esclamò una volta fuori dalla stanza. Prima di iniziare a camminare infilò le sue cuffiette. Decise di lasciare la sua scelta al suo iPod con la riproduzione casuale. La canzone "Dance With The Devil" dei Breaking Benjamin fu la prima. «Wow, azzeccata!» Fece una smorfia.
 
Iniziò a camminare. Non sapeva esattamente dove andare, voleva solamente svagarsi.

Le strade erano scure, vuote, e nebbiose. Non c’era davvero nessuno in giro a quell’ora, ed è per questo che Hayley odiava il suo paese. Era sempre così “morto” e lei era una ragazza vivace, e creativa. Aveva bisogno di ispirazioni per la sua musica.

«Uh?» Un rumore interruppe la sua passeggiata. Più che un rumore sembrava un lamento di un uomo o una cosa simile. «C'è qualcuno?!» Chiese.
In quella stradina deserta l'unica risposta fu il suo eco. Decise comunque di incamminarsi verso lo strano lamento.
 
«H-hey?» La sua voce tremava un po’. Forse era il freddo, o forse era la paura.
In quel preciso istante, il suo piede fece contatto con un liquido abbastanza denso, all'inizio non riuscì a capire cosa fosse.
 
«Oddio, è sangue!» Esclamò dopo essersene resa conto.
Il suo sguardo viaggio per qualche metro in avanti. Vide un ragazzo a terra, ferito gravemente. Corse verso di lui. «Hey, ci sono io qui! Ora chiamo l'autoambulanza e starai megli-»
 
Il giovane ragazzo portò un indice sulle labbra di Hayley. Il suo petto ritornò alla normalità, senza ferite. Prima che Hayley potesse aprire bocca, un cerbero le saltò addosso.
 
«LASCIAMI!» Questa volta Hayley non riuscì a contenersi, e tirò un fortissimo urlo.
 
Il Cerbero fu spazzato via dal ragazzo, che gli spaccò il cranio a furia di calci.
Hayley Venne sollevata da terra ma tutto diventò nero in un paio di secondi.
 
 \\
 
Hayley riaprì gli occhi. Si ritrovò in una casa fatta di legno, piena di polvere e ragnatele. C’erano solamente un lavandino, un materasso molto sporco, e un tavolino.
 
"Auch!" Il dolore alla guancia le fece capire che fu schiaffeggiata per essere risvegliata. «Chi sei?» Chiese Hayley al misterioso ragazzo che le era accanto.
 
«Qualcuno che sarebbe meglio non incontrare. Specialmente se si ha la tendenza ad andare in giro da sole per stradine buie a mezzanotte passata» Ribadì freddamente lui.
 
Hayley arrossì dalla vergogna. Il ragazzo le offrì la mano per aiutarla a rialzarsi ma lei la schiaffeggiò, allontanandola. «Non ti conosco»
 
«Oh, mi scusi allora, Madmoiselle» Ritrasse la mano.
 
Voleva sembrare diffidente, ma Hayley era dannatamente attratta da lui. Quel trucco nero che indossava faceva risplendere i suoi bellissimi occhi color nocciola. Il suo taglio non era male, era rasato ai lati. Aveva un piercing al ciglio, uno al naso, e forse uno sulla lingua. Sull’avambraccio sinistro riuscì a vedere un tatuaggio, ma non fece in tempo a leggere cosa ci fosse scritto.
 
«Posso sapere come ti chiami, almeno?» Disse Hayley, un po’ dispiaciuta dal fatto di averlo maltrattato.
 
"Sei coraggiosa, stai dando confidenza ad uno sconosciuto che ha fatto cose soprannaturali!» Il ragazzo sorrise sorpreso. «Sai, solitamente le ragazze che vengono rapite da noi sbraitano, oppure cercano di aggredirci, ma tu sei diversa. Sei audace» La guardava fissa, senza interruzione.
 
Si alzò in piedi, camminando avanti e indietro. Il rumore degli stivali che facevano contatto col legno ad ogni passo infastidiva molto Hayley, ma decise di starsene in silenzio. Il ragazzo si affacciava molto spesso all’unica finestra, come se stesse aspettando qualcosa, ma era molto nervoso. Stava iniziando a sudare, ma non faceva freddo.
 
«Mi chiamo Bill, comunque» Disse in modo disinteressato mentre era affacciato alla finestra, dando le spalle ad Hayley.
 
«Io sono Hayley...» Arrossì.  Fortunatamente per lei, Bill era ancora affacciato alla finestra e non la vide diventare rossa come un peperone.
 
Si silenziò per un po’, pensando a quello che aveva visto per strada. Le vennero i brividi, ma non voleva dare a Bill la soddisfazione di vederla impaurita.
 
«Non credo alle stronzate soprannaturali, sai?» Hayley ruppe il ghiaccio con una bugia. Si, amava i film con robe sovrannaturali all’interno, ma ora che LEI stava vivendo una cosa sovrannaturale, non riusciva a crederci.
 
Bill scosse la testa. Hayley riprese la parola.
 
«Perché non mi parli delle 'ragazzine che rapite'?»
 
Bill rientrò dentro l’edificio, e si sedette a gambe incrociate di fronte ad Hayley.
 
«Anche Lucifero ha i suoi bisogni» Mormorò mentre fumava la sigaretta che aveva acceso in precedenza.
 
Hayley sbuffò. «È tutto qui?»
 
Bill si stava scocciando delle tante domande della ragazzina. «Noi demoni siamo costretti a rapire ragazze per lui» Smorzò un sorriso. «Io mi sono ribellato a tutto questo, però»
 
«Che gentiluomo!» Ironizzo Hayley. Bill la guardò male, e lei si schiarì la voce. «Scusa»
 
«Sette anni fa iniziai a pianificare la fuga dagli inferi, e stanotte ho messo in atto il mio piano» Buttò fuori del fumo. «Ma quel cerbero mi aveva quasi ucciso. Tu mi hai salvato ed è per questo che ti do la possibilità di conoscermi prima che io ti uccida» Affermò cinicamente.
 
«Uccidermi?» Hayley fece un sorriso, e lo guardò ad occhi sbarrati.
 
«Non c’è molto da ridere» Rimproverò lui.
 
«Ditemi che sono in un film» Hayley si tirò un pizzicotto, non credeva a ciò che stava sentendo.
 
«Purtroppo per te è tutto reale. Hai scelto la serata sbagliata per uscire» Si sdraiò sul pavimento, continuando a fumare.
 
«Tu sei un...demone?» Domandò Hayley.
 
«Si» Rispose lui.
 
Hayley era convinta che lui fosse solamente uno psicopatico convinto di vivere in quella realtà che stava raccontando. «E come lo sei diventato?»
 
«Mi sono sparato un proiettile in bocca dopo una delusione d’amore» Tirò dalla sigaretta un ultima volta, poi lanciò via il mozzicone. «Sono morto prima del previsto, e sono finito negli inferi»
 
«Oookey…» Lo guardò stranamente. «E perché vorresti uccidermi?»
 
«Perché saresti di troppo nella mia fuga» Si alzò in piedi. «Voglio solamente metterti in salvo, non lo capisci?!»

Hayley sbuffò in una risata. «Certo, uccidendomi mi metterai in salvo!» Bill era un po’ irritato dal suo comportamento infantile, ma fece finta di niente.  «E cosa aspetti? Che io chiami la polizia o qualcosa del genere?»
 
Bill si portò una mano sul viso, per asciugarsi il sudore, ma anche per riflettere un po’.
Hayley somigliava tantissimo alla sua ragazza, anzi, era identica. Si sentiva attratto da lei, e cominciò a provare dei sentimenti per lei. Ma come poteva avere ancora dei sentimenti? Era diventato un demone, ed era freddo, bastardo, e cinico. Ma Hayley aveva quel qualcosa di speciale, che riportò un po’ di umanità in lui.
 
La ragazza continuava a parlare, ma Bill era troppo assorto dai suoi pensieri per riuscire a sentirla.
Parlava a vanvera. Parlava tanto perché si era innamorata di quel demone, quel dolce demone.
 
«Hayley, Hayley...cosa devo farne di te?» Accarezzò il viso della ragazza.

Lei arrossì fino al punto di sentirsi bruciare le guance. Bill si avvicinò a lei, il suo respiro si faceva sempre più sentire sul collo di Hayley, che si rese conto di desiderarlo.
Lei poggiò entrambe le sue mani sulla schiena muscolosa del demone. Lui la baciò, con passione.
Hayley faceva pressione sulla schiena di Bill, gli voleva far capire che un bacio non era abbastanza.
 
Lui si fermò un attimo per guardarla negli occhi.
 
«Non dovresti baciare un demone»

«Cosa importa ormai?» Hayley sorrise, poi si morse un labbro.
 
I due ripresero a baciarsi con più passione.
Bill la fece stendere. lui era sopra di lei. Continuavano a baciarsi con la stessa passione di una qualsiasi coppietta di fidanzati.
Pian piano Hayley passò le mani sotto la maglietta strappata del ragazzo, e la rimosse.
 
«Non dovrei rimuovere la maglietta a un demone, vero?" Ironizzò lei.
 
«Sei una cattiva ragazza, sai?» Inarcò un ciglio, sorridendo leggermente.
 
Hayley ebbe l’occasione di vedere tutti i tatuaggi che il demone aveva sul suo busto. Non riusciva a capirne il significato, ma li trovava molto belli.
 
«Fai silenzio…» Poggiò un indice sulle labbra della ragazza mentre le accarezzava tutto il corpo con dolcezza.
 
Hayley non aveva ancora bevuto la storia degli inferi e del demone, ma si era innamorata di questo oscuro ragazzo. Forse era lui il ragazzo che trovava sempre nel suo incubo.
Entrambi si spogliarono di tutti i loro indumenti dopo pochi minuti.
Erano solo loro. Soli in una casa abbandonata, sdraiati sul gelido pavimento ad amarsi. I loro gemiti soffocati erano gli unici suoni che si potevano sentire.
 
Bill sentiva i guardiani avvicinarsi, ma erano ancora lontani, avevano ancora tempo. Voleva godersi quell'unico momento che aveva con lei.
 
 
Hayley si risvegliò tra le braccia di Bill, che era già sveglio. Le stava accarezzando i capelli.
 
«Ben ritornata» Disse quasi sottovoce.
 
Si scambiarono un veloce bacio a stampo. Lei era ancora priva dei suoi vestiti, così come Bill.
 
«Non dovevi uccidermi?» Domandò sorridente.
 
«Non posso farlo. Non dopo aver fatto l'amore con la vittima» La baciò di nuovo.
 
«Ti amo, demone» Ricambiò il bacio.
 
«Ti amo non lo si dice al primo demone che ti rapisce, sai?» All’inizio sembrava che stesse ironizzando, ma invece era serio. «È una cosa importante, che va detta solo se si è sicuri che sia assolutamente vero»
 
«Ma io sono sicura che sia assolutamente vero!» Esclamò Hayley, un po’ preoccupata dalla frase di Bill.
 
«Non mi conosci nemmeno» Rise un po’
 
«Non ho bisogno di conoscerti per amarti» Hayley lo baciò nuovamente, mettendosi a cavalcioni sopra di lui.
Bill sentì che i guardiani erano molto vicini a loro. Non c'era più tempo.
 
«Dobbiamo andare» Bill allontanò immediatamente Hayley.
 
«Dove?» Domandò, confusa. «Perché tutta questa fretta?!»
 
«Non ho tempo per spiegarti» Bill si rivestì velocemente, e passo ad Hayley i suoi indumenti. «Dobbiamo muoverci, sono qui!»
 
«Di chi parli?!» Hayley afferrò i suoi indumenti, e si alzò in piedi per rivestirsi. «Mi vuoi spiegare cosa sta succedendo?!» Esclamò innervosita, ma Bill non le rispose.
 
«Vieni qui» Disse Bill ad Hayley una volta rivestita. «Soffri di vertigini?»
 
Hayley si avvicinò a lui, e venne trascinata tra le sue braccia. «No, perché?»
 
Bill si limitò a sorridere, e con uno schiocco delle dita aprì le sue folti ale nere. Hayley tentò di toccarle ma venne fermata.
 
«Chiudi gli occhi, e non riaprirli fino a quando non te lo dico io» Mormorò Bill. Hayley annuì e chiuse gli occhi.
 
Dopo poco, i due iniziarono a volare. Hayley lo capì quando sentì l’aria fredda arrivarle in faccia. Voleva tanto guardare il panorama, ma aveva promesso a Bill di non farlo, quindi non lo fece.
Il viaggio durò pochissimo, o almeno, sembrò durare poco.
 
«Puoi riaprire gli occhi, adesso»
 
Erano di nuovo sulla stradina dove si erano incontrati.
 
«Perché siamo qui?» Chiese la ragazza ancor più preoccupata.
Bill aprì la bocca, ma poi vide delle grandi ombre apparire sul muro.
 
«Devi scappare Hayley! Ritorna a casa, non puoi stare qui!» Esclamò.
 
Toccava a lei morire quella notte, ma lui l'amava troppo per vederla morta. Alla fine lui era già un ragazzo morto, lei aveva una vita davanti.
 
«No!» Gridò lei. «Io non ti lascio!» Cercò di stringerlo in un abbraccio, ma Bill la spinse indietro.
 
«Vai via, ti prego!» Bill afferrò Hayley. «Sono già stato codardo una volta nella mia vita, e non voglio ripetermi ora» La baciò disperatamente mentre le ombre continuavano a farsi sempre più vicine. «Ricorda che ti amo»
 
«No! No! Vieni con me, ti prego!» Hayley cominciò a piangere, anche se non riusciva a capire cosa stesse accadendo.
 
Lui scosse la testa, e la spinse con forza dentro l’ombra.
Delle orribili bestie nere arrivarono sul posto, Hayley si portò una mano sulla bocca per non far sentire i suoi mugolii.
 
«NO!» Fu l'unica cosa che riuscì a dire dopo aver visto quella orribile scena. Bill fu infilzato da dei grossi artigli, e poi venne gettato violentemente sull’asfalto.
I guardiano sparirono, ed Hayley corse subito verso il corpo senza vita del ragazzo.
 
«DIMMI CHE TI SALVERAI ANCHE QUESTA VOLTA! SVEGLIATI! SVEGLIATIII!» Tirava pugni sul petto di Bill mentre piangeva. Ormai non c'era più niente da fare, era morto.
 
Hayley riuscì a notare una lacrima che scorreva sul viso del ragazzo. Era morto piangendo. «Perché lo hai fatto?!» Poggiò la testa sul suo petto. Rimase lì fino a quando non arrivò la polizia sul posto.
 
Lei fu portata a casa, mentre il corpo del demone fu portato in obitorio.
 
Quel bacio disperato fu il loro addio in quella fredda notte del primo settembre.
 
Passò un anno da quella tragica sera.
 
Hayley aveva appena compiuto diciotto anni ed andò a vivere da sola, in una città. Ma non era sola, a farle compagnia c'erano i suoi due gemellini. Il padre era Bill.
Quei due bambini erano gli unici ricordi che aveva di quel Demone. Infatti uno dei due si chiama come il papà ed era quello si somigliava di più a lui.
 
Seppur Hayley avesse una vita davanti, promise a se stessa di non volere altri uomini nella sua vita. Era ancora innamorata di quel demone. Quando sentiva la sua mancanza, gli bastava guardare dentro gli occhi dei suoi due piccolini. Color nocciola, proprio come quelli Bill.
 
«È passato un anno da quella notte, ma la verità che io non ti ho ancora dimenticato, Demone»
   
 
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