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Autore: koopafreak    14/02/2014    4 recensioni
Una serie di episodi indipendenti l'uno dall'altro e di estensione variabile dedicati ai miei regnanti preferiti. Alcuni di essi saranno frutto della mia fantasia, altri tratti direttamente dalla serie originale e presentati attraverso gli occhi dei protagonisti. Ognuno abbraccerà sfumature diverse e mi limito ad indicare la raccolta come generale perché non mi è possibile conciliarli tutti sotto un unico genere. Forse appena un pizzico, giusto una spolverata di BowserxPeach qua e là.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Bowser, Peach, Sorpresa
Note: Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Nuovo giorno, stessa storia, pensò la Principessa, camminando per la fortezza reale della Terra Oscura.

Grazie a un certo drago guastafeste, quella mattina non era nemmeno riuscita a inaugurare il nuovo parco per i bambini accanto ad una scuola che aveva fatto ristrutturare tempo addietro, con giochi di ultima progettazione e artistiche fontane sincronizzate per allietare sia grandi che piccini, disegnate da lei stessa. Bowser aveva scelto di colpire proprio nell'istante preciso in cui Mastro Toad le aveva dato discretamente le spalle per prendere le forbici d'oro per il taglio del nastro e aprire finalmente il parco al pubblico trepidante, spuntando da non si sa dove e calandosi dall'alto con un braccio pronto ad agguantarla. Peach aveva capito cosa stava per succedere non appena aveva scorto un lampo di panico attraversare simultaneamente i volti degli astanti tra i suoi sudditi e, prima di poter abbassarsi o saltare via, si era già ritrovata coi piedi staccati da terra a concludere la fluida risalita in volo nella presa di un koopa più lieto fra il pubblico, il quale aveva decretato la sua vittoria con una sola sillaba: « Mia! ».

E se l'erano filata in barba a tutto e tutti, lui gongolante e lei nolente, sull'eccentrico mezzo di trasporto che pareva sogghignare con scherno alle urla sconvolte dei toad trasportate dal vento.

La cosa che la lasciava sempre interdetta era il comportamento di Bowser dopo, come se fossero stati vecchi amici che si erano incontrati per puro caso durante una bella scampagnata, senza un bel rapimento invece nel mezzo, cianciando del più e del meno ed esponendole affabile il ventaglio di opzioni a disposizione per passare la giornata insieme: una partitella amichevole per sciogliersi i muscoli, giacché aveva fatto rivestire il suo campo da tennis con una terra più lenta per lavorare sullo scambio da fondo; un film rilassante con la discreta scelta tra le ultime commedie appena debuttate nelle sale cinematografiche e di cui aveva preso le pellicole solo per lei; una gita in barca sui fiumi di magma ad ammirare i giochi acrobatici dei fiammetti e le lava piranha in fiore... E poi ci restava anche male quando lei non era in vena di collaborare.

Alla fine avevano giocato a tennis (si era aggiudicata cinque set su sei), cenato in barca insieme alla fragranza delle gemme sbocciate dai colori infuocati mentre i fiammetti si esibivano danzando intorno a loro, poi avevano guardato un film che aveva fatto piegare entrambi dalle risate e Bowser le aveva finalmente confessato di essere passato a prenderla per fare una sorpresa ai suoi cuccioli che sarebbero tornati a casa il giorno dopo. Peach si sentì tremendamente in torto per essersi addirittura divertita mentre, molto lontano, i toad sospiravano per la sua mancanza e Mario si stava dando da fare per riportarla a casa, ma starsene chiusa in camera sua non avrebbe cambiato la situazione in alcun modo e doveva dare atto che Bowser aveva sempre idee carine per coinvolgerla...

Tuttavia, la fanciulla era ben consapevole che comportarsi così non avrebbe sortito altro effetto che incoraggiare il Re col suo modo di fare sbagliato e la mattina seguente, dopo essere praticamente crollata al termine della serata di svago, aveva deciso di scambiarci due paroline nella speranza di mettere in chiaro la situazione e magari installare un negoziato già che c'erano. E sapeva anche che Bowser finiva fin troppo spesso per fare le orecchie da mercante su ciò che non lo interessava: un vizio che lei conosceva meglio di chiunque altro, con la sola e unica eccezione di Kamek o Kameka.

Comunque il primo ostacolo ora stava nello scovare il koopa che pareva essersi volatilizzato. Per cui eccola qui, a vagare per i lugubri passaggi del castello in cerca del drago che doveva aver trovato il momento meno adatto per far perdere le sue tracce.

« Bowser? » chiamò la Principessa ottenendo la sua eco in risposta. « Insomma, quando servi non ci sei e quando non è il caso sei già arrivato » borbottò continuando a camminare mentre la luce del cielo terso filtrava dalle finestre che davano sul cortile interno.

Fu proprio posando accidentalmente lo sguardo su una di queste che Peach si arrestò all'istante con la gamba tesa in avanti per il passo successivo.

Inquadrò Bowser procedere acquattato tra i cespugli del giardino di sotto, spostando la testa rasente gli steli d'erba come se stesse cercando qualcosa. Forse gli erano caduti degli spiccioli, ma l'ipotesi venne immediatamente scartata non appena il koopa si fermò girando di scatto il grosso muso quando qualche foglia alle sue spalle si mosse flebilmente. Le iridi di fuoco si fissarono nella direzione sospetta per un lungo momento, restando immobile coi muscoli visibilmente tesi come fosse stato pronto a balzare. Le rievocò l'immagine di un predatore a caccia.

Peach avvicinò il viso al vetro fino a sfiorarne il riflesso come in procinto di un bacio, osservando perplessa il drago assorto in una delle sue stranezze. Una di quelle che le erano nuove.

L'enigmatico Re parve aver localizzato il suo ancor più enigmatico obiettivo in un quel cespuglio preciso che aveva appena tremato per un attimo tradendo una presenza. Bowser scosse la coda puntuta con interesse e si avvicinò a passo felpato su tutte e quattro le zampe, una postura che non gli risultava scomoda considerata la sua natura nonostante non ne avesse mai dato prova così apertamente. Sembrava davvero che si stesse preparando a stanare qualcosa, o qualcuno.

La fanciulla abbandonò la discrezione e pigiò la punta del naso sul vetro freddo, schermandosi con le mani dalla luce del sole unendole a mo' di visiera mentre il drago incedeva con un sorriso sicuro affondando tutti gli artigli nella terra.

E quel qualcuno era nascosto esattamente dietro il cespuglio puntato dal koopa, ne era certa anche lei ma non si trovava nell'angolazione giusta per sbirciarvi meglio.

Il Re ridusse la sua distanza dal bersaglio con poche falcate e, lanciando un grido di battaglia che le suonò senza dubbio impostato, si avventò sopra lo sfortunato cespite che praticamente si disintegrò sotto la sua mole draconica spargendo dappertutto foglioline orfane. Il crestino azzurro di Larry fece capolino tra le zampe posteriori del padre ed il bowserotto sgusciò via con uno squittio mentre le risate vivaci di Junior, coperto alla vista della Principessa dalla sagoma mastodontica del koopa, confermarono che almeno una preda era finita tra le sue grinfie.

Ormai tutto era chiaro: Bowser stava giocando.

Morton saltò fuori da dietro un altro cespuglio poco lontano ed insieme a Larry unirono le forze per cercare in qualche modo di sopraffare l'assalitore. Di fatto un paio di bowserotti da soli potevano combinare ben poco per costituire un valido avversario contro un drago adulto e della stazza del genitore, il quale non sembrava nemmeno far caso a loro due mentre fingeva di “sbranare” il più piccolo emettendo dei ringhi scherzosi ogni volta che le manine di Junior gli premevano sul naso per allontanare il suo muso, ma ciò non impediva loro di provarci lo stesso.

Tuttavia non optarono per una strategia effettivamente vincente e cercarono di fargli perdere l'equilibrio spingendolo di lato, cosa che sarebbe stata loro possibile se come minimo fossero stati tutti e otto a compiere lo sforzo. Bowser ovviamente non si mosse di un millimetro e, non appena si fu stancato del bowserotto più giovane reso ormai inoffensivo, passò direttamente alla seconda vittima che si rivelò essere Morton agguantandolo per un piede e precludendogli ogni scappatoia nella sua morsa affettuosa. Sebbene le sorti del gioco fossero praticamente segnate a quel punto, l'ultimo fratellino invece pareva fermamente deciso a non concedere la vittoria fino all'ultimo sprazzo di resistenza ed i suoi futili tentativi per riuscire quantomeno a distrarre Bowser e liberare così l'altro facevano sorridere con un pizzico di solidarietà per la sua tenacia, saltellando tra gli spini sul guscio del padre per non farsi acchiappare quando questi spostò infine la sua attenzione su di lui.

Peach si godeva quella piccola scenetta familiare dall'alto coprendosi la bocca con la punta delle dita. Tutti insieme formavano il gruppo più combinaguai e problematico (per gli altri) che le fosse mai capitato di incontrare, ma quando volevano sapevano veramente dare l'impressione di una normale famigliola che non si sarebbe mai e poi mai confermata come l'autrice di rapimenti, incursioni armate e prepotenze incomparabili. A volte la Principessa si fermava a chiedersi come sarebbero andate le cose se tutto fosse partito in maniera diversa tra loro, se Bowser avesse davvero conosciuto il significato della convivenza civile, se la sua sete di potere avesse trovato gli argini dell'assennatezza... Sarebbero potuti essere buoni vicini e lei non si sarebbe sentita colpevole di riscoprirsi ad apprezzare scene come quella e persino a riconoscere che si fossero conquistati una fetta della sua tenerezza con le loro stramberie e la loro bisognosa insistenza nel cercarla.

Prima o poi la fanciulla avrebbe dovuto fare una scelta e smettere di ostinarsi a restare in quel precario equilibrio sulla linea sottile che divideva le due facce del koopa. Avrebbe dovuto decidersi a quale essere coerente una volta per tutte e prendere una posizione definitiva verso quel drago troppo concentrato su se stesso e sulla sua visione del mondo soltanto. Eppure, ad ogni rapimento, ad ogni spiraglio di quella vita segreta che le passava davanti ed in cui l'avevano inclusa a braccia aperte, concepire il pensiero di distanziarsene era diventato mano a mano più amaro. Non sarebbe mai riuscita a tornare indietro e fingere che tutto fosse rimasto come prima, quando ancora non aveva imparato a conoscerli uno per uno. Non solo perché era consapevole che sarebbe stato doloroso per loro, ma anche perché lo sarebbe stato altrettanto per lei. Tuttavia nutriva la certezza che non potevano continuare quella bizzarra coesistenza con i soliti mezzi come invece Bowser era deciso a fare.

Giù in basso Lemmy e Iggy erano stati attratti dalle risate dei fratellini e anche loro si erano maldestramente buttati nella zuffa caricando il genitore ancora occupato col piccolo Larry che aveva già dichiarato la sua disfatta. Evidentemente non c'era uno schema d'attacco preciso e ognuno si dava all'improvvisazione, per quanto comico fosse il risultato. Ma l'unica cosa che contava era divertirsi a modo loro. Iggy cadde tra gli artigli di Bowser dopo nemmeno un minuto e Lemmy, giocherellone come sempre benché fosse il secondo più anziano, gli saltellava davanti come un grillo creando sue copie per invitarlo ad acciuffarlo. Probabilmente grazie alla conoscenza delle tecniche del figlio ed in parte all'olfatto nemmeno l'ultimo dei bowserotti sfidanti durò a lungo.

Il sorriso sulle labbra di Peach si ampliò quando gli altri cuccioli, una volta riprese le energie, si allearono balzando addosso al drago che lasciò andare la sua preda ancora fresca e rise con genuina allegria poggiandosi nuovamente su tutti e quattro gli arti per tenersi in equilibrio. Un suono forte e privo di qualsiasi teatralità, che non aveva nulla a che vedere con la sua solita risata malvagia o derisoria. Un riso che si permetteva di liberare solo quando non vi era nessuno da spaventare e che era destinato anche a lei senza toad o idraulici nei paraggi.

« Se solo la finissi di essere così ottuso, forse potresti anche accorgerti di quanto sarebbe tutto più facile specialmente per coloro a cui tieni » pensò con una punta di malinconia stringendosi un polso.

Gli occhietti di Junior la localizzarono da dietro il vetro ed il bowserotto la chiamò a gran voce dalla spalla del padre con una letizia che involontariamente le riscaldò il cuore. Le voci di Larry e Morton si levarono insieme a quella del minore a festeggiare il suo ritorno a “casa”, saltando giù dal pesante guscio spinoso per correrle incontro facendo a gara a chi l'avrebbe raggiunta per primo. Anche il più minuto con la cresta ed il codino si unì a loro guadagnando rapidamente terreno, mentre Iggy restò aggrappato al carapace del genitore che si rimise in piedi grattandosi dietro il collo in un gesto di leggero imbarazzo per essere stato pizzicato in uno dei suoi rari momenti di spensieratezza. Loro due l'avrebbero raggiunta con più calma, non prima di aver avvisato anche gli altri a bighellonare in giro per il castello.

« Potresti anche accorgerti di quanto tu già abbia e stia costantemente scommettendo. »

Larry fu il primo ad affondare il musetto nella stoffa della sua gonna, respirando il suo odore e lasciandosi accarezzare. Junior volle reclamare il posto d'onore in braccio e Morton aveva così tante cose da raccontarle che continuava ad impaperarsi provando a dirle tutto in una volta. Lemmy invece, che delle parole non faceva grande uso per abitudine, era stato abbastanza veloce da fermarsi a coglierle un fiore prima di salire le scale.

Non avrebbe mai trovato il coraggio di annullare quello strano legame che si era creato tra loro, ma presto o tardi delle decisioni avrebbero dovuto essere prese e l'eterna questione dei rapimenti risolta. Tuttavia Peach era certa su una cosa: non li avrebbe mai abbandonati.


Nota d'autrice:

Lascio a qualcun altro il compito di postare le solite smielatezze sanvalentiniane.
Ho tentato di dedicare una breve shot al curioso rapporto tra la Principessa e i bowserotti. Lei non è la loro madre e, almeno nella storia originale, non accetterà in futuro di ricoprire tale ruolo, ma nulla le impedisce di volergli bene dopo tutti questi anni che si conoscono. E trovo che in fondo, sotto una luce più personale, possa addirittura provare un istinto di protezione verso di loro che non sono altro che bambini riflettendoci.

Grazie di aver letto questa one shot introspettiva :]


Koopafreak

  
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