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Autore: Thalia    17/06/2008    3 recensioni
Hermione riceve alcuni bigliettini e capisce che, alle volte, si può anche cambiare idea.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai, Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Pansy Parkinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Avvertimenti:
I personaggi appartengono tutti a J. K. Rowling, chiamata amichevolmente nonna Row da chi, come me, l’ha amata al punto di volerla prendere a ciabattate per alcune scelte a dir poco discutibili.
Anzi no, non tutti sono suoi: uno è di Amaranta che mi ha prestato la sua bambina per farne la degna sorella di Pansy... grazie cara.
Amo smentire me stessa e questa è una PG15 molto soft: un po’ di linguaggio colorito e qualche scena erotica. Ehm, ovviamente tratta di amore tra persone dello stesso sesso e quindi se l’argomento vi disturba e inorridisce credo sia ora di chiedervi cosa diavolo ci facciate qui!
Dedica:
A chi non ha capito, o l’ha fatto, ma fa ancora finta di niente.


1. Un bacio su tutte le tue parti rosa

Il primo bigliettino le arriva con la posta del mattino, tra la Gazzetta del Profeta che si ostina a leggere e un pacco della signora Weasley che porta scompiglio e dolci sulla tavola Grifondoro.
Un bacio su tutte le tue parti rosa
Non una firma, non un’indicazione di chi potrebbe averle mandato qualcosa di così intimo ed erotico. Perché una ragazza ha molte parti rosa: le guance, e qui potrebbe essere chiunque, persino Ron che intrattiene una sicura e facile relazione sessuale con Lavanda; le labbra, ed Harry potrebbe essere il candidato giusto visto che, da quando ha ammesso di essere attratto dai maschi (soprattutto biondi e con un carattere da istrice affetto da sindrome premestruale), la bacia sulla bocca con una naturalezza scandalosa. Ma una ragazza ha parti rosa che non si farebbe baciare con tanta facilità da uno dei suoi amici.... i capezzoli, su un paio di tette dignitose, benché quella vacca totale di Pansy Parkinson le abbia definite “a cipolla” per essere così miseramente piccole da far piangere. E poi... beh, c’è un altro tipo di labbra, a cui pensare la mattina a colazione, attorniata da giovani maghi maschi, alcuni dei quali ferrati in Legilimanzia, le fa venire un’imbarazzante mal di testa.
“Cos’hai lì, Herm?” La voce di Ron la distrae dai suoi pensieri e lei fa un cenno con la mano per fingere noncuranza.
“Niente... un appunto per le lezioni di Aritmanzia,” butta lì, cercando di svicolare.
E per fortuna arriva Lavanda ad abbracciare Ron da dietro e, mio dio, a infilargli la lingua in gola e le mani nei pantaloni, prima che, con un ghigno e un’occhiata sorniona, lui le faccia notare che gli appunti non arrivano con la posta del mattino.
Con uno sguardo di disapprovazione (dopotutto è quello che si aspettano da lei) si volta verso Harry, che sta cercando in tutti i modi di attirare l’attenzione di una certa persona seduta al tavolo Serpeverde, e gli chiede seccata:
“Andiamo? Quando questi due danno spettacolo in Sala Grande, si sa quando cominciano ma non si sa quale professore verrà a farli smettere!”
Harry sorride e poi la segue verso l’uscita. Come faccia Ron a salutarli con una mano mentre Lavanda gli esplora le tonsille a colpi di lingua, Hermione se lo chiede ogni volta.
Non è gelosa. Lei e Ron hanno provato a stare assieme, ma è stato solo il desiderio di veder realizzata la bella favoletta degli amici per la pelle che poi si innamorano, a farli finire uno tra le braccia dell’altra. Niente di cui lamentarsi, anzi, fonte di interessanti esperienze, ma forse mancava la vera passione.
“Harry, per favore. Piantala di saltellare e sorridere come se fossi un dannato coniglietto di Pasqua. Sì, Draco è bellissimo anche la mattina presto e con delle occhiaie da far paura... e, sicuramente, appena sarai uscito ti correrà dietro e ti trascinerà per un polso dietro qualche statua per augurarti un ottimo risveglio. Io non so come facciate a desiderare baciarvi ogni volta che vi vedete, persino appena usciti dal letto...”
Harry le dà un buffetto divertito e poi le mormora:
“Sa di caffè e cioccolato appena dopo colazione, di inchiostro e Asfodelo dopo Pozioni e, appena uscito dal mio letto, di sesso e appagamento... sei contenta adesso?” conclude poco prima che una mano lo afferri e delle gambe lunghe ed eleganti lo trascinino in un anfratto.
Ogni mattina la stessa storia: Ron e Lavanda che limonano come se non ci fosse un domani, Harry e Draco che si imboscano subito fuori dalla Sala Grande ed Hermione... beh, lei che si avvia annoiata e sola alla prima lezione.
Si ferma solo un attimo dietro una tenda per sistemarsi la gonna e non è sua intenzione origliare, ma la voce che implora le arriva chiara:
“Milly... per favore. Non ti arrabbiare! Lo sai che non intendevo certo mandarti quel biglietto. Mi piaci e non so cosa sia successo. Milly, no.. non andare via!”
Passi che si allontanano e un singhiozzo appena trattenuto.
La voce è quella della Parkinson: dopo averla sentita intonare tutti gli insulti che dei maghi possono scambiarsi, non poteva certo sbagliare. Interessante come il Golden Trio (uno dei tanti nomi idioti che si erano sentiti affibbiare) offrisse una così varietà di etichette: Harry è un mezzosangue, Ron un purosangue traditore e lei... beh, lei -nata Babbana, sangue sporco- aveva il più razzista degli epiteti. Per essere onesti, non c’era più nessuno che osasse usare uno di questi termini in pubblico dopo la fine della guerra. Infatti anche i Serpeverde si erano dati una calmata, soprattutto da quando Draco aveva messo in chiaro, in modo assolutamente informale, di aver negoziato una tregua con i Grifondoro (eufemismo per dire ad Harry: se io faccio il bravo con la tua Casa, tu farai il bravo con il mio... chiaro, no?). Sesso e arte del governo effettivamente hanno una connessione profonda. Presa da queste riflessioni decisamente non politicamente corrette raggiunge l’aula, dopo aver controllato che il corridoio fosse vuoto. Non le interessa proprio beccare una Serpeverde singhiozzante per essere stata mollata... Cielo, una Serpeverde mollata e lesbica.
Poco dopo entra anche la Parkinson, asciugandosi gli occhi sulla manica della divisa.
Solo a metà della lezione di Storia della Magia si rende conto di chi potrebbe averle mandato, per sbaglio, quel biglietto. Un’illuminazione inattesa e disturbante proprio nel momento esatto in cui cerca di rincorrere un aggettivo per definire la sanguinaria guerra dei Goblin dal punto di vista dei Vampiri. Conclude con calma la sua annotazione (per essere così secchiona avrebbe dovuto finire a Corvonero) e poi ripesca il bigliettino dalla tasca in cui l’aveva riposto con cura.
La scrittura è piccola e graffiante, ma nota una certa dolcezza nella curva delle vocali. Non la riconosce e non sa dire se sia maschile o femminile, però, in un modo strano, le piace.
Si fa leggere, ma dopo un certo impegno di decifrazione.
A dire il vero, potrebbe farsi gli affari suoi e non rischiare di sbagliare. Però quel singhiozzo trattenuto le ha fatto tenerezza e vorrebbe fare il possibile per consolare chi soffre. Dannato Godric che ci instilla questo istinto da eroe sul cavallo bianco! Questa è la tipica vendetta del karma per tutte le volte che ho rinfacciato ad Harry di non pensare prima di agire. Questi sono i pensieri di Hermione alla fine della lezione quando, invece di uscire di corsa e raggiungere i suoi amici in sala comune, si attarda un attimo accanto al banco di Pansy.
“Granger?” Stupita di trovare la Grifondoro in piedi di fianco a sé, tutte le possibili cattiverie sembrano morirle in gola.
“Pansy... credo che questo sia tuo.” Hermione le allunga il biglietto con un sorriso che vorrebbe essere rassicurante e invece quella maledetta... serpe, lo afferra rudemente, gli dedica uno sguardo rapido, dà un’occhiata intensa e velenosa a Hermione, se lo infila in tasca e poi se ne va senza una parola.
“Brutta pu...”
“Herm, vieni, dai... Ron ci aspetta per pranzo!” e richiamata da Harry, lei non termina quello che voleva strillarle dietro.

Il secondo biglietto arriva a cena. Esattamente quando ad Hermione è passato il malumore per aver fatto una buona azione e aver ottenuto solo un’occhiata malevola, un primino verde e argento le mette in mano un foglietto.
Grazie
P.
Solo questo, solo una parola e l’iniziale del nome. Hermione si gira di scatto per cercarla, ma lei sembra coinvolta in un’appassionante discussione con Draco... eppure poco prima di voltarsi, richiamata da una battuta di Ginny, la vede sorridere.

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