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Autore: _Shee    15/02/2014    5 recensioni
Hinata trattenne il respiro. Il cuore a mille. La morte non è la fine di tutto...
Guardò Naruto. Lui arrossì.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki | Coppie: Hinata/Naruto
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Naruto Shippuuden, Dopo la serie
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Hinata guardò Naruto stirare le braccia in alto, mentre i raggi caldi del sole gli illuminavano il volto sorridente.

“Finalmente usciamo da questo posto! Non ce la facevo più!”

Hinata lo seguiva a pochi passi di distanza, senza dire una parola, senza poter fare a meno di osservarlo in ogni suo più piccolo gesto.

Lui si voltò continuando a camminare solerte.

“Avanti, non battere la fiacca! Stiamo per andare in missione! Sono contento che tu abbia finalmente accettato! Lo sai anche tu che a casa tua si soffoca. Un po' di movimento ti farà bene!”

Lei sospirò, ammirando quel sorriso così sincero. Beandosi amaramente di quel tono di voce così spensierato. Amaramente, sì.

“Su Hinata! Se non è per te fallo per me. Sai che i luoghi chiusi non mi piacciono.”

Hinata distolse finalmente lo sguardo da lui, corrucciata.

“Potresti benissimo andartene. Non ti fermerei.”

Lo sentì ridere. Come sempre. Poteva dirgli qualsiasi cosa e lui avrebbe sempre risposto con quella sua calda risata.

“Ma lo sai che non posso. Non posso allontanarmi da te, neppure per un attimo. Sempre se tu non ti deciderai sul serio a cacciarmi via... Lo farai?”

Ella continuò a camminare a braccia conserte. Ci aveva provato a respingerlo ma era evidente che non fosse stata convincente, specialmente con se stessa.
Avrebbe dovuto essere più dura, avrebbe dovuto cacciarselo via con decisione dalla testa. Sarebbe stata la cosa migliore.
Ma al tempo stesso sapeva che, nel momento stesso in cui lui fosse scomparso dalla sua vista, se ne sarebbe pentita. Sapeva di non poter vivere senza di lui.

E proprio per questo lui era lì.

O forse no.


-.-.-.-


Era una missione di basso rango, un agguato contro qualche sprovveduto ninja traditore. Hinata osservò il circondario, il byakugan attivato. Vide il chakra di Anko-sensei e Shino a terra, mimetizzati con gli alberi, Tenten sul ramo dell'albero accanto al suo e il mucchietto di genin spauriti che si erano portati appresso nascosti tra le fronte.

Aveva già avvisato che l'obbiettivo era in avvicinamento, per questo ora regnava un silenzio irreale e l'ansia era palpabile.
Tutta concentrata nell'osservare il nukenin in corsa trasalì alla vista di Naruto al suo fianco.

“Che ne dici se scateniamo fuoco e fiamme?” ghignò lui guardandola negli occhi.

Lei non rispose, continuando a osservare l'uomo.

“Dai su, un ritorno col botto! Lascia perdere la strategia, è un uomo solo. Gli spari un Juuken tra capo e collo ed è fatta! Strabilierai questi ragazzini!”

Hinata arricciò le labbra. Ogni tanto perdeva di vista quello shinobi. Si stava deconcentrando.

“Ti basterebbe uno dei tuoi pugni gentili in pieno stomaco per spappolargli gli organi interni! Oppure gli fai quella tua mossa dei leoni, è la mia preferita!”

Le si accostò.

“Quando fai la cazzuta sei eccitante...”

La ragazza suo malgrado dovette guardarlo. Gli sussurrò rabbiosa:

“Shhh! Non dovresti neppure essere qui! Vuoi forse mettermi nei guai?”

Indicò Tenten e i bambini con un cenno della testa. Poi con il mento indicò la sensei e il suo compagno di squadra.

Naruto si alzò spostandosi sul ramo. Non gli interessava poi molto di chi ci fosse. Iniziò a canticchiare, mandando su di giri Hinata.

“Se lo faccio la smetti, perfavore?” chiese lei, esausta.

Le si rivolse allegro.

“Si ma devi farlo veramente, se no non vale.”

Lei gli rispose greve, facendolo ghignare soddisfatto: “Lo sai che quando dico una cosa la porto a compimento...”

Hinata alzò lo sguardo. Tenten la stava guardando dubbiosa.

Naruto la richiamò: “Parti ora. Il tizio è piuttosto vicino.”

La mora si voltò dallo sguardo carico di dubbi della compagna e senza nemmeno contare fino a tre si lanciò dall'albero in direzione dell'uomo.

Un coro sorpreso si levò dalle fronde. I bambini non capivano. Non era quello il piano.

Tenten si mosse e incontrò gli sguardi perplessi di Shino e Anko a terra, che subito scattarono all'inseguimento.

Bastò poco alla Hyuuga per incontrare faccia a faccia il nukenin. Questi non si sorprese di quell'imprevisto, tirò fuori alcuni shuriken e qualche bomba carta nel tentativo di depistarla.

Ma lei vedeva anche attraverso il fumo. Schivò gli shuriken e attivata la tecnica dei Leoni Gemelli gli si avventò contro.

Sembrò averlo colpito ma il corpo davanti a sé scomparve lasciando a terra un ceppo di legno.

Guardò di scatto in alto. Era salito sugli alberi.

Doveva sbrigarsi o avrebbe potuto raggiungere i bambini, con chissà quali conseguenze.

Sentì Anko richiamarla.

Si lanciò in alto, balzando sui rami. L'uomo correva lesto, ma mai quanto lei che aveva indirizzato il chakra nelle gambe con grande controllo. Gli si avventò contro colpendolo con la tecnica che Neji le aveva finalmente insegnato a completare, giusto qualche mese prima.
Quando era ancora vivo.

L'uomo sembrò resistere ai primi colpi ma già dal quindicesimo le forze per contrattaccare si erano affievolite.

Conclusa la tecnica dei 64 palmi, sia il corpo straziato dell'uomo che Hinata scivolarono a terra.

Lei si asciugò la fronte, tirando un respiro di sollievo. Questo finché non fu raggiunta di nuovo dalla voce di Anko.

“Ma cosa ti è saltato in mente?!”

Hinata sussultò. L'adrenalina di colpo scomparsa dal suo organismo. Già che cosa le era saltato in mente?

Shino e Tenten atterrarono al suo fianco.

“Sarebbe potuto accadere qualcosa ai genin, perché non hai seguito la strategia?” continuò la donna rabbiosa.

Hinata la guardò senza nascondere la consapevolezza del suo gesto insensato. Poi suo malgrado dovette spostare lo sguardo alle spalle della sensei, dove Naruto la scherniva con qualche smorfia e incitava lei a pollici alzati.

Le scappò un risatina. Si tappò sconvolta la bocca.

Anko spalancò gli occhi interdetta. Schioccò le dita rivolta ai genin: “Torniamo al villaggio.”

Il mucchietto partì non senza guardarla nella sua vergogna.

Shino si avvicinò ma fu bloccato da Tenten.

“Ci penso io qua. Tu pensa al rapporto.”

Hinata vide Naruto bloccarsi esterrefatto ed ella stessa guardò Shino, ancor più terrorizzata di quando era stata ammonita dalla sensei, ben sapendo quanto era permaloso specialmente sul fatto di venire costantemente ignorato.

“Shino non preoccuparti, sto bene. M-mi dispiace per quel che è successo. S-se vuoi dopo ci facciamo un giro...”

Shino annuì, probabilmente piuttosto perplesso. Ma fu abbastanza accorto da evitare qualsiasi scenata, forse non era il momento.

Un nugolo di insetti prese il corpo martoriato dello shinobi e partì anche lui con un balzo verso il villaggio.

Tenten le poggiò una mano sulla spalla.

“Da te questo non me lo sarei proprio aspettato! Non vorrai mica diventare tu la ninja più imprevedibile della Foglia, vero?”

Lo sguardo di Hinata saettò verso Naruto, rimasto lontano da loro, poi tornò su Tenten. La ninja coi codini aveva lo sguardo di una che temeva di aver detto qualcosa di tremendamente sbagliato.

“Che ne dici se andiamo a mangiare qualcosa?” tentò di nuovo.

Hinata udì chiaramente, proprio nell'istante in cui Tenten finiva la frase, il proprio stomaco e quello di Naruto brontolare sonoramente.

Si rilassò, le rivolse il sorriso più grato che possedeva e mentre annuiva sospirò: “Ramen, grazie.”


-.-.-.-


Avevano preso posto nel punto più appartato. Le ciotole calde e fumanti già davanti a loro.

“Itadakimasu!” gridarono all'unisono affondando le bacchette nel brodo.

Non avevano più parlato da quando avevano lasciato il bosco, per questo, quando dopo il primo boccone Tenten parlò, Hinata quasi si strozzò.

“Ti va di parlarne?”

La ragazza era seria e la guardava fissa negli occhi.

Hinata abbassò i suoi, guardando gli intingoli che galleggiavano nella sua ciotola. No, non le andava, ben sapendo che nessuna spiegazione avrebbe giustificato la realtà dei fatti.

Vedendo che Hinata non parlava, Tenten le prese la mano che stringeva le bacchette. Naruto sorrise birichino:

“Addio pranzo, eh?”

“Fidati Hinata, il rapporto é diverso ma ti posso capire. Lo sai bene, quando... quando Neji... beh, quando Neji è morto... Mi sono sentita persa.”

Hinata continuava a guardare il brodo senza vederlo veramente.

Tenten continuò: “Capisco che tu voglia emulare Naruto ma...”

Hinata alzò lo sguardo, decisa.

Tenten rimase interdetta.

“Posso farti una domanda, tanto per capire se davvero sai cosa sto provando?”

Tenten annuì.

Hinata si liberò dalla mano della ragazza. Strinse forte le bacchette sentendo le dita premere contro il legno e cambiare colore.

“Tu vedi forse Neji accanto a te che infila le mani nel tuo ramen?”

Tenten la guardò confusa.

“Io... io no... Ma cosa... Hinata tu...”

“Te lo ritrovi in bagno quando esci dalla doccia?” continuò.

La mente di Tenten vacillava.

“La gente ti vede parlare e ridere da sola?”

La ragazza respirò più a fondo.

“Hinata ma...”

Quasi sull'orlo del pianto Hinata rimbeccò: “Ti svegli la notte di soprassalto perché lo senti russare??”

Tenten si sentì in profondo disagio.

Hinata prese la ciotola e la portò in alto, spostandola un po' a destra e un po' a sinistra.

“In questo momento Naruto sta cercando di rubarmi l'unico pezzo di manzo del mio ramen.”

La ragazza capì. La guardò con più attenzione, forse per mascherare un'emozione che alla mora non sarebbe piaciuta.

“Quindi... quando eri sul ramo... stavi parlando con Naruto?”

Hinata annuì, suo malgrado. Riappoggiò la ciotola sul tavolo. Si girò verso il punto in cui vedeva il biondo e lo fissò negli occhi. Lui ricambiò lo sguardo, deciso, desistendo dal guardare quel succulento pezzo di carne che si trastullava nel piatto che tanto amava.

“Lo so che sono pazza. Lo so che finché non accetterò la sua morte lui rimarrà qui. Lo so che basterebbe una mia parola perché lui se ne vada.”

Naruto si mosse sul sedile.

“Il fatto è che non voglio. Lo voglio qui con me, anche se non posso toccarlo... anche se è solo nella mia testa. Non voglio che mi abbandoni un'altra volta”

Non capiva ancora come riuscisse a trattenere il pianto. Quella era la prima volta da mesi in cui parlava con qualcuno in carne d'ossa di qualcosa di così personale. Quella era la prima volta che ammetteva ad alta voce di vedere qualcuno che non c'era. Non più...

Naruto allungò una mano, ritirandola subito dopo. Sarebbe stato inutile. Lei non avrebbe sentito nulla, né provato alcun sollievo.

Fu Tenten a prenderla al posto suo.

“Per quanto possa trovarlo inutile, parlare con qualcuno di competente può solo giovarti.”

Hinata annuì, senza rigirarsi verso di lei. L'avesse fatto credeva che le avrebbe versato con rabbia il ramen addosso. Senza fare nulla Tenten si era spinta troppo oltre e ora la mora si sentiva violata.

“E' un po' che Naruto mi chiede di andare a trovare Baaaa.. volevo dire, Tsunade-sama. Credo che lo farò oggi. Anche perché dovrò spiegare il mio comportamento di stamani.”

L'unico motivo era che la sua compagnia ora la irritava. Rimpianse di aver congedato Shino, si sarebbe risparmiata domande scomode e risposte ingombranti. Sapeva che la ragazza non ne aveva nessunissima colpa anzi, era lì solo per lei, ma dentro qualcosa cercava di evadere riversando il disagio sull'amica.

“Grazie Tenten.” le disse a occhi bassi, mentre si alzava.

Tenten annuì, lasciando la presa e la guardò andare via senza girarsi.

“Oh, Neji...”


-.-.-.-


Hinata era affondata nella poltrona. Se l'avesse inglobata non se ne sarebbe dispiaciuta più di tanto.

Tsunade sorrideva guardinga. Posò il timbro sul tavolo e intrecciò le dita delle mani tra loro.

“Ma davvero?”

Hinata guardò verso la finestra e Naruto le indicò la collana con la pietra azzurra che teneva appesa al collo.

“Sì, ero venuta per giustificarmi, ma probabilmente non l'avrei fatto se Naruto non avesse insistito tanto... E' da un po' che mi chiede di venire da lei perché... beh perché si dispiace di non aver mai trovato l'occasione di scusarsi d'aver distrutto la collana che gli aveva regalato... credeva di avere più tempo...”

Tsunade cambiò completamente espressione: spalancò gli occhi, incredula, prima di scoppiare in una sonora risata.

“Quel mostriciattolo non la smetterà mai di stupirmi.” Si calmò d'un tratto, sussurrando più che altro a se stessa: “Stupido ragazzino...”

Poi rivolta a Hinata: “Gliela farò pagare, pure questa!” e le sorrise, tornando presto a riempire di sigle i fogli che aveva davanti.

La ragazza rispose cauta con un altro mezzo sorriso. Non le diceva di andarsi a far curare? Non le diceva di imbottirsi di pasticche o rinchiudersi in un manicomio?

“Tsunade-sama io...”

La donna rispose senza alzare lo sguardo.

“Non crucciartene, ragazzina. La pazzia è tutta un'altra cosa. Sei esonerata da qualsiasi attività ninja per un po', ma ti ordino di prenderti del tempo per pensare a te stessa.”

Ancora del tempo da sola? Si chiese Hinata. Si alzò dalla poltrona, Naruto le si avvicinò pronto a uscire con lei. La ragazza si avvicinò di scatto alla scrivania.

“Io... io ho paura di dimenticarmi del suo volto. Temo che quando non lo vedrò più pian piano i suoi lineamenti, il suo sorriso, le sue parole scompariranno dalla mia memoria... Io...”

Tsunade alzò il viso verso di lei e puntò il pennino all'altezza del suo cuore.

“Ciò che entra là dentro, là dentro rimane. Che ti piaccia o no. Fidati, tutto ciò che crederai di dimenticare lo ritroverai inaspettatamente nelle più piccole cose, e anche nei gesti e nelle parole delle altre persone. Non avrei bisogno di dirti nulla, queste cose te le sarai ripetute migliaia di volte... e scommetto te le avrà dette anche lui.
Una cosa però devo dirtela: non sarebbe rimasto tanto tempo con te se non ti avesse... amato. Quindi non fargli rimpiangere la sua scelta, fagli vedere che anche per te la morte non è la fine di tutto.”

Hinata trattenne il respiro. Il cuore a mille. La morte non è la fine di tutto...

Guardò Naruto. Lui arrossì.


-.-.-.-.-


Stavolta era lei a camminare avanti. Le braccia dietro la testa, in una insolita postura da parte sua.

“Non sei solo frutto della mia mente?”

Naruto le trotterellava dietro.

“E chi può dirlo... magari è solo una cosa che ti stai dicendo da sola per non sentirti poi più matta di quel che sei... O magari, quando ti ho tenuto la mano sul campo di battaglia non ho solo trasferito un po' di chakra della volpe dentro di te, ma anche qualcos'altro...”

Hinata si bloccò, voltandosi verso di lui.

La strada era deserta, c'erano solo loro due.

“L'avresti fatto??”

Naruto alzò le mani. “Forse te lo stai dicendo da sola per giustificarti, io non lo so.”

Hinata si morse il labbro, poi con espressione ferma gli si avvicinò. Il volto vicinissimo al suo. Credeva di vedere la sua immagine incresparsi sotto il suo fiato.

“Mi manchi. Mi manca guardarti nascosta dietro i pali. Mi manca la sensazione di mancamento che avevo ogni volta che ti avevo a meno di qualche metro di distanza. Mi manca guardare la porta del tuo appartamento e sapere che saresti potuto uscire da un momento all'altro. Mi manca la gelosia che provavo nei confronti di Sakura che ti stava sempre accanto. Mi manca il desiderio di rivedere Sasuke a Konoha perché sapevo che ti avrebbe fatto contento. Mi manca pensarti mentre ti allenavi chissà dove per diventare sempre più forte. Mi manca il brivido di sfiorarti per sbaglio. Mi manca il giorno in cui mi hai detto che ti piacevano le persone come me e il giorno in cui mi hai guardata negli occhi e mi hai detto che ero forte. La verità è che mi manca una ragione di vita... senza te.”

Naruto scosse la testa. Lei non piangeva, e forse questo un po' lo preoccupava, perché se non era lei a sfogarsi l'avrebbe fatto attraverso di lui.

Hinata vide le sue braccia tentennare.

“Abbracciami, anche se non puoi.” gli disse stentorea.

Lui rimaneva fermo, sembrava trattenersi a difficoltà.

“Pensi che non voglia? Pensi che non ti salterei addosso se solo potessi?” sorrise, quasi controvoglia.

Rimasero in silenzio per un po'. L'attesa convinse Naruto ad aprire bocca.

“Quando ho perso Ero-sennin mi sono sentito orfano di nuovo. E' stata dura, durissima ricominciare. E nonostante fosse passato tanto tempo credo ancora di non esserci mai riuscito. Ho sconfitto Pain, Obito, Madara... eppure non mi sono mai sentito soddisfatto come quando ho imparato il rasengan e lui mi ha guardato con orgoglio. Sarà dura, Hinata... e chi lo vuole negare, è inutile anche dirti che ce la farai perché sei forte, visto che sembri non ascoltarmi!
Fallo adesso, ascoltami: fai vedere al tuo clan quanto vali, diventa il capo e cambia quelle stupide regole. Avrei dovuto farlo io, ma ora sono un attimo impossibilitato. Trovati un compagno, una persona che ti rispetti e ti ricordi ogni giorno quanto sei speciale. Facci una marea di marmocchi e chiamali tutti come me, poi mandali a devastare il mondo. Intesi?”

Hinata lo guardò il cuore colmo di un amore incondizionato e senza fine. Era lei a pensare quelle cose e a metterle in bocca a Naruto? Non le interessava.

“Ti amo, Naruto. E ti amerò sempre, a dispetto di tutto. So che è sbagliato ma continuerò a farlo per te, per dimostrarti dovunque tu sia che io mantengo la parola data!”

“Chiamerai davvero i tuoi figli Naruto Uno, Naruto Due, Naruto Tre e così via??”

Hinata sorrise titubante, spostando lo sguardo sui propri piedi e torturandosi le dita: “Beh, forse quello magari... meh...”

Provò ad alzare la testa quando un'aria calda la avvolse all' improvviso. Sentì le gambe molli.

Quel calore la strinse come a non volerla lasciare più e solo quando la ragazza scoppiò in lacrime la liberò.
Hinata alzò lo sguardo, grondando lacrime. Naruto non c'era più.


-.-.-.-.-


La ragazza bussò alla porta dell'Hokage.

“Entra.”

La porta si aprì leggera e Tsunade si alzò di scatto: “Dov'é il mostriciattolo?”

Da sotto la scrivania spuntò una testina mora.

“Eccolo il mio tesoro!” strillò Tsunade prendendo in braccio la creatura, che rideva ora spensierata sotto il solletico.

“Salve, Tsunade-sama.” sorrise Hinata rimanendo sulla porta.

Tsunade alzò la testa, cercando di darsi un'espressione di contegno.

“Il villaggio del Suono ha richiesto espressamente l'aiuto del tuo clan per la faccenda che ti dicevo l'altra volta. Vedi di parlarne tu con i tuoi anziani perché io non ho voglia di litigarci.”

Hinata annuì mentre Tsunade tornava a far smorfie.

Di nuovo la donna, alzò la testa.

“Me lo chiedevo da un po' e non ho mai trovato il tempo di domandartelo... è mai più tornato?”

Hinata si appoggiò allo stipite della porta. Socchiuse gli occhi sognante, tornado con la mente e il cuore a quel ricordo.

“Il giorno del matrimonio era lì, in prima fila. Ha fatto tanto chiasso. Si asciugava un fiume di lacrime sulle maniche della felpa.
Mi ha strillato per questo, quello è il suo unico vestito e io non ho avuto la decenza di pensarlo con un pacco di fazzoletti in tasca.”

Tsunade sorrise per poi trasformare il volto in una smorfia di dolore quando una manina le tirò i capelli.

“Auch! Piccola peste!”

Hinata aprì gli occhi, più leggera.

"Mi sa che è ora, quando diventa incontenibile vuol dire che ha fame. Andiamo, Maki, su! Arrivederci, Tsunade-sama. Le farò avere risposta quanto prima.”

Appena Maki uscì dalla stanza con lei Hinata si chiuse la porta alle spalle. La manina prese saldamente la sua.
Mentre tornava a casa pensò che il matrimonio non era stata l'ultima volta che aveva percepito Naruto. Guardò in basso.
Lui era tornato anche il giorno della nascita di Maki. Senza parlare e senza farsi vedere. Ma era certa che fosse presente, perché da quel momento, che fosse perché aveva finalmente trovato un'altra ragione di vita o perché lui l'aveva tenuta a se ancora una volta, non aveva sentito più freddo.


-.-.-.-.-.-


Questa storia si è scritta da sola nel giro di due notti insonni. *stancaa*

Probabilmente avrei potuto sfruttarla meglio, allungandola, creando un po' di suspance e mettendoci una dose massiccia di Angst, ma alla fine ho preferito lasciarla come è nata dalle dita sulla tastiera. :P

Quanti punti sospesi poi! Com'è morto Naruto? Che fine ha fatto Sasuke? Chi si è sposato Hinata? Maki è un maschietto o una femminuccia?? :D Fate vobis. ^^


Comunque buon San Valentino in ritardo! Sarà finito, ma chi non ha costantemente bisogno d'ammore?? :P

E pure buon San Faustino, festa dei single! Così faccio festa pure io :D

Lasciate un segno del vostro passaggio, mi fareste contenta. :) Ciauu
  
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