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Autore: Mana Selas    12/02/2014    1 recensioni
Mi chiamo Gumi, sono un essere artificiale creato in provetta dalla scienza, nati per cantare e divertire i nostri creatori, questo fino a che non si stufarono di noi. Fino a quando non ritennero che il tempo delle voci artificiali era finito. Allora iniziò questo inferno, quando decisero di eliminarci in modo scenico, ma non molto originario. Siamo come i gladiatori, dobbiamo combattere tra noi fino alla morte. Ho tenuto questo diario.
Genere: Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gumi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi chiamo Gumi, sono un essere artificiale creato in provetta dalla scienza, nati per cantare e divertire i nostri creatori, questo fino a che non si stufarono di noi. Fino a quando non ritennero che il tempo delle voci artificiali era finito. Allora iniziò questo inferno, quando decisero di eliminarci in modo scenico,  ma non molto originario. Siamo come i gladiatori, dobbiamo combattere tra noi fino alla morte. Ho tenuto questo diario.
Tutto iniziò circa 4 mesi fa, fummo divisi in 2 squadre e portati in questo posto sperduto in mezzo alle montagne, le due squadre sono divise dal fiume e non possono avere contatti, beh un contatto lo abbiamo una volta ogni due settimane: uno di noi deve scontrarsi per la sopravvivenza degli altri, la squadra del vincitore riceve generi di prima necessità.  L’unico problema è che l’incontro finisce solo con la morte di uno dei due combattenti. Non abbiamo scelto noi di venire qui, siamo stati rapiti dai nostri stessi creatori.
Ho raccolto qui tutti gli avvenimenti degli scontri, finchè sarò in vita racconterò del nostro scontro fratricida.
Al primo scontro assistemmo tutti dal vivo. Gli scontri da allora si tengono sempre in una radura non molto lontana dai nostri accampamenti, noi dobbiamo attraversare il fiume per raggiungerla. Affianco al ponte ci sono appoggiate per terra tutte le nostre armi, sono identiche per entrambi i gruppi sono: una katana, una lancia, un pugnale, una mannaia e un accetta. Le armi da fuoco non sono previste, forse perché pensano che gli incontri sarebbero troppo veloci con una pistola in mano ad uno di noi.
Nel primo incontro si affrontarono Meiko e Megurine.
Meiko era alta e forte, scelse il pugnale. Mentre Megurine prese la mannaia, entrambe le ragazze erano agguerritissime, nessuna delle due voleva cedere e passare due settimane d’inferno senza cibo.
Con il volto serio Meiko si avvicinò alla radura fissando l’avversaria lo stesse fece la ragazza dai capelli lunghi e rosa che li stava raccogliendo in una treccia camminando decisa verso quello che era il loro terreno di scontro.
“mi dispiace, ma ti devo distruggere, non avercela troppo con me!”
“oh, certo, magari vedi di farlo prima che ti distrugga io!”
La ragazza dai capelli castani studiava l'avversaria per capire dove avrebbe dovuto colpire, magari alle gambe, ma per farlo attendeva la prima mossa del nemico. Megurine osservava Meiko passandosi la mannaia di mano in mano, poi improvvisamente si lanciò verso di lei; nello stesso istante si mosse anche Meiko,  puntava alle gambe dell'altra, una volta ferita la sfida sarebbe stata in mano sua, sarebbe scappata avrebbe implorato per la sua vita che avrebbe non di certo risparmiato, quello era ciò che pensava Meiko, ma i pensieri di Megurine erano diversi: pensava solo a quanto odiava dover combattere, ma pensava anche che doveva farlo per rimanere viva, e per gli altri della sua squadra che dipendevano da lei... vedendola puntare alle gambe Megurine optò per una gomitata dritta in testa spingendo la testa di Meiko sul proprio ginocchio. Il colpo fu molto forte e Meiko cadde a terra frastornata il sangue che usciva dal sopracciglio dove evidentemente era stata colpita. Posò le mani per terra come se cercasse di fermare il mondo che girava troppo velocemente, mentre Megurine le si avvicinava il volto scuro gli occhi lucidi. Quando Meiko alzò gli occhi ricordandosi della situazione si trovò l’avversaria che la sovrastava con la mannaia in alto
“scusami, scusami tanto!!”
“lo so, fallo, almeno voi starete bene!”
Meiko chiuse gli occhi e offrì il collo alla ragazza, che abbasso con tutta la forza che aveva in corpo la sua arma, staccando di netto la testa della ragazza.
 
Il silenzio più totale cadde tra gli spettatori, si sentivano solo i singhiozzi di Luka, che piano piano si alzò e raggiunse i componenti della sua squadra.
 
  
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