Serie TV > Glee
Ricorda la storia  |      
Autore: Melipedia    12/02/2014    1 recensioni
[Trunter]
"Sono pazzo perché innamorato di Hunter Clarington, sono fortunato perché lui ama me.
Sono Trent Nixon e questa è la nostra storia"
Nel mondo non ce ne mai abbastanza di loro
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Hunter Clarington, Trent Nixon, Warblers/Usignoli
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Alla fine arriva lui

Non mi piace iniziare una storia dalla fine, ma oggi farò un eccezione. Sono Trent Nixon, ho 27 anni e una laurea in storia. Mi occupo di un sacco di cose, anche perché non mi piace dire di no alla gente. Ora mi sto occupando di far venire il nodo alla cravatta, dev’essere perfetto, non posso presentarmi all’altare con la cravatta storta. Già, altare, mi sto per sposare. Ho avuto la folle idea di chiedere a niente di meno che Hunter Clarington di sposarmi. Si, quell’ Hunter lì. Ora non so se sono l’uomo più pazzo o il più felice al mondo, perché ha detto si.

Avevo quasi diciotto anni, li avrei compiuti di lì a pochi mesi. Era l’ultimo anno di scuola, l’ultimo anno con i Warblers, l’ultimo alla Dalton. Stavo tornando in dormitorio dopo l’Estate, pensavo che avrei diviso la camera con Thad, e, di conseguenza anche con Sebastian.
Invece c’era lui.
Lui che un anno prima aveva “rovinato” i Warblers, che li aveva “contaminati”,  che io avevo consegnato al nemico, lui per cui avevo una cotta pazzesca.

Era iniziato tutto con un ciao ed un Trent ed era continuato così per un po’. Eravamo compagni di classe, di scuola, di camera, eravamo Warblers, ma oltre a quelle due paroline e qualche frase del genere: “ mi presti gli appunti di biologia?” o “oggi la doccia la faccio prima io” , null’altro.
Per il mio compleanno ricevetti un tanti auguri Trent e un sorriso che mi fece fermare il cuore. Guadagnai anche il diritto alla buonanotte.

La vita con lui è una continua conquista e sapere che a me sono state concesse queste cose e tante altre poi, mi scalda il cuore e fa spuntare un sorriso che Bas definisce “schifosamente dolce”.

Poi era arrivata la pioggia. Tanta pioggia. Sembrava che il cielo stesse cadendo e si stesse fondendo col mare. Le lezioni erano sospese. Gli studenti chiusi in camera avvolti dalla noia e dal freddo. Mi ricordo ancora la sensazione della pelle che formicolava, come scottata anche sotto vestiti e coperte. Eravamo semplicemente per i fatti nostri, a leggere o stare al telefono, ognuno sul suo letto, e poi aveva parlato, cosi, senza che una virgola fosse cambiata dalle ore precedenti.

- Non mi piace la pioggia -
- Perché è bagnata e non puoi uscire di qui? -
- Che cosa stupida. Non mi piace e basta. E nemmeno a te -
- Non è vero, mi piace la pioggia -
- Non ti sta piacendo questa giornata, se ti piacesse la pioggia dovresti essere, non so , essere felice? -
- Fa freddo, non mi piace il freddo -
- Sei strano, lo sai? -

Mi limitai a un cenno di indifferenza con le spalle e mi strinsi più nella mia coperta prima di alzarmi e avvicinarmi alla finestra, facendogli segno di seguirmi.

- Lo sai come si forma un arcobaleno? La luce si riflette sulle gocce d’acqua, dividendosi e mostrandoci i suoi veri colori. Guarda lì fuori, la pioggia copre tutto, rende i contorni meno nitidi e non ti fa vedere molto lontano. Magari lì in mezzo, quello che sembra un tronco può essere una persona che sta litigando col suo ombrello. Improbabile lo so, ma è per questo che mi piace la pioggia. Mi fa vedere il mondo in modo diverso -

Quel giorno avevo guadagnato un altro sorriso. Era stato un altro po’ alla finestra, spalla a spalla con me, e poi era tornato a fare quello che faceva prima. Io avevo continuato a guardare fuori, senza realmente vedere niente e avendo un nuovo motivo per amare la pioggia.

Poi aveva piovuto ancora, e ancora, tanto che era stato definito l’inverno più piovoso degli ultimi anni. E più pioveva, più parlavamo e ci avvicinavamo. Stavo conoscendo un’ Hunter che nessuno aveva mai visto. Quella che sembrava una persona senza cuore o sentimenti invece era una persona dolce e affettuosa, a suo modo.
 
 
Ancora oggi è difficili fargli capire appieno il significato di” romantico” che hanno le persone normali.
 
Accadde che, durante un giorno di pioggia, ci baciammo. Credo di essere stato io, non ne sono pienamente sicuro. Ricordo solo che eravamo seduti vicini sul letto, credo stessimo vedendo un film, o forse studiando. Ridevamo ed ero tutto avvolto nella mia coperta per il freddo. E poi ricordo le nostre labbra che si sfioravano, si scoprivano e poi si allontanavano.

C’era stato imbarazzo, ero scappato via balbettando. Qualcuno dice di aver avvistato un fantasma per i corridoi quel giorno, e ripensarci mi fa ridere sempre. In un fruscio di coperte ero andato in una delle tante aule comuni e c’ero restato per un po’.

Hunter non aveva fatto niente, non mi aveva cercato, non mi aveva nemmeno parlato dopo. Ricordo il dolore forte del mio cuore in quei giorni. Mi sembrava che si stesse solidificando e facesse fatica a contrarsi per pompare il sangue. Ricordo che avrei voluto piangere e urlare perché avevo rovinato quell’amicizia che avevo ottenuto con così tanta fatica.

È poi un giorno aveva smesso di piovere, era quasi una settimana che vedevo Hunter solo di sera. Sebastian mi aveva letteralmente trascinato per tutta la scuola, Thad ci seguiva senza dirmi niente e poi mi ero ritrovato chiuso a chiave in uno stanzino dei bidelli troppo stretto per due persone.

Si, signori e signori, il cliché più vecchio della storia. Ci avevano tenuto chiusi lì dentro tutto il pomeriggio e se Wes e David non fossero venuti a liberarci per pietà  penso ci avrebbero tenuto lì fino al giorno dopo.

Lo stanzino non aveva risolto granché. Ci eravamo chiariti, eravamo tornati a parlarci, ma l’Inverno stava finendo, cosi la pioggia e  tutto quello che avevo conquistato con quella.

Per il diploma avevo ricevuto un abbraccio e un ci vediamo presto Trent.Sapevo che non poteva essere vero. Io sarei stato qualche mese con mia madre prima di andare a Chicago mentre lui sarebbe andato ad Harvard .

Un anno, due, qualche riunione dei Warblers e quel ci vediamo presto ancora impresso nella mente. No, non pensate che abbia passato la mia vita in funzione di lui. Già dopo l’episodio dello stanzino mi ero arreso. Andarmene mi aveva aiutato a lasciarmelo alle spalle. Mi ero fatto una vita, avevo trovato un ragazzo e ci eravamo lasciati, ne avevo trovato un altro, tutti pensavano che ci saremmo sposati, ma una volta laureati avevamo dovuto prendere strade diverse per lavoro.
Mi ero trasferito a New York, avevo ritrovato i vecchi amici, facevo sempre un sacco di cose ed erano anni che non pensavo a lui.

Anche se non l’ha mai ammesso sono sicuro che ci fosse lo zampino di Sebastian, perché per come ci eravamo rincontrati era troppo poco casuale. Cosi, in uno stupido bar sulla via che facevo per andare a lavoro. Non mi ero nemmeno accorto che fosse lì. Avevo solo sentito qualcuno toccarmi il braccio, mi ero girato e prima di tutto avevo guadagnato un altro sorriso, di quelli che ti sciolgono.

- Ci siamo visti presto, vedi Trent? -

Ero stato solo capace di ridere, ridere come non facevo da tempo, perché non ci eravamo visti e sentiti per anni e lui se ne usciva cosi. E risi ancora perché dopo tutto quel tempo era bastata una frase, una sola stupida frase per farmi ricominciare a provare le stesse cose di quasi sette anni prima.

Ci fermammo a prendere il caffè insieme, promettendo di rivederci. Promisi a me stesso che non me lo sarei fatto scappare una terza volta.

E ora guardatemi, sono qui che sto per sposarmi e non so più cosa dire.

Sono pazzo perché innamorato di Hunter Clarington, sono fortunato perché lui ama me.

Sono Trent Nixon e questa è la nostra storia.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: Melipedia