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Autore: Fabbricante Di Sogni    13/02/2014    2 recensioni
allora, questa storia non nasce da me, o meglio, l'idea di partenza si, poi ho chiesto aiuto a due ragazze speciali, Lullopola e Reby-chan, entrambe hanno avuto due idee splendide, io le ho semplicemente fuse con la mia folle immaginazione...
tutto qui! :)
se vi piacciono e cose un po' inquietanti beh, questa è la fic che fa per voi!
kisses
Angy
Genere: Dark, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hayden Frost/Atsuya Fubuki, Shawn/Shirou
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A Shirou piaceva disegnare

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A Shirou piaceva disegnare…

Tracciare con la matita i contorni delle case, scolpire le forme dei visi delle persone, indugiare sull’infinità di dettagli dei panorami, sfumare il colore del cielo…

Gli piaceva, perché nei disegni trovava un ricordo di qualcosa che un tempo l’aveva reso felice, qualcosa che un tempo aveva tanto ingenuamente guardato, qualcosa che non c’era più, consumato dal tempo, e dagli anni.

Shirou amava rimanere nel passato, tra le pareti certe di qualcosa che è già avvenuto.

Senza doversi riscontrare con le insicurezze del mondo.

A Shirou piaceva perché il disegno era qualcosa che decideva lui, qualcosa che non doveva dipendere da nessuno.

Non avrebbe dovuto chiedere “scusa” a nessuno, perché tutti potevano dare un’interpretazione del suo disegno, avrebbero potuto dire ciò che ne pensavano, e lui avrebbe sorriso cordiale, ma alla fine l’opinione che contava davvero sarebbe rimasta chiusa nel suo cuore.

Shirou disegnava sempre dopo aver riflettuto, un panorama non era uguale all’altro, in ogni cosa lui cercava di trovare la bellezza imponente che avesse luogo nel mondo, perfino la luce argentea che si rifletteva sui cocci di bottiglie rotte di una discarica, aveva il suo valore.

Shirou cercava sempre di trovare la storia che si celasse dietro ogni oggetto, e spesso intavolava intere conversazioni con i soggetti che si trovava a immortalare, chiedendogli come stessero, quali fossero i loro passatempi, e spesso cercando di comprendere a pieno quale storia si celasse dietro ogni loro piccola sfumatura.

Il disegno si formava sotto i suoi occhi, lui ne seguiva le line da prima più sottili e leggere, poi pian piano che le figure diventavano reali e sicure si accalcavano l’una sopra l’altra, e formavano tutto quello che saltava in testa alla mente lunatica dell’albino.
 
Disegnava praticamente sempre, ma c’era una cosa che lo torturava più di altre…

Voleva disegnare Atsuya, il colore del suo viso, le sfumature di pallido salmone che riflettevano i suoi capelli.

Voleva avere un ricordo completo di quello che un tempo era stato la persona più vicina a lui, voleva immortalarlo.

Shirou aveva tantissime foto che li ritraevano assieme, ma di certo una macchina fotografica non poteva rendere giustamente onore ai suoi occhi ovattati di grigio e spruzzati d’azzurro.

No decisamente, avrebbe dovuto disegnarlo, disegnarlo per sentirlo più vicino, immortalarlo nel tempo, renderlo vivo su un foglio di carta.

Ma questa non era un’impresa semplice.

Shirou dopo aver indugiato a lungo su quale tecnica, era la più adeguata per imprimere quel viso, tanto caro a lui, nella carta, iniziò ad abbozzare più volte i suoi lineamenti, non voleva però copiare il suo sguardo da un’immagine, no, il volto di Atsuya era qualcosa che gli era rimasto impresso nella memoria.

Voleva che il disegno rappresentasse il ricordo che lui aveva di Atsuya.

Si svegliò alla buona ora, quel giorno, inizio a lavorare, piano piano, prima con la matita, offriva dimensione ai contorni del viso, da prima solo con righe leggere e delicate, ma ben presto con la matita scura più calcata e indifferente ai segni rimasti del primo bozzetto.

Poi diede lentamente vita ai colori del suo viso, Shirou, però non si accorgeva di una cosa che sarebbe parsa evidente a un buon osservatore.

Più i lineamenti di Atsuya nel disegno si facevano rigidi e realistici, più i suoi annegavano e vanivano, più i colori riscaldavano la pelle del giovane salmonato, più la sua pelle già chiara appassiva e si scoloriva drasticamente.

Alla fine del disegno Shirou traccio l’ultima riga è appoggio la testa sul foglio per riposare.

Povero, se solo avesse saputo che non l’avrebbe mai rialzata.

I contorni che definivano il corpo di Shirou stavano lentamente scomparendo, il suo profilo, ormai in bianco e nero stava lentamente svanendo.

In fine la sua stessa ombra scomparve dalla stanza, quasi fosse stato cancellato con la gomma.



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Angolo dell'autrice:
rieccomi qua, allora, in tanto ringrazio Lullopola e Reby-chan (di cui non ricorderò mai il Nick impronunciabile) per le splendide idee che mi hanno dato! (grazie ragazze! <3)
non mi sono più venute in mente idee per la long che stavo abbozzando...
ma non volevo sprecare i vostri bellissimi consigli.
grazie! :3
kisses
Angy


 
 
  
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