Era l'ora di matematica, la lezione si faceva sempre più lunga e noiosa.Due ragazzine, dagli occhi stranamente viola, i capelli color corvino e un sacco di lentiggini, se ne stavano negli ultimi banchi e seguivano attentamente la lezione.Loro adoravano studiare matematica, non si annoiavano come gli altri ragazzini.
*suona la campanella dell'intervallo*
Una piccola figura minuta si avvicinò alle due gemelle.Era una bambina sugli appena undici anni, aveva una cascata di riccioli d'oro e degli occhi di un profondo color ghiaccio.Era magrolina e aveva una delicatezza nei movimenti che sembrava quasi disumana.
-Ecco le due gemelline prime della classe- disse la piccola ragazzina con prepotenza.
Amelia la guardò con uno sguardo penetrante che fece venire alla dolce ragazzina un brivido lungo la schiena e la fece indietreggiare di qualche  passo.
-Che cosa vuoi Camilla?- disse Clarissa con una strana calma, come se si stesse trattenendo dal prenderla a pugni
-Niente-replicò Camilla-Non ho tempo da perdere con due sfigate come voi-
Amelia si alzò di scatto ma la sorella la fermò.
-Siamo noi che abbiamo di meglio da fare che litigare con te-gridò Clarissa-Andiamocene Amelia, lasciamo Riccioli d'Oro qui da sola.-
Le gemelle si alzarono e se ne andarono a casa.


*Durante l'ora di cena*
-Clarissa, Amelia, vi dobbiamo parlare-disse il padre delle due gemelle con un tono molto tranquillo.
Il padre delle due gemelle era un uomo alto e robusto.Aveva giusto un pochino di barba e ancora tutti i capelli sulla testa.
-So che forse vi arrabbierete, ma dobbiamo subito trasferirci a Humulo, è un paesino della California poco conosciuto-disse il padre.
-California?!Starete scherzando spero!-disse Amelia gridando-Qua a New York abbiamo una vita sociale e degli amici, non potete portarci in un paesino sperduto nella California, in più che ha un nome che non mi ispira affatto!-replicò ancora Amelia.
-Amelia, calmati-disse la mamma.
Era una signora molto alta, uguale identica alle figlie.Stessi capelli, stessi occhi e stesse lentiggini.
-Mamma-parlò Clarissa-almeno diteci il perchè di questo trasferimento-
-E' per lavoro-disse il padre-dobbiamo andare li perchè un'azienda di sughero ci ha proposto di lavorare li.-
-Capisco-disse Amelia con un tono di tristezza e se ne andò in camera sua battendo i piedi molto forte contro il pavimento.
La sorella la seguì.Si addormentarono appena toccato il cuscino.Il giorno dopo gli aspettava una lunga e dura giornata, piena di sorprese.