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Autore: hoilnientedentro    12/02/2014    3 recensioni
Non so cosa mi abbia spinto a dirglielo.
Forse il fatto che quel giorno era così bello e la mia mente ha deciso di rovinare tutto.
Forse perché era da troppo tempo che mi tenevo tutto dentro.
Forse il fatto che stavamo diventando troppo amici e temevo che la nostra amicizia, prima o dopo, sarebbe andata a puttane.
O forse solo il fatto che la amavo troppo.
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Sono una ragazza normale. Una semplice ragazza di sedici anni. Niente passato traumatico, niente malattie, niente morte in vista, non particolarmente bella.
Una di quelle ragazze che per strada non noti, con le cuffie delle orecchie, una che si siede negli ultimi posti negli autobus, una che preferisce restare a casa il sabato sera con il suo migliore amico a vedere un film e magari fumarsi qualche cosa, solo per dimenticare la solitudine e l'angoscia. Non ho grandi aspettative per il futuro, anzi non ne ho proprio. Eppure lui si è innamorato di me. E me lo dice proprio nel momento peggiore. Era risaputo che fosse un coglione, ma non credevo che si spingesse a tanto. Ma il problema più grande è che lo amo anche io.
Genere: Comico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1.
 
Non so cosa mi abbia spinto a dirglielo.
Forse il fatto che quel giorno era così bello e la mia mente ha deciso di rovinare tutto.
Forse perché era da troppo tempo che mi tenevo tutto dentro.
Forse il fatto che stavamo diventando troppo amici e temevo che la nostra amicizia, prima o dopo, sarebbe andata a puttane.
O forse solo il fatto che lo amavo troppo.
 
È l’ultimo giorno di scuola. Tutti sono felici, come biasimarli?
Devo ammettere che anche io non me la passo male, insomma, è una bella giornata di sole nello Yorkshire, caldo ma con la brezza di mare che ti accarezza dolcemente le guance che fa sembrare tutto più sopportabile.
Entro in classe e… oh, la mia cara e vecchia classe.
Siamo qui da tre anni ma, probabilmente, sarà la cosa che mi mancherà di più una volta in America.
Le finestre grandi dove batte sempre il sole, le tende mezze rotte, i banchi grandi e scarabocchiati, le frasi d’amore scritte sulle porte dei bagni, il giardino…
Giardino tanto per dire: venti metri quadri di cemento e avevano anche il coraggio di chiamarlo giardino.
Mi mancherà persino quel cibo schifoso della mensa, pardon, “centro nutrizionale”.
Mi siedo nel mio solito banco in fondo, vicino al muro, ma vedo che lui manca.
Lui. Il compagno di banco. Il mio migliore amico. Con cui ho fatto le migliori fumate della mia vita.
-Buon giorno ragazzi!
Entra e dice con la sua solita voce stridula e pimpante la prof di economia.
-Su su, non mi interessa se è l’ultimo giorno di scuola, tirate fuori il libro e andate a pagina 294.
Scontento generale. Tutti si lamentano finché lo sbattere della  porta e l’entrare di un essere a dir poco fatto non ci fa tacere.
-Le sono mancato prof vero?
-Malik… dovevo aspettarmelo. La stavo quasi per segnare assente, è fortunato. Su, vada a sedersi al suo posto.
-scusa, solo un’informazione, sei fatto vero?
Dico cercando a stento di trattenere le risate.
-nah, tu dici?
-Dio Malik… come hai osato fumare senza di me?
Scoppiamo tutti e due in una risata fragorosa, tappandoci la bocca con le mani.
Zayn Malik. Il mio compagno di banco. Siamo in classe insieme fin dalle elementari, ma lui è un anno più grande di me, perché si è trasferito da piccolo.
Solo lui sa che quest’estate me ne andrò in America insieme a mia madre.
Lei ha trovato un lavoro come giornalista per il “New York Times” che non poteva non accettare, e io sono ancora troppo piccola per abitare da sola. Mio padre è morto quando avevo nove anni e i miei nonni abitano in Scozia e, sinceramente, preferisco andare a vivere a New York piuttosto che in Scozia.
-devo andare a fumare una cicca…
-aspetta la seconda ora, lo sai che la prima non ti fanno uscire.
-lo so… vieni con me vero?
-ho mai rifiutato una fumata orima d’ora?
-ehm… mi pare proprio di no.
Dico sorridendo.
-ecco. E non credo che inizierò oggi.
Passiamo tutta l’ora a parlare di cosa faremo questa estate.
Lui pensa di andare a Londra, per cercare un piccolo lavoretto estivo così da potersi permettere un appartamento l’anno prossimo.
E, per quel che riguarda me… bhe, non credo di dover aggiungere dettagli.
Ed ecco l’assordante suono della campanella.
Prendo il pacchetto di Marlboro Gold dallo zaino, Zayn l’accendino e ci precipitiamo di corsa verso il prof di inglese.
-possiamo andare in bagno?
Chiediamo all’unisono.
Fa un piccolo gesto vicino alla bocca e noi annuiamo.
-dai andate. E vedete di non farvi vedere dai bidelli.
-grazie prof.
-è il migliore.
Corriamo giù dalle scale il più silenziosamente possibile, ma alla fine siamo come una mandria di elefanti impazziti.
Apriamo la porta di vetro che ci separa dalla libertà e corriamo fuori.
-hahahaha oddio, ma questi possono essere chiamati disagi mentali?
-sì Alice, possono eccome.
Esattamente. Mi chiamo Alice. Alice Green.
Abbastanza schifoso, no?
Prendo le Marlboro dalla tasca e l’accendino da quella di Zayn.
Prendo una sigaretta, la metto in bocca, accendo l’accendino e copro la fiamma con le mani in modo che il vento non la faccia spegnere.
Aspiro.
E butto fuori.
Quel sapore non mi era mai mancato così tanto.
-non ne avevo nemmeno fumata una sta mattina…
-sacrilegio! Hai saltato la sigaretta mattutina?! Andrai all’inferno per questo Alice Green!
-hahahaha Malik! Invece ho notato che tu non ti sei fatto mancare la canna mattutina.
-hahaha già.
Stiamo seduti sul muretto a parlare, finché la nostra sigaretta non finisce e siamo costretti a ritornare dentro.
-Alice…
-sì Malik?
-non sarebbe ora che parlassi con Louis?
-Zayn… è complicato…
-lo è sempre stato. e poi me l’hai promesso. Non voglio più vederti soffrire perché non ti ama. E poi è uno dei miei migliori amici, cosa che mi fa stare ancora peggio.
-lo so…
-ecco.
-ci penserò dopo.
-promesso?
-promesso.
Ci abbracciamo e torniamo in classe senza farci vedere.
 
Scuola finita.
Tutti corrono fuori come impazziti.
Ci sono quelli che fanno guerra di gavettoni.
Ragazze con il trucco colato a causa dall’acqua.
Altri che se ne vanno subito.
E io sono una di queste.
Urlo un “ci vediamo stasera” generale, prendo le chiavi della mia Vespa nera, parcheggiata vicino al cancello, e parto.
Vado al mare.
Ma non in quelle spiagge piene di turisti.
Quella spiaggia dove non c’è mai nessuno.
Quella spiaggia dove nessuno ti disturberà mai.
La spiaggia delle persone che hanno bisogno di riflettere.
La mia spiaggia.
Parcheggio la Vespa alla bell’e meglio, mi tolgo le Converse bianche e metto i piedi nell’acqua fresca.
Mi siedo sulla sabbia e sto lì per un paio d’ore, alternando il mare a canzone dei Green Day e dei Bastille.
Sono circa le cinque e mezza quando mia madre mi chiama per chiedermi dove sono.
-sono alla spiaggia. Ma sto tornando indietro.
-oh bene, stavo cominciando a preoccupando. Dove pensi di dormire sta sera?
-bho, probabile da Zayn.
-lo sapevo.
Dice ridacchiando.
Sapeva che non avrei passato a casa quella notte.
-ha ha ha simpatica. Sto arrivando.
-ok ciao a dopo amore.
Ri rimetto le scarpe, prendo la Vespa e parto.
 
 

SPAZIO AUTRICE
Haloa popolo ;)
Questa è la mia prima ff per cui non vi aspettate niente di particolarmente bello.
Comunque spero che vi piaccia :)
Recensite, anche negative, terrò conto di tutto <3
A.
Tumblr: www.immaginotroppo.tumblr.com
  
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