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Autore: Dragon_Flame    15/02/2014    2 recensioni
{One-shot di 1224 parole}{BakuryuShipping+Lance | Accenni di DragonShipping}{Possibile OOC dei personaggi}
Scritta durante un compito d'inglese piuttosto deprimente, questa fic è un piccolo regalo per demoralizzare la giornata a tutti coloro che la leggeranno - ovviamente scherzo.
E, dato che oggi si festeggia la festa dei single (?), mi pare stupido pubblicarla in una data diversa, per cui eccola qui.
Spero che vi piaccia. ;)
***
Era partito per la città alle prime luci dell’alba, appena era stato informato del lieto evento. Era corso alla sua città natia di fretta e furia, sorvolando la Dorsale Argento sul dorso del suo possente Dragonite. Voleva essere in città il prima possibile. Voleva parlare con lei, avere una spiegazione. Una spiegazione per il suo matrimonio.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gold, Lance, Sandra
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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A volte è troppo tardi



Spirava sempre una brezza fresca e pungente a Ebanopoli. Quell’alito di vento spazzava ora le vie della città, semideserte nonostante fosse pieno giorno.
La fame si fece sentire ancora una volta, tuttavia a Lance non importava, sebbene fosse dalla sera precedente che non mangiava più nulla. Non era riuscito nemmeno a fare colazione.
Lui però aveva altro a cui pensare.
Era partito per la città alle prime luci dell’alba, appena era stato informato del lieto evento. Era corso alla sua città natia di fretta e furia, sorvolando la Dorsale Argento sul dorso del suo possente Dragonite. Voleva essere in città il prima possibile. Voleva parlare con lei, avere una spiegazione. Una spiegazione per il suo matrimonio.
Questa era la parola che l’aveva fatto quasi cadere giù dal letto, quella mattina. Sandra si sposava. E il fortunato – se era riuscito a trovare il modo di acquietare il carattere indomabile e indipendente della Capopalestra – era Gold, l’Allenatore che aveva tentato invano di soffiargli il titolo di Campione, facendosi tuttavia sconfiggere rovinosamente. Fra qualche giorno si sarebbe unito alla giovane donna nel sacro vincolo matrimoniale, da allora per l’eternità.
Il cuore del rosso ebbe un tonfo sordo di dolore a quel pensiero.
Lui l’amava. Amava sua cugina. S’erano innamorati ardentemente, perdutamente, irrimediabilmente. Quell’amore proibito – vietato dal legame di sangue, dalle aspettative del Clan e della famiglia a cui appartenevano e dal buonsenso – era stato vissuto con febbrile passione dai due amanti all’ombra di tutto e tutti, celato gelosamente agli occhi degli altri.
Lance e Sandra erano stati una coppia per lungo tempo, fino alla partenza di lui alla volta di Altopiano Blu, alla conquista della Lega, al coronamento del suo sogno di Campione.
Quando aveva trionfato, il giovane aveva dedicato in cuor suo la vittoria all’amata ragazza che l’attendeva a casa, lì a Ebanopoli.
Poi gli impegni li avevano allontanati: lui, in qualità di Leader dei Superquattro, stava spesso ad Altopiano Blu per fronteggiare tutti i possibili contendenti della carica che ricopriva, mente lei, neo Capopalestra, aveva molto da fare con i vari sfidanti per la Medaglia Levante.
Quella distanza e l’impossibilità di vedersi regolarmente e di vivere insieme come una coppia ufficiale aveva nuociuto molto al loro legame, vincendo il sentimento d’amore che li univa. Lance l’aveva a poco a poco dimenticata, preso dalla carriera in rapida ascesa, dalle onorificenze e dai doveri derivanti dal suo titolo. Sandra aveva sofferto in silenzio il suo dolore per la fine della storia, celandolo sotto la maschera della freddezza e del menefreghismo che talvolta dimostrava, calandosi nel ruolo di Capopalestra arrogante e irascibile presa completamente da sé che sapeva interpretare così bene. Il tutto per tentare di dimenticare Lance a sua volta.
Ogni tanto i sensi di colpa e il rimpianto per quella sofferta fine avevano colto il rosso, ma non con sufficiente forza e intensità da fargli desiderare di tornare a Ebanopoli per cercare di recuperare quel rapporto. Era da cinque anni che mancava nella sua città di nascita.
E poi c’era stata quella maledetta telefonata, poco dopo l’alba. Gli avevano annunciato l’evento: Sandra, la sua adorata cugina, si sposava.
L’invito alle nozze della sua ex-amante gli aveva spezzato il cuore. Mentre volava verso la città dei Draghi, accoccolata nell’abbraccio materno della valle in cui giaceva, isolata e lontana dal resto del mondo, Lance aveva pianto lacrime di amarezza. Si era diretto lì solo per vederla, per chiederle il perché di quell’atto, il perdono per la sua lontananza.
Sapeva di essere dalla parte del torto e che la colpa di quella situazione era esclusivamente sua, tuttavia rifiutava di ammettere a sé stesso i propri errori, per una mera questione di orgoglio ed egoismo che permea l’animo di ogni uomo.
Mentre la stava cercando in ogni angolo della cittadina, il rosso fu folgorato da un’illuminazione improvvisa. Non era riuscito ancora a trovare la Capopalestra girando per Ebanopoli, per cui poteva essere solo in due posti: o alla Tana del Drago ad allenarsi – ma ne dubitava fortemente, specialmente se si considerava il fatto che di lì a pochi giorni si sarebbe sposata e doveva ancora terminare i preparativi per la cerimonia nuziale -, oppure a casa sua. Decise di dirigersi verso la dimora della ragazza, affidandosi al caso.
Corse a perdifiato fino al limitare della città, dove sapeva trovarsi la dimora dell’azzurra. Riprese fiato a grandi boccate d’aria, reintegrando l’ossigeno perso nell’improvvisa accelerazione del passo. Appostandosi alla finestra del pianterreno che permetteva di osservare nella camera della Capopalestra, il Campione sbirciò dentro.
La scena che gli si presentò davanti fu come una pugnalata al cuore.
Le seriche chiome indaco della giovane figura riflessa nell’ampio specchio a parete della stanza erano raccolte in una semplice ma dolce acconciatura che ne incorniciava il viso diafano delicatamente, lasciandolo scoperto e luminoso. Un lungo, sobrio abito azzurro cielo fasciava il corpo longilineo e snello di Sandra, ampliandosi a partire dalle ginocchia candide in una coda armoniosa. Gli occhi di lei, paragonabili per lucentezza e limpidezza al quieto cielo di un giorno d’estate, si volsero verso la persona che le faceva compagnia: la madre della Capopalestra, seduta sul letto a due piazze nella camera, osservava con un misto di gioia e commozione negli occhi chiari la futura sposa.
La ragazza volteggiò per qualche secondo su sé stessa, ridendo spensierata e serena. Era felice da impazzire, come non le era più capitato da lungo tempo. Amava il suo Gold con tutto il cuore e smaniava per unirsi con lui in matrimonio, attendendo con impazienza la fausta data.
Una fitta lancinante di dispiacere squarciò il petto di Lance, mentre ammetteva finalmente a sé stesso di non aver più alcuna possibilità di poter riconquistare l’amore della giovane. Nonostante il suo tormento, non poté fare a meno di osservare che così Sandra pareva in tutto e per tutto un Dragonair, con quella rara linea aristocratica che apparteneva ai draghi e che li contraddistingueva dagli altri Pokémon, donando loro una parvenza di leggendaria eleganza.
La ragazza aveva diritto ad essere felice accanto all’uomo che amava. Lui non poteva reinserirsi proprio adesso nella sua vita, rovinandole quel momento speciale. Non ora che lei s’era ripresa dalla sofferenza che le aveva inflitto mettendo fine al loro legame.
Lance non poteva essere così egoista e insensibile.
La parte razionale della mente del Domadraghi gli fece presente con insistenza che doveva andarsene. Non ci poteva essere posto per lui nella felicità di Sandra, perché l’avrebbe incrinata con il ricordo del loro passato insieme.
Il Campione allora si voltò, allontanandosi a passi lenti e pesanti dall’abitazione della cugina. Non avrebbe preso parte alla cerimonia nuziale, né tantomeno ai festeggiamenti successivi, perché avrebbe turbato la gioia della futura sposa e soprattutto perché la crepa che solcava il suo animo sofferente si sarebbe allargata e sarebbe stata impossibile da contenere e sopportare.
Gli occhi color miele del rosso brillarono lucidi di lacrime salate. Lance si sentiva la morte nel cuore. Aveva perso definitivamente e irreparabilmente l’amore della sua vita e tutte le occasione per riavvicinarsi a lei perse in quei cinque anni. Ora Sandra sarebbe stata felice con Gold, perché si amavano profondamente. E si stavano per sposare.
Mentre lui se ne sarebbe stato in disparte, non partecipe della loro felicità, a rodersi il fegato per il rimorso e il rimpianto delle innumerevoli possibilità perdute.
Addio, Sandra. Ti auguro tutta la felicità che io non ho saputo donarti.


***

Angolo dell'autrice:
Ma salve a tutti! :D
Allora, oggi è San Faustino, ovvero la festa dei single - almeno, così mi hanno detto. Quindi ecco qui una fic scritta di getto proprio su questo tema. Ho deciso di usare i personaggi di Lance e Sandra perché sono tra i miei preferiti. Ho fatto uso della Bakuryu perché mi ispirava: Gold ce lo vedo abbastanza bene con l'indomabile Capopalestra di Ebanopoli. E il Campione di Altopiano Blu se ne sta da una parte, depresso. xD
Spero che la fic vi sia piaciuta.
Lascia tante recensioni, grazie <3
A presto ;)


Flame
  
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