Serie TV > Shameless US
Ricorda la storia  |      
Autore: Alex96_    13/02/2014    2 recensioni
[Ambientata durante la 3x12]
La mia visione personale della scena tra Mandy e Ian con il gas esilarante e un breve scambio di parole tra i due fratelli Milkovich.
Dal testo:
“Da quanto va avanti?”
Ian non aveva dovuto voltare la testa per guardarla e non aveva avuto di certo bisogno di chiederle a cosa si riferisse perché era piuttosto palese. Aveva sospirato però, prima di rispondere come se parlare di lui e Mickey – qualsiasi cosa quei due fossero – gli provocasse un dolore fisico.
“Tre anni. Da quando sono venuto qui a riprendere la pistola di Kash.”
Mandy aveva imprecato a bassa voce e non aveva potuto fare a meno di guardare il profilo di Ian: all’apparenza sembrava tranquillo e rilassato, ma lei poteva vedere come la sua mascella era contratta, un chiaro segnale di quanto in realtà il suo amico si stesse concentrando per non far trapelare la sua sofferenza.
“Vai via a causa sua, vero?”
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Ian Gallagher, Mandy Milkovich, Mickey Milkovich
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Mandy era rimasta in silenzio a inalare il gas insieme a Ian per più di dieci minuti, sdraiata per terra sul terrazzo sul retro della sua casa. Poi però non ce l’aveva fatta più: dal matrimonio di suo fratello voleva porre al suo migliore amico delle domande, aveva bisogno di sapere come aveva fatto a non notare nulla, come aveva potuto ignorare che il ragazzo che Ian stava scopando, tra tutti, era proprio Mickey. Prima d’allora il pensiero che suo fratello fosse gay non le aveva neanche mai sfiorato la mente; l’aveva beccato più volte scopare con delle ragazze e aveva visto la sua raccolta di porno, eppure qualcosa dentro di lei le diceva che avrebbe dovuto immaginarlo. Sarebbe dovuta essere in grado di leggere sotto l’aria da duro, vedere che c’era nascosto qualcosa, un segreto che doveva necessariamente rimanere tale in ordine di preservare la vita del suo portatore.
“Da quanto va avanti?”
Ian non aveva dovuto voltare la testa per guardarla e non aveva avuto di certo bisogno di chiederle a cosa si riferisse perché era piuttosto palese. Aveva sospirato però, prima di rispondere come se parlare di lui e Mickey – qualsiasi cosa quei due fossero – gli provocasse un dolore fisico.
“Tre anni. Da quando sono venuto qui a riprendere la pistola di Kash.”
Mandy aveva imprecato a bassa voce e non aveva potuto fare a meno di guardare il profilo di Ian: all’apparenza sembrava tranquillo e rilassato, ma lei poteva vedere come la sua mascella era contratta, un chiaro segnale di quanto in realtà il suo amico si stesse concentrando per non far trapelare la sua sofferenza.
“Vai via a causa sua, vero?”
Ian aveva annuito e si era voltato a sua volta per guardarla, un sorriso appena accennato a increspargli le labbra.
“Devo Mands. Sto impazzendo qui a saperlo sposato con quella troia quando invece so che vorrebbe stare con me.”
Lei faticava davvero a credere che suo fratello volesse stare con Ian. Un conto era immaginare che lo prendesse nel culo, un altro era immaginarlo innamorato. Eppure prima l’aveva visto, era chiaramente sconvolto e stava piangendo. Lei non l’aveva mai visto piangere, neanche quando avevano trovato loro madre stesa sul pavimento del bagno in overdose. Neanche allora aveva pianto, ma se l’aveva fatto per Ian forse allora anche Mickey aveva un cuore.
“Se vuole stare con te perché l’ha messa incinta?”
Ian aveva sospirato e si era portato una mano tra i capelli corti, aveva evitato il suo sguardo – troppo intenso, troppo doloroso per lui guardare in quelle iridi blu così tanto simili a quelle di Mickey – e ripreso a fissare il cielo sgombro di nuvole.
“Quando i servizi sociali mi hanno messo nella casa famiglia Mickey mi ha invitato a dormire qui, ma la mattina dopo tuo padre ci ha beccati insieme. È stato lui a chiamarla per farlo tornare etero. L’ha costretto a sposarla e tuo fratello è troppo codardo per mettersi contro di lui.”
Il rosso aveva parlato con un tono talmente carico di risentimento e dolore che, se lei fosse stata un’altra ragazza, si sarebbe messa a piangere. Odiava sapere che Ian soffriva e si odiava ancora di più perché non era stata in grado di vedere quello che succedeva dentro la sua dannatissima casa. Il rosso non aveva più parlato, ma si era acceso una canna e dopo aver preso due tiri gliel’aveva passata e lei era rimasta lì, con il suo migliore amico che stava per arruolarsi nel fottutissimo esercito, a fumare. Anche quando lui le aveva detto di dover tornare a casa, anche quando l’aveva abbracciata e le aveva baciato una guancia, anche allora non era stata in grado di dirgli nulla. Sapeva che se avesse aperto la bocca avrebbe detto qualcosa di cui si sarebbe pentita: l’avrebbe pregato di restare lì con lei, l’avrebbe scongiurato di non abbandonarla e di non andarsi a far uccidere in qualche paese dell’est a causa dell’idiozia di Mickey. Eppure sapeva che non era quello di cui Ian aveva bisogno, era per questo che l’aveva lasciato andare via e non aveva avvertito nessuno dei suoi fratelli. In cuor suo sapeva che il suo migliore amico aveva bisogno di stare solo. Doveva riprendere il controllo di se stesso, aveva bisogno di riprendere le redini della sua vita e doveva smettere di essere sotto il controllo di quel testa di cazzo di suo fratello che gli aveva spezzato il cuore. Per farlo doveva processare tutti gli avvenimenti dei passati tre anni da solo. Lei non poteva aiutarlo. La sua famiglia non poteva aiutarlo. Nessuno poteva.



***


“Se n’è andato il tuo fidanzatino?”
Mandy aveva digrignato i denti quando suo fratello si era appoggiato sullo stipite della porta della sua stanza. Come aveva il coraggio di chiederle di Ian? Proprio lui che era la causa di tutti i suoi problemi! 
“Vaffanculo fuori di qui Mickey, se ti guardo un altro minuto inizierò a vomitare.”
Il moro non sembrava essere rimasto scosso dalle sue parole ed era rimasto lì, immobile con una spalla contro il legno, a mordersi un labbro.
“Quindi non l’hai fermato? Si arruolerà sul serio?”
Lei si era alzata in piedi dal suo letto e, come una furia, si era accanita sul fratello dandogli un forte spintone che l’aveva fatto arretrare di un paio di passi.
“Certo che no testa di cazzo! Tu sei l’unico che avrebbe potuto fermarlo ma sei una femminuccia del cazzo e non hai avuto le palle per dirgli di restare e ora lui se ne andrà. È tutta colpa tua!”
Mickey sembrava essere rimasto davvero sorpreso – lo shock nei suoi occhi era percepibile anche a una certa distanza – dalle sue parole e lei ne aveva quasi riso: cosa, non si aspettava che lei gli parlasse così? Era proprio un dannatissimo finocchio.
“Lui…lui lo sapeva a cosa andava incontro. Non gli ho mai promesso niente di diverso da una scopata, è stato lui a volere di più. Non si è accontentato.”
Non era riuscita a trattenersi e aveva provato dargli un pugno sulla mandibola ma Mickey, abituato come ogni Milkovich alle lotte, si era scansato appena in tempo.
“Che cazzo Mandy!”
Lei gli si era avvicinata nuovamente, questa volta afferrandolo per il collare della maglietta puntando gli occhi fiammeggianti d’ira nei suoi.
“Lui è innamorato di te. Non mi dire che te lo sei scopato per tre anni senza accorgertene. Lo sapevi Mickey, semplicemente non ti è mai importato!”
Aveva visto il moro ridurre gli occhi a due fessure e riusciva a vedere dall’irrigidimento del suo corpo, dai pugni contratti e dalla mascella serrata che stava raccogliendo tutta la – poca – calma di cui era in possesso per non picchiarla. Non le sarebbe importato a dire il vero, voleva sentire un dolore più grande di quello che stava provando ora. Aveva bisogno di annientare il dolore, di diventare sorda.
“Non sai un cazzo tu. L’ho fatto per lui.”
Suo fratello non si era sprecato ad elaborare e lei, in realtà, neanche se lo aspettava: Mickey non era mai stato un tipo da tante parole. Lui comunicava con la violenza e le offese, le azioni per lui contavano di più di qualche confessione ed era per questo che lei l’aveva lasciato andare. Sapeva che suo fratello stava già soffrendo e non voleva aggiungere altro dolore a quello che stavano provando ma, al tempo stesso, non poteva impedirsi dall’incolparlo. Si era sbattuta la porta della sua stanza alle spalle, lasciandosi scivolare contro il legno solido mentre quelle lacrime che aveva trattenuto con tanta forza si riversavano sul suo volto. Sperava solo che, ovunque Ian decidesse di andare, fosse al sicuro. Non avrebbe potuto sopportare di perdere il suo migliore amico, aveva già perso così tante persone nella sua vita.
Era rimasta così Mandy, a singhiozzare e a sfogare tutto il suo dolore nel modo meno distruttivo che conosceva e un po’ stava piangendo per lei, un po’ per Ian, ma soprattutto per Mickey, per come la sua vita sarebbe stata un inferno in terra. Tutte le loro vite lo sarebbero state.




Angolino Autrice:

Salve a tutti! Questa è la mia prima OS sul fandom di Shameless, ma non sarà l'ultima! Amo talmente tanto questo telefilm, i suoi personaggi, Mickey, Ian e Mandy che ho in serbo altre tre OS una seguito dell'altra (che, volendo, possono essere anche lette in maniera indipendente) da postare u.u
Spero che questa intanto vi sia piaciuta, mi auguro di aver mantenuto questi personaggi così complessi abbastanza IC e niente, credo di essermi già dilungata abbastanza :3
Alla prossima, fatemi sapere cosa ne pensate con una recensione se volete!



Dove trovarmi: Profilo Facebook - Pagina Autrice Facebook - Profilo Autrice EFP - Ask.fm
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Shameless US / Vai alla pagina dell'autore: Alex96_