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Autore: Ginny McCartney    15/02/2014    2 recensioni
Tutta Panen è in fremito per i 74° Hunger Games che sono alle porte. Intanto, nel Distretto 13, una ragazza, Iris Anderson, è pronta a rompere la sua monotonia. Scoprirà che non è la sola ad essere pronta, non è la sola a voler sfidare Capitol City e il suo distretto che continua a nascondersi.
Scoprirà come un'idea, può essere l'inizio di una ribellione.
*Parallela alla storia - Missing Moments |Prospettiva dal Distretto 13|
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1 : La monotonia dell'Iris

Mi pettino i capelli e guardo il riflesso nello specchio che ho di fronte. I capelli rossastri, neri più che altro, mi cadono lunghi sulle spalle formando dei disordinati boccoli. Gli occhi verdi guizzano e si stringono ogni volta che dei nodi hanno difficoltà a districarsi. Quando ho finito, annoto mentalmente la voce "Bagno" dal monotono programma che ci guida ogni giorno. Qui nel Distretto 13 è sempre la stessa storia:
  • Colazione
  • Scuola
  • Pranzo
  • Addestramento
  • Riflessione
  • Cena
  • Bagno
E poi a letto, ed è proprio dove mi dirigo adesso. La mia stanza è la più piccola del nostro appartamento sotterraneo; i miei genitori, Judy e Carl Anderson, hanno la più grande, mentre mio fratello Lux dorme in una stanza di discrete dimensioni. Non che m’importi, in realtà, se non necessitassi di un posto dove dormire e mettere le mie cose la butterei via.
Mi infilo nelle coperte grigie, facendo sogni grigi in prospettiva di un'altra grigia giornata.

*

Sono le 9:57, e fra tre minuti, quando suonerà la campanella, dovrò chiedere al mio prof. di medicina di andare al bagno. In realtà ho intenzione di andare nello sgabuzzino dove, come ogni giorno da quando avevo dodici anni, incontrerò il mio migliore amico Nate.
E' lì che ci siamo incontrati per la prima volta: un mio compagno di classe mi aveva preso in giro perché durante l'ora di educazione fisica (materia obbligatoria fino ai tredici anni, prima di iniziare l'addestramento) non avevo saputo lanciare i coltelli verso i bersagli, allora ero scappata ed ero entrata nello sgabuzzino prima di iniziare a piangere. Lui, di due anni più maturo di me, girovagava per i corridoi nel tentativo di scamparsi il test di "Riconoscimento di piante e bacche" (era, ed è ancora, una frana in questo), finché non ha sentito dei singhiozzi lungo il corridoio.
A quel punto ha aperto la porta ed ha trovato me che inondavo la stanza.
-Ehi, se ti sposti verso il secchio del mocio lo riempi e fai un favore al bidello!- Era una cosa stupida e del tutto inappropriata, ma riuscì a strapparmi un sorriso.
perché piangi?- Avrei voluto mandarlo al diavolo, dirgli che avevo bisogno restare da sola... ma la sua voce era così innocente e sincera che non potei non alzare gli occhi verso di lui e parlargli.
Era più alto di me di almeno 15 cm e non avevo bisogno di alzarmi per poterlo dire; aveva i capelli castani, quasi biondi, e gli occhi profondamente blu.
Adesso posso liberamente dire che è un bel ragazzo, ma non ci pensai a quel tempo. Sono passati quattro anni oramai ed ancora scherziamo sul fatto che i miei capelli somigliavano al mocio che avrei potuto bagnare.
Quando lo vedo entrare noto che ha in mano una brioscina, di quelle che riesce a farsi dare da suo zio quando è di buon umore. Nate non vive con i suoi genitori, dice che sono partiti per una spedizione tanto tempo fa e non sono più tornati. Soffre così tanto quando lo ricorda che preferisco non fare troppe domande: odio vederlo soffrire. Così adesso vive con suo zio, scapolo che lavora nella mensa, da quando aveva cinque anni. Per lui è come un padre e dopo tredici anni non ci fa più molto caso.
In fretta gliela rubo dalle mani e le do un morso. Non abbiamo mai la possibilità di mangiare fuori orario, tantomeno quando si tratta di rarità del genere. Quando almeno metà di quella delizia tace nella mia pancia, gliela restituisco e permetto anche a lui di gustarsela.
-Allora, mancano due giorni ai 74° Hunger Games! Pronta a vedere come la fortuna può non essere mai a favore di 24 ragazzi degli altri distretti ?-
-Beh, in realtà almeno uno ne sopravvive... quindi sono 23 ad essere sfortunati. - Osservo con la testa bassa ed una completa sensazione d’impotenza.
Lui ride, ma è una risata amara, di quelle in cui vorresti piangere. -E credi che dopo lo lascino in pace? Che la sua vita diventi rosa e fiori? Sono tutte marionette di Capitol City: lo sono prima dei giochi, lo sono durante, e lo sono anche dopo. Quei distretti non sono mai liberi. -
Io non ci penso molto a queste cose, specialmente a casa, dove esprimere la mia opinione significa essere irrispettosa verso il mio distretto, ma quando sono con Nate mi si apre la mente. Parliamo spesso di cose così. E siamo della stessa opinione: Capitol City governa crudelmente su 12 distretti impotenti, mentre noi non facciamo nulla, non sanno nemmeno che esistiamo.
Continuo a pensarci fino a cena, quando sono costretta ad ascoltare i discorsi di mio padre. Lui è uno dei più fedeli tirapiedi della Coin, nonché Primo Ministro. Perciò tutte le cene si concentrano su quanto le cose stanno migliorando nel nostro distretto. Anche se noi non vi partecipiamo, ci viene imposto ogni anno di guardare gli Hunger Games dalla Mietitura fino all'incoronazione del vincitore. Perciò, anche noi sentiamo la pressione che solo la prossima scelta dei tributi riesce ad iniettare.
Siamo a cena, giorno prima della Mietitura, e mio padre ci sta narrando che magari riusciremo a far crescere nuove specie di piante qui nei sotterranei. Stanno parlando di iris in questo momento, e la cosa dovrebbe interessarmi perché è proprio questo il mio nome, Iris Anderson, ma non riesco a non pronunciare le prossime parole:
-Già, domani 24 ragazzini saranno mandati ad uccidersi tra di loro e noi qui pensiamo ai fiori!-
Tutta la mia famiglia mi guarda sconvolta, anche perché non parlo mai durante le cene, e quando lo faccio mio padre trova sempre il modo di arrabbiarsi. Ricordo quando a nove anni dissi che era più giusto mandare anche noi del 13 agli Hunger Games, piuttosto che non rivelarci. Poche parole mi bastarono per seguire un'infinita predica di mio padre su quanto quello che avevo detto fosse sbagliato, e un'altra sul fatto che la Coin (allora Ministro) teneva esclusivamente al bene della comunità. Mia madre mi guardava e basta, come lo zio di Nate guarda il didietro delle sue giovani colleghe, e come fa anche adesso, come se avesse sempre saputo che dentro di me celavo dei pensieri simili.
-Cosa credi dovremmo fare? Offrire i nostri figli a Capitol City? Scatenare una guerra nucleare contro di loro? E' questo che credi sia giusto?- Mio padre ha gli occhi ridotti a due fessure.
-No, e... sì. - Gli rispondo calma.
Mio padre non sa cosa dire, e lo vedo così solo quando mamma gli nega il dolce perché "si sta iniziando a formare un po' di pancetta". Anzi forse adesso è peggio.
-Dovremmo informare i distretti, per cominciare. Convincerli tutti portandoli dalla nostra parte, e poi ribellarci tutti contro Capitol City. Sarà difficile, certo. Ma loro non possono combatterci tutti. - Non so quando ho pensato questo piano, forse è frutto di tutte le visite allo sgabuzzino... o forse sono i 15 Hunger Games cui ho assistito, e quello cui sto per assistere. Non lo so, ma mi piace il mio piano.
Mio padre sembrò ritrovare le parole e le seguenti furono le più fredde che mi avesse mai rivolto: - Moriremmo prima di raggiungere il Distretto 12... -
Io e mio fratello capimmo che eravamo stati congedati, ed anche mia madre che si alzò per pulire i piatti nella nostra piccola cucina.
Non volevo credere alle parole di mio padre, possibile che una ribellione potrebbe avere così poche possibilità?
-Ehi, Iris... - Lux mi fermò prima di entrare nella sua stanza - Il tuo piano non è poi così male. -
Strizzò l'occhio destro e chiuse la porta della sua camera. Non m’importa quello che dice mio padre: qualcosa deve cambiare.



Salve lettori! Ho avuto quest'idea quando ho visto mia sorella con una maglietta grigia. Ho pensato al Distretto 13, a come si sia sviluppata l'idea di una rivolta lì. Spero che piaccia anche a voi come storia perchè ne vado molto fiera U.U 
Ad ogni modo vorrei tanto sapere che ne pensate, magari in una recensione o anche solo in un messaggio personale. Grazie a quelli che lo faranno e...
POSSA LA FORTUNA SEMPRE ESSERE A VOSTRO FAVORE !
-Ginny
  
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