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Autore: Alley    14/02/2014    4 recensioni
Ha appena lasciato cadere il ramo reciso sul terriccio quando le fauci dell’enorme fiore rosa alla sua destra si spalancano – i fiori non hanno fauci, a meno che non si tratti di fiori di una maledetta foresta oscura – e lo inghiottiscono prima che abbia il tempo di muovere anche un solo muscolo.
“Visto? Non c’era nulla di cui preoccuparsi. Grant?”

Cinque volte in cui Skye ha fatto arrabbiare Ward e una in cui è riuscita a sorprenderlo.
[pre Skye/Ward] [a Tonia]
Genere: Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Grant Ward, Jemma Simmons, Leo Fitz, Skye
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Per amicizia si arriva a scrivere di coppie di cui non scriveresti mai e poi mai e di personaggi che detesti.
A Tonia, alle sue disdicevoli OTP e al suo insano amore per il canon (lo diventeranno, sta' tranquilla).
Ailoviù.






#1

“Etciù!”

Grant rilascia l'ennesimo starnuto e, quando apre gli occhi, si ritrova un fazzolettino a pochi centimetri dal viso.

“Grazie.”

Skye torna a rovistare nella credenza, sollevandosi sulle punte per raggiungere lo scaffale più alto.

“Ieri non avevi il raffreddore.”

Ieri, se è per questo, non era nemmeno tormentato da quel maledetto formicolio che non vuole saperne d’andar via. Ha passato tutta la mattinata in bagno – fino a quando Fitz non ha perso la pazienza e gli ha intimato che se non fosse uscito subito avrebbe buttato giù la porta, o meglio, lo avrebbe fatto fare a May – e sente ancora il bisogno di grattarsi. Un bisogno non facilmente assecondabile in pubblico, soprattutto se ti prude dappertutto.

“In realtà non mi sembra un semplice raffreddore. Per caso sei allergico? Alla polvere o a qualche alimento o - finalmente! Perché diavolo Jemma l’aveva messa così in alto?”

Gettato il fazzolettino, Grant si volta verso Skye. Quasi gli viene un colpo quando il suo sguardo incontra l’oggetto che stringe tra le mani.

“Che cos’è quello?”

In quel preciso momento, un miagolio acuto risuona alle loro spalle. Grant non ha il coraggio di voltarsi a guardare – non che ce ne sia davvero bisogno. Il verso non lascia adito a dubbi.

“Credo che abbia fame” dice Jemma, accarezzando il micio acciambellato tra le sue braccia. Skye appoggia la scatola di croccantini sul tavolo e le si avvicina, prendendo a coccolare l'animale a sua volta. “L’ho trovato per strada e non ho potuto fare a meno di prenderlo. Guarda che occhioni che ha!”

I suoi, di occhi, sono pieni di lacrime – e non si tratta di commozione – e il prurito è ormai diventato insopportabile.

“Voglio chiedere a Coulson di tenerlo.”

“Etciù!”

“Lo chiameremo Fuffy.”

Molto originale.

#2

Per un agente dello S.H.I.E.L.D. sentire dei rumori in piena notte non è mai rassicurante. Sono su un jet a chissà quanti metri da terra, è vero, ma Grant dubita che per un supercattivo sarebbe così difficile trovare un modo per riuscire ad infiltrarsi anche a quelle condizioni.

Così afferra la pistola nascosta sotto il cuscino, scosta le coperte e si alza. Lascia la propria stanza in punta di piedi e, nel buio, si dirige verso il punto da cui provengono gli schiamazzi, che si fanno via via più chiassosi.

Grant continua ad avanzare, la pistola puntata di fronte a sé, e quando raggiunge la camera di Skye – è un caso assolutamente fortuito che si sia fermato proprio lì – realizza d'aver individuato la fonte del baccano.

Con il cuore in gola – perché il jet è sotto assedio, non perché ha paura che abbiano fatto qualcosa a Skye – indietreggia di qualche passo e colpisce la porta con un calcio tanto violento da far tremare gli stipiti. Non si è ancora spalancata del tutto quando un gridolino terrorizzato gli trapassa i timpani.

Skye, Simmons e Fitz – è stato lui ad urlare. Grant ne è sicuro -, gambe e braccia intrecciate in un unico, intricato groviglio, crollano sul tappeto di plastica con un tonfo.

“Maledizione, Grant, ero a un passo dalla vittoria!” si lamenta Skye, lanciandogli un’occhiataccia “Potresti abbassare quella pistola, per favore? Non è carino tenere i propri amici sotto tiro.”

Grant, in realtà, ha la tentazione di fare fuoco – è quello che si meriterebbero. “Vi sembra l’ora adatta per giocare a Twister?!”

Simmons, schiacciata da Skye e con una gamba impigliata tra le braccia di Fitz, lo fissa con aria colpevole. “Se vuoi uccidici ma non dirlo all’agente Coulson. Ti prego.”

Grant non sa se ridere o piangere.

#3

La prima cosa che Grant pensa quando arrivano davanti a quella che ha tutta l’aria di essere una foresta oscura – alberi giganteschi, vegetazione fittissima, versi inquietanti che non sembrano assolutamente quelli di semplici animali e, beh, molta oscurità – è che non dovrebbero assolutamente passare da lì.

“Passiamo da qui.”

Naturalmente.

“Non credo sia una buona idea.”

“Grant, ce li abbiamo alle costole, se non ci muoviamo ci raggiungeranno. Non sappiamo dove siano gli altri e non abbiamo armi.”

Le argomentazioni, deve ammetterlo, sono molti convincenti, eppure non riesce a zittire la voce nella sua testa che continua a ripetere pericolo.

“Hai paura che sia una foresta oscura? Con piante carnivore e roba del genere?”

Beh, detta così sembra davvero ridicolo ma, ehi, un anno fa gli alieni hanno invaso New York, è lecito aspettarsi di tutto.

“No, certo che no, ma…”

“Andiamo!” esclama Skye. Quando Grant la segue, è sicuro che accadrà qualcosa di assurdo e/o letale appena avranno compiuto un passo. Stranamente, invece, non succede.

Non subito, almeno.

Di passi ne hanno fatti almeno tre quando un grosso ramo si muove e Grant lo afferra un istante prima che colpisca Skye alla testa. Il ramo si dimena e quasi gli sfugge di mano – sta combattendo con un ramo, ha bisogna di qualche istante per metabolizzare la cosa -, ma alla fine riesce a spezzarlo prima che torni a minacciare l’incolumità di Skye che procede ignara di tutto.

Ha appena lasciato cadere il ramo reciso sul terriccio quando le fauci dell’enorme fiore rosa alla sua destra si spalancano – i fiori non hanno fauci, a meno che non si tratti di fiori di una maledetta foresta oscura – e lo inghiottiscono prima che abbia il tempo di muovere anche un solo muscolo.

“Visto? Non c’era nulla di cui preoccuparsi. Grant?”

#4

“Che stai facendo?”

Skye smette di trafficare tra i suoi abiti e si volta verso di lui. “Che ci fai qui? Di solito a quest’ora sei in palestra.”

“Il che non ti legittima ad entrare in camera mia senza permesso e a frugare nel mio armadio.”

“Scusami, so che non è molto educato, ma ho fatto una scommessa con Fitz e Simmons e avevo bisogno di verificare.”

“Verificare cosa?” domanda Grant, aggrottando la fronte.

“Loro sostengono che tu abbia anche altri capi oltre a giacche, cravatte e tute, io invece sono convinta di no.”

Grant vorrebbe chiederle cosa esattamente li spinga a scommettere sul suo abbigliamento, ma Skye riprende a parlare prima che abbia il tempo d'aprir bocca.

“Ho appena vinto cinquanta dollari. Anzi, cento. Come scommettitori non sono un’unica entità.”

“Mi spiace deluderti, ma ho dei jeans in quel cassetto.”

Skye fissa il tiretto che le ha indicato e scrolla le spalle. “Beh, la scommessa diceva ‘nell’armadio’ e nessuno ha specificato che si trattava solo di un modo di dire.”

Così dicendo, si avvia verso la porta. Grant ha tutta l’intenzione di fermarla e farla una bella ramanzina perché, insomma, non si entra nelle stanze altrui senza permesso e non-

“Dovresti metterli ogni tanto. Ti starebbero bene.”

Se non sapesse che è impossibile, penserebbe d’essere arrossito.

#5

Grant non è sicuro del fatto che sul jet ci sia una cucina, ma è sicuro che quella che sta sentendo è puzza di bruciato.

“Te l’avevo detto! Sono un ingegnere, non un cuoco!”

“Ma segui Master Chef!”

“Questo non mi rende automaticamente Gordon Ramsay!”

“Non c’è bisogno di essere Gordon Ramsay per preparare una tor- Grant!”

Quando si affaccia in quella che evidentemente è una cucina – deve chiedere a Coulson una pianta del jet – Skye e Fitz trasaliscono e lo fissano con l’espressione di due bambini colti con le mani nella marmellata.

“C’è puzza di bruciato.”

“Davvero?” domanda Fitz sgranando gli occhi e Dio, quando imparerà che dire qualcosa con tanta enfasi equivale a confessare che è una bugia? “Io non sento niente.”

Proprio in quel momento, uno schiocco sinistro si leva alle loro spalle e Fitz, tutto a un tratto, sbianca.

“Skye?” mormora, fissando il tavolo coperto di ingredienti e pentole “Quando ti ho detto di mettere il lievito, cosa hai versato precisamente nell’impasto?”

La cosa che è in forno – di qualunque cosa si tratti – esplode prima che Skye abbia il tempo di rispondere.

#+1

Quando Grant vede il cupcake sormontato da una candelina quasi non riesce a credere ai suoi occhi. Stando al modo in cui Skye sorride, il suo stupore dev’essere evidente.

“Come lo sapevi?”

“L’ho letto sul tuo profilo Facebook.”

“Non ho un profilo Facebook.”

“E va bene, ho hackerato il sito de- Cosa?! Non hai un profilo Facebook? Persino mio nonno ne ha uno!”

Grant è troppo occupato a fissare il dolcetto poggiato sul tavolo per rispondere a tono.

“Fitz e Simmons ti hanno costruito una pistola – come se ne avessi bisogno -, Melinda ti ha comprato un orologio, Coulson…in realtà non lo so, forse ti regalerà qualche giorno di vacanza o qualcosa di vintage, e io volevo prepararti una torta, ma il tentativo è miseramente fallito” dice e storce le labbra in una smorfia “Era esplosivo, non lievito. Fitz se l’era portato dietro per sbaglio, ma è stata colpa mia.”

Skye prende il puncake e lo solleva all’altezza del suo viso. Grant continua a fissarlo come se si trattasse di un tesoro dal valore inestimabile. È passato così tanto tempo dall’ultima volta che qualcuno si è ricordato del suo compleanno che non saprebbe nemmeno dire quando sia avvenuto, né chi l’abbia fatto. Doveva trattarsi di suo fratello. Lui era l’unico a non dimenticarlo mai.

“Vuoi che ti canti tanti auguri?”

La voce di Skye lo riscuote da pensieri che sono ferite aperte - e che, lo sa, non cicatrizeranno mai. “Preferirei di no.”

“Allora soffia.”

Grant si sporge verso il cupcake e obbedisce. La fiamma si spegne, spandendo nell’aria sottili spirali di fumo, e prima che lui abbia il tempo di ritrarsi Skye gli sciocca un bacio sulla guancia.

“Buon compleanno” sussurra. Grant si convince di star soltanto immaginando la sensazione di calore che sente alla bocca dello stomaco.

“O ti crei un profilo Facebook o lo faccio io.”

“Non ci pensare nemmeno.”

“Twitter?”

“Skye.”

“Va bene, sto zitta.”
  
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