For You
Dean
era steso sul suo letto, guardando la tv, un modo come
un altro per passare il tempo mentre era chiuso nel bunker. Stava quasi
per
addormentarsi quando sentì un forte rumore. Corse fuori
dalla sua camera,
guardò la porta, era chiusa. Si osservò attorno
… niente, era sicuro di aver
sentito qualcosa, ma tutto sembrava apposto. Prima di ritornare nella
sua
camera, decise di bersi una birra, così andò
nella cucina.
Entrò, adesso capiva cos’era quel rumore di prima,
la cucina era sottosopra, le
pentole erano sparse sul pavimento, c’era farina ovunque e
uova rotte. Castiel
gli dava le spalle mentre cercava di sistemare il disastro che aveva
combinato
«Cas» al suono della sua voce gli cadde anche il
cucchiaio che manteneva con la
mano destra, si girò «Dean, che ci fai
qui?»
«ci vivo, la domanda è che stai facendo
tu?» disse mentre un sorriso spuntava
sul suo volto, era pronto ad arrabbiarsi con lui per il casino che
aveva
combinato, ma vedere Cas con il grembiule da cucina e sporco di farina
ed altri
alimenti ancora non identificati, era una visione impagabile. Non
poteva
arrabbiarsi.
«Io … niente, provavo a cucinare»
«cucinare e cosa, non credo che tu conosca nessuna rice -si
bloccò quando il
suo sguardo finì su un libro di cucina- e quello dove
l’hai preso?» disse
indicandolo
«l’ho trovato per caso, stavo facendo delle
ricerche e, volevo solo cucinare»
«non ti piace il cibo del fast food?»
«si, certo, ma oggi volevo fare qualcosa di diverso»
«perché?» Cas abbassò lo
sguardo, non voleva semplicemente cucinare qualcosa di
diverso, voleva cucinare qualcosa per Dean, un torta
«niente»
«Cas, vuoi farmi credere che hai incasinato
un’intera cucina per niente» gli si
avvicinò, adesso erano a pochi passi di distanza
«allora»
«oggi è il 14 febbraio e pensavo che per un
giorno, magari, potevamo
dimenticare ciò che c’è fuori da questo
bunker».
Dean gli posò una mano sulla spalla «anche io
vorrei dimenticare cosa c’è la fuori,
ma non si può, poi perchè proprio oggi?»
«è il 14 febbraio» ripete,
«quindi» disse Dean con uno sguardo confuso,
«è… è
San Valentino, voi umani lo festeggiate»
«San Valentino -rise- non lo festeggio da… non lo
ricordo neanche più, comunque
che senso ha cucinare?»
«volevo cucinare una torta, per te, non è forse
questo il senso di questa
festa, condividere qualcosa con la persona a cui tieni, che
ami» disse Castiel
titubante.
Dean tenne lo sguardo fisso al lato della spalla sinistra di Cas mentre
la sua
mano era ancora poggiata sul quella destra «è
più una festa per innamorati, si
tratta di un amore diverso» cercò di spiegargli,
«ma ciò che provo per te è
diverso, diverso da qualsiasi cosa abbia mai provato»
«Cas, non sai quello che stai dicendo» si
girò per uscire dalla cucina, quella
stanza era diventata troppo piccola, quando un mano gli
afferrò la spalla «so
quello che dico» no, non poteva essere così. Si
liberò dalla stretta debole di
Castiel ed uscì dalla stanza. Dean non era pronto, sapeva
che prima o poi il
giorno di affrontare ciò che provava per Cas, il suo angelo,
sarebbe arrivato,
sperava soltanto che fosse il più tardi possibile. Invece,
eccolo lì, Castiel
era davanti a lui, non l’aveva detto molto chiaramente, ma
aveva appena
affermato di amarlo.
E
Dean … lui amava Castiel ?
La
prima volta che l’aveva visto aveva pensato “ ecco
un
altro figlio di puttana” poi il tempo era passato, avevano
parlato, avevano
affrontato battaglie, combattuto fianco a fianco, a volte
l’uno contro l’altro,
avevano commesso degli errori ma il loro legame era rimasto saldo
nonostante
tutto. Erano ancora insieme, Cas faceva parte della sua famiglia,
immaginarsi
senza di lui era impensabile ormai. Ma lo amava?
Dean Winchester amava Castiel, era così, tutto
ciò di cui Dean era sicuro è che
ci fosse un legame molto profonda tra loro, ma non sapeva come
definirlo,
chiamarlo amore sembrava sbagliato, riduttivo, banale. Non era soltanto
amore
era molto più forte. Qualsiasi cosa fosse, lui ne aveva
bisogno, aveva bisogno
di Castiel.
Aveva avuto delle relazioni, a volte non solo di una notte. Forse Lisa
era
stata la più importante, ma infondo aveva sempre saputo che
non sarebbe durata,
ma era amore, almeno con lei. Con Cas era diverso invece, non riusciva
a
pensare a loro come amanti, loro erano … semplicemente Dean
e Cas, ciò che
provava per lui era qualcosa che non riusciva a spiegarsi, qualcosa che
lo
spaventava. Avere bisogno di lui, in un certo senso, significava anche
dipendere da lui ed era proprio questo a spaventarlo, dipendere da
qualcun
altro. Lui era così, lui non dipendeva da nessuno. Lui, Dean
Winchester, non si
lasciava trasportare dalle sue emozioni. In pochi erano riusciti ad
andare
oltre le apparenze senza essere respinti. Poi era arrivato Castiel,
all’inizio
era diffidente, ma adesso, adesso erano lì insieme e
ciò che provava per lui
non aveva fatto altro che crescere sempre di più.
L’aveva afferrato e salvato
dalla perdizione , aveva vegliato su di lui. Era stato perseguitato,
per
essersi ribellato alla sua famiglia, i suoi fratelli, Dio, soltanto per
Dean.
Aveva cambiato i suoi ideali, aveva fatto delle scelte, a volte
sbagliate e
senza preoccuparsi delle conseguenze, solo per lui. Dean sapeva di
essere
importante per quell’angelo, che piano, piano, aveva imparato
a pensare con la
sua testa, senza farsi condizionare.
Ne avevano passate tante. Ma adesso erano lì, nel bunker,
gli angeli volevano
Castiel per ucciderlo e per il momento era meglio restare
lì, al sicuro.
Soprattutto perché Cas non possedeva più la sua
grazia. Proprio per questo
adesso si erano ritrovati in una cucina, sporca, uno davanti
all’altro, era
arrivato il momento di ammettere i propri sentimenti. Cas aveva fatto
un grande
passo verso Dean, passo che probabilmente da angelo non avrebbe mai
fatto, ma
adesso che era umano, mortale, vedeva le cose sotto un’altra
prospettiva. Aveva
cercato di spiegare i suoi sentimenti a Dean, sentimenti che non
comprendeva
del tutto ma di cui era sicuro.
E se Cas era finalmente pronto a rischiare Dean non lo era, non ancora.
Proprio
per questo Castiel stava guardando Dean mentre lasciava la stanza.
Aveva detto di saper quello che diceva ed era vero, ciò che
provava era vero
non poteva far finta di niente. Non aveva mai pensato che un essere
umano
potesse diventare così importante per lui, ma era successo.
Anche Sam era
importante, ma con Dean era diverso, lui era diverso, tra di loro
c’era un
legame molto più profondo.
Aveva deciso di confidargli i propri pensieri, quelli più
intimi, perchè morire
senza averglielo mai detto sarebbe stato un errore, un altro. Non
importava la
risposta di Dean, l’importante era che lo sapesse e infondo
sapeva che anche
lui provava le stesse cose. Sapeva che non gli avrebbe detto che lo
amava, o
che gli voleva bene, probabilmente non lo avrebbe mai detto, ma non
importava perché
Castiel lo capiva, capiva sempre, ogni cosa.
Dean
era chiuso nella sua stanza mentre Cas era ancora in
cucina, era lì per un motivo. Doveva cucinare una torta, per
la sua persona
speciale, era San Valentino e anche se non era esperto di queste cose
da umani,
voleva provarci, per Dean. Era sempre per lui.
Si rimboccò le maniche e si mise a lavoro, quanto poteva
essere difficile
preparare una torta, doveva soltanto seguire le istruzioni del libro di
cucina.
Ma aveva sopravalutato le sue capacità, preparare una torta
non era molto
semplice, non per lui, che non aveva mai avuto bisogno di nutrirsi o di
cucinare. Nonostante avesse preparato l’impasto due volte
ottenendo qualcosa di
immangiabile, ancora non si era arreso, aveva bisogno di una torta. Non
era
importante preparare la torta, più che altro era importante
darla a Dean.
Dopo il quarto tentativo riuscì ad ottenere qualcosa di
accettabile, di sicuro
non era una torta all’altezza di quelle che Dean era abituato
a mangiare, ma
era sicuro che lui avrebbe apprezzato e capito il suo gesto. La torta
era
pronta.
Si ripulì e pulì anche la cucina, non poteva
lasciarla così. Prese la torta e
si incamminò verso la camera di Dean. Bussò, non
ci fu risposta ma entrò.
Dean
era steso sul letto con le braccia piegate dietro la
testa, come un cuscino, «Dean» sentendo la sua voce
si voltò verso di lui e
notò cosa aveva tra le mani, non riuscì ad
evitare di sorridere, gli aveva
davvero preparato una torta «Cas» si mise seduto e
non servì dire all’altro di
avvicinarsi perché lo fece senza che gli venisse chiesto.
Rimasero seduti sul letto, vicini, senza dire niente. Finche Castiel
non ruppe
il silenzio «è per te -gli porse la torta- so che
non sarà buona come le
altre-» venne interrotto
«sei stato tutto il giorno in cucina, il minimo che posso
fare e assaggiarla»
prese un pezzo di torta e lo mangiò.
Adorava le torte, ne aveva provate tante, non erano state tutte buone e
quella
che stava mangiando in quel momento era la peggiore in assoluto, ma non
lo
avrebbe detto,
«mh, ti sei impegnato» sorrise cercando di non
fargli capire che non aveva
ancora ingoiato il boccone.
Cas abbassò lo sguardo «puoi dirmelo che
è orribile, il fatto che mi sia
impegnato non significa che sia buona»
«è orribile» ammise, Cas si
alzò dal letto, portando la torta con se, stava per
uscire dalla stanza «Cas» si voltò al
suono della voce di Dean, che era di
nuovo steso sul letto.
«Puoi venire qui» posò una mano sul lato
del letto in cui c’era spazio, Cas
restò a fissarlo poggiandosi allo stipite della porta,
incredulo, Dean gli
aveva appena chiesto di avvicinarsi, di invadere il suo spazio
personale, pensò
di voltarsi e andarsene, credendo di non aver capito bene ma,
«prima che cambi
idea», l'altro lo dissuase dal farlo.
Posò la torta su una mensola e si avvicinò,
sedendosi sul letto con le spalle
verso Dean e lo sguardo verso la porta. Una mano gli afferrò
la spalla e lo
obbligò a stendersi, dava ancora le spalle a Dean ma adesso
le sue braccia gli
avvolgevano il busto. Poteva percepire il suo respiro sul collo e il
calore del
suo corpo. Era stato in tanti posti ma quello, tra le braccia di Dean,
era il
migliore, ci sarebbe rimasto per sempre.
«Non importa se la torta non è buona, grazie,
grazie per tutto» non poteva
credere che quella situazione fosse reale, erano stesi sul letto,
insieme e la
torta era l’ultima cosa a cui pensava. Prese la mano di Dean,
ma non si voltò
per guardarlo, era arrivato il momento di dirglielo, senza giri di
parole.
«Dean, io -» non riuscì a concludere
«non dirmelo» lo prego Dean
«perché?»
«perché io non riuscirei a dirtelo»
disse a bassa voce,
«non importa, Dean … io ti amo»
«Cas»
«non sei obbligato a dirlo anche tu»
«non è perché io non voglia dirtelo e
che non sono quel tipo di persona-»
«lo so» lo interruppe, «lasciami
finire» Cas rimase in silenzio aspettando che
continuasse, Dean fece un grosso respiro «non so
perché tu abbia deciso di
dirmelo, ma se io fossi quel tipo di persona, te lo direi, ti direi che
dopo
tutto quello che abbiamo passato, siamo diventati una famiglia, io, te
e Sammy,
ormai abbiamo bisogno di te, io ho bisogno di te, perché
senza di te mi
sentirei perso, perché... ti amo, quindi non lasciarmi da
solo»
Cas si girò, tra le sue braccia, per guardarlo negli occhi
«Dean» gli accarezzò
una guancia e gli sorrise «non vado da nessuna
parte» Dean lo strinse di più a
se e l’altro posò la testa sul suo petto
«sono felice che tu mi abbia salvato»
Cas alzò la testa e si avvicinò al suo viso, poi
si fermò, fu Dean ad
avvicinarsi e posare le proprie labbra sulle sue.
Perchè Dean Winchester amava Castiel, colui che
l’aveva salvato, il suo angelo.
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Angolino di Fay : Buon
San Valentino!
Allora, di
sicuro ci sono errori, di sicuro è scritta male, quindi mi
dispiace, spero che questa cosetta non sia stata molto orribile da
leggere.
Grazie per
aver letto.