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Autore: bic    14/02/2014    1 recensioni
Questa storia fa parte dell' AU di If ed After If, è ambientata otto anni dopo gli avvenimenti di After If e ci riporta ai primi giorni di formazione del Nuovo Ordine della Fenice con l'insediamento in casa Black dell'allegra famiglia di Sirius e degli altri membri dell'Ordine.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Silente, Altro personaggio, Remus Lupin, Severus Piton, Sirius Black
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
- Questa storia fa parte della serie 'Korat And Black Chronicles'
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In quegli anni era riuscita a tenerlo lontano da Hogwarts nonostante la vita di Harry fosse stata messa in pericolo in più di un’occasione, il primo anno a causa di Raptor, quell’imbecille, il secondo anno a causa di un altro Horcrux, Harry ovviamente non sapeva cosa aveva distrutto nella Camera dei Segreti, ma lei e lui lo sapevano bene, miracolosamente il terzo anno era passato quasi incolume, d’altra parte con Lupin come professore di Difesa era praticamente impossibile che ad Harry capitasse qualcosa, ma anche in quel caso le cose si erano complicate e così, a causa di un tema idiota assegnato da Piton, Harry, Hermione e Ron avevano rischiato di farsi azzannare proprio da Remus, fortunatamente Sirius era arrivato in tempo, e quella volta, al professore di Pozioni era arrivata una bella lavata di capo da parte del Preside.
Però, dopo quello che era accaduto al Torneo Tremaghi, sapeva che le loro vite erano in pericolo, così aveva accettato di andare a vivere in quell’antro oscuro che era la vecchia casa di suo marito, del padre dei suoi bambini, del cane infame che in quel momento stava ringhiando contro il nuovo venuto.
- Sirius! – urlò sull’orlo di una crisi di nervi non solo le era toccato mettere in ordine nel caos che regnava in quella nobile magione cercando di renderla un luogo quantomeno abitabile, ma la sua dolce metà aveva anche avuto l’indecenza di andarsene in giro per l’Inghilterra a reclutare maghi per rimpinguare le fila dell’Ordine e tornare nottetempo svegliando il quadro di sua madre e di conseguenza tutti gli occupanti della casa.
L’uomo sapeva che, se la sua dolce mogliettina lanciava quelle urla laceranti non c’era da scherzare, così ignorando il nuovo venuto trotterellò al suo fianco.
Mira gli lanciò uno sguardo penetrante: -  Quando avrai finito di ringhiare contro il nostro ospite in maniera indegna per un gentiluomo, ti sarei grata se andassi a controllare Lyra perché ho come l’impressione che abbia tentato una fuga strategica al piano di sopra per farsi dare una mano con i compiti da Hermione.
- Perché dovrei farlo io? E’ stata tua la malsana idea di farle frequentare una scuola Babbana.
Mira tirò fuori la bacchetta dallo chignon e una valanga di capelli scese a coprirle le spalle: - Tu, gaspatartufi da quattro soldi, fai come ti ho detto o giuro che farò in modo che questo, -  disse indicandosi il lieve rigonfiamento a livello dell’addome – sia l’ultimo della cucciolata.
La bacchetta, che era puntata verso un punto ben preciso circa trenta centimetri sotto l’ombelico del nostro canide amico, lanciò un paio di scintille e Mira sentì solo il crack della Smaterializzazione.
Si diresse poi verso l’ospite che era rimasto basito ad assistere all’intera scena: - Buonasera e benvenuto in casa nostra, mi scuso per l’atteggiamento poco ospitale del mio consorte, ma nonostante siano otto anni che ci provo, a volte pare quasi impossibile addestrarlo a comportarsi come un essere umano civile.
L’uomo davvero non sapeva come reagire, mai si sarebbe aspettato una tale remissività da parte di Black, né tanto meno una così calda accoglienza da parte di sua moglie.
Si schiarì la voce: - Io sono il professor Piton.
- Ah – fu la laconica risposta della donna che, improvvisamente, gli lanciò uno sguardo glaciale.
Lo strano cambiamento che percepì nell’atmosfera fu immediato: sembrava che nella stanza fosse appena passato un Dissennatore: - Così Lei è il docente che sta cercando di rendere la vita impossibile al mio Harry.
Piton guardò la donna con aria di sufficienza: - Il signor Potter ha l’innata capacità ad infilarsi sempre nei guai peggiori che si possano immaginare, è dotato di un’arroganza smisurata ed è estremamente insolente ed irritante.
Mira osservò attentamente l’uomo dal naso adunco e dai capelli unticci: - Professore, - la voce tradiva una certa irritazione – sono stata io a crescere quel bambino e posso garantirle che Harry non è né arrogante, né insolente, né irritante. Non mi piace che si sputino sentenze sulle persone che amo anche se posso fare un’eccezione per l’irsuto canide che al momento si trova di sopra. Saremo ottimi amici se lei sarà in grado di tenere questa sua inopportuna ed assurda avversione verso Harry fuori da questa casa e, se posso permettermi, anche fuori dal castello.
L’uomo, che aveva alzato gli occhi al cielo mentre Mira parlava, rispose: - Signora Black, - Mira rabbrividì, odiava sentirsi chiamare così, le faceva venire in mente il quadro appeso poco più in là – mi sta forse chiedendo di trattare Harry in modo diverso dai suoi compagni, di usare con lui un metro di giudizio diverso o di fare delle preferenze?
- No, professore, non mi permetterei mai di chiedere una cosa del genere, anche perché sono contraria ai favoritismi, ma ritengo che le colpe dei padri non debbano mai ricadere sui figli e se ho capito bene dalle lettere che mi ha scritto Harry lei è convinto di avere a che fare con James Potter redivivo. Bene, ritengo che qualunque cosa sia successa in passato i tempi siano sufficientemente bui per seppellire l’ascia di guerra e comportarci da adulti, almeno quelli di noi che sono in grado di farlo. Quanto a te Sirius, so benissimo che stai origliando e se non ti decidi a comportarti decentemente metto in pratica la minaccia.
Sirius le si avvicinò e le mise un braccio intorno alla vita: - Andiamo, non essere così antipatica, o il nostro ospite potrebbe inquietarsi, vero Moccio…
Non ebbe tempo di finire la parola che si trovò la bacchetta di Mira infilata nel fianco: - Non permetterti mai e dico mai, per nessun motivo di mancare di rispetto ad un professore di Hogwarts. Tu tratterai il professor Piton esattamente con lo stesso rispetto che riservi agli altri membri dell’Ordine. Quanto a lei professore, sotto questo tetto esigo rispetto per me e per la mia famiglia, tutta la mia famiglia, compreso il pulcioso, che ho avuto la sventura di scegliere come padre dei miei figli, ed Harry che spero di riuscire a portare qui entro qualche giorno.
Per la prima volta in tutta la sua vita Severus Piton provò un moto di pietà nei confronti di Sirius Black e si rallegrò con se stesso per aver deciso di restare fedele alla memoria di Lily restando celibe.
- Mamma,  - una bella bambina con i capelli nerissimi e ricci stava trotterellando giù dalle scale, poteva avere su per giù otto anni ed aveva la stessa andatura saltellante da Elfo che aveva la mamma – Lynx ti vuole, chiede se gli leggi “Il gatto con gli stivali”.
- Lyra, vedi che abbiamo ospiti?
 - Buonasera, signore, io mi chiamo Lyra Lily Black, è un piacere conoscerla. – disse la bimba stringendo la mano al nuovo venuto con un gesto così spontaneo e sincero che il professore di Pozioni si trovò esterrefatto a guardare la piccola mano che si stringeva intorno alla sua. Poi la bambina lasciò l’adulto e tirò la mano della madre per condurla al piano di sopra.
- Non so se sia più sfacciata tua figlia o più pazza tua moglie.
Sirius non guardò nemmeno in faccia Piton, come avrebbe potuto capire quell’uomo arido cosa significava avere una famiglia? Non l’aveva capito nemmeno lui fino a quando il Guaritore non gli aveva messo Lyra tra le braccia, in quel momento tutto il resto si era annullato, tenendo in mano quell’affarino minuscolo si era reso conto che il ragazzo capriccioso ed arrogante che era doveva lasciare posto ad un uomo in grado di prendersi cura di quel fagotto rosso ed urlante. Aveva avuto paura, ma poi la piccola si era calmata ed aveva potuto osservare il ciuffetto di capelli neri e gli occhi grigi, quella bimba era davvero una piccola Black, bellissima come  solo un padre avrebbe potuto vederla. Poi gli si era annebbiata la vista e solo la voce di Mira l’aveva salvato dall’emozionarsi: - Pensi che il suo aspetto migliorerà? Sembra un cucciolo di Acrumantula violaceo.
 Quando era nato Lynx l’affermazione elimina commozione era stata: - Per Merlino, ho partorito un Elfo Domestico!
Chissà cosa sarebbe successo quando fosse arrivato il nuovo membro della famiglia.
Black era perso in quei pensieri mentre Piton continuava inutilmente a tirargli frecciatine velenose circa la sua famiglia. I pensieri gioiosi legati alla nascita della primogenita e del secondogenito si erano incupiti, era davvero sensato mettere al mondo dei figli in una situazione come quella? Aveva senso esporre la propria famiglia a rischi assurdi trascinando anche Mira nell’Ordine?
Senza nemmeno rendersi conto di cosa faceva, ancora preso da ciò a cui stava pensando, domandò: - Ti va un the?
Severus Piton non capiva, non capiva assolutamente l’atteggiamento di Black: dopo aver visto salire la bambina e la sua pazza moglie si era perso in chissà quali pensieri con un’espressione ebete sul volto che pian piano si era trasformata in una smorfia di preoccupazione. Nemmeno le frecciate che aveva tirato all’indirizzo della moglie e della figlia avevano scalfito il padrone di casa che invece di rispondergli male o inveirgli contro gli aveva offerto un the.
Rimasero in silenzio, ognuno perso nei propri pensieri davanti alla sua tazza di the e fu così che li trovò Remus quando arrivò.
Sirius si riscosse: - Remus, siediti, prendi una tazza di the.
- Papà, se continui ad offrire the a tutti qualcuno penserà che sei diventato il cappellaio matto e ti chiederà di festeggiare il non compleanno.
La bambina era tornata al piano di sotto quando aveva sentito la porta di casa chiudersi per vedere chi era il nuovo venuto.
- Ciao, Lyra, ma di cosa stai parlando?
- Di Alice nel Paese delle Meraviglie, è il nuovo libro che mi sta leggendo la mamma la sera prima di andare a letto, è divertente, Remus, oggi è il tuo compleanno?
- No, io compio gli anni a marzo.
- Mi scusi, professore, per caso oggi è il suo compleanno?
- No.
- Papà, tu compi gli anni il 15 novembre, vero?
- Sì, tesoro. Ma perché questo terzo grado? Vuoi diventare un membro del Wizengamot? – Rispose il mago prendendo la bambina sulle ginocchia.
- No, è che visto che non è il compleanno di nessuno potremmo festeggiare un Buon Noncompleanno, il the ce lo abbiamo e Molly ieri ha preparato la crostata di fragole, disse dirigendosi verso la dispensa.
Remus intervenne: - Lyra, è quasi ora di cena e poi fra poco arriveranno gli altri membri dell’Ordine, non so se è il caso.
- Papinoooo …
- Dai Black, accontenta la mocciosa così poi se ne va, tra poco arrivano Moody e Silente, e non mi va che la ragazzina sia qui in giro.
Siriuss e Remus si voltarono contemporaneamente a fissare Piton, da quando in qua accontentare un bambino rientrava nel repertorio del corvaccio nero?
- Grazie Professore, lei è il mio eroe, giuro solennemente che, quando sarò ad Hogwarts sarò la migliore del suo corso.
Piton sollevò un sopracciglio e rispose: - Ne dubito fortemente ragazzina, soprattutto se hai per le Pozioni la medesima attitudine di tuo padre.
Mentre affettava la torta la bambina si fermò ad osservare più attentamente lo sconosciuto professore: - Davvero lei insegna Pozioni? E’ fantastico, deve essere bellissimo essere sempre immersi in mezzo al fumo colorato, a tutte quelle erbe strane …
Offrì la prima fetta al suo papà, perché nessun uomo sarebbe mai stato per lei più importante, ma la seconda fetta fu per il professore e Remus fu servito solo per ultimo. Quando vide che gli altri erano a posto prese una fettina per sé dicendo: - Buon Noncompleanno!
Il padre le passò una mano in mezzo ai riccioli e rispose: - Buon Noncompleanno a te.
Remus stava per aggregarsi all’augurio quando sull’uscio della cucina si profilò un’ombra oscura, una Mira schiumante di rabbia: - Chi diavolo ha deciso che questa è l’ora del the? Tra poco arrivano gli altri e poi c’è la cena da preparare e io vi trovo a trafugare il dessert?
- Mira, c’è una spiegazione logica per tutto questo – cominciò Lupin.
- Già, stavamo festeggiando il nostro Noncompleanno – aggiunse Lyra tutta allegra con le mani sporche di fragole.
- Davvero, Lyra, ma tu sapevi che la torta era il dessert di stasera, Molly te l’aveva anche detto questa mattina. E dimmi chi ti ha dato il permesso di festeggiare il Non compleanno?
Tre paia di occhi accusatori si voltarono in direzione di un Severus Piton che, nonostante le briciole sparse nel suo piatto, si fingeva del tutto estraneo alla situazione. - Professore? – la voce di Mira era incredula.
- Tua figlia è una ragazzina noiosa e petulante, qualcuno doveva pur prendere un’iniziativa per farla tacere e visto che né tuo marito né il suo ululante amico ne erano capaci ci ho pensato io.
Piton non si era reso conto di aver commesso in pochi secondi alcuni madornali errori: primo, accennare al piccolo problema peloso di Remus di fronte a Lyra che era una bambina estremamente perspicace, secondo rivolgersi a lei in modo così informale mentre Mira aveva mantenuto il tono formale che si utilizza tra persone sconosciute e tre risponderle in tono saccente mentre stava redarguendo la sua famiglia.
- Io non ti ho dato il permesso di darmi del tu, né di attribuire alla mia bambina caratteristiche che non le sono proprie, non hai diritto di entrare in casa mia e di farle concessioni senza chiedere il mio permesso e ora tutti e tre vi mettete all’opera e preparate un’altra torta, immediatamente!
- Mirzam, ragazza mia, non dovresti infuriarti in questo modo, non in questo momento, non fa bene al bambino percepire questi influssi negativi.
La giovane donna si voltò di centoottanta gradi e si trovò di fronte la barba bianca del Preside di Hogwarts.
- E sfortunatamente non credo che ci sia il tempo perché questi galantuomini preparino un altro dolce, ma non preoccuparti, credo che Molly abbai i suoi assi nella manica. Basterà mandarle un gufo e per l’ora di cena ci sarà un’altra bella crostata fumante.
Mira sbuffò:- Porto Lyra di sopra da Hermione, ma quei tre non la passeranno liscia un’altra volta.
- Mamma, ma io voglio restare!
Questa volta fu Sirius ad intervenire: - Assolutamente no, questi sono discorsi tra adulti.
- Come quelli che tu e la mamma fate alla sera quando io e Lynx siamo a dormire? E’ per quello che prima il Professore di Pozioni ha chiamato Remus il tuo ululante amico?
Una cortina di gelo piombò sui presenti, fino a quando dal punto più impensabile della stanza si sentì un suono che nessuno a memoria d’uomo aveva mai udito, era una risata nasale, acuta, che lo scuoteva da capo a piedi, mentre Mira diventava di tutti i colori e Sirius non sapeva più quale punto del pavimento guardare, Remus osservava sconvolto Piton che rideva fino alle lacrime.
- Ah, che prezioso dono è la sincerità dei bambini – disse Silente con un largo sorriso.
- Mamma, vado su da sola. – disse la bimba salutando tutti i presenti con la mano e soffermandosi in particolare sul professore che ora si stava ricomponendo riacquistando rapidamente la sua proverbiale austerità e serietà.        
  
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