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Autore: Fabbricante Di Sogni    14/02/2014    3 recensioni
tutto ciò è origine della lunga permanenza che ho avuto sta mattina in un'ospedale...
spero vi piaccia! :3
naturalmente si fa accenno alla coppia KidoSaku (non so se si scriva cosi o no)
ma principalmente dedicato alla mia preferita... la KidoFudo!
Genere: Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Caleb/Akio, Jude/Yuuto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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amore incidentato

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Kidou osservava impassibile i morbidi contorni delle case che si accalcavano, l’una sopra l’altra sulla strada…

Di solito il suo sguardo freddo e distaccato gli permetteva di ignorare tutto quello che lo circondava, la sua opinione oggettiva catalogava tutto come qualcosa di fermo che non viveva a contatto con la sua vita, lui non era li, lì c’era il suo corpo, la sua mente volava via, oltre il filo della sua immaginazione, in lunghi e complessi ricordi…

Lasciandolo semplicemente unico padrone dei propri pensieri.

Il problema era che sta volta non si trattava di pensieri astratti privi di collegamento con la realtà, questa volta i suoi pensieri giravano tutti attorno a un dolore ben reale, quel dolore aveva anche un nome, un nome doloroso da pronunciare, un nome che da prima era solo un ago che iniettava felicità nel cuore di Kidou, ma ora stava pian piano di tramutando in un chiodo, origine di una grande crepa che gli divideva il suo cuore in tanti piccoli frammenti.

Quel nome era Sakuma.

Kidou aveva amato quel ragazzo, era stato il suo primo amore, e anche se gli sembrava, completamente sbagliato gli aveva voluto bene.

Sakuma aveva ricambiato, lo aveva amato anche lui, ora però non provava più le stesse cose, no, aveva preferito di gran lunga una storia con il portiere della Royal Accademy.

La sua voce gli risuonava ancora pesante nella testa.

“io ti amo Kidou, ti amo, ma non posso stare con te.”
Non riusciva a trovare un significato a quelle parole, che significava che lo amava ma non riusciva a restare con lui? Che cosa aveva mai fatto?

Non riusciva a trovare un senso a tutto ciò.

Camminava da quasi due ore, e quell’agonia senza fine lo sfiniva, non ce la faceva davvero più, avrebbe voluto finirla lì, sul momento, ma non aveva i mezzi, così astratto nei suoi contorti ragionamenti che quando attraverso la strada nemmeno si rese conto dell’auto che stava passando.

Le palpebre si socchiusero, e il nauseante odore di disinfettante che galleggia perennemente dentro gli ospedali gli fece arricciare le narici.

- Kidou, tu sei un coglione! – affermo la voce ostile proveniente dalla testa di Akio che era da poco entrata nel suo campo visivo.

- anzi, penso che il termine "testa di  cazzo” sia più adeguato! – continuò il moro – a cosa devo  tutto questo affetto? – fece Kidou sarcastico.

- e me lo chiedi? Ti sei praticamente buttato sotto un auto, se non ci  fossi stato io li a spostarti a quest’ora avresti lasciato il mondo dei vivi – la situazione che si stava sviluppando era parecchio strana, Kidou in tutta la sua vita non ricordava di aver mai visto Akio fare un discorso tanto responsabile, dal canto suo Akio non aveva mai visto fare qualcosa di tanto stupido a Kidou.

- e se anche fossi morto? Sinceramente non credo che la mia vita interessi più di tentò a qualcuno – concluse, notando che i suoi occhiali erano sul tavolo affianco a lui.

- sta scherzando spero! Hai idea di come ci sarebbe rimasta Haruna? E la squadra… - Akio avrebbe voluto aggiungere “hai idea di come ci sarei rimasto io?” ma non lo fece.

Sapeva che Kidou era ancora innamorato di Sakuma, e non voleva aggiungergli un altro peso da portare.
- e a te che importa? – chiese a questo punto Kidou.

“ame importa perché ti amo!” avrebbe voluto dire il Punk, ma non sarebbe mai stato in grado di trovare tutto il coraggio.

Amava Kidou da molto tempo, troppo tempo.

- a me importa perché siamo amici… -

In quel momento entro un’infermiera che spiego che ora avrebbero fatto un operazione, molto rischiosa, a Kidou, per garantirgli di continuare a camminare.

Akio uscì in corridoio, l’ansia era straziante…

Lui non poteva perderlo, lo amava, da troppo tempo, non poteva permettere che se ne andasse via senza nemmeno dirgli cosa provava.

Ma come poteva dirglielo?

Akio si guardo in torno, poi notò qualcosa, una lavagnetta giocattolo, di quelle che usavao i bambini, quelle che le scrivi e poi si cancellano.

L’afferro senza pensarci due volte.

Incise a velocità supersonica la frase “me ne importa perché io ti amo!” e si dispose con a lavagnetta in mano davanti al vetro della sala d’operazione.

In tanto Kidou stava superando la parte più difficile, ma non aveva voglia di continuare la sua vita…
Poi noto  la scritta che Akio teneva tra le mani, il ragazzo aveva voltato il viso imbarazzato, e ora stava li, immobile con la scritta tra le mani.

Kidou capi, tutto d’un tratto cosa volevano dire tutte le sue provocazioni, tutti i suoi tentativi di attrarre l’attenzione.

E finalmente sentii in cuor suo il desiderio di continuare a vivere.



Angolo dell'autrice:
allora, spero che il capitolo vi sia piaciuto! :)
mi ispira tanto romanticismo e tenetezza! :3
lo so che vi lascio un finale molto aperto, ma si sà, me è sadica XD
ok l'idea del morto nel letto di ospedale a cui viene dedicato etern amore è già stata usata un milione di volte..
ma mi piaceva che una situazine drammatica come questa diventasse anche un po' mia! <3
alla prossima! :3
kisses
Angy <3

 
  
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