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Autore: crossroads    12/02/2014    2 recensioni
Credo che Callie si sia sentita così nell'andare a prendere Arizona in albergo...
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Arizona Robbins, Callie Torres
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Le mie giornate trascorrevano in un lento tam tam nella fredda e piovosa Seattle.

 Ogni sera dopo il lavoro il ticchettio della pioggia sui vetri del reparto mi metteva angoscia...un angoscia che non andava via fin quando non mi mettevo a letto e mi abbandonavo ai miei pensieri,e la mia mente mi presentava il conto facendomi pensare a tutto quello che durante il giorno avevo provato a soffocare nel lavoro e nella vita frenetica.

Non mi davo un attimo di tregua,mi ero lanciata in nuove esperienze,in nuovi lavori,avevo imparato a cucinare,a cucire vestitini per Halloween a  Sofia,correvo in auto con Derek e intrattenevo conversazioni sul gossip tra un prelievo e l altro,avevo ripreso a ballare in  slip,e qualche volte quando Sofia era dagli Sheperd sfogavo la rabbia su un sacco da boxe,pur di tenere la mente occupata.

Pur di non pensare. Pur di non pensarla.

Ma la sera quando mi spogliavo dagli abiti da chirurgo,da donna impazzita e frenetica e ritornavo ad essere Callie, Calliope anzi,tutto il dolore si riaccendeva dentro me,come un fuoco che mi bruciava gli organi,bloccandomi il respiro e i pensieri.

Mentre uscivo dall'ospedale,e con il freddo pungente camminavo a passo di soldato mi rivedevo da fuori...e mi sentivo persa...Non ero più quella ragazza che ero prima di Arizona,che credeva di essere responsabile e autonoma solo perché dormiva nel seminterrato dell’ospedale,ma non ero nemmeno più la donna forte che ero diventata con Arizona. Non ero più niente,ero una persona che la sera torna casa da sola,triste.

I ritmi impazziti che tenevo durante il giorno la sera mi abbandonavano.

Gli occhi si incupivano,il sorriso si spegneva e i pugni stretti nelle tasche del giubbotto si stringevano attorno ai miei fianchi,come a proteggermi da sola dal freddo e dalla pioggia,da tutte le tempeste che avrei dovuto affrontare senza il mio buon marinaio.

Gli sguardi degli altri mi portavano a ripensare a Lei,e ripensavo ai primi momenti con Arizona,la prima volta che le sue labbra toccarono le mie riportandomi brividi che non provavo da tempo,o che forse non avevo mai provato.

Ripensavo ai suoi occhi penetranti,al suo te e al mio caffè al mattino,ripensavo al mio disordine e ai suoi cassetti perfetti,al suo modo amorevole di giocare con Sofia e al mio fare severo.
Ripensavo al suo gusto di gelato preferito,alla sua voglia di farsi coccolare,ai suoi capelli,all'andare a lavoro insieme,a lei che legge il giornale e a me che le sto accanto guardando la TV la sera tardi.

Ripensavo al suo modo do abbracciarmi,alla nostra buonanotte e alle brevi telefonate durante il giorno.

Ripensavo ai nostri week end di sesso,alle serate al cinema con la bambina,lei che mi aspettava per cena,io che le preparavo il pranzo. Ripensavo alle nostre abitudini,al suo modo di dormire,ai suoi bisbigli al mattino,al suo modo di baciarmi e di non tenere per un attimo le sue labbra lontane dal mio corpo,ripensavo all’odore della sua pelle e della sua bocca,che ormai mi apparteneva,avevo fatto mio!Conoscevo tutto di lei,il ritmo del suo cuore,del suo respiro,lei era parte di me,l’avevamo promesso.

Poi di botto una fitta allo stomaco,il respiro si blocca e Arizona non mi manca più. Tutti questi pensieri si annullano e riesco a vedere solo una troia con la fede di mia moglie appuntata al suo camice,mia moglie nuda nel letto di un altra.Non è più mia,i nostri odori non si mescolano,le nostre bocche non si incontrano,i nostri pensieri non si appartengono più.

D’ un tratto il mio cuore è fermo...non è di ghiaccio,perché il ghiaccio potrebbe sciogliersi,un giorno...Il mio cuore non lo fará mai...è diventato un sasso da calciare,un peso inutile fermo sul petto,mi da solo fastidio.

 Salgo in macchina,il rumore del motore rimbomba nella mia testa,Arizona la odio ancora...la odio sempre,ma il cuore mi fa male e lei mi manca,e più mi manca più il cuore mi fa male,perché dovrei solo odiarla e lasciar passare i miei giorni,ballare in mutande e ritornare la persona forte e indipendente che ero.

Perché dovrei dimenticare la persona che mi ha distrutto la vita,ha distrutto i miei sogni e i miei giorni per un solo stupido,insignificante gesto!

Ma più spingo il piede sull'acceleratore più il cuore si stringe,la testa mi scoppia e lo stomaco si attorciglia...e lei ancora mi manca. La persona più sbagliata dell'universo mi manca e ha il potere di fermarmi il cuore.
Ora la testa si scioglie il cuore riprende a battere,il sangue,caldo, corre nel mio corpo,e io  corro più forte,salgo in fretta tutti gli scalini,non aspetto l'ascensore...ho bisogno di correre,di essere affannata,di liberare la mia mente di liberarmi da quel peso.
Volevo scalciare quel sasso dal mio petto e rimetterci il cuore di burro…e potevo farlo,perché sì la odiavo,ma il mio amore era ancora troppo forte!Ancora mi mancava e ancora la amavo,più di tutto!Ea ancora il mi sole,il mio centro,il mio universo…mia moglie,la madre di mia figlia,la donna che volevo ogni mattina nel mio letto…era ancora lei la persona che volevo stringere la sera.

Cerco la sua porta,la trovo..il mio corpo non segue più la mia mente…una calore fortissimo mi invade. Busso,apre,la vedo…i suoi occhi ancora mi penetrano come quando mi disse che amava la ragazza che mangia i panini.

La amo.

 -Arizona,credo che dovresti tornare a casa.
  
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