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Autore: Lunatica_92    13/02/2014    1 recensioni
Ambientata nel mio mondo AU, dove sono tutti vivi. Perché è bellissimo immaginarli vivi.
Che Stiles sia terribilmente logorroico è una verità universalmente riconosciuta. Ma che sia l’unico logorroico di BH è vero? Possibile che non vi sia un’altra persona loquace quanto lui? Se sì, sarà la signora Hills? E chi mai è la signora Hills? Per quale motivo Stiles acquista dei fiori? Per San Valentino? E se sì, perché? In fondo Stiles pensa che San Valentino sia la festa più consumistica dell’anno. Quelle rose rosse per chi sono? Sicuramente per Derek, pensa Erika. Ma Erika pensa bene? E se sì, perché Derek è tanto furioso? Odia così tanto le romanticherie, o non capisce il motivo per cui Stiles non gli abbia ancora dato le rose? Peter Hale consiglia a Stiles di cucinare a suo nipote dei biscotti al cioccolato fondente! Per rabbonirlo? Per quale motivo, poi? Perché Peter Hale non pensa alla sua serata romantica con la madre di Scott, o il padre di Allison? Chris lo attende con la balestra, come dice la bella Allison. A Chris Argent piace il sesso violento, come piace a Peter Hale? Stiles non dimenticherà questo San Valentino.
STEREK!
Buon San Valentino! In anticipo, sì.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Perché Erika è maliziosamente impicciona, sì!
La signora Hills era la miglior fiorista di BH, abituata a contrattare con i fornitori più intransigenti e i clienti maggiormente esigenti. Nonostante avesse vissuto molti inverni, era ancora una donna combattiva e riusciva a persuadere la persona maggiormente ostinata. Era una vecchina simpatica, un po’ logorroica e tendenzialmente maniacale.
Adorava stupire i suoi clienti, che non potevano non complimentarsi con lei e ritornare nel suo negozietto delizioso. Mia madre era stata una sua cliente affezionata, come lo eravamo io e mio padre. Ci recavamo sempre da lei, quando necessitavamo di fiori o semplicemente bramavamo fare un regalo floreale. La signora Hills era la migliore.
-Salve, giovanotto! Quanto sei cresciuto! Come sta il nostro amato sceriffo?-
-Salve, signora Hills. Fortunatamente mio padre gode di buona salute, anche se difficilmente riusciamo a cenare insieme, considerando quanto il suo lavoro sia impegnativo. E’ quasi una settimana che ritorna a orari indecenti, pensi un po’! E il signor Hills come sta? Ieri l’ho intravisto al reparto surgelati del supermercato, e tenendo conto della sua età, mi sembra che godi di buona salute. E lei, signora Hills?-
-Sia io che mio marito godiamo di buona salute, giovanotto! E comprendo benissimo quanto lavoro abbia tuo padre. In fondo BH è una cittadina complicata da dirigere, con i suoi casi irrisolti e gli odiosi leoni di montagna. Che poi è una fortuna che vi siano uomini coraggiosi come tuo padre, altrimenti chi proteggerebbe noi cittadini da quelle pericolosissime bestie? Non oso neanche pensarvi, mio caro. Come posso aiutarti, giovanotto?-
-Mi servirebbero delle rose rosse, signora Hills. Quelle dallo stelo lungo, le foglioline verdissime e non dischiuse. Dovrebbe adornarle con un po’ di nebbiolina bianca e legarle con un nastrino rosa.-
-Immagino che siano per la giovane Lydia Martin. Spero tanto che tu riesca a conquistarla, anche se a me sembra che sia abbastanza interessata al suo attuale ragazzo. Il giovane Jackson ieri è stato da me, mi ha ordinato ventuno rose per la giovane e dovrebbe venire questo pomeriggio a ritirarle. Penso che abbia intenzione di organizzarle una cenetta romantica. In fondo oggi è la festa più ricca di amore dell’anno, mio caro!-
-Direi che oggi è la festa più consumistica dell’anno, signora Hills! E comunque le rose rosse non sono per la mia carissima amica Lydia, ma per una persona maggiormente importante. Per la prima che sia riuscita a conquistare il mio cuore.-
-La conosco? Sono impaziente di conoscerla! Immagino che sia una giovane di BH, che frequenta il nostro liceo e forse è una tua vicina di casa? Dimmi, giovanotto!-
-Non vi è molto da raccontare, signora. Lei è solo bellissima. Mi occorrerebbero sessantuno rose rosse, signora Hills. Pensa che sia possibile averle? Purtroppo ho dimenticato di ordinargliele ieri.-
-Certo che è possibile, ragazzo mio. Per il figlio dello sceriffo è possibile questo e altro. E siccome oggi è San Valentino, ho chiesto ai miei fornitori di inviarmi il triplo delle rose che normalmente vendo. Aspetta qui, caro. Cinque minuti e sono da te.-
Cinque minuti dopo la signora Hills ritornò dal retro del negozio, poggiò sul banco le sessantuno rose rosse, iniziò ad adornarle con la nebbiolina e poi le legò con il nastrino rosa. Incredibile quanto quella vecchina fosse efficiente nel suo lavoro, come rendesse i clienti dipendenti dal suo operato e quanto loro non potessero non ritornare nel suo negozietto. La qualità era una sua prerogativa.
-Ti piacciono, giovanotto? Vuoi allegarci un bigliettino?-
-Nessun bigliettino, signora Hills. Mi piacciono tantissimo. Quanto le devo?-
Rapidamente la vecchina più curiosa di BH – se la cittadina avesse cessato di stampare i quotidiani, i cittadini avrebbero potuto chiederle cosa accadesse nella città e lei sarebbe stata capacissima di rispondere. Perché conosceva tutto di tutti, sì! –  batté uno scontrino, me lo consegnò e attese che io la pagassi.
Estrassi un paio di banconote da cinquanta dollari dal portafoglio, gliele diedi, presi le rose, la ringraziai e lasciai il suo negozietto. E se avessi prestato maggiormente attenzione ai viandanti che mi circondavano – prima di salire nella mia auto e dirigermi verso la mia meta - , avrei notato una giovane di mia conoscenza e compreso ancora una volta quanto il Karma fosse un autentico bastardo.
Giovane che aveva un sorrisino machiavellico sulle labbra carnose, le unghie smaltare di rosso sangue e la capacità di non cadere dai tacchi quindici. Giovane che non era Lydia – avrei avuto una possibilità di salvezza, se fosse stata lei. Avrei sempre potuto minacciarla di dire a Jackson del suo bacio con Peter Hale, se avesse desiderato raccontare del mio acquisto floreale a Derek! - , ma una sedicenne bionda incapace di non ammaliare le persone e non infierire sulle disgrazie altrui. Lucifero sarebbe stato più comprensivo rispetto a lei, sì!
 
Derek e io avevamo una relazione da sette mesi, e facendo eccezione per mio padre, non vi era persona che ignorasse tale cosa. Era stato alquanto imbarazzante raccontarlo ai membri del suo branco – diciamo che i suoi cucciolotti avevano sghignazzato allegramente, annusando i nostri odori e comprendendo quanto odorassimo di sesso. Rammentavo ancora le battutine di Jackson, i sorrisini sarcastici dello zio psicopatico di Derek e i complimenti di Scott. Finalmente anch’io avevo perso la mia verginità! Orrendo momento! - , comunicarlo alla madre del mio miglior amico e poco velatamente al padre della ragazza del mio amico di sempre.
Sarei morto di imbarazzo, se fossi stato un sedicenne un po’ meno logorroico e più propenso ai rossori. Fortunatamente non ero tale, altrimenti avrei rischiato un arresto cardiocircolatorio e forse il lupo di Derek Hale sarebbe stato costretto a scegliere un nuovo compagno. Non che tale cosa sarebbe stata possibile, perché vi era il dettaglio quasi irrilevante della monogamia del lupo, ma avrebbe sempre potuto accontentarsi di un’altra persona e tale cosa non mi sarebbe piaciuta minimamente. Sarei morto di crepacuore, nonostante fossi già morto e avrei perseguitato Derek Hale per il resto della sua vita. Poco ma sicuro, sì.
E in quel momento ero seduto sul divano bruciacchiato dell’abitazione Hale, avevo il quaderno di chimica aperto sulle cosce e cercavo di bilanciare una reazione chimica. Fortunatamente vi era Lydia vicino a me, che era proprio brava in chimica, altrimenti non sarei mai riuscito a terminare i miei compiti scolastici. Non che la mia media scolastica fosse inferiore a quella della mia amica dai crini rossi, o che la chimica non mi interessasse, però il professore Harris era una canaglia e rendeva la disciplina estremamente indigesta. Almeno a me, sì. Allison era seduta ai piedi del divano, ripeteva la lezione di filosofia e sembrava estremamente assorta nel suo ripasso. L’indomani avrebbe dovuto sostenere la sua terza interrogazione, prima che il quadrimestre terminasse e i nostri torturatori sadici facessero le medie. Altro che disastri sovrannaturali, cazzo.
La fine del quadrimestre era la cosa peggiore che vi potesse essere, almeno per degli adolescenti esagitati come noi. Quella era una certezza. Peter era acciambellato su una poltroncina maculata, fingeva di leggere il bestiario degli Argent e aveva le labbra inclinate in un sorrisino machiavellico. Troppo machiavellico. Avrei dovuto parlare con il padre di Allison, dirgli di interrompere la tregua con il branco di Derek e di pestare il suo adorabile zio psicopatico. E conoscendo il signor Argent, la mia richiesta sarebbe stata accolta e forse a Chris non sarebbe dispiaciuto minimamente torturare Peter Hale.
Sicuramente non sarebbe dispiaciuto all’adorabile zio risorto, che amava il sesso forte e adorava essere legato. Che uomo inquietantemente folle! Derek era all’esterno dell’abitazione con i suoi cuccioli, che dovevano essere stremati e incapaci di proseguire l’allenamento.
Era da qualche minuto che non sentivo più imprecazioni, burle e minacce. Possibile che Derek avesse deciso di essere clemente, interrompendo l’allenamento prima del tramonto? Che la magia del giorno più consumistico dell’anno lo avesse addolcito? Assolutamente improbabile, conoscendo il soggetto. E con tale interrogativo, terminai i compiti di chimica e chiusi il quaderno. Avrei preparato una cena ipocaloria per ringraziare Lydia del suo aiuto prezioso, sì.
-Lydia, grazie del tuo aiuto! Ti preparo un’insalatina scondita?-
-Grazie, ma non ho fame. Poi questa sera Jackson e io ceniamo fuori. E se memoria non mi inganna, anche quello zotico di Scott deve aver organizzato qualcosa. Sbaglio, Allison?-
-Che io sappia ha organizzato un picnic nella foresta, e considerando che questa sera non vi è il plenilunio, nessun ospite indesiderato dovrebbe disturbarci. Anche Erika e Boyd ceneranno in qualche ristorantino,  se non sbaglio.-
-In un ristorantino carinissimo a BH, Allison. Isaac mi sembra che abbia deciso di andare in discoteca, sicuramente ha intenzione di flirtare con qualche idiota a caso, mentre non so proprio cosa abbia intenzione di fare il nostro Peter Hale. Cosa farà lo zio psicopatico risorto, ragazze? Glielo chiediamo?-
-Inutile fingere che io non sia qui, Stiles! E giusto per la cronaca, mi attende una serata favolosa. Melissa ha organizzato una deliziosa cenetta, e tenendo conto della sua abilità culinaria, sono impaziente di gustarmi i suoi piatti. Non che non sia impaziente di gustarmi anche altro, perché quella donna ha un corpo favoloso, ma tempo a tempo. In linea di massima nessun ospite indesiderato dovrebbe disturbarci, come giustamente ha detto la nostra cara cacciatrice. E poi ho anche intenzione di andare a salutare una certa persona…-
-Certa persona che ti attenderà impaziente con aconito, pugnali d’argento e catene bagnate nel veleno!-
-Conoscendolo, è probabile. Ma io adoro il sesso forte, Allison!-
E prima che Allison potesse impugnare la balestra, decisi che fosse il caso di interrompere quella conversazione imbarazzante. Sicuramente Peter Hale sarebbe andato da Chris Argent, perché quel licantropo psicopatico amava provocare le persone, ma non era il caso che Allison conoscesse simili dettagli o apprendesse della vita sessuale di suo padre.
Non che io e Lydia avessimo la certezza di una relazione tra Peter Hale e Chris Argent, però tra i due vi era troppa tensione sessuale e tutte quelle battutine sarcastiche dovevano pur significare qualcosa. E come diceva la mia primissima infatuazione, sarebbe stato originalissimo presenziare a un matrimonio a tre. Forse solo Scott non avrebbe gradito, perché si sarebbe ritrovato ad avere Peter Hale come patrigno e suocero. Allucinante, sì.
-Fantastico, ragazzi. Così non sarò costretto a cucinare per un esercito di licantropi affamati. Buon divertimento. E usate precauzioni, perché non vi tengo ancora a diventare zio.
-Meno sarcasmo, se fossi in te. Penso che la tua seratina sarà alquanto movimentata, Stiles!-
-E per quale ragione dovrebbe essere movimentata, Peter? Detesto il consumismo di questa ricorrenza, non mi piace festeggiare San Valentino e dubito che a tuo nipote piaccia. Non penso che Derek ami regalare cioccolatini, piantine, peluche e fiori. Fortunatamente per me, aggiungerei.-
-Hai perfettamente ragione, Stiles. A mio nipote San Valentino non piace, non è mai piaciuto e certamente non è il tipo da regalini stupidi. Tra i due non è a lui che piace regalare fiori.-
-Cosa intendi dire, psicopatico di uno Hale?-
-Che Derek Hale non ama andare da una fiorista, acquistare sessantuno rose rosse, dire alla signora Hills di legarle con un nastrino rosa, spendere un quarto della propria paghetta mensile e regalarle a qualcuno di diverso dal suo compagno. Perché non mi risulta che Derek abbia ricevuto delle rose rosse da qualcuno, tanto meno dal compagno del suo lupo o hai intenzione di dargliele questa sera? Se sì, ti consiglio di cucinargli anche dei biscotti con il cioccolato fondente. Perché è davvero di pessimo umore, credimi. Nel vano tentativo di placare la sua irritazione, ha sfinito i suoi beta e quei poveri animaletti hanno più di qualche osso rotto. Provo quasi pena per loro. Quasi.-
Le parole di Peter Hale mi spiazzarono. Assurdo che sapesse del mio acquisto floreale, quando avevo fatto anche una doccia per eliminare l’odore delle rose dal mio corpo. Che fossi costantemente seguito da uno dei membri del branco di Derek? Che cosa odia sarebbe stata, se fosse stata vera.
-Ti piace seguirmi, psicopatico?-
-Minimamente, anche se sei la lupa di mio nipote. Diciamo che BH è una cittadina piccola, che casualmente tutti adorano la signora Hills e che anche a qualche cucciolotto del branco di Derek piacciono i suoi fiori. E certamente a qualche bestiola un po’ troppo maliziosa, che si è preoccupata di riferire del tuo acquisto floreale al suo alfa. Chissà chi!-
-Immagino che la bestiola in questione sia Erika.-
-Saresti stato il miglior elemento del branco, se avessi accettato il morso. Sicurissimo di non volerlo?-
E prima che potessi replicargli con sarcasmo, Derek Hale entrò nell’abitazione e ringhiò ai presenti di lasciare il salotto. Fu sufficiente una sua occhiataccia per comprendere che non dovessi lasciare la sua abitazione, ma restare seduto sul divano e attendere che lui dicesse qualcosa. O fornirgli una validissima spiegazione, perché Erika era stata una grandissima impiccione e incapace di badare ai propri problemi. Avremmo trascorso in modo diverso la serata, se non fosse stata per la sua cucciola e io certamente non avrei dovuto fornirgli alcuna spiegazione. Maledizione.
I suoi cucciolotti ubbidirono, le ragazze lasciarono l’abitazione e Peter salì al piano superiore. Sarebbe stata una pessima serata, sì. Ormai il sole era tramontato, e considerando quante stelle vi fossero nella volta, l’indomani sarebbe stato soleggiato. Distrattamente notai quanto tempo Derek impiegasse nel togliere la maglietta macchiata di sangue, i pantaloni strappati e le scarpe inutilizzabili. E prima che salisse al piano superiore per una doccia, gli chiesi se avesse fame e la sua rispostaccia mi spiazzò.
-Non voglio trattenerti, ragazzino. Immagino che ti aspetta una seratina romantica. Sparisci!- Per cinque minuti restai in silenzio, incapace di replicare e poi compresi quanto la follia fosse ereditaria. Possibile che il mio caro alfa fosse tanto idiota? Evidentemente, sì. Un po’ divertito salii al piano superiore, entrai nel suo bagno personale, aprii la cabina della doccia e capii pienamente quanto fosse irritato.
Violentemente strofinava le braccia, toglieva le macchie di sangue e mi scrutava minuziosamente con le sue iridi rosse. Con le sue iridi indemoniate, sì. Ancor più divertito tolsi la maglietta della tuta, versai una dose generosa di bagnoschiuma sulla spugna e iniziai a strofinargli la schiena. Delicatamente detersi la sua schiena, le sue braccia, le sue gambe, i suoi glutei e mi soffermai sul suo pene. Particolarmente lavai il suo pene, i suoi testicoli, lasciai cadere la spugna, mi alzai sulle punte dei piedi, cinsi il suo corpo con le mie braccia e avvicinai le mie labbra alle sue.
-Mi piacciono di più le tue iridi verdi. Mi ricordano quelle del gattino bellissimo dal pelo nero, folto, lungo, morbido e pulitissimo. Che vorrei tanto rivedere, ma penso sia impossibile che vi sia un’altra congiunzione astrale a BH. Cosa ne pensi?-
-Penso che sono furioso, ragazzino.-
-Perché sei uno stupido, caro il mio antipatico alfa! Non pensavo che fossi tanto geloso, possessivo, protettivo, territoriale e opprimente.-
-Con simili difetti, non capisco il motivo per cui tu abbia accettato di avere una relazione con me. Non ti ho costretto ad accettare di essere il mio compagno, nonostante il mio lupo ti avesse scelto e quindi sei libero di andare. Se vuoi una relazione normale con una ragazzina, sei libero di averla. Così potrai anche presentarla a tuo padre, magari.-
-Non ho mai pensato che le tue peculiarità fossero difetti, perché ho bisogno di protezione e mi piace che una persona si prenda cura di me. Mi piace che tu ti prenda cura di me. E poi dovresti chiedere a me, prima di dare per scontato le parole di Erika.-
-Vuoi negare di aver acquistato delle rose rosse, con il proposito di regalarle a qualche ragazzina? Non capisco perché tu sia ancora qui, ragazzino. Solitamente ai ragazzini con gli ormoni a mille piace cenare fuori, festeggiare San Valentino e giurarsi amore eterno. Vai via!-
-A me San Valentino non piace. E’ una festa consumistica, che rende le persone imbecilli e idiote. Non ho mai festeggiato questa giornata, non ho intenzione di farlo ora e penso che mai avrò intenzione di farlo. San Valentino non fa per me. Ho acquistato le rose rosse, non con il proposito di regalarle a qualche ragazza, ma con quello di portarle a…-
-A qualcuno che non è stato arrestato da tuo padre, che lo sceriffo di BH non pensa possa essere una minaccia per il suo unico figlio e che accetterebbe di conoscere. Lo posso immaginare, ragazzino.-
-Mio padre non avrebbe alcun problema ad accettarti, se lo informassi della nostra relazione. Sei stato scagionato da ogni accusa, sa che sei un licantropo, che hai protetto gli abitanti di BH e aiutato sia Scott che me. E quindi…-
-Perché non gli dici della nostra relazione, allora? Il mio branco sa di noi, anche la madre di Scott e Argent. Perché tuo padre è l’unico a non sapere di noi?-
In quel momento compresi il motivo della sua insicurezza, del perché fosse furioso e di come le parole di Erika avessero avuto il dono di alimentare il seme del dubbio in lui. Poggiai le mie labbra sulle sue, lui mi strinse a sé e strofinammo l’uno contro l’altro le nostre erezioni. Fu bellissimo capire quanto fossi capace di eccitarlo, renderlo dipendente da me e come potesse fare quasi le fusa.
Sembrava che facesse quasi le fusa in quel bacio vorace che ci donammo. E tale cosa mi piacque tantissimo, perché mi ricordò il delizioso gattino che per quasi ventiquattro ore era stato. Lentamente allontanai le mie labbra dalle sue, ignorai le mie gote screziate di rosso e gli risposi. Lo feci, sì.
-Pensavo che tu non fossi ancora pronto ad affrontare mio padre, che non desiderassi informarlo della nostra relazione. Se fosse stato per me, il giorno seguente alla nostra prima volta gli avrei detto di noi. Credimi.-
-Giuramelo, ragazzino.-
-Lo giuro, insicuro cagnaccio!-
Volutamente Derek  ignorò il mio ultimo nomignolo, mi strinse maggiormente a sé, avvicinò le labbra al mio orecchio e vi sussurrò dentro un qualcosa di terribilmente osceno. Probabilmente non avrei mai dimenticato quel San Valentino. Quella era un’altra certezza.-
-Domani dirai a tuo padre di noi, perché ho intenzione di pranzare con lui e non ammetto obiezioni. Sono stanco di entrare dalla finestra della tua stanza, ragazzino. E ricordami di pestare Erika.-
-Più di quanto tu non abbia fatto oggi?-
-Ovvio. Quello di oggi è stato solo un assaggio. E dimmi quelle rose rosse erano per…-
-Questa mattina mio padre è stato impegnato in centrale, e siccome non ha potuto allontanarsi neanche per un secondo, mi ha chiesto di acquistare le rose e portarle a… -
-A chi?-
-Mia madre amava festeggiare San Valentino, forse è per questo motivo che io odio tanto festeggiarlo e ogni anno mio padre le regalava delle rose rosse. I suoi fiori preferiti. E da quando è morta, lui continua questa tradizione. Ogni San Valentino adorna la sua tomba con delle rose rosse, con tante rose rosse e per un momento finge che nulla sia cambiato. Si illude che lei sia ancora viva. Questa mattina ha chiesto a me di portargliele, perché non poteva lasciare il lavoro e ho compreso il motivo per cui mio padre continua questa tradizione. Anche a me è sembrato che mia madre fosse ancora viva, Derek.-
Derek non disse nulla – perché cosa mai avrebbe potuto dirmi? A volte non vi era nulla da dire. - , chiuse il getto della doccia, mi sollevò tra le sue braccia e mi portò nella sua camera da letto. Mi ritrovai disteso sul suo letto, stretto nelle sue braccia e lì piansi. Nonostante fossero trascorsi dieci anni, il dolore era sempre lo stesso. Ogni giorno sembrava  che fosse un po’ più forte, anzi! A volte non sapevo cosa fare, come affrontarlo e non capivo il motivo per cui dovessi continuare a vivere. Che senso aveva la mia vita, senza la prima persona che avessi realmente amato? Senza mia madre?
-Piangi, Stiles. Piangi tra le mie braccia, perché vi sono io a placare il tuo pianto.-
Quel San Valentino non lo avrei mai dimenticato, non perché fosse stato ai limiti dell’indecenza, o perché Derek e io avessimo scopato instancabilmente, ma  perché compresi quanto Derek mi amasse e come potesse rassicurarmi con una semplice frase. Piansi tra le sue braccia, piansi e mi liberai di tutto il mio dolore. Almeno per quella notte. E mai nessun luogo mi sembrò più sicuro di quella stanza.

La mattina seguente mi risvegliai nel letto di Derek, con la consapevolezza di essere in un grosso pasticcio. Perché sicuramente mio padre sarebbe stato furioso, a causa della mia assenza ingiustificata e cosa avrei potuto dirgli? Di aver dormito da Scott? Non mi avrebbe mai creduto, Dio. Improvvisamente la porta della stanza fu aperta, e prima che potessi dire qualcosa, entrò Erika con un vassoio pieno di cibo e un sorrisino meno sarcastico sulle labbra.
-Buongiorno, Stiles. Dormito bene?-
-Sì, certo. E questo non è un buongiorno, non per me. Divertita con Boyd?-
-Certo. La cena è stata favolosa e il dopocena ancora meglio. E comunque non preoccuparti. Derek ha spiegato a tuo padre dove avessi dormito, il motivo per cui avessi dormito nella sua stanza e cosa vi fosse tra te e lui. Non è svenuto, tranquillo.-
-Cosa è successo? Per quale ragione Derek avrebbe fornito tutte queste spiegazioni a mio padre?-
-Questa mattina ti ha chiamato sul cellulare, e siccome dormivi, ha risposto Derek. Tuo padre ha anche accettato di giustificarti per la tua assenza scolastica, poi.-
-Quale assenza scolastica? Non mi dire che non sono le sette di mattina?-
-Sono quasi le undici, bell’addormentato. E comunque nessuno del branco è andato a scuola. Siamo tutti qui, tranne Peter, che probabilmente è ancora da Melissa. O da Chris Argent, chissà.-
-Capito. E Derek?-
-E’ uscito. Penso che abbia intenzione di pranzare con tuo padre. Inizia a prepararti psicologicamente, ma prima fai colazione.-
-Non ho molta fame, Erika.-
-Non ammetto obiezioni. Ieri sera non hai cenato, poi la colazione l’ho preparata io e non puoi non mangiarla. Potrei offendermi.-
-In tal caso. Sia mai che tu possa offenderti.-
-Ora ragioni. Il latte è ancora caldo, Stiles.-
Erika poggiò il vassoio sul letto di Derek, attese che io imburrassi una fetta di pane tostato e poi disse un qualcosa che mi sorprese enormemente. Ma proprio tanto.
-Pensavo che sarebbe stato divertente informare Derek delle rose, perché sapevo quanto non apprezzasse simili romanticherie ed ero impaziente di vedere come avrebbe reagito. Se le avesse accettate o meno. Poi ho compreso di aver sbagliato, quando ieri pomeriggio non gli hai regalato le rose e ho capito che forse avevo equivocato la situazione. E ho cercato di spiegarlo a Derek, ma sai benissimo quanto sia irascibile e geloso. Mi dispiace che voi abbiate litigato, e se avessi saputo per chi erano le rose rosse, non avrei mai osato dirlo a Derek. Questa mattina  Scott mi ha detto della tradizione di tuo padre, di quanto lavoro abbia avuto ieri e di come abbia dovuto chiedere a te di sostituirlo. E la colazione è un modo per domandarti perdono, Stiles.-
-Pensavo che Derek ti avesse ordinato di chiedermi scusa, Erika!-
-Assolutamente, no! Neanche sa che so di questa cosa, anzi! Vorrei realmente che tu mi perdonassi, Stiles.-
-E’ okay, Erika. Non preoccuparti. Non è successo nulla di grave. E la colazione è davvero buonissima.-
-Lo so! Sono bravissima ai fornelli!-
E nessuno di noi due notò un paio di iridi verdissime, che indugiavano maliziosamente sul mio corpo e sembravano gridare un’unica parola. Sesso. Ma prima vi sarebbe stato il pranzo da mio padre, che avrebbe riservato delle sorprese interessantissime. Quella era un’ennesima certezza, sì.
 
  
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