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Autore: icered jellyfish    13/02/2014    5 recensioni
| Hiccup!centric |
Si sentiva un foglio di carta, una storia scritta su una vecchia pergamena con accanto un calamaio pericolosamente stracolmo d'inchiostro – e temeva che quell'intenso liquido nero potesse strabordare, un giorno, sulle pagine di cui era fatto, coprendo tutto, cancellando ogni cosa.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hiccup Horrendous Haddock III, Sdentato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Non sapeva assolutamente quanto potesse vivere un drago







C A P I T O L O   U n i c o

Non sapeva assolutamente
quanto potesse vivere un drago







Il suo respiro era regolare, profondo e perfettamente conforme a quello di una qualsiasi creatura dormiente. Era felice di vederlo completamente immerso nel suo meritato riposo – quella notte avevano volato per ore, alle spalle di suo padre – ma, contrariamente al suo squamoso amico, lui non era affatto riuscito a lasciarsi trasportare dal sonno – sebbene gli occhi gli stessero bruciando al punto da lacrimare, quasi.
La luce dell'alba filtrò attraverso le fessure degli sportelli in legno chiusi davanti alla finestra sopra il suo letto, illuminando a piccoli strati la figura di quella che non credeva potesse essere una presenza possibile all'interno della sua camera – della sua vita.
Seduto sul letto, con le gambe avvolte dalle braccia e strette al petto, era rimasto lì immobile ad osservare il suo corpo disteso su quella che lui era abituato a chiamare cuccia, sebbene fosse semplicemente una grossa pedana di legno sulla quale il suo drago dormiva – vicino a lui, senza mai abbandonarlo.
Non sapeva quantificare da quanto tempo fosse rimasto rannicchiato in quella postura e con lo sguardo fisso forse non solo sull'amico – ma anche su un vuoto da cui si era lasciato modellare – ma era certo di non saper sicuramente come uscire da quella presa di consapevolezza che lo aveva accoltellato allo stomaco.
Si sentiva un foglio di carta, una storia scritta su una vecchia pergamena con accanto un calamaio pericolosamente stracolmo d'inchiostro – e temeva che quell'intenso liquido nero potesse strabordare, un giorno, sulle pagine di cui era fatto, coprendo tutto, cancellando ogni cosa.
Il libro dei draghi era ormai diventata una sua responsabilità e con costante lavoro e dedizione lo stava riscrivendo completamente, arricchendolo di dettagli che lui solo poteva trascrivere, modificando versioni che lui solo poteva contestare ma, per quanto fosse il primo di tutto il suo popolo ad essere riuscito a cambiare le errate e folli visioni sui draghi, non c'era nulla che potesse fare per focalizzare un reale riscontro con quella domanda a cui nessuno aveva mai trovato risposta – e lo terrorizzava l'idea di poter essere il primo anche qui, a imbattersi nella verità che circondava quel dubbio.
Il ventre di Sdentato si gonfiava e sgonfiava ordinariamente, senza incagli di alcun tipo, e sorrise di se stesso nel rendersi conto di aver trovato confortante quella regolarità – perché non riusciva ad accettare di aver cominciato a preoccuparsi di una questione a cui non aveva pensato mai prima di allora.
Non sapeva per quale motivo avesse iniziato quell'auto lacerazione ma in un qualche modo era cosciente che prima o poi sarebbe stato inevitabile affrontare l'argomento – almeno con se stesso.
Dal loro primo incontro erano ormai passati cinque anni e il tempo non poteva essere ingannato in maniera alcuna, non quello almeno – anche se continuava a sperare, forse invano, che Sdentato non fosse stato poi così lontano dalla sua prima apparizione nel mondo, quella volta.
Forse, a quei tempi, avrà avuto un anno o poco più, o forse addirittura più di cento senza che però il suo corpo ne risentisse, perché in fondo appariva così giovane da non poter credere che la sua pelle scagliosa ed elastica potesse essere la stessa di un vecchio drago –  ma poteva davvero esserne certo?
Non gli era ancora mai capitato di imbattersi in argomentazioni tanto agghiaccianti e non era certo di volersi addossare il compito di registrare quelle informazioni troppo strazianti e amare anche solo da immaginare.
Incurante e distante da quei pensieri, Sdentato si mise a quel punto con l'addome rivolto verso l'alto e lui lo guardò senza scomporre nemmeno un muscolo, rimanendo piuttosto ancora più concentrato su ogni suo dettaglio, sperando di trovare in questi una qualsiasi conferma che potesse rincuorarlo sul fatto che il suo migliore amico era ancora un giovane drago con un'infinità di possibilità davanti e, anche quando altri anni sarebbero passati – e lui avrebbe avuto i capelli bianchi e una salute notevolmente più cagionevole – sarebbe stato lì, pronto ad aiutarlo a sostenersi – e non solo per non scivolare sulle lastre di ghiaccio che ricoprivano le strade del villaggio durante l'inverno.
«Hiccup!».
All’improvviso, la voce di Astrid arrivò da fuori fino alle sue orecchie, riportandolo al presente di cui si era dimenticato e facendogli ricordare il loro appuntamento concordato il pomeriggio prima – e di cui lui si era totalmente scordato, non poteva negarlo.
Voltò la testa verso la finestra ancora chiusa, sentendosi chiamare una volta di più. Guardò poi nuovamente Sdentato avvolto nei suoi più indistinti sogni – il suo muso sembrava allegro e spensierato e una delle sue zampe anteriori continuava ad agitarsi come se volesse grattare qualcosa. Probabilmente stava vivendo qualche subconscia e
divertente fantasia e quello scenario lo fece finalmente sorridere. Forse non avrebbe dovuto rimuginare così tanto su un argomento di cui magari non si sarebbe dovuto preoccupare così presto, anche perché non sapeva assolutamente quanto potesse vivere un drago e di pensarci nuovamente non ne aveva alcuna intenzione – non in quel momento.
Sarebbe stato meglio scendere da Astrid, piuttosto, per scusarsi e avvertirla che quella mattina avrebbe preferito rimanere a casa a dormire. Gli occhi continuavano a bruciargli e non smettevano di lacrimare, era incredibile quanto sonno avesse.







F I N E




    » N O T E    A U T R I C E ;

O–ok. Mi ero ripromessa che non avrei mai più scritto niente di tanto angst su Hiccup e Sdentato, ma pian piano che scrivevo le parole hanno preso vita da sole e hanno creato tutto questo – quindi prendetevela con loro. Denunciatele, se necessario! (?)
Boh, non so cosa dire, l'altro giorno mi è venuto in mente, effettivamente, quanto potessero vivere i draghi di questo film e quindi il mio cervello ha iniziato a rimuginare su una possibile one–shot che poi è appunto questa e... Niente, per quanto possa sembrare un colpo di pisola in pieno petto, spero vi sia comunque piaciuta. x°
E' cronologicamente ambientata poco prima dell'inizio del secondo film 
di cui non so nulla più che quanto visto nei trailer poché non è ancora uscito ma io volevo comunque immaginarmi un Hiccup cresciuto e in quelle vesti  eeee... E basta e.
In anticipo, grazie delle eventuali letture, se voleste anche lasciarmi una recensione – anche piccola – mi farebbe immensamente piacere! Pubblico soprattutto per avere riscontri con i lettori quindi, davvero, un grazie gigante a chi vorrà commentare!
Alla prossima – e scusatemi per tanta tristezza,


© a u t u m n
   
 
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