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Autore: Feel Good Inc    15/02/2014    5 recensioni
{ Dragon Trainer / Frozen: il regno di ghiaccio / Hotel Transylvania / Le 5 Leggende / Lorax: il guardiano della foresta / Rapunzel: l'intreccio della torre / Ribelle - the brave / vari ed eventuali }
Lui non ha il tempo di spostarsi: il fulmine rosso gli è addosso, e così da vicino si direbbe che più che un fulmine è una ragazza. Scontro frontale, come previsto.
«Ahi! Levati dai piedi, quello scompartimento è
mio
Si è sentito invisibile per tanto di quel tempo che ritrovarsela tra le braccia non gli dà alcun fastidio, ma questo la ragazza-fulmine non deve saperlo.

~
«Uhm... Scusa, ma... I tuoi capelli...»
La ragazza sorride e di colpo è come se il sole, in tutta la sua luce, filtrasse dalle nuvole fitte oltre i finestrini del treno in corsa. Stringe una ciocca all’altezza della guancia, come un fiore. «Ti piacciono?»
Hiccup non osa andare oltre e si dà l’aria di chi ha sempre frequentato gente con capelli lunghi quindici metri.

{ AU: Hogwarts!verse; foursome: Jack/Hiccup/Merida/Rapunzel; hints Jack/Elsa, Jack/Mavis, Johnny/Mavis, Mavis/Rapunzel, Once-ler/Merida, Once-ler/Rapunzel, & whatever you like }
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Altri, Hiccup Horrendous Haddock III, Jack Frost, Merida, Rapunzel
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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- Questa storia fa parte della serie 'Hoggy Warty Hogwarts'
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Pigna, pizzicotto, manicotto, tigre ~

~ once upon another tale.

 

 

 

 

VIII

Corsi supplementari

{ Scegli le materie in cui sei forte, Harry. }

 

 

 

 

 

 

# Divinazione

 

La torre immersa nei vapori del tè e degli incensi vari è di un caldo soffocante. «Un anno così e muoio» è il primo commento di Merida, mentre prende posto con Rapunzel a un tavolino basso e tondo, sventagliandosi la faccia con le mani.

«Non è proprio il modo migliore d’iniziare, no?» Rapunzel sorride nervosamente; nonostante i suoi sforzi si vede che è a disagio, e magari le è persino di consolazione la vicinanza di lei. Certo, quella non sembra nemmeno una vera e propria aula – Punzie dev’essere terrorizzata, sotto sotto.

Merida sospira. «Guardati intorno. Quanti studenti seguono questa lezione?»

Rapunzel obbedisce, docile. «Otto.»

«Bene. Quanti Grifondoro

Rapunzel esegue un rapidissimo conteggio. «Due. Solo tu e Hip.»

«Quanti Corvonero

«Solo Guy ed io.» Si volta a guardarla con un accenno di cipiglio. «Dobbiamo andare avanti? Dove vuoi arrivare?»

Merida lancia un’occhiata neutra a quel Guy, che Rapunzel non si è mai data pena di menzionare prima, che al momento condivide il tavolo di Hip e non sembra interessato ad altro che a lei. «Volevo solo farti notare che siamo talmente in pochi ad aver scelto questo corso che la prof ha dovuto rassegnarsi a unire le Case, pur di non far lezione a solo un paio di studenti per volta. Date le premesse, concedimi di essere un po’ scettica, vuoi?»

Con aria di vaga comprensione, Rapunzel si guarda di nuovo intorno e finisce con l’osservare i gemelli Thorston, che non hanno atteso l’entrata dell’insegnante per cominciare a giocare con le rispettive tazze di tè, schizzandosi addosso a vicenda il liquido fumante e sghignazzando. «Beh, sì, capisco. Però... tu perché hai scelto Divinazione, tanto per cominciare?»

Merida scrolla le spalle, abbozzando una smorfia all’indirizzo del ragazzo robusto di Serpeverde che ricorda di aver investito una volta sul binario nove e tre quarti – appena prima di Jack – e che, a giudicare dal languore da pesce lesso con cui la sta esaminando, non ha memoria dello stesso episodio. D’altro canto uno che volontariamente si fa chiamare Moccicoso non può avere questo gran cervello.

«Diciamo che non volevo lasciarti sola in questo branco di esaltati, ecco. A proposito» aggiunge subito, prima che Rapunzel le scocchi come al solito uno di quei suoi sorrisi di bimba felice e la metta in imbarazzo, «tu perché l’hai scelta?»

Rapunzel imita la sua reazione, stringendosi nelle spalle e giocherellando con l’estremità della treccia che ha raccolto in grembo. «Oh, non so, mi incuriosiva.» Come se non avesse già indicato altre due materie integrative che la incuriosivano ugualmente!, si dice Merida. «Deve essere bello riuscire a leggere il futuro nelle stelle... E poi, sai, l’anno scorso Once-ler ci ha scherzato sopra e...»

Merida la fissa con tanto d’occhi. «Perciò saresti qui su consiglio di Once-ler?» esclama, scandalizzata. «Tu scegli una materia perché ci hai scherzato su con Once-ler? E ti sembra un motivo valido per condizionare quello che potrebbe essere tutto il tuo futuro? Ma io strabilio, Punzie! Che fine ha fatto la tua integerrima coscienziosità Corvonero

Rapunzel arrossisce e la colpisce con il libro di testo. Merida si guarda bene dal farle notare che scherzava, perché a ben vedere è davvero felice di non averla lasciata sola là dentro.

 

 

 

# Babbanologia

 

Jack scruta con una certa gravità le figure dei libri sparsi attorno a Mavis. La sala comune è vuota e lei ne ha approfittato per prendersi tutto lo spazio possibile – e chissà, forse si è persino risparmiata un altro motivo di richiamo di attenzioni indesiderate: a memoria d’uomo, o di vampiro, di certo non c’è mai stato un Serpeverde che abbia scelto di studiare i Babbani – e immergersi letteralmente in un mondo che è per lei l’ennesima novità.

«Ma sul serio esiste questa roba?»

Jack si china sulla rappresentazione grafica completa di didascalie di un ‘telefono’, qualsiasi cosa esso sia. Mavis quasi gliela strappa di mano, nella foga delle spiegazioni entusiaste che ne derivano.

«Certo che esiste! I Babbani devono inventarsi un sacco di metodi per tenersi in contatto senza la magia. Insomma, loro non hanno né Polvere Volante, né scope volanti, né niente. E ovviamente non possono mica trasformarsi in pipistrelli... Questo si usa per sentire la voce di una persona a distanza, ci crederesti? Invece per vedersi di persona devono proprio mettersi in viaggio e incontrarsi, altrimenti niente! E guarda qui» prosegue senza prender fiato, cercando spasmodica tra le pagine e indicandogli infine il disegno di quello che sembra un enorme e stranissimo serpente di metallo, o qualcosa del genere, «questo è un grammofono. Serve per ascoltare la musica. Johnny me ne ha parlato, sai, lui è un nato Babbano, conosce un sacco di cose che io non avevo mai...» A quel punto s’interrompe di botto. Jack sorride, consapevole che, se solo avesse abbastanza sangue in corpo, la vedrebbe avvampare.

«Immagino che tutto ciò che ha a che fare coi Babbani sia affascinante, per te.»

«Oh, piantala, Jack.»

«Ma guarda che non era un’insinuazione!»

«Sì, come no.» Mavis si caccia i capelli neri e corti dietro le orecchie, tornando a concentrarsi sui fogli che la circondano. «E comunque sì, è così, se vuoi saperlo... Sai com’è, ho una voglia matta di conoscere meglio quelle creature che se m’incontrassero in una strada buia si coprirebbero subito il collo e cercherebbero di impalarmi il cuore.»

Jack s’incupisce. «Non ti stavo prendendo in giro.» Non te. Tu sei come mi sentivo io. Anche se non glielo dirà mai.

«Lo so.» Mavis pronuncia quelle due parole in un tono che lo porta a chiedersi se non gli abbia letto nel pensiero – che stupidaggine. Poi sorride, i canini che spuntano quasi timidi tra le labbra nere, e tende alla sua stupida giustificazione un appiglio che sa di gratitudine. «Scusami, è solo... È così facile parlare con te che non smetterei mai.»

Jack si siede sul pavimento accanto a lei, chiedendosi se dopotutto c’è davvero bisogno di leggere nel pensiero per sapere certe cose.

«Mi auguro che tu non l’abbia detto a Johnny, questo.»

«... Idiota.»

 

 

 

# Antiche Rune

 

«Ti sta ancora fissando» bisbiglia Rapunzel al riparo del suo libro.

Hiccup lancia un breve sguardo alla propria sinistra, ma dura così poco che lei stessa se ne accorge a malapena. «Mh. Così pare.»

«Secondo te che problema ha?»

Astrid Hofferson sembra scegliere quel preciso istante per spezzare di netto la piuma che stringe in pugno. Rapunzel e Hiccup sussultano come colti sul fatto, mentre lei richiede con voce chiara e sonora all’insegnante il permesso di prenderne una nuova dall’armadietto delle scorte. Rapunzel non ha il tempo di domandarsi come mai non se ne sia portata, come sarebbe logico, una di riserva – senza neppure aspettare la risposta, Astrid si alza e passa davanti al loro banco in tutta calma, senza però riservarsi di dedicare a Hiccup l’ennesima occhiata raggelante. Rapunzel percepisce con tutti i sensi il suo farsi piccolo piccolo nella sedia accanto.

Cerca di concentrarsi sulla traduzione, sfogliando il dizionario fino a trovare la runa sulla quale è rimasta incartata da una buona mezz’ora, ma quando si accorge che Astrid è tornata al suo posto non può fare a meno di riprendere il discorso.

«Allora, cosa le sarà preso? Non ti conosce nemmeno.»

«Uh... Io credo che voglia uccidermi.» La mano sinistra di Hiccup trema di quello che probabilmente è isterismo, tracciando sulla pergamena una serie di rune indecifrabili. «A differenza di te, lei non dev’essersi scordata di quando l’ho travolta a Quidditch

«Ma è stato secoli fa!» sibila Rapunzel, cercando di arginare il disastro della sua scrittura malferma con un colpo di bacchetta. I caratteri si fanno un filo meno tremolanti. «E poi non l’hai certo fatto apposta. Chiunque lo capirebbe.»

«Mai pensato che forse non tutti sono buoni come te?» bofonchia Hiccup cancellando furiosamente l’ultima riga del suo compito, un po’ rosso in faccia.

Rapunzel sbircia di nuovo Astrid. All’inizio ha pensato che si sentisse in dovere di mostrarsi sulla difensiva – dopotutto è l’unica Serpeverde del corso: lei si sentirebbe sola e smarrita al posto suo! – ma non c’è dubbio, le sue sono proprio occhiatacce. Altro che difensiva. E le sembra assurda anche l’idea di serbare rancore così a lungo...

«Sei fortunato che non ci sia Jack. Di sicuro ti direbbe che si è presa una cotta per te.»

«Sì, beh» Hiccup prende fuoco del tutto. «Anche tu non mi sei esattamente d’aiuto.»

Rapunzel si morde la lingua. Merida glielo dice sempre, che ha il vizio di mettere in imbarazzo gli altri. Forse è davvero il caso di tornare alla traduzione.

 

 

 

# Aritmanzia

 

«C’è una cosa che non capisco. Per quale arcana ragione hai scelto questo corso?»

Di norma, Hiccup tende a farsi gli affari suoi. Jack se n’è accorto più o meno dal primo istante, dopo quella prima e unica non tanto velata allusione alla spocchia generale della sua Casa – e non può escludere che sia uno dei motivi per cui ormai lo considera il suo migliore amico. Però, a quanto pare, volente o nolente ha appena toccato il punto limite della sua pazienza. In effetti non sarà il massimo dell’agio, cercare di studiare dei complicatissimi calcoli magici nel banco che si divide con un Serpeverde insofferente.

Jack non smette di giocare a tris con Mavis – un passatempo che le ha insegnato Johnny – e risponde a Hiccup con l’angolo della bocca, perché in fin dei conti non ci tiene poi così tanto a urtare subito i nervi di un professore che ancora non conosce abbastanza da sapere fino a che punto valga la pena spingersi.

«Sono andato per esclusione, Hic. I Babbani li lascio ai vampiri» sente Mavis sbuffare e subito ritira la mano dalla punta affilata della sua piuma, «e ho smesso di preoccuparmi del futuro da un sacco di tempo.» Si augura che il suo tono di voce non sia cambiato di una nota. Qualche volta gli succede ancora; non spesso, ma succede. «Tra Antiche Rune e questo, ho scelto il male minore... I numeri, almeno, non devo cercarli in un dizionario.»

«Molto comodo.» Hiccup volta una pagina del libro al centro del banco ed esamina le proprietà del numero quattro. Eternità, scarabocchia in un angolo non troppo lontano dallo sguardo annoiato di Jack. «Troppo comodo, anzi. Non so se ti credo. Dev’esserci qualcos’altro.»

Jack sogghigna, tracciando una linea sulle tre x che ha allineato in diagonale. «E se ti dicessi che è tutto un trucco per assicurarmi di poter copiare qualcosa da te?»

«Ah» sospira lui, «ecco. Così è già più credibile.»

«Ingenuo. Potrei mentire adesso. Potrei essere qui solo per farti notare che» si sporge teatralmente oltre la sua testa, adocchiando Astrid e fingendo di averla notata ora per la prima volta, «quella lì ce l’ha a morte con te, cosa che porta a solo un paio di possibili spiegazioni...»

Un sonoro schiarirsi la gola dell’insegnante gli impedisce di specificare a quale ipotesi creda di più. Jack finge di scrivere qualcosa, e intanto sente Hiccup che sospira ancora e borbotta tra sé.

«Immagino di dover persino essere grato alla faccenda del male minore...»

«Perché? Che vuoi dire?»

«Niente, niente.»

 

 

 

# Cura delle Creature Magiche

 

Non ha ancora iniziato e già sa che è la sua materia preferita.

Praticamente trascina Rapunzel per un braccio, anche se sono in anticipo, anche se la lezione dei Serpeverde e dei Grifondoro non è ancora finita e ai bordi del recinto – cosa ci sarà dall’altra parte?... Ma no, deve smetterla di pensare in grande, saranno solo banali Asticelli – s’intravedono le teste riconoscibilissime di Jack e Merida che parlottano o forse bisticciano. Rapunzel ride della sua fretta, senza opporre resistenza, ma è costretta a fermarlo prima che lui si butti nel gruppo e cominci a prendere appunti alla cieca.

«Fermati un attimo, Hiccup, abbiamo tempo!»

Hiccup si ferma a quella che giudica una distanza ragionevole. Cerca di sbirciare oltre la fila di studenti, ma non vede nulla di voluminoso o comunque caratteristico. Devono essere proprio Asticelli.

Lungo il sentiero si avvicina una sagoma familiare. Hiccup lascia che sia Rapunzel a salutare Once-ler e, prima di rendersene conto, si avvicina al recinto, con passi che non sembrano dettati dalla sua volontà. E intanto si dà dello stupido perché sa benissimo che in nessuna di quelle lezioni potrà studiare faccia a faccia ciò che gli interessa di più, ma comunque, stupidamente, continua a sperare che...

«Oh, eri tu quello a cui piacevano i draghi, vero?»

Trasale e scopre ai margini della classe Mavis, infagottata tra sciarpa e cappello per proteggersi dal sole del pomeriggio, che lo guarda con simpatia.

Jack deve avergliene parlato, riflette Hiccup. Chissà poi per quale motivo. E come avrà fatto a capire che pensava proprio ai draghi? Annuisce e riprende l’esame del retroscena della lezione, solo vagamente consapevole che Mavis si sta staccando dal suo gruppo per raggiungerlo a metà strada tra recinto e collina. La sente parlare come da molto lontano.

«Mi spiace non averlo saputo prima. Avrei potuto invitarti da me per le vacanze. Vivo in Romania, sai... Lì è pieno di draghi.»

Hiccup ci mette un paio di secondi a sentire le parole e a metabolizzarne il senso. Si volta, e non c’è più la lezione, non ci sono più Jack e Merida che studiano ipotetici Asticelli, non ci sono più Rapunzel e Once-ler che chiacchierano appena alle sue spalle – c’è solo il fatto che Mavis gli sorride e vive in Romania.

«Hai programmi per agosto?»

«Agosto? N-no. Proprio nessuno

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio dell’autrice

 

Sono sotto esami e sono qui a pubblicare. Cioè. Cioè, o non sto bene o sono questi quattro a farmi un bruttissimo effetto. O tutte e due le cose, perché no.

Ebbene, siamo ormai al terzo anno! Le materie supplementari a Hogwarts non sono un argomento tanto ispirante, sapete. Zia Jo ci parla nel dettaglio solo di quelle seguite da Harry, e cioè Divinazione e Cura delle Creature Magiche, e tutto il resto bisogna praticamente immaginarselo. Comunque, dal comportamento di Hermione che rinuncia a Divinazione e Babbanologia per riavere un orario normale si evince che se ne possono scegliere fino a tre, e io da brava mi sono fatta la scaletta con tutte le possibili scelte dei grandi quattro e non solo: Babbanologia era l’unica che non vedevo di grande interesse per nessuno dei protagonisti, così in quel punto sono tornata a giocare sul Johnny/Mavis, anche se temo che la necessaria presenza di Jack nel brano abbia confuso le idee a me per prima. XD Ripeto, scegliete pure le ship che volete in questa storia, a me tutti stanno bene con tutti, più o meno.

Oh, a proposito. Nei libri i Grifondoro seguono Divinazione da soli, mi pare di capire, mentre invece Cura delle Creature Magiche è accorpata con i Serpeverde; dal momento che ho immaginato pochissimi iscritti al corso di Divinazione ho messo quella battuta sulla bocca di Merida – il fatto dell’aver dovuto unire le classi per forza di cose – ma non ho la minima idea di come funzionino le cose per le altre tre materie integrative, perciò prendete la mia licenza poetica per quello che è. Case miste is better.

Altri appunti random: Guy è ovviamente il coprotagonista de I Croods insieme a Hip (yay, un’altra ship canon!); la presenza del telefono tra gli argomenti di studio di Babbanologia non vuole indicare una precisa ambientazione temporale, dacché l’unione di contesti così cronologicamente diversi (dal medioevo di Ribelle e Rapunzel all’epoca contemporanea di Le 5 Leggende e Hotel Transylvania) presuppone necessariamente un momento storico del tutto indefinito – si può considerare quel telefono come uno dei primissimi esemplari, oppure come uno dei giorni nostri, a vostra totale scelta; la Transilvania corrisponde a parte dell’odierna Romania ed è questo il punto di contatto che (finalmente) ho costruito tra Hiccup e Mavis: ho tutta l’intenzione di tornare su questa faccenda delle vacanze insieme, e dei draghi, ma ci vorrà un po’.

La citazione iniziale è tratta da La Camera dei Segreti ed è pronunciata da Percy Weasley.

... Con questo siamo praticamente a metà storia. E non sapete quanto spero di riuscire ad arrivare fino alla fine. *balla la danza dell’ispirazione* BTW, GRAZIE PER TUTTI I VOSTRI COMMENTI. Mi scuso per le mancate risposte. Ma voglio che sappiate che – GRAZIE. DI CUORE. T///T

Aya ~

   
 
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