In Morte del Secol
Com’un vecchio già sente il suo morir, greveSospira, tra unti lenzuoli e spasmi tisici,
Rantoli d’umori vischiosi di bile e catrame,
Nero, di grigio fumo, tossiche amaro veleno.
Questa bestia famelica giace or nel letto fatale,
Guardando la sventurata moglie e il mesto figliol
Ride, con la faccia amara e un reo sorriso di fiele
Grasso e incontinente, nella sua fama rapace, Muore.
Pur non sia mesto il pianto, o Penelope casta
Ch’ei mai meritò il tuo amor, atroce insulto
Né sollerzia e fede, saran a te estremo abominio.
Tu pure, orfanello, sorgi, cessa a lagrimar
Albor della nova era, sei tu fulgido Nume
Divina promessa, gloriosa nostra speme.