-Su,
su passa!-
Un
gruppo di figli di Apollo in pantaloncini e maglietta arancione
correva da una parte all’altra del campo da basket gridando.
Con
i capelli appiccicati alla fronte madida di sudore, ansimavano sotto
il sole bollente di luglio e, di tanto in tanto, uno di loro si
avvicinava alla
panchina e beveva un sorso d’acqua gelida presa direttamente
da una borsa
termica.
Una
figlia di Atena stava seduta lì accanto, con un grande libro
in
mano.
Uno
dei ragazzi che stava giocando le si avvicinò sorridendo.
–Non ti
stanchi mai di studiare, eh?-
-Sempre
meglio di correre dietro una palla e sudare come un gorilla.-
Ribeccò lei senza scomporsi.
Il
ragazzo scoppiò a ridere prese un sorso d’acqua
dalla bottiglia.
-Va
bene, va bene. Allora il prossimo punto lo dedico a te.- Disse
mandandole
un bacio mentre era sulla linea del campo, lei lo ignorò
bellamente.
Lì
accanto, un gruppo di satiri suonava e si rincorreva
sull’erba
fresca, mentre delle figlie di Afrodite chiacchieravano sedute sul
prato
sfogliando riviste e passandosi una mano tra i capelli dopo ogni folata
di
vento.
-Non
ci posso credere!- Esclamò una di loro, -E alla fine?-
-E
alla fine l’ha mollato!- Rispose un’altra.
Indossavano
tutte una maglietta arancione di qualche taglia più piccola,
perché si aderiva completamente ai loro corpi.
Tutte
e tre scoppiarono a ridere, per poi riiniziare a sfogliare la
rivista.
-Che
pezzo di idiota!- Borbottò il signor D sbattendo un
quotidiano sul
tavolo della Sala Grande.
Chirone
si avvicinò con la sua sedia a rotelle-scatola.
–Che le succede,
divino Dioniso?-
Il
Dio sbuffò e bevve un sorso di Diet Coke.
–Quell’idiota di Apollo
sarebbe dovuto tornare già da due giorni!-
Si
alzò di scatto, con la faccia rossa di rabbia, i capelli
scuri erano
tutti arricciati, come viticci.
Si
avvicinò alla finestra e scrutò il cielo. Il sole
splendeva, non
pioveva da quasi una settimana.
-Dannazione,
gli avevo incaricato di passare a prendere un pacco da un
mio amico satiro, che si trova in Europa. E se
quell’incosciente l’avesse
perso?-
-Non
credo, signor D.- Rispose Chirone pacatamente.
-Non
crede?- Gli urlò lui –Beh, voglio certezze, mio
caro Chirone,
certezze!- Enfatizzò particolarmente l’ultima
parola, per poi crollare su una
poltrona.
Chirone
pensò che sarebbe stato meglio allontanarsi. Quando il
signor D
era nervoso era sempre meglio uscire e fare in modo che si calmasse da
solo.
Si
affacciò alla terrazza e osservò con tenerezza i
ragazzi che
svolgevano le varie attività del campo.
Si
voltò verso il laghetto delle canoe, le ninfe acquatiche
stavano
chiacchierando tra loro, ma non fece in tempo a girare il capo per
osservare il
prato lì accanto, perché in un attimo il buio
calò di colpo.
Sdong
Un
rumore secco seguito da un –Ahi!- risuonò nel
campo da basket.
-Chi
ha spento la luce?- Chiese un figlio di Apollo, mentre la palla
rotolava lontano scivolata dalle mani del ragazzo che si era schiantato
contro
il palo del canestro.
-Alice!
Sei ancora lì?- Gridò un altro.
-Sì-
Rispose la figlia di Atena che un attimo prima era intenta a
leggere di William Shakespeare. –Mi sa che siamo rimasti
senza sole.-
-Cosa
diavolo succede?- Urlò uno dei giocatori.
I
satiri si bloccarono di colpo. Uno di loro continuò a
suonare finchè l’urlo
di una figlia di Afrodite non gli risuonò nelle orecchie.
-Dannazione!-
Strepitò –Senza luce non posso passarmi il
lucidalabbra!-
Subito
anche le altre due iniziarono a lamentarsi.
Il
buio più totale le avvolgeva, non c’erano neppure
luna e stelle.
Nulla.
Tutto
il Campo Mezzosangue si sentì opprimere
dall’oscurità.
Il
signor D uscì dalla Sala Grande con una torcia elettrica che
proiettò
un cilindro di luce bianchissima ai piedi di Chirone.
-Che
sta succedendo?- Chiesero l’uno all’altro
all’unisono.
Dopo
un secondo di smarrimento Chirone prese in mano la situazione.
–Mi accompagni
a prendere altre torce elettriche, radunerò tutti i ragazzi
nel padiglione
della mensa.
Mentre
si dirigevano verso l’ingresso della Sala Grande una luce
grigiastra proveniente dall’alto li avvolse e finalmente
riuscirono a guardarsi
bene in volto.
La
Luna era comparsa.
Lo
sguardo dei Chirone guizzò verso il suo orologio da polso,
segnava le
16:30.
-È
impossibile.- Commentò guardando Dioniso negli occhi.
Un
corno risuonò in tutto il Campo.
In
un secondo tutto il campo si riunì sotto il padiglione della
mensa,
tutti parlottavano tra loro e i figli di Apollo rabbrividivano nelle
loro
magliette bagnate dal sudore.
In
effetti, qualche minuto prima stavano tranquillamente giocando.
-Cosa
diavolo sta succedendo?!- Chiese qualcuno dal gruppo dei figli di
Efesto.
-È
quello che ci stiamo chiedendo tutti!- Rispose qualcuno dal gruppo
dei figli di Ares.
-Perché
di colpo è comparsa la luna? Sono solo le cinque meno un
quarto!-
Chirone
battè forte lo zoccolo a terra e tutti si zittirono.
-Dunque-
Inziò –Non sappiamo cosa stia succedendo, abbiamo
cercato di
metterci in contatto con Zeus, ma sembra impossibile.-
Il
suo manto bianco mandò un bagliore grigio-lunare.
-Perciò,
finchè non avremo notizie chiedo a tutti i capi delle case
di
portare tutti i semidei nelle capanne e di restarvi fino a ulteriore
avviso.-
-E
la cena?- Chiese un figlio di Apollo.
-Ci
organizzeremo- Rispose Chirone vago. –Una volta che saranno
tutti
nelle capanne, voi capi raggiungeteci in Sala Grande.-
Distribuì
una torcia elettrica ad ognuno di essi e fece loro segno di
andare.
Accese
la sua torcia e si avviò verso la Casa Grande sospirando. Il
cielo era scurissimo, diversamente dalle altre serate.
Certo,
la luce della luna rischiarava i confini delle capanne e dei
sentieri, ma il cielo era completamente nero, nero come la pece.
Era
come se il sole fosse scomparso del tutto.
Ciao lettori!
Ok, come introduzione non è un
granchè, non sono brava
con questo genere di cose. È la mia prima interattiva, siate
clementi *^*
Come avrete capito dal titolo si tratta di
un’interattiva
dove sarete voi a creare i
personaggi!
Ogni utente potrà creare un solo
semidio, per cui vi do
dei criteri da rispettare (perdonatemi!).
Allora, ho bisogno di 12 semidei, di età non superiore ai sedici anni.
(Altrimenti, un
Dio che riconosce un figlio a diciassette anni sarebbe un po’
falsato, dato che
ci troviamo nel periodo compreso tra Percy
Jackson e Gli Dei dell’Olimpo, Lo scontro finale e Percy Jackson e Gli Eroi
dell’Olimpo, L’eroe perduto,
quindi gli Dei sono tenuti a riconoscere i
propri figli.)
Bene, prima di darvi la scaletta per la
descrizione
del personaggio vi chiedo due cose:
1)
Non
mandatemi le descrizioni nella recensione. Ditemi solo se volete un
semidio
maschio o femmina.
2)
Mandatemi
la scheda del semidio dopo che vi avrò dato la conferma.
(Per evitare di avere
semidei tutti maschi o tutte femmine.
Okay, passiamo alla scaletta! (Yu-huu)
Nome e cognome:
Età:
Genitore divino:
Descrizione fisica:
Descrizione caratteriale:
*Abbigliamento frequente:
*Segni particolari:
Vita prima di entrare nel Campo Mezzosangue:
Cosa gli/le piace fare:
*Arma personale:
*Arma personale:
*Relazioni con altri semidei:
Mi pare sia tutto, ma con la memoria che ho
sicuramente mi sarò fatta sfuggire qualcosa…
Gli spazi da compilare preceduti da * sono
facoltativi, ricordate che più informazioni mi darete,
più il personaggio si
avvicinerà a quello che avete in mente, quindi cercate di
essere il più
dettagliati possibile!
Okay, mi dileguo, spero che l’idea vi
piaccia o vi
abbia incuriositi.
Grazie a tutti coloro che recensiranno!
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