Serie TV > Orange Is the New Black
Ricorda la storia  |      
Autore: a crazycotton    14/02/2014    6 recensioni
[Post-Season 1]
“Ti aiuto io.”
Bastò quello e finalmente la mora conquistò un suo scatto, un’occhiata vera, che parve un misto di terrore e speranza.

One-shot che prende spunto dal finale di stagione, incentrata sul pairing Piper/Alex naturalmente. Enjoy!
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

Arms

 

“How many times will you let me change my mind

And turn around?

I can’t decide if I’ll let you save my life or if I’ll drown

 

 

Era ufficiale: Alex non riusciva più a vedere Piper Chapman in quello stato.

Dopo aver aggredito Pennsatucky, oltre ad aver ottenuto un lieve aumento di pena, era stata immediatamente spedita in isolamento, rimanendoci per quattro lunghissime settimane.
Era difficile non dare di matto in quelle condizioni, tutti lo sapevano: più tempo rimanevi là, più erano le possibilità di non tornare quella di prima.

Erano ormai tre giorni che Piper era stata reintegrata nel ghetto, ed erano settantadue ore che non faceva altro che starsene coricata, rannicchiata sul suo letto a fissare la parete divisoria accanto a sé.

Le uniche volte che si alzava era per andare in mensa, e non sempre aveva fatto la fila per avere la sua razione di cibo.

Parole dette? Praticamente nessuna. Così come nessuna detenuta aveva avuto il coraggio di avvicinarsi troppo a Chapman, alcune volte per paura di interrompere in lei qualche precario ed invisibile equilibrio interiore.

Era ora di finirla.

“Oh andiamo cazzo, non si può andare avanti così!”

Vause cosa vorresti fare? Ne abbiamo già parlato e siamo praticamente tutte d’accordo: dobbiamo darle il suo tempo.” rispose Nicky, continuando a svogliare distrattamente un giornale.

“Veramente io ero e sono ancora ora in disaccordo” riprese allora Vause “Potrebbe andare avanti così per mesi”

“Meglio, non si metterà in situazioni spiacevoli…”

“Se non si autodistruggerà prima…” concluse la mora, togliendosi gli occhiali e sfregandosi gli occhi stanchi.

Il silenzio fra le due durò solo pochi secondi.

“Cosa pensi potremmo fare?” ricominciò Nichols.

“Io comincerei con una bella doccia.”

 

Era l’alba.

Come previsto dal piano, Morello era riuscita ad allontanare l’unica guardia prevista per quell’ora con non sapeva quale scusa. Vause allora si alzò, prese il necessario per la doccia e si incamminò verso Piper.

Come il giorno prima la ragazza era distesa sul suo letto, totalmente passiva. Cosa che Alex odiava fottutamente, tanto da dover passare sopra all’ultima conversazione, o meglio litigio, che avevano avuto.
Al suo arrivò si appoggiò al muro, beccandosi un’occhiata storta dalla compagna di camera, Claudette. Questa decise di ignorare la cosa e girarsi semplicemente dall’altra parte.

Chapman…”

Sentendo quella voce chiamarla la bionda si girò, senza esternare però alcuna reazione.

Vause allora le si avvicinò, sussurrando per non farsi sentire “Senti io sto andando alle docce… Non penso ci sia ancora nessuno a quest’ora, quindi se vuoi ti posso accompagnare.”

Niente. La mora a questo punto si spazientì.

“Andiamo Chapman, ormai puzzi più di questa merda di fogna!”
Stavolta ottenne come risposta un mugugno incomprensibile. La sua testa dura decise di prenderlo come un sì.

“Avanti dai…” Vause la aiutò ad alzarsi prima che potesse cambiare idea, mettendosi un braccio attorno al collo per sostenerla.

 

Il tragitto, solitamente breve, sembrò ad Alex tremendamente lungo per due motivi: la paura che le scoprissero e il fatto di dover portare praticamente un peso morto.

“Arrivate.” annunciò con voce inespressiva.

Dopo aver verificato che non ci fosse nessun altra detenuta, lasciò le cose di Piper e ciò che aveva portato con sé sui ripiani dei lavandini. Poi, praticamente, sistemò la donna in una delle ultime docce, staccandosi da lei.

“Tutto ok?” le chiese.
Senza nemmeno il coraggio di incrociare il suo sguardo, la bionda non faceva altro che starsene in piedi ad osservare le sue ciabatte.

‘Non è cambiato un fottuto cazzo, prima era una morta coricata, ora è una morta in piedi’ pensò Vause, arrabbiata con sé stessa per non essere riuscita a elaborare un approccio migliore.

“Ti aiuto io.”

Bastò quello, e finalmente la mora conquistò un suo scatto, un’occhiata vera, che parve un misto di terrore e speranza.

Cominciò allora a spogliarla, con delicatezza, togliendo un indumento alla volta e riponendoli accuratamente vicino a quelli di ricambio “Questi te li faccio lavare la prossima volta che scendo in lavanderia…” disse, rendendosi conto solo dopo di quanto la sua voce fosse roca.

Una volta terminato di svestirla aprì il getto d’acqua e recuperò spugna e bagnoschiuma.

Nonostante la situazione non fosse minimamente paragonabile alle volte che si erano trovate assieme in una doccia quando stavano assieme, i pensieri di Alex non poterono che focalizzarsi su quei ricordi.

La schiuma su tutto il corpo.

Pelle contro pelle.

Bocche che si cercano….
“Alza il braccio.” disse, tentando di tornare a quella ripugnante realtà in cui era intrappolata.

“… Mi ami ancora?

Vause interruppe immediatamente qualsiasi cosa stesse facendo.

“Cosa?”

Non poteva credere di aver sentito quelle flebili parole. Forse era solo stata una voce nella sua testa.

E invece si sbagliava.

“I-io devo sapere s-se tu… se… Mi ami ancora?”

La mora lasciò cadere le braccia lungo i fianchi, bagnandosi in parte i pantaloni della tuta beige.

Spiazzata.

Era forse una delle poche volte che nella sua vita si sentiva così.

“Per favore, dimmelo…” riprese supplichevole Chapman, dopo quella che era sembrata un’eternità.

Solo in quel momento Vause recuperò il suo classico atteggiamento. Mettendosi gli occhiali sulla nuca riprese a strofinare la pelle pallida della complice, in modo da finire prima che potesse arrivare davvero qualcuno.

“Sì… Forse riesco ancora ad amarti più di quanto non sia arrivata ad odiarti, un po’ come te… Alla fine facciamo una bella coppia no?” rispose continuando il suo lavoro.

“Grazie” sussurrò Piper, socchiudendo gli occhi.

“Non è questione di fottuta gentilezza. Non lo è mai stata, dovresti saperlo…” replicò offesa la mora, incrociando nuovamente il suo sguardo “È che… avevo così paura…”

E pochi secondi dopo la sua Pipes iniziò a tremare e piangere, silenziosamente.

Fu allora che Alex trovò il coraggio di abbracciarla, stringendola a sé con avidità.
Finalmente si sentiva sollevata, come se avesse ritrovato qualcosa a cui teneva quanto la sua vita e che era andato perso.

 

E forse era davvero così.

 

 

“I tried my best to never let you in to see the truth

And I never opened up

I never truly loved, ‘till you […]

[…] I hope that you can see right through my walls

I hope that you catch me ‘cause I’m already falling

I’ll never let a love get so close

You put your arms around me and I’m home.”

 

 

 

° ° ° ° ° ° °

 

Di nuovo qua, di nuovo a scrivere di questo pairing!

Che ci posso fare? Dopo aver finito di vedere la prima stagione ne sono rimasta orfana.

La canzone di cui compaiono i versi è “Arms” di Christina Perri… Dopo averla sentita sono andata a cercare il testo e mi sono imbattuta in queste splendide parole! Posto sotto una traduzione:


“Quante volte mi farai cambiare idea e voltarmi?

Non riesco a decidere se mi salverai la vita o se affogherò”


“Ho fatto del mio meglio per fare in modo che non vedessi mai la verità

E non mi ero mai aperta

Non avevo mai amato veramente prima di te […]

[…] Spero che tu riesca a vedere attraverso i miei muri

Spero che tu mi prenda perché sto già cadendo

Non lascerò mai che il nostro amore diventi così intimo

Metti le tue braccia intorno a me e mi sento a casa.”

Come sempre ringrazio chi ha letto la storia, sperando che l’abbia anche apprezzata.

Alla prossima! ^^

 

  
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Orange Is the New Black / Vai alla pagina dell'autore: a crazycotton