SUL fischio di
un treno
<<…Stazione
7.1.3.4…treno flyexpress
Questo treno, invece, pare abbia la propria personalità, che porti dove può e vuole,
senza chiederlo, senza saperlo, risvegliando il brivido dell’incertezza.
Un sonoro fischio del treno mi
fa ritornare alla comprensione logica e, lasciando a terra i sogni
irrealizzati, salgo sulla carrozza pronta a parti e prendo
posto, vedendo dal finestrino il bambino che c’è…che c’era in me, e mi saluta
con la manina, lui e tutte le immagini create nell’infanzia, che si
allontanano.
Il treno parte lento, spinto a
fatica dal grande motore a vapore, accelerando e
allontanandosi con impazienza. Un fischio, un metro… due
fischi cento metri…tre fischi mille chilometri. E
mi assopisco.
Al mio risveglio fuori permane il nero di una notte senza realtà, altre al finestrino
forme di luci passano veloci. Un fischio. E
l’oscuro si apre lasciando i binari sospesi sopra le nuvole, la terra sparisce
sotto l’enorme altezza d’aria, lì, a volare con gli eleganti uccelli, sentirsi
leggeri, un temporale in lontananza illumina le nuvole con i suoi lampi. Lo stupore
riprende a poco a poco i miei occhi. Un fischio. E le
nuvole si aprono rivelando il mare, anzi, l’oceano. Pesciolini argentei saltano
fuori dal pelo dell’acqua, una leggera scia si apre
dal treno formando piccole onde che si allontana senza sparire e le acque si
aprono mostrando i binari metallici che scendono negli abissi; un tuffo, uno
strattone e sono a nuotare fra le acque cristallini, tra coralli, anemoni
variopinti, ricci, banchi di aringhe luccicanti, grossi squali a caccia e, in
lontananza l’enorme sagoma di una balenottera: l’essere più grande e maestoso
visto da mente mortale. Un fischio. E il treno inizia
ad inabissarsi sempre più nel blu. Lo stupore s’insinua nella bocca. La terra del fondo marino si squarcia mostrando gli inferi; schizzi
di fiamme si diramano dalle rotaie; esseri di fuoco e lava vanno in processione
con danze demoniache, come a salutare il nostro viaggio. Un fischio e i
binari si inarcano, più che verticali; la velocità va
oltre la luce, via attraverso la crosta, attraverso i mari, i cieli, via nel
cosmo, lo spazio siderale. I binari attraversano le stelle, i pianeti,
dimensioni fantastiche, parallele, dentro e fuori lo spazio e il tempo. Un
fisco. E i binari si stringono e con loro anche il treno e i suoi vagoni,
dentro una goccia di sangue, navigando fra le cellule, sempre più piccoli,
usando il DNA come binario, e ancora più insignificanti, viaggiare tra gli
atomi, i neutroni, i quark,… sempre più piccoli, fino
allo stadio in cui materia, energia, spazio, tempo si fondono in un’unica
essenza.
Un fischio. Due fischi. Dieci, cento, mille, infiniti fischi; dal micro al macro, paradiso
inferno, terra, acqua, cieli, l’estasi d’ogni forma di conoscenza e immaginazione
umana o divina nel viaggio di un minuto, un secondo.
Un ultimo fischio, il viaggio
è finito. Scendo nell’esatto punto in cui sono salito, un’esperienza illimitata
senza muoversi, perché era tutto lì, lo stupore, la meraviglia. Ritorno ad
abbracciare quel bambino.